A me, invece, la produzione di energia elettrica sembra l'ultimo dei problemi.
Anche nell'ipotesi di vendere un milione di auto elettriche all'anno in Italia, si può stimare che il consumo aumenterebbe di 2-3 TWh all'anno, in un paese che ha già un fabbisogno di circa 350. Quindi un aumento ben al di sotto di un punto percentuale annuo, quindi, direi, tranquillamente gestibile.
Diverso il discorso della distribuzione "al dettaglio". Lì la questione mi pare più critica .
Ipotizziamo un consumo procapite di 15 KW/h x 365 giorni arriviamo a 5 TW/h per un milione di utilizzatori.
C'è da aggiungere che se installo 30.000 colonnine da 50 KW/h la rete va dimensionata per la massima erogazione possibile indipendentemente dall'utilizzo simultaneo. In poche parole se di queste 30.000 colonnine ne venissero utilizzate solo 1000 per la rete di distribuzione non cambierebbe nulla.
Aggiungici le pompe di calore tanto di moda.
Aggiungici la possibilità che 10 milioni di famiglie raddoppino e portino a 6 KW il loro contratto nel giro di qualche anno. Anche qui stesso discorso. Vorrebbe dire stravolgere la rete di distribuzione. Lasciamo per un attimo perdere la produzione.
Tu saprai meglio di me cosa vuol dire mettere mano alla distribuzione e
relativi costi esorbitanti.
Ho lavorato per una vita sia con L'Enel che con le Aziende Elettriche del triveneto zigzagando fra tutti gli uffici tecnici possibili. Un minimo di idea me la sono fatta. E il costo dei cavi è solo la minima parte della spesa.
Tanto per darti un'idea l'aeroporto Malpensa 2000 mi ha fruttato, all'epoca, 10 milioni di fornitura di soli cavi di potenza (restano fuori cavi speciali, cavi per telecomunicazioni, cavi per pista e altre miriadi di categorie di prodotti speciali. Restano fuori i quadri elettrici, la posa, cabine di trasformazione AT/MT e MT/BT ecc. ecc.
Non ho idea del costo complessivo di tutto il comparto elettrico dell'aeroporto ma comunque cifre enormi.
E parliamo solo di un aeroporto