<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La fragilità dell'essere umano | Page 5 | Il Forum di Quattroruote

La fragilità dell'essere umano

Tornando ai giovani ne stavo guardando un gruppetto adesso mentre pulivo la vetrina.
Due prendevano a calci un paletto che delimita il parcheggio e un altro girava a vuoto con lo scooter...
Saranno anche fragili ma ce ne sono alcuni che hanno proprio la segatura nella testa.
 
Tornando ai giovani ne stavo guardando un gruppetto adesso mentre pulivo la vetrina.
Due prendevano a calci un paletto che delimita il parcheggio e un altro girava a vuoto con lo scooter...
Saranno anche fragili ma ce ne sono alcuni che hanno proprio la segatura nella testa.

Qual'è l'esempio che hanno? Una volta si diceva ''tale padre tale figlio''. Fino ad una certa età la cultura che assorbi è quella familiare.
 
Qual'è l'esempio che hanno? Una volta si diceva ''tale padre tale figlio''. Fino ad una certa età la cultura che assorbi è quella familiare.

In famiglia devono avere qualche stuntman o qualche pilota perchè adesso si lanciano per una piccola discesa nei carrelli della spesa.
Speriamo che non ne finisca uno dentro la vetrina...
 
A quasi 70....
Viene solo angoscia, smarrimento e terrore.
Meglio tirare in ballo il tappeto

Questo perchè, come dice il forumista al post 56, l'idea stessa della morte è stata rimossa quasi fossimo immortali. E la nostra epoca è la prima ad aver fatto una cosa del genere: per milioni di anni ci si è fatto i conti, ogni cultura ha affrontato la questione a proprio modo ma l'ha affrontata. Noi l'abbiamo rimossa: e se no come fanno a venderti tutta quella paccottiglia; è spuntata come un fungo anche una nuova professione, quella dello psicologo: come si dice lucidamente sempre al post 56 la pandemia a spareggiato le carte in tavola, abbiamo scoperto di non essere immortali e abbiamo scoperto che la paccottiglia non ci salverà.
 
A momenti parte il vetro.
Hanno chiesto scusa però onestamente mi meraviglia un po' dover dire a dei ragazzi che magari avranno la metà dei miei anni ma sono alti quanto me che fare gli scemi vicino a delle vetrate è pericoloso.
Imho se hai l'età per condurre un veicolo e quasi per votare un minimo di sale in zucca devi avercelo,se giochi all'autoscontro coi carrelli della spesa come un bambino di 12 anni qualcosa non funziona.
 
Questo perchè, come dice il forumista al post 56, l'idea stessa della morte è stata rimossa quasi fossimo immortali. E la nostra epoca è la prima ad aver fatto una cosa del genere: per milioni di anni ci si è fatto i conti, ogni cultura ha affrontato la questione a proprio modo ma l'ha affrontata. Noi l'abbiamo rimossa: e se no come fanno a venderti tutta quella paccottiglia; è spuntata come un fungo anche una nuova professione, quella dello psicologo: come si dice lucidamente sempre al post 56 la pandemia a spareggiato le carte in tavola, abbiamo scoperto di non essere immortali e abbiamo scoperto che la paccottiglia non ci salverà.


Non e' sta rimossa* nel senso assoluto
ma in quello temporale
( parlo per me )
*E' stata rimossa da quando si va verso ....
 
Sono pochissime le persone che fanno un lavoro che hanno scelto, piuttosto si sono adattate a quello che han trovato, e molti di questi sono laureati o almeno diplomati.

Sicuramente accade anche di dover svolgere un lavoro al quale non si pensava da giovani, però credo che quando il lavoro garantisce una vita dignitosa, lo si svolge con senso di riconoscenza. Quello che, secondo me, conta, è poter dare un futuro a se stessi ed ai figli.

si sono fatti sacrifici da che mondo è mondo. Ed anche oggi, i giovani possono costruirsi un futuro, dipende anche da loro.

E i sacrifici affrontati da giovani li corazzano e li preparano alle prove future
Certamente si devono fare delle rinunce, ma personalmente ne ho fatte molte in passato, ne faccio tuttora e sicuramente ne dovrò fare altre in futuro.

