<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> 1500€ al mese | Page 8 | Il Forum di Quattroruote

1500€ al mese

Ovviamente per ottenere il contratto il responsabile del gruppo deve essere un ottimo venditore oltre che un bravo scienziato.
Queste prestazioni sono abbastanza comuni nel campo chimico, biofarmaceutico, ingegneristico, e sono fonte di importanti finanziamenti utilizzati poi anche per la ricerca "di base".
Il problema è che chi si occupa solo di ricerca di base e didattica e non ha contratti con l'industria non vede un euro…

verissimo, difatti anche se lavori nei suddetti campi ma non hai forti contatti con l'industria perchè ti trovi in una zona depressa (leggasi sud e isole) o, in ogni caso, non sei un bravo venditore, non vedi un euro comunque :emoji_grimacing:
 
Con costi per il paziente decuplicati rispetto alla prestazione in H, prova a fare un intervento serio o una chemio o radioterapia, diverse decine di migliaia di €, talora non basterebbero oltre centomila a paziente, se contassimo pure trapienti e terapie per leucemie... meno male che i donatori sono gratuiti... monetizzate pure la sanità, e moriremo tutti.
Stai divagando :) il tema non era se è meglio il pubblico o il privato, ma la modalità di attribuzione/calcolo delle remunerazioni.

In ogni caso, ci sono cose fatte bene dalla sanità pubblica e cose fatte o gestite male ed a caro prezzo, e il tutto in modo disomogeneo tra zona e zona. Ad esempio, nella mia area, se (tocchiamo ferro) avessi problemi cardiaci, mi rivolgerei con fiducia alla struttura pubblica, se subissi una frattura mi fionderei ove possibile da un ortopedico privato. Per la diagnostica (risonanza magnetica inclusa), strutture private senza manco un dubbio: si paga pochissimo di più (o si paga di più, ma si accede all’esame in tempi rapidissimi se non immediati contro mesi di attesa), si sceglie con maggior comodità l’orario e le risposte sono più veloci.

Personalmente lascerei alle strutture pubbliche solo le grandi complessità e le alleggerirei da tutte le piccole cose che sono meglio gestibili da più snelle strutture private.

Fine OT, dai :)
 
Mi sembra che non hai molto il contatto con la realtà.
Il mercato del lavoro segue sempre la legge della domanda e dell'offerta. Se in un paesino 1000 persone possono fare il falegname (o l'operaio, o l'addetto alle pulizie...) e una sola può fare un determinato lavoro che richiede un certo excursus studiorum e una certa specializzazione+esperienza sul campo, quale sarà pagato meglio a parità di ore lavorate?

Mi sembra che non ci capiamo. Purtroppo non ho tempo per dettagliare meglio, perciò ti chiederei il favore di rileggere con attenzione e senza pregiudizi ciò che ho già scritto.
Scusami, ma purtroppo adesso non posso più scrivere.
 
Mi sembra che non ci capiamo. Purtroppo non ho tempo per dettagliare meglio, perciò ti chiederei il favore di rileggere con attenzione e senza pregiudizi ciò che ho già scritto.
Scusami, ma purtroppo adesso non posso più scrivere.

Anch'io ora non ho tempo; a proposito di lavoro... devo lavorà per meritarmi il mio lauto stipendio! :emoji_grin:
 
IRicordiamoci che la maggior parte dei ricercatori sono ragazzi molto giovani e che di solito hanno poche pressioni, perché non inserite in un mercato competitivo.

Io ho sempre lavorato nella ricerca e perdonami ma questa frase è di un falso che mi viene male solo a pensarci.
Conosco gente - ma tanta gente - che ha subito talmente tante pressioni da avere crolli psicologici. La maggior parte di quelli che si sono dottorati con me, anche molto più intelligenti di me, ha abbandonato la ricerca perché troppo competitiva, con tante persone che si giocano pochissimi posti. Ora la maggior parte di questi lavora in banche, società assicurative, facendo il data scientist e essendo pure contenti, ma NON sono più ricercatori.
Io stesso, in un periodo buio della mia vita, dopo esser andato via da un posto - il Max Planck di Monaco - che è diventato famoso per scandali di mobbing e per pressioni che costringevano i giovani ricercatori a lavorare 7 giorni su 7 per 13 ore al giorno, ho avuto un piccolo crollo che mi ha portato perfino ad accettare un posto da postino, pur di non avere a che fare con quel mondo malato.

Quindi, non mi venite a dire che quello della ricerca è un settore poco competitivo.
 
Ma è ovvio, come non è da tutti fare il falegname e non è da tutti fare il consulente informatico e non è da tutti fare l'agente immobiliare eccetera.

