Questa non l'ho capita molto...
Quello che intendevo io è: a parità di difficoltà, c'è chi le supera più agevolmente, chi meno agevolmente e chi addirittura non le supera affatto.
Ripeto, a parità di difficoltà.
La parità di difficoltà non esiste.
Ognuno ha esperienze e attitudini diverse.
Una persona che ha maggiore istruzione o maggiori capacità parte da una posizione diversa rispetto a una che ne ha di meno.
Ci sono anche persone che da giovanissime non hanno avuto scelta e magari fanno un lavoro poco retribuito e specializzato perchè non hanno potuto studiare o non erano in grado di farlo.
Quelle persone saranno sempre svantaggiate anche se dovessero incappare in difficoltà simili rispetto ad altre persone che hanno avuto la fortuna di poter studiare o di poter scegliere o di poter aspettare.
A me vengono in mente persone che hanno potuto non lavorare per una vita e aspettare il lavoro giusto per loro,persone che sono partite con una famiglia alle spalle che le ha sostenute a livello economico e pratico.
E altre che non hanno avuto nulla di tutto ciò e quando si sono trovate in difficoltà erano da sole.
Anche i problemi di salute,che non risparmiano nessuno,si affrontano in maniera molto diversa se sei da solo e non puoi permetterti di perdere giornate di lavoro.
Potrei fare esempi di persone estremamente simili per estrazione sociale,attitudini,storia familiare e di salute.
E posso dire senza timore di essere smentito che quelle tra loro che se la sono cavata meglio non erano le più forti.
Se si fossero trovate al posto delle persone partite peggio sarebbero state spacciate.
Il problema secondo me nasce quando una persona non è capace di distinguere tra meriti e fortuna e si attribuisce il merito per aver avuto una vita più serena o soddisfacente rispetto a quella degli altri senza rendersi conto che magari gli altri sono stati semplicemente più sfortunati.