Beh, volendo restare in tema di auto, io rinuncio ad acquistare una bella , potente e nuova auto, perché non mi sentirei "a posto con la coscienza" nei confronti dei miei figli.
Penso che molti padri ragionino come me, da formichine :)

Si iniziava a risparmiare quando si era con i genitori, e ci si sposava con qualche soldo. Ma erano appunto frutto di tante rinunce.

A mio avviso il risparmio è anche un segno di rispetto per noi stessi e per il nostro lavoro. Vuol dire attribuire il giusto valore all'impegno profuso sul posto di lavoro.
 
Oggi se tutto va bene un ragazzo giovane inizia a maturare contributi a 30 anni passati,in ottica pensione ammesso di arrivarci,significa dover lavorare almeno fino a 70 anni mentre i genitori magari hanno avuto la fortuna di andare in pensione a 60 o prima.

In linea di massima credo sia vero, però a Bergamo ad esempio, ci sono ottime scuole da cui le industrie attingono. I ragazzi possono trovare lavoro col diploma , a 19 anni.
Uno stipendio bastava per mantenere una casa,c'erano meno spese (anche meno vizi per carità) e far quadrare i conti era più semplice.
C'era più lavoro.

Questo è vero. I miei genitori mi raccontano che 60 anni fa gli armadi non straripavano come oggi, a tavola si mangiava moooolta meno carne e i divertimenti o svaghi, erano centellinati. Anche le case erano piu sobrie. Non occorreva spendere 15-20 mila euro per una cucina di marca. Un frigo, una cucina una credenza e amen.
Per quanto riguarda il lavoro, in Puglia i giovani stanno ritornando al lavoro della terra, che mi dicono essere faticoso ma redditizio. Certo, non a tutti piace alzarsi alle 5 e tornare a casa sporco di terra, però pare che dia una certa sicurezza.

Basta sbagliare a scegliere l'indirizzo di studi e ci si ritrova dopo tanti sacrifici con un pezzo di carta in mano che non solo non vale niente ma addirittura preclude alcune opportunità lavorative.

Questo è verissimo e purtroppo una fetta di responsabilità spetta anche ai genitori. Ho cosciuto diversi studenti che non erano tagliati per i licei, ma per le famiglie era imperativo che avessero il diploma liceale. Il risultato è stato avvilente, ossia un diploma strappato a fatica, senza aver maturato le competenze necessarie per garantirsi dei risultati decenti universitari. Non ha senso prendere un diploma di liceo scientifico e poi andare per negozi a chiedere se c'è lavoro ( da 700 - 800 euro ? ). Meglio un buon professionale o un buon tecnico che ti dà maggiori garanzie. Anche quest'anno ho una studentessa che è destinata alla bocciatura. Non conosce neanche l'italiano. Ovvio che non riesca a sostenere un'interrogazione.
 
Quando dico che noi, comunque, ci consolavamo perché stavamo molto meglio dei nostri genitori alla loro età, significa che i giovani stanno sì un po' meglio ma mentre noi avevamo prospettiva loro no.
Sanno che staranno bene solo finché ci saremo noi a sostenerli. Noi potevamo uscire dal nido provare a volare e farci un nido. I ragazzi [italiani] no.

E tanti in Italia sono i giovani che non studiano e non cercano neanche piu il lavoro, negandosi la possibilità di conoscere quella sensazione gratificante del potersi dire orgogliosamente autonomi.

E' indubbio che oggi per andare bene a scuola ... basta poco. Soprattutto se parti dall'inizio impegnandoti un po', perché se cambi marcia in corsa ... il voto mica cambia ... :rolleyes:

Farei dei distinguo. In Lombardia le scuole sono generalmente serie e selettive, per cui se un ragazzo ottiene 100, vuol dire che è davvero in gamba. Ho esaminato centinaia di studenti diplomandi, ed alcuni erano realmente preparatissimi, possedevano un bagaglio culturale e lessicale notevole, erano abituati a ragionare e a collegare argomenti di aree differenti. Molti miei studenti sono medici , ingegneri et cetera.
Una fetta esigua arriva comunque al diploma, ma con voti che dal 68 a scendere indicano che sei miracolato.

