<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> 1500€ al mese | Page 7 | Il Forum di Quattroruote

1500€ al mese

uhm... non vorrei che qualcuno stia parlando di me.
Io non bistratto affatto il lavoro dei ricercatori e men che meno la ricerca scientifica in generale. Non ce l'ho mai avuta con i secchioni, anzi, sono i miei preferiti. E spero che vinca sempre la scienza. Sono ateo, non credo agli oroscopi, all'omeopatia e sono un fan della scienza a tutto tondo e ritengo che il metodo scientifico debba essere insegnato a tutti fin dalle scuole elementari, perché è una delle più importanti risorse della nostra società.
Detto questo, penso anche che gli stipendi debbano essere correlati non solo alla qualità di ciò che si fa, ma anche alla quantità.
E mi pare anche ovvio. Ok essere medici, ma non mi puoi chiedere 1000 euro l'ora perché operi l'appendicite acuta.
Se mi tirate fuori il discorso del libero mercato, allora abbiamo finito di parlare, perché lo stesso discorso si può fare per i ricercatori ed è bell'e che finito lì il discorso, ma non si parlava di questo, mi pare.
Quello che voglio rimarcare è che i ricercatori non sono tutti geni, non sono tutti stakanovisti, non si sacrificano tutti per la patria: si comportano esattamente come tutti gli altri: fanno pause caffé, ridono e scherzano, poi lavorano seriamente, poi si tirano le cartacce. hanno periodi di lavoro intenso e periodi di stanca, ci sono grandi lavoratori e grandi poltroni. La maggior parte di loro poi sono ragazzi molto giovani, senza un curriculum, senza un bagaglio di esperienza.
L'aver fatto una scoperta importante non implica necessariamente dover guadagnare tanto. E non si deve gridare allo scandalo. E' così che vanno le cose. Mi viene in mente un libro che ho letto tempo fa che si intitola:"La doppia elica", scritto dallo scopritore della forma del DNA: James Watson. E' un libro che fa capire come anche i premi Nobel lo siano soprattutto perché si sono trovati al posto giusto nel momento giusto. Credo sia ora di smettere di mitizzare certi personaggi e farli tornare nel reale: sono semplicemente persone molto in gamba che lavorano sodo. Punto. Tanto di cappello, ma quanto devono guadagnare? Molti miei colleghi fanno lavori delicati e complessi e dopo decenni di esperienza non vanno lontani da stipendi del genere. E quindi? Noi nemmeno sappiamo cosa abbiano fatto questi ricercatori che già gridiamo allo scandalo perché dovrebbero guadagnare dieci volte tanto. E se si trattasse di un lavoro becero? E se la ragazza che lo ha isolato è stata solo l'ultima ad aver lavorato a un progetto iniziato da altri? E se un milione di altri se... non sappiamo nulla e ci mettiamo a giudicare gli stipendi delle persone, che poi ripeto: per me 1500 euro non sono poi così pochi per un neo-laureato.
 
Ok essere medici, ma non mi puoi chiedere 1000 euro l'ora perché operi l'appendicite acuta.

A proposito, l'altro giorno abbiamo portato mio suocero di 89 anni per una visita medica da un gastroenterologo, in una clinica privata.
Nessuna visita "materiale", solo colloquio con il paziente e presa visione di cartelle mediche precedenti, una ventina di minuti in tutto: parcella di 250 €.
 
A proposito, l'altro giorno abbiamo portato mio suocero di 89 anni per una visita medica da un gastroenterologo, in una clinica privata.
Nessuna visita "materiale", solo colloquio con il paziente e presa visione di cartelle mediche precedenti, una ventina di minuti in tutto: parcella di 250 €.

Non saprei. Per me è tanto, ma non posso giudicare, anche perché nella cifra ci deve stare dentro anche l'ammortamento delle apparecchiature, le tasse, questo e quello. Comunque lo sappiamo tutti che molti medici gonfiano un po' tanto le parcelle,
E in ogni caso non è pertinente con il discorso.
 
Così un sanitario/ricercatore potrebbe fatturare a prestazione, contraendo i tempi e la qualità effettiva delle prestazioni per stare dentro ai ricavi
Il medico libero professionista fattura a prestazione ...

quello che intendevo dire è che non sono assolutamente d’accordo con la tesi di zinza per il quale la remunerazione è sempre collegata a specializzazione e tempo impiegato
 
Per la remunerazione di un lavoro conta non tanto la quantità di lavoro svolto, quanto la quantità di persone che possono svolgere quel lavoro, in maniera inversamente proporzionale.
L'operaio o l'addetto alle pulizie lo possono fare in tantissimi, non servono grandi studi o particolari doti, e infatti queste figure vengono pagate poco anche se si fanno "il mazzo".
Fare il ricercatore invece no, non è da tutti.

Altro esempio: quando ho cominciato a lavorare io (inizio anni 90) i programmatori erano ricercati e ben pagati. Con il passare degli anni, a parità di tutto il resto, hanno perso strada come reddito, perché c'è stato il boom di questa figura professionale. Troppa offerta svaluta.
 
