gbortolo
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Più o meno siamo lì come età e come inizio della passione per "le corse delle macchine". Il mio "tifo" era iniziato con il ticinese Clay e poi per le gesta di un minuto e timido canadese.Io ormai sono molto vicino ai sessant'anni. Ho iniziato a seguire la F1 ai tempi del liceo (quando avevo 15 anni, quindi parliamo di quarantaquattro anni fa). Ma anche prima mi interessavo di F1 anche se forse le seguivo meno.
La verità, da sempre, è che vince chi ha più soldi e li spende bene.
Cosa che spesso noi italiani non riusciamo a fare.
Le guerre si vincono spianando il nemico. Se parti al risparmio ti cacci in guai grossi, come la campagna italiana degli alleati.
MB evidentemente, rientrata dalla finestra rilevando la BrownGP, all'inizio sperava di prendere un paio di piccioni con una fava.
In realtà fece lei la figura del piccione.
Umiliata per quattro anni, passi la Ferrari, da una azienda di bibite (i lattinari), in quel di Stoccarda si son decisi a ribaltare il gioco.
Un leader carismatico, un manager rampante, un fenomeno del volante ed il suo vecchio competitor. Poi l'artefice al tavolo da disegno dell'epopea Ferrari di inizio secolo, scacciato malamente da Alonso e la sua corte. I motori li han sempre saputi fare. Poi hanno usato tutta la potenza e peso industriale di un marchio di prestigio.
Gli avversari veri son stati travolti, come gli eserciti europei dalle panzer division, chi con motore da operetta, chi con una squadra allo sbando con gente licenziata o dimissionaria in ogni dove. Qualcuno per lo più senza poter impiegare lo stesso budget.
Il problema però non sono tanto i soldi ma il fatto che oggi con la tecnologia si possono fare cose impensabili e non paragonabili a 45 anni fa. Soprattutto, 45 anni fa non veniva proprio in mente a nessuno di spenderci tutti quei soldi per vincere un campionato di F1.
Anche avendoli probabilmente non sarebbe servito perché la tecnologia più di tanto non offriva.