Il discorso è diverso. Il sistema retributivo era palesemente insostenibile e chi l'ha introdotto l'ha fatto per motivi puramente clientelari, ma qualsiasi studente del primo anno di economia (Bocconi esclusa, ovviamente

) era in grado di prevederne le conseguenze. Era solo questione di tempo prima che qualcuno ci dovesse mettere una pezza, e come tutti sanno rappezzare qualcosa è un'arte non alla portata di tutti.
Nel caso della transizione, ovviamente con riferimento all'automotive, il discorso è molto diverso. Ovviamente esiste un problema di dimensioni globali, ma la soluzione che è stata intrapresa mostra criticità enormi a fronte di risultati prevedibili pressochè inesistenti, e questo non lo dicono quattro petrolhead nostalgici che non hanno di meglio da fare che scrivere menate su un forum, lo asseriscono fior di tecnici, ingegneri, economisti internazionali. Il punto - IMHO - non è se si deve fare qualcosa per mandare in pensione l'energia "sporca", quello non è in discussione. Il tema è se quello che si è deciso di fare è coerente con il problema e quale ne è il rapporto costi benefici. Io contesto queste decisioni con le argomentazioni che conosciamo parola per parola, e non mi sembra di essere vox clamantis in deserto....