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-15% in 10 anni

Le promesse a voce valgono 0. Quante volte si chiede l'aumento e a voce l'azienda dice si vediamo ne riparliamo e non arriva mai?
 
Ma che titolare è? Non sa come funziona? Il dipendente gli ha assicurato a voce che sarebbe rimasto...Esistono contratti che ti blindano. Esiste il patto di non concorrenza. Mi sembra abbastanza sprovveduto. Esiste solo un modo per tenersi i dipendenti. Guardare sempre il mercato e fare in modo che ciò che si offre (non solo lo stipendio, ma tutto a contorno) rimanga concorrenziale.
Se gli altri offrono stesso compenso, ma si lavora solo 40 ore a settimana mentre da te 50 non sei concorrenziale. Se gli altri offrono smart working e tu non lo fai non sei concorrenziale. Se gli altri offrono retribuzione più alta non sei concorrenziale. Se tu autorizzi le ferie solo ad agosto e natale mentre altrove è più libero non sei concorrenziale. Se tu nin offri bonus e welfare mentre gli altri si non sei concorrenziale. Ecc ecc ecc

Tieni presente che si parla di un ragazzo di poco più di 20 anni uscito da poco dall'istituto tecnico.
Dovevano stendergli ponti d'oro perchè rimanesse?
Dopo uno stage gli hanno chiesto se voleva restare offrendogli ottime prospettive di carriera.
Lui ha detto si e dopo pochi mesi se ne è andato senza dare nemmeno all'azienda la possibilità di fare una controfferta.
Non so se l'avrebbero fatto,probabilmente no,ma comunque secondo me quel ragazzo non si è comportato in maniera corretta.
Il fatto che non ci fosse un impegno scritto non toglie che a voce abbia mentito.
 
Se si lascia un'azienda che è disposta ad investire sulla tua persona, come potrebbero dimostrare i corsi di formazione pagati, non è già di suo una buona carta da visita.

Denota inaffidabilità del soggetto, e sapendolo molti datori di lavoro, se non tutti, darebbero più peso a questa "caratteristica" che alla capacità ed ai titoli.

Imho molti non considerano che per un'azienda comunque cercare,trovare,assumere e formare un nuovo dipendente ha un costo.
Non solo in termini economici ma anche di produttività.
Mentre trovi qualcuno da assumere la posizione rimane scoperta e qualcun altro dovrà sopperire,una volta che il dipendente firma non è che diventa subito operativo ma avrà bisogno di un po' di tempo per farsi le ossa e prenderci la mano (anche se a sentire in giro tutti quanti sono le colonne portanti dell'azienda per cui lavorano).
Idem il vecchio dipendente che se ne va ha un costo.
Se poi si considera anche l'aspetto relazionale un eccessivo turnover di dipendenti rispetto a una situazione stabile in cui tutti si conoscono da tempo può comportare qualche rischio in più.
Per un'azienda credo che sia più conveniente sotto tutti i punti di vista avere rapporti di lavoro duraturi coi dipendenti,almeno se si tratta di dipendenti bravi nel loro lavoro e che si trovano bene in azienda.
Poi che l'azienda ci debba mettere del suo per incentivare questa stabilità è chiaro.
 
Tieni presente che si parla di un ragazzo di poco più di 20 anni uscito da poco dall'istituto tecnico.
Dovevano stendergli ponti d'oro perchè rimanesse?
Dopo uno stage gli hanno chiesto se voleva restare offrendogli ottime prospettive di carriera.
Lui ha detto si e dopo pochi mesi se ne è andato senza dare nemmeno all'azienda la possibilità di fare una controfferta.
Non so se l'avrebbero fatto,probabilmente no,ma comunque secondo me quel ragazzo non si è comportato in maniera corretta.
Il fatto che non ci fosse un impegno scritto non toglie che a voce abbia mentito.
Mancano troppi dettagli per esprimersi. Di solito funziona cosi. C'è tanto turnover con i giovanissimi. Vengono assunti tramite stage e poi confermati con stipendio abbastanza base perché senza esperienza. Appena accumulano un po di esperienza se ne vanno da chi offre di più. Era così anche nella mia prima azienda. Occupavo una posizione che si liberava sempre nel giro di 2-3 anni. Al titolare andava bene cosi, bastava pagare poco.
Comunque andare via dopo 6 mesi fa notare qualcosa che non andava. Ovviamente un dipendente non può cambiare cosi spesso altrimenti si brucia. Se invece lo fa vuole dire che dall'altra parte ci sono aziende che non badano a questo dettaglio e offrono lavoro lo stesso
 