Il falegname lo può fare chiunque abbia due game e due braccia.
Il ricercatore lo può fare solo chi ha cervello, e sono molti di meno.

Non voglio fare lo sborone, ma io in vita mia ho fatto sia il ricercatore sia il lavoratore di fatica: non penso che un lavoratore di fatica qualsiasi possa fare il ricercatore.
 
Io ho sempre lavorato nella ricerca e perdonami ma questa frase è di un falso che mi viene male solo a pensarci.
Conosco gente - ma tanta gente - che ha subito talmente tante pressioni da avere crolli psicologici. La maggior parte di quelli che si sono dottorati con me, anche molto più intelligenti di me, ha abbandonato la ricerca perché troppo competitiva, con tante persone che si giocano pochissimi posti. Ora la maggior parte di questi lavora in banche, società assicurative, facendo il data scientist e essendo pure contenti, ma NON sono più ricercatori.
Io stesso, in un periodo buio della mia vita, dopo esser andato via da un posto - il Max Planck di Monaco - che è diventato famoso per scandali di mobbing e per pressioni che costringevano i giovani ricercatori a lavorare 7 giorni su 7 per 13 ore al giorno, ho avuto un piccolo crollo che mi ha portato perfino ad accettare un posto da postino, pur di non avere a che fare con quel mondo malato.

Quindi, non mi venite a dire che quello della ricerca è un settore poco competitivo.
In effetti non avevo letto la frase "Ricordiamoci che la maggior parte dei ricercatori sono ragazzi molto giovani e che di solito hanno poche pressioni, perché non inserite in un mercato competitivo" altrimenti sarei cascato giù dalla sedia! Mi spiace per chi l'ha scritta, ma è una sciocchezza spaventosa, come hai ben spiegato tu nel messaggio che ho quotato. Il mondo della ricerca è, nella maggioranza dei casi, incredibilmente competitivo e mostruosamente spietato.
 
A proposito, l'altro giorno abbiamo portato mio suocero di 89 anni per una visita medica da un gastroenterologo, in una clinica privata.
Nessuna visita "materiale", solo colloquio con il paziente e presa visione di cartelle mediche precedenti, una ventina di minuti in tutto: parcella di 250 €.
Prova a fare una visitina un avvocato e per 250 € ti devi fermare dopo il buon giorno:emoji_grimacing:
 
e senza tredicesima. Questo é lo stipendio di una delle ricercatrici che hanno isolato il virus. Ora si ripropone il solito discorso sul trattamento ( economico e normativo) dei ricercatori. Poi tutto tacerá come sempre.
https://roma.corriere.it/notizie/cr...ni-f8b51d24-4719-11ea-bec1-6ac729c309c6.shtml
sono ricercatore e conosco bene quella vita.

E' una scelta di vita. Che uno fa. E della quale conosce le regole fin da quando inizia il dottorato a 1040€/mese da neolaurato o poco di più.
Ma è anche una vita che ti consente di lavorare con persone da tutto il mondo, ti fa viaggiar, si fa didattica. E che di tanto in tanto porta anche degli extra (un visiting, un master)

Io sono stato fortunato, dopo il dottorato 2 anni e mezzo di incertezza e poi ho vinto il concorso da ricercatore junior.
Presa l'abilitazione da associato, ora sono ricercatore senior. E tra 2 anni da professore associato mi stabilizzerò.
 
In effetti non avevo letto la frase "Ricordiamoci che la maggior parte dei ricercatori sono ragazzi molto giovani e che di solito hanno poche pressioni, perché non inserite in un mercato competitivo" altrimenti sarei cascato giù dalla sedia! Mi spiace per chi l'ha scritta, ma è una sciocchezza spaventosa, come hai ben spiegato tu nel messaggio che ho quotato. Il mondo della ricerca è, nella maggioranza dei casi, incredibilmente competitivo e mostruosamente spietato.
confermo. soprattutto da quando è stata abolita la posizione da ricercatore a tempo indeterminato.
Meccanismo con cui sono entrati in mezzo a ottime persone anche dei colabrodi, ignoranti che non sono in grado di dare nessun contributo, o che non hanno voglia di fare nulla.
Oggi, serve l'abilitazione scientifica e ci sono meccanismi legati al numero di articoli pubblicati su riviste internazionali, la qualità di queste riviste, le citazioni assolute che ogni lavoro ottiene e come queste si spalmano sulla produzione scientifica.

E non ci devono essere parenti a lavorare nello stesso dipartimento.

E' sicuramente migliorabile, ma fino al 2010 prima della legge Gelmini (lei non l'ha scritta, ma porta il suo nome) la gente faceva quello che gli pareva, soprattutto nelle facoltà umanistiche
 
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