<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La fragilità dell'essere umano | Page 3 | Il Forum di Quattroruote

La fragilità dell'essere umano

Evidentemente ci vuole anche un po' di carattere

Secondo me dipende dal punto di vista.
Ha più carattere una persona che non si lascia abbattere e affronta le difficoltà o una che per sfuggire alle difficoltà decide di compiere un gesto estremo?
Verrebbe istintivo rispondere la prima però secondo me per certi versi ci vuole più coraggio per compiere un gesto estremo piuttosto che per continuare a vivere nonostante le difficoltà.
Io non avrei mai il coraggio di buttarmi da una finestra anche se fossi in preda alla disperazione.
Senza contare poi che non mi piacerebbe essere ricordato per aver generato un cratere nell'asfalto.
A volte io penso che sia più l'inerzia a spingerci ad andare avanti e non tanto il carattere.
Certo ogni caso è diverso.
 
E mi sa che resterà un dubbio perchè io del filosofo ho ben poco...:emoji_wink:

Comunque resto dell'idea che anche se si tratta di gesti in un certo senso vili,compiuti per sfuggire ai problemi,richiedono una grande dose di coraggio.
 
Quando la vita ai tuoi occhi non ha piu senso e nel cuore c'è il gelo del vuoto, diventa un sollievo l'idea di poter porre fine al tormento.
Per questo noi adulti abbiamo il dovere di intuire il dolore giovanile, che si manifesta a volte in forme che disorientano.
Un figlio o uno studente che insegue il successo a tutti i costi , perché a quelli e solo a quelli lega la propria identità deve essere seguito come quello che non prova alcun interesse né verso la scuola né verso il mondo del lavoro, che nega a se stesso la possibilità di avere delle sane relazioni sociali, che non progetta il proprio futuro, che cerca nello stordimento artificiale le risposte che nessun altro sembra fornirgli.
Secondo me la prima delle terapie è la parola. Conquistando la loro fiducia e spingendoli ad aprirsi, la morsa del dolore si allenta.
 
Sò di entrare in un terreno minato, e non è nemmeno facile scrivere queste cose. Parlo per la mia esperienza che non sò se può essere condivisa con altre persone perchè entriamo in un campo totalmente sconosciuto ai più.
Il mio problema era l'angoscia che mi attanagliava già al risveglio, non avevo problemi ( economici, di lavoro etc.) di nessun tipo. Qualsiasi cosa facevo ( vacanze, sesso,cambiare macchina, uscire con gli amici, la famiglia, il lavoro chennesò....) mi dava una soddisfazione temporanea ma non mi aiutava a colmare quel vuoto angoscioso.
La ''soluzione'' non è stata nè facile nè semplice e ci sono voluti una decina di anni: ho iniziato a cercare di capire se Dio esiste. In maniera razionale ( anche se può sembrare un controsenso), usando il cervello.
Mi fanno compassione ( nel senso positivo del termine che è soffrire-con) quando sento dire: Dio non esiste senza nemmeno aver provato a cercarlo. Ma già, siamo nell'epoca del cotto e mangiato, delle soluzioni veloci, della pappa pronta, della pillola che risolve tutto. Dieci anni sono un pò troppi.......................
 
Sò di entrare in un terreno minato, e non è nemmeno facile scrivere queste cose. Parlo per la mia esperienza che non sò se può essere condivisa con altre persone perchè entriamo in un campo totalmente sconosciuto ai più.
Il mio problema era l'angoscia che mi attanagliava già al risveglio, non avevo problemi ( economici, di lavoro etc.) di nessun tipo. Qualsiasi cosa facevo ( vacanze, sesso,cambiare macchina, uscire con gli amici, la famiglia, il lavoro chennesò....) mi dava una soddisfazione temporanea ma non mi aiutava a colmare quel vuoto angoscioso.
La ''soluzione'' non è stata nè facile nè semplice e ci sono voluti una decina di anni: ho iniziato a cercare di capire se Dio esiste. In maniera razionale ( anche se può sembrare un controsenso), usando il cervello.
Mi fanno compassione ( nel senso positivo del termine che è soffrire-con) quando sento dire: Dio non esiste senza nemmeno aver provato a cercarlo. Ma già, siamo nell'epoca del cotto e mangiato, delle soluzioni veloci, della pappa pronta, della pillola che risolve tutto. Dieci anni sono un pò troppi.......................

