<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Un paese di poveracci | Page 65 | Il Forum di Quattroruote

Un paese di poveracci

Comunque tra tutti e due hanno fatto un ottimo lavoro.
Ma non funziona così. Il mm, su indicazione dello specialista, al massimo compila l'impegnativa per la prestazione, chirurgica in questo caso, ed ormai dematerializzata, a volte, se lo specialista è anche il chirurgo o è dell'equipe, la può fare direttamente il medico specialista. In ogni caso la prenotazione viene gestita non dai medici, ma dai servizi di prenotazione e liste prioritarie ospedaliere, aziendali o di reparto o sottostrutture, dipende dalle organizzazioni. Sul costo di 30k€, non mi sembra irreale, ma bisogna vedere bene in cosa consista, se ci sono costi accessori, etc.
 
Boh io non so di chi sia stata la colpa,so solo che quella povera donna ha aspettato per 2 anni una chiamata che non poteva arrivare.
Il medico di base imho ha una responsabilità enorme perchè come il medico nuovo ha potuto interpellare l'ospedale per chiedere come mai alla paziente non era ancora stato fissato l'intervento poteva farlo anche quello vecchio.
Tanto che la signora mi ha raccontato che quando ha rivisto il medico lo ha guardato male e questo le ha chiesto come mai.
Gli è andata bene che invece delle stampelle aveva il deambulatore altrimenti una stampellata non gliela levava nessuno.
 
Tipicamente l'intervento viene programmato dall'ospedale ed è lo specialista a stabilire la priorità. Se non è urgente, ci sta che il tempo di attesa si dilati, ma succede anche che una prestazione con priorità breve venga messa "in galleggiamento", ossia programmata ma senza definire la data finchè si libera il posto in lista. E' un trucchetto per far sembrare che le liste di attesa vengano rispettate (perchè la Regione cazzia i direttori se vengono sforate le priorità), ma capisci anche tu.... Sarà stato un caso del genere?

Potrebbe essere.
Chissà se quando mi ha detto che non era in lista intendeva che non c'era proprio o che il suo intervento era in programma ma senza una data.
 
la mia esperienza con liste d'attesa "biennali" è relativa ad un intervento (una decina d'anni fa) all'anca.
Dopo visita privatistica col primario messo in lista ... dopo credo un anno mia moglie chiama il primario gli chiede che fine avesse fatto l'intervento, visto che mio suocero ormai faticava a stare in piedi.

Dopo un po' di polemica perché c'erano "casi più urgenti" alla fine nel giro di un paio di settimane l'han chiamato.
 
Il mio medico di base mi racconta che alcuni vecchietti lo contattano anche per cambiare la bombola del gas.
Secondo me loro sono in una giungla ed i risultati si vedono tutti: approssimazione, ritardi etc.
Non so bene come sia regolato il loro lavoro, il loro compenso e quante persone possano avere in carico ma è evidente che se diamo da gestire anche aspetti di un certo tipo allora la loro funzione principale decade ancor di più.

Anche qui si entra in un discorso di centralizzazione del dato che potrebbe aiutare. Noi 40enni invecchieremo con il cellulare in mano ed avremo accesso più facilitato a certe cose ma chi non è riuscito a mettersi al passo con la tecnologia (ovvero gli attuali 80enni salvo rari casi) come fanno ad accedere a servizi, avere contatto con enti etc? Ormai non portano nemmeno più l'elenco del telefono nelle case...
 
A proposito di povertà, mi ha sorpreso negativamente la notizia locale di oggi che qui nella ricca Desenzano del Garda la Caritas chiede aiuto. Perché? Perché negli ultimi due anni è aumentata la richiesta di pasti che ora sono meno abbondanti per farli bastare. Ora siamo a 150 pasti al giorno, per un comune che ha meno di 30 mila abitanti. Metà sono italiani e non avevano mai avuto bisogno. I volontari parlano anche di condizioni psicologiche difficili per il senso di vergogna.

La povertà non dovrebbe essere una vergogna, però capisco.
 
la Caritas chiede aiuto
non solo la Caritas , anche la San Vincenzo, la mensa di San Francesco, il Banco Alimentare. Come volontari in tanti cerchiamo di dare una mano. Molti esercizi commerciali donano l'invenduto. Ma non basta. Sempre più bisognosi, sempre meno donatori, e pochi ricchi e ricchissimi insensibili, sordi, ciechi, indifferenti.
 