Il problema , secondo me, è che le famiglie appartenenti alla borghesia sono oggi in un numero infinitamente superiore rispetto al passato e pre.ten.do.no per i propri figli un futuro uguale ( impiegatizio ) o superiore ( professionisti di alto livello ) non rendendosi conto che tali posti di lavoro sono ambiti da tutti e non è detto che i loro figli abbiano le carte in regola, senza contare che la competizione è divenuta più aspra.
Basterebbe confrontare il numero attuale di laureati con quello di 40 anni fa. Oggi occorrono le specializzazioni dopo la laurea e qualche master non guasta mai e non è detto che tu raggiunga l'occupazione cui aspiri. Senza considerare che in molti settori è richiesta una buona conoscenza dell'inglese ( requisito, questo, che 40 anni fa avrebbe azzerato le possibilità per una percentuale altissima di aspiranti ... ).
Tornando alla scuola, vado contro i miei interessi, ma posso dire che il 25 % degli studenti liceali non dovrebbe frequentare il liceo. Non è possibile che si iscrivano allo scientifico studenti che prendono 3 fisso in matematica e fisica. Il 6 lo devi prendere, non c'è storia, altrimenti vuol dire che sei un fante in una battaglia di cavalleria.
 
E tanti in Italia sono i giovani che non studiano e non cercano neanche piu il lavoro, negandosi la possibilità di conoscere quella sensazione gratificante del potersi dire orgogliosamente autonomi.

Ci sono anche quelli che credono di essere autonomi.
Lavorano ma mangiano dalla mamma,fanno fare il bucato alla mamma,vivono in una casa pagata dalla mamma,guidano un'auto comprata dalla mamma...
E' vero che lavorano ma di fatto quello che guadagnano non lo usano per il loro sostentamento o comunque non fanno affidamento solo sui loro guadagni per vivere.
 
Invece adesso ci penso,

Un momento particolarmente duro l'ho vissuto durante i primi mesi della pandemia, quando qui a Bergamo si moriva a decine e decine ogni giorno e le ambulanze ogni notte mi toglievano il sonno. Al telefono con i miei mi mostravo sereno, in realtà, avendo due bambini e vedendo che ormai morivano anche quelli piu giovani di me, iniziai a considerare la possibilità. Credo che soltanto i bergamaschi abbiano davvero provato in quei mesi la sensazione della totale vulnerabilità, quando i medici del papa Giovanni chiedevano in inglese aiuto al mondo e le ambulanze avevano tempi di arrivo di 7, dico 7, ore, per cui si moriva in casa. Ricordo di aver detto a mia moglie come comportarsi con i bambini se fosse toccato a me, le spiegai dove era il mio libretto postale e cose simili. Vabbè, meglio non pensarci più :)
 
Ci sono anche quelli che credono di essere autonomi.
Lavorano ma mangiano dalla mamma,fanno fare il bucato alla mamma,vivono in una casa pagata dalla mamma,guidano un'auto comprata dalla mamma...
E' vero che lavorano ma di fatto quello che guadagnano non lo usano per il loro sostentamento o comunque non fanno affidamento solo sui loro guadagni per vivere.
Beh, questi però sono dei gran para...i ahahahahahah
 
stanno ritornando al lavoro della terra, che mi dicono essere faticoso ma redditizio.

In realtà, non è faticoso, almeno non più di altri lavori meccanizzati.....

CLAAS_Atos_cabina.jpg


...purtroppo, non è neppure redditizio.....
 
In realtà, non è faticoso, almeno non più di altri lavori meccanizzati.....

CLAAS_Atos_cabina.jpg


...purtroppo, non è neppure redditizio.....

Già parecchi anni fa dei lontani parenti hanno smesso perchè dicevano che in certi casi conveniva più lasciar marcire tutto piuttosto che pagare personale e macchinari per raccogliere e poi vendere alla grande distribuzione.
Forse si salvano ancora nelle piccole aziende agricole che si gestiscono più o meno in famiglia e poi vendono direttamente al pubblico.
 
Ci sono anche quelli che credono di essere autonomi.
Lavorano ma mangiano dalla mamma,fanno fare il bucato alla mamma,vivono in una casa pagata dalla mamma,guidano un'auto comprata dalla mamma...
E' vero che lavorano ma di fatto quello che guadagnano non lo usano per il loro sostentamento o comunque non fanno affidamento solo sui loro guadagni per vivere.

Una collega di mia moglie ... non me la sento di definirla ragazza ... perché supera abbondantemente i 30.

Non è nemmeno riuscita a tenersi il lavoro e dopo un paio d'anni l'han buttata fuori.
 
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