Ultima modifica:
Il medico libero professionista fattura a prestazione ...
Con costi per il paziente decuplicati rispetto alla prestazione in H, prova a fare un intervento serio o una chemio o radioterapia, diverse decine di migliaia di €, talora non basterebbero oltre centomila a paziente, se contassimo pure trapienti e terapie per leucemie... meno male che i donatori sono gratuiti... monetizzate pure la sanità, e moriremo tutti.
 
uhm... non vorrei che qualcuno stia parlando di me.
Io non bistratto affatto il lavoro dei ricercatori e men che meno la ricerca scientifica in generale. Non ce l'ho mai avuta con i secchioni, anzi, sono i miei preferiti. E spero che vinca sempre la scienza. Sono ateo, non credo agli oroscopi, all'omeopatia e sono un fan della scienza a tutto tondo e ritengo che il metodo scientifico debba essere insegnato a tutti fin dalle scuole elementari, perché è una delle più importanti risorse della nostra società.

No, quando mi riferivo alla questione dei "secchioni" parlavo in generale, è l'impressione che ne ho ricavato dopo anni e anni di battaglie inutili (inutile è, appunto, cercare di "lavare la testa all'asino, si perde il ranno e il sapone" come da saggezza popolare) contro l'ignoranza e la malafede dell'italiano medio.
Quanto al discorso dell'ateismo, non vedo proprio cosa c'entri col metodo scientifico e la ricerca di laboratorio (se poi si considera che persino la Hack, atea di ferro e militante, in un'intervista ammise a denti stretti che il suo essere atea non era nè più e nè meno scientifico del non esserlo di vari suoi colleghi...)
 
Per la remunerazione di un lavoro conta non tanto la quantità di lavoro svolto, quanto la quantità di persone che possono svolgere quel lavoro, in maniera inversamente proporzionale.
L'operaio o l'addetto alle pulizie lo possono fare in tantissimi, non servono grandi studi o particolari doti, e infatti queste figure vengono pagate poco anche se si fanno "il mazzo".
Fare il ricercatore invece no, non è da tutti.

Non sono d'accordo con nessuna delle due affermazioni:
ok che la competenza deve essere retribuita, ma secondo me è proprio il "mazzo" che deve essere soprattutto ricompensato, ma non va così per questioni di vario tipo. E questa questione è chiusa.
Seconda cosa: fare il ricercatore non è da tutti. Ma è ovvio, come non è da tutti fare il falegname e non è da tutti fare il consulente informatico e non è da tutti fare l'agente immobiliare eccetera.
E quindi?
Gli stipendi sono influenzati da moltissimi fattori e le competenze, le conoscenze e l'impegno profuso sommati contano lo zero virgola. Fa schifo? Sì. E' un problema tutto loro? Manco per sogno. E' un problema diffuso in tutto il mondo del lavoro.
E poi ripeto ancora una volta: noi non abbiamo la minima idea di chi sia la (o le) persone che hanno isolato il virus, non sappiamo quanto complicato sia, non sappiamo in quanti sanno fare quel lavoro. Quindi non riesco proprio a capire come sia possibile giudicare il suo stipendio.
 
Quanto al discorso dell'ateismo, non vedo proprio cosa c'entri col metodo scientifico e la ricerca di laboratorio (se poi si considera che persino la Hack, atea di ferro e militante, in un'intervista ammise a denti stretti che il suo essere atea non era nè più e nè meno scientifico del non esserlo di vari suoi colleghi...)

Non c'entra niente infatti, era per dare qualche informazione su di me per darvi un'idea di che tipo di persona sono.
 
Non sono d'accordo con nessuna delle due affermazioni:
ok che la competenza deve essere retribuita, ma secondo me è proprio il "mazzo" che deve essere soprattutto ricompensato, ma non va così per questioni di vario tipo. E questa questione è chiusa.
Seconda cosa: fare il ricercatore non è da tutti. Ma è ovvio, come non è da tutti fare il falegname e non è da tutti fare il consulente informatico e non è da tutti fare l'agente immobiliare eccetera.
E quindi?

ebbè, non è esattamente la stessa cosa...

Gli stipendi sono influenzati da moltissimi fattori e le competenze, le conoscenze e l'impegno profuso sommati contano lo zero virgola. Fa schifo? Sì. E' un problema tutto loro? Manco per sogno. E' un problema diffuso in tutto il mondo del lavoro.
E poi ripeto ancora una volta: noi non abbiamo la minima idea di chi sia la (o le) persone che hanno isolato il virus, non sappiamo quanto complicato sia, non sappiamo in quanti sanno fare quel lavoro. Quindi non riesco proprio a capire come sia possibile giudicare il suo stipendio.

e allora non sarebbe possibile giudicare lo stipendio di nessuno...il relativismo (nuovo dio del terzo millennio) trionfa anche nel mondo del lavoro, a questo punto...
 
Un medico o un ricercatore venditore... un bel premium... se nella funzione pubblica venissero pagate le prestazioni effettivamente erogate, io sarei il primo a guadagnarci

E' esattamente quello