Boh. Stellantis ha gente capce, T e I hanno fatto il miracolo in patria. Il problema di FCA è che essa è Jeep, RAM e un sacco di scatole vuote, ovvero i marchi e le fabbriche italiane. Dalla loro, i badge Maserati e Alfa hanno (incredibilmente) ancora un certo allure mentre DS è un puro prodotto di marketing: visto che il premium ci vuole, tanto vale provarci con le italiane. Però è difficilissimo e, come ampiamente dimostrato dalla Giulia, pensare che basti una meccanica raffinata è una pia illusione (anzi, se la usi male ti dissangui).
La verità è che investire su RAM e soprattutto sull'unico marchio globale che hanno, Jeep, è molto più facile e da ritorni immediati, quindi la tentazione di fare come Manley son sicuro che qualcuno ce l'ha. Sinceramente non so che accadrà, T ha ripetuto più volte che ogni brand avrà dieci anni per dimostrare di saper stare in piedi: per le italiane è un lasso di tempo minimo, visto come le ha ridotte FCA. A tale proposito, già il fatto che non ci siano state quelle sparate - Marchionne era come Mastrotta, 400.000 macchine in 5 anni! Piano Italia da 20 miliardi! - è già un piccolo buon segnale. Rimane comunque un gioco di equilibri molto precari: 14 marchi, in buona parte senza una gamma e nemmeno una rete commerciale, la transizione verso l'elettrico, e poi due cosette così come una pandemia e una guerra alle porte di casa. Facile sparare a zero sulle scelte, qualunque esse siano, tutt'altra storia farle