Mah, difficile dirlo nel mio caso. Dal 2014 ho fatto uno scatto di anzianità ed uno di fascia retributiva, ma ho smesso di fare consulenze esterne in convenzione. Ci sono stati 2 cambi di contratto, due mobilità aziendali, uno di regione (l'ente pagatore è la Regione, per la Sanità pubblica). Nel frattempo ci sono stati il covid, gli incentivi relativi e deputati all'abbattimento delle liste d'attesa... mah, credo che il potere d'acquisto sia diminuito, stando in tema automobilistico, quasi dimezzata, tra aumenti listini, azzeramento sconti, incremento spese fisse e vive. Anche sul carrello della spesa e le bollette i rincari, sopratutto nell'ultimo lustro, sono gravati incrementi pesanti, per alcuni casi raddoppi, sicuramente non compensati dagli incrementi retributivi.
 
Ma che titolare è? Non sa come funziona? Il dipendente gli ha assicurato a voce che sarebbe rimasto...Esistono contratti che ti blindano. Esiste il patto di non concorrenza. Mi sembra abbastanza sprovveduto. Esiste solo un modo per tenersi i dipendenti. Guardare sempre il mercato e fare in modo che ciò che si offre (non solo lo stipendio, ma tutto a contorno) rimanga concorrenziale.

Ho rapporti ultraventennali con delle aziende (medio/piccole), mai da dipendente ma sempre da libero professionista. In molti casi ho occupato ruoli in organigramma abbastanza rilevanti.
Non sono mai stati rapporti statici, ma che si sono adeguati sia come prestazioni che come responsabilità e corrispettivi, alle esigenze contingenti ed ai periodi di magra o di superlavoro

Gli unici contratti che abbiamo stipulato sono stati stipulati in casi particolari, come ad esempio l'accesso a cantieri pubblici dove si richiedeva di più del tesserino aziendale.

Mai ho sentito il bisogno di essere rassicurato da contratti blindati e mai nessun committente a sentito la necessità di essere rassicurato dalla firma di un contratto.

A volte riuscire a mantenere la parola data è tutto; oggi una delle poche cose che mi fa resistere in alcuni ambiti lavorativi.

Assolutamente non riuscirei a lavorare in ambiti molto competitivi (non perché abbia paura di mettermi in gioco e non mi senta sicuro delle mie capacità), quali quelli cui fai riferimento tu.

L'affidabilità sia dell'azienda, sia dei dipendenti collaboratori è una cosa che ritengo "fondamentalmente fondamentale".

Ho avuto a che fare con personaggi "inaffidabili" e con il passare degli anni sono diventato sempre sempre più insofferente alla loro presenza, almeno quanto loro hanno imparato a non sfriculiarmi più di tanto.

Questo per dire che la mia idea di lavoro e di azienda e ben diversa dal quello che si vede in giro oggi ...
 
Se gli altri offrono stesso compenso, ma si lavora solo 40 ore a settimana mentre da te 50 non sei concorrenziale. Se gli altri offrono smart working e tu non lo fai non sei concorrenziale. Se gli altri offrono retribuzione più alta non sei concorrenziale. Se tu autorizzi le ferie solo ad agosto e natale mentre altrove è più libero non sei concorrenziale. Se tu nin offri bonus e welfare mentre gli altri si non sei concorrenziale. Ecc ecc ecc

Anche su queste valutazioni non mi trovo, le trovo "riduttive", il lavoro non si può ridurre solo ad un rapporto "compenso/ore di lavoro/spese".
Sono fattori importanti ma non determinati.
Concordo invece con il fatto che chi tende a sfruttare e sottopagare la forza lavoro debba essere messo ai margini con ogni mezzo.
 