Anch'io senza sforare in tematiche proibite dal regolamento del forum vorrei fare una considerazione.
Tante persone imho non cercano perchè sanno che non troveranno nulla,che non significa necessariamente che non ci sia nulla da trovare.
Per me la spiritualità è qualcosa che devi avere dentro,se non ce l'hai puoi fare qualsiasi cosa ma non la potrai mai costruire con lo studio o la riflessione.
Cito la frase di un film in cui però non si parlava di fede ma di amore.
Vedendo tante persone,soprattutto coppie,in pellegrinaggio in quest'isola da sogno in cerca dell'amore,o almeno dell'idea di amore romantico che ci hanno insegnato i film,un abitante del luogo diceva "Questa è un'isola,se non lo porti con te non lo troverai qui".
Per la fede imho è la stessa cosa.
 
Anch'io senza sforare in tematiche proibite dal regolamento del forum vorrei fare una considerazione.
Tante persone imho non cercano perchè sanno che non troveranno nulla,che non significa necessariamente che non ci sia nulla da trovare.
Per me la spiritualità è qualcosa che devi avere dentro,se non ce l'hai puoi fare qualsiasi cosa ma non la potrai mai costruire con lo studio o la riflessione.
Cito la frase di un film in cui però non si parlava di fede ma di amore.
Vedendo tante persone,soprattutto coppie,in pellegrinaggio in quest'isola da sogno in cerca dell'amore,o almeno dell'idea di amore romantico che ci hanno insegnato i film,un abitante del luogo diceva "Questa è un'isola,se non lo porti con te non lo troverai qui".
Per la fede imho è la stessa cosa.

Bè, io sono la prova vivente che ti sbagli :emoji_zipper_mouth:
 
Bè, io sono la prova vivente che ti sbagli :emoji_zipper_mouth:

Beh non è detto.
Magari quella sensazione di vuoto e insoddisfazione che sentivi per quanto tu l'abbia gestita e affrontata in maniera razionale nasceva da un bisogno interiore di cercare qualcosa di più,il senso della vita se vogliamo.
Qualcosa che hai sempre sentito e solo quando ti ci sei messo d'impegno sei riuscito a scoprire e comprendere a fondo.
Non pretendo ovviamente di sapere meglio di te come si sono svolte le cose,sto solo ipotizzando.
Ma imho chi quel bisogno di trovare o credere in qualcosa di più non ce l'ha dentro non potrà mai realizzarlo da zero.
Lasciando da parte la religione prima che ci tirino le orecchie ci sono persone che passano la loro intera esistenza in cerca della persona giusta,che vedono nei sentimenti e nella loro comprensione una necessità primaria al pari di respirare e mangiare.
Altre invece hanno un modo di vivere o pensare decisamente più "superficiale" se vogliamo,ho messo le virgolette perchè non voglio dare un'accezione negativa al termine.
Si accontentano di raggiungere degli obiettivi e di avere qualcuno con cui dividerli senza farsi troppe domande.
Secondo me chi sente certi necessità non può fare finta di non sentirle,e chi invece non le sente non può convincersi di provarle.
 
Beh non è detto.
Magari quella sensazione di vuoto e insoddisfazione che sentivi per quanto tu l'abbia gestita e affrontata in maniera razionale nasceva da un bisogno interiore di cercare qualcosa di più,il senso della vita se vogliamo.
Qualcosa che hai sempre sentito e solo quando ti ci sei messo d'impegno sei riuscito a scoprire e comprendere a fondo.
Non pretendo ovviamente di sapere meglio di te come si sono svolte le cose,sto solo ipotizzando.
Ma imho chi quel bisogno di trovare o credere in qualcosa di più non ce l'ha dentro non potrà mai realizzarlo da zero.
Lasciando da parte la religione prima che ci tirino le orecchie ci sono persone che passano la loro intera esistenza in cerca della persona giusta,che vedono nei sentimenti e nella loro comprensione una necessità primaria al pari di respirare e mangiare.
Altre invece hanno un modo di vivere o pensare decisamente più "superficiale" se vogliamo,ho messo le virgolette perchè non voglio dare un'accezione negativa al termine.
Si accontentano di raggiungere degli obiettivi e di avere qualcuno con cui dividerli senza farsi troppe domande.
Secondo me chi sente certi necessità non può fare finta di non sentirle,e chi invece non le sente non può convincersi di provarle.