Il problema discende dal fatto che i nuovi poveri sono persone "diverse" da quelle che solitamente vengono considerate tali. Sono cioè nuclei familiari comuni, composti da persone che lavorano (o che hanno lavorato sino a non molto prima) e che conducono vite apparentemente "normali", ma faticano ad arrivare a fine mese. Nuclei familiari che appartengono (o appartenevano) al ceto medio.
Il motivo, a mio avviso, è che questi nuclei non riescono a sostenere il costo della vita sempre crescente, dovuto ad una società sempre più complessa ed esigente. Per dirla con una metafora, la società corre, sempre di più, e chi mantiene la stessa velocità del passato una volta era al passo con i tempi, ora non più
 
la mia esperienza con liste d'attesa "biennali" è relativa ad un intervento (una decina d'anni fa) all'anca.
Dopo visita privatistica col primario messo in lista ... dopo credo un anno mia moglie chiama il primario gli chiede che fine avesse fatto l'intervento, visto che mio suocero ormai faticava a stare in piedi.

Dopo un po' di polemica perché c'erano "casi più urgenti" alla fine nel giro di un paio di settimane l'han chiamato.

Posso illuminarvi....

Di sicuro il primario puo' consigliare il suo referente alle prenotazioni
( la caposala )....
E uno
( credo )
conta/va su questo.
Io stesso ne fruii negli anni 80
( pagai 250.000 lire per una visita di pochi minuti )
e dopo, si' e no 2 settimane mi operarono.....

Adesso,
sempre visitato da primario a 252 Euri....
Sono in alto mare.
( ci sara' concorrenza? )
In sostanza nelle mani di:
" Lassu' "....
E sperare
 
La povertà non dovrebbe essere una vergogna, però capisco.

Non dovrebbe....

Forse per chi ci e' abituato da sempre.

Ma chi lo' e' diventato,
magari
-per un divorzio
-per perdita del lavoro,
LA VERGOGNA,
e' umanamente comprensibile.
Per dire che da una vita " normale "
E' difficile da accettare, specie se hai perso pure il figlio,
affidato, ovviamente non a te....
( SOLO....Perche' diversamente abbiente )
 
Il problema discende dal fatto che i nuovi poveri sono persone "diverse" da quelle che solitamente vengono considerate tali
da quel che sentivo ad essere più in crisi sono le famiglie mono-parentali e, i neo-single.
In quest'ultimo caso si parla di separazioni in cui l'uomo finisce fuori casa che rimane alla [ex]moglie ed ai figli, cui vanno versati alimenti, mentre il "lui", se non riesce a tornare dai genitori (un mio amico ha fatto così), è costretto a pagarsi anche un affitto e ... a fine mese come ci arrivi?
 
A proposito di povertà, mi ha sorpreso negativamente la notizia locale di oggi che qui nella ricca Desenzano del Garda la Caritas chiede aiuto. Perché? Perché negli ultimi due anni è aumentata la richiesta di pasti che ora sono meno abbondanti per farli bastare. Ora siamo a 150 pasti al giorno, per un comune che ha meno di 30 mila abitanti. Metà sono italiani e non avevano mai avuto bisogno. I volontari parlano anche di condizioni psicologiche difficili per il senso di vergogna.

La povertà non dovrebbe essere una vergogna, però capisco.

Potrei sbagliare ma da quello che so tutti noi potremmo andare a pranzo alla Caritas. Nessuno ti chiede un ISEE per metterti qualcosa nel piatto.
Andrebbero scissi necessità e opportunismo. Vedo un sacco di gente che NON HA BISOGNO fare il parassita peggio di chi ne ha.
 
Potrei sbagliare ma da quello che so tutti noi potremmo andare a pranzo alla Caritas. Nessuno ti chiede un ISEE per metterti qualcosa nel piatto.
Andrebbero scissi necessità e opportunismo. Vedo un sacco di gente che NON HA BISOGNO fare il parassita peggio di chi ne ha.
Alla Caritas prima di dare un aiuto economico si verificano le condizioni reddituali e patrimoniali dell'interessato (quindi Isee e quant'altro). Quanto meno si dovrebbe fare così
 
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