Ho rapporti ultraventennali con delle aziende (medio/piccole), mai da dipendente ma sempre da libero professionista. In molti casi ho occupato ruoli in organigramma abbastanza rilevanti.
Non sono mai stati rapporti statici, ma che si sono adeguati sia come prestazioni che come responsabilità e corrispettivi, alle esigenze contingenti ed ai periodi di magra o di superlavoro

Gli unici contratti che abbiamo stipulato sono stati stipulati in casi particolari, come ad esempio l'accesso a cantieri pubblici dove si richiedeva di più del tesserino aziendale.

Mai ho sentito il bisogno di essere rassicurato da contratti blindati e mai nessun committente a sentito la necessità di essere rassicurato dalla firma di un contratto.

A volte riuscire a mantenere la parola data è tutto; oggi una delle poche cose che mi fa resistere in alcuni ambiti lavorativi.

Assolutamente non riuscirei a lavorare in ambiti molto competitivi (non perché abbia paura di mettermi in gioco e non mi senta sicuro delle mie capacità), quali quelli cui fai riferimento tu.

L'affidabilità sia dell'azienda, sia dei dipendenti collaboratori è una cosa che ritengo "fondamentalmente fondamentale".

Ho avuto a che fare con personaggi "inaffidabili" e con il passare degli anni sono diventato sempre sempre più insofferente alla loro presenza, almeno quanto loro hanno imparato a non sfriculiarmi più di tanto.

Questo per dire che la mia idea di lavoro e di azienda e ben diversa dal quello che si vede in giro oggi ...
Cioè lavoravi per loro senza un contratto? Gente di parola, c'è poco da dire, non tutti sono così. Non conosco il tuo ambito ma azienda e fornitore non occasionale si vincolano con contratti. Se sono stati inventati è per tutelare le parti, non per creare clima di sfiducia.
 
Cioè lavoravi per loro senza un contratto? Gente di parola, c'è poco da dire, non tutti sono così. Non conosco il tuo ambito ma azienda e fornitore non occasionale si vincolano con contratti. Se sono stati inventati è per tutelare le parti, non per creare clima di sfiducia.

Più di una, e con alcune collaboro tuttora.

In particolare con una il rapporto è iniziato il secolo scorso nel dicembre 1999.

Sul fatto di mantenere la parola, ho fatto selezione naturale, chi non li ha rispettati ...

Sono un tecnico nel settore edile, principalmente quello della produzione di cls ed aggregati in tutte le sue molteplici sfaccettature (certificazioni, ricerca, controllo produzione, gestione clientela e contestazioni, ...).
E' un settore non proprio facilissimo.

Sull'utilità dei contratti a tutela di entrambe le parti e soprattutto della sicurezza e salubrità degli ambienti di lavoro.

Quello che intendevo non è che l'aspetto contrattuale sia superfluo, anzi in molti casi è necessario quanto obbligatorio.
Semplicemente ponevo l'accento sull'inaffidabilità di taluni comportamenti (in affidabilità che ad onor del vero emerge maggiormente dai datori di lavoro che dai dipendenti).

Non si può tradire la fiducia altrui solo perché non si è messo tutto nero su bianco ...
 
Guardate che pure io rientro nella categoria accontentati. Potevo fare di più, ma mi sono accontentato.

Non sarei così categorico ad assegnarti la categoria di "accontentato".

Probabilmente lo hai fatto per dei buoni motivi ed hai privilegiato altri aspetti della tua vita rispetto al lavoro.

Come detto precedentemente, magari non esplicitamente, per mia opinione personale non ritengo che il lavoro debba essere in cima alle proprie priorità (ed in passato l'ho fatto anch'io); deve avere il giusto peso e deve servire a migliorare le proprie condizioni di vita.

Ci sta che altri abbaino una scala di priorità diverse, anche se non condivido
 
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