Il mio è stato un'approccio razionale. Preso atto che qualsiasi cosa facessi non mi appagava, mi sono messo in cerca di altro. Se già ce l'avevo non c'avrei messo 10 anni...............

ps
indubbiamente ho cercato nella direzione di cui avevo ricevuto un'infarinata. Nota bene che sono entrato in un luogo di culto consepevolmente dopo quasi 40 anni dall'ultima volta ( cresima ).
 
Ultima modifica:
Il mio è stato un'approccio razionale. Preso atto che qualsiasi cosa facessi non mi appagava, mi sono messo in cerca di altro. Se già ce l'avevo non c'avrei messo 10 anni...............

Quello che intendevo è che probabilmente già avevi la consapevolezza che ti serviva qualcos'altro.
Magari non sapevi cos'era di preciso però lo sentivi.
Mentre c'è chi non sente niente e se non ha problemi pratici non sente alcun vuoto o insoddisfazione che lo spinge a cercare risposte o significati.
Chi non ha questa spinta secondo me è inutile che si metta a riflettere o a cercare perchè non troverà mai nulla.
 
Chi non ha questa spinta secondo me è inutile che si metta a riflettere o a cercare perchè non troverà mai nulla.

In un film di tanti anni fà, con Harrison Ford, un replicante ( simile in tutto ad un'essere umano ma fatto di circuiti elettronici) si poneva domande sul senso della vita e della morte. La nostra epoca è l'unica che ha nascosto la morte sotto il tappeto.
 
La società odierna, come sappiamo, è dominata dal consumismo, che nasce dal desiderio narcisistico di apparire a tutti i costi. Questo poi si declina in maniera differente a seconda dell'età. Quando si è adolescenti è importante sfoggiare lo smartphone costoso, quando si è adulti, l'automobile o gli abiti o dei gioielli...
Solitamente l'elemento religioso entra nel nostro orizzonte dopo un evento doloroso o luttuoso. Già i Greci dicevano "patei mathos" l'insegnamento arriva attraverso il dolore.
Certamente gli scandali che ciclicamente toccano la Chiesa, hanno un effetto deleterio, perché l'uomo ha bisogno di credere che vi siano uomini capaci di resistere alle tentazioni mondane e poiché spesso c'è l'abitudine a generalizzare, si finisce col gettare discredito su un'intera Istituzione, partendo dalle colpe dei singoli.
Credo che la disaffezione alla fede nasca anche dai fatti di cronaca. Ovviamente poi conta molto l'educazione ricevuta. Io mi chiedo spesso se la mia fede sia il frutto dell'educazione ricevuta.
Sul senso della vita, io credo che la risposta potrebbe essere quella di sforzarsi di lasciare il mondo un po' più bello rispetto a come l'abbiamo trovato. Non occorrono secondo me atti eroici, già relazionarsi con gentilezza, educazione ed onestà potrebbe portare a risultati notevoli.
 
Quando la vita ai tuoi occhi non ha piu senso e nel cuore c'è il gelo del vuoto, diventa un sollievo l'idea di poter porre fine al tormento.
Per questo noi adulti abbiamo il dovere di intuire il dolore giovanile, che si manifesta a volte in forme che disorientano.
Un figlio o uno studente che insegue il successo a tutti i costi , perché a quelli e solo a quelli lega la propria identità deve essere seguito come quello che non prova alcun interesse né verso la scuola né verso il mondo del lavoro, che nega a se stesso la possibilità di avere delle sane relazioni sociali, che non progetta il proprio futuro, che cerca nello stordimento artificiale le risposte che nessun altro sembra fornirgli.
Secondo me la prima delle terapie è la parola. Conquistando la loro fiducia e spingendoli ad aprirsi, la morsa del dolore si allenta.
Quoto il tuo intervento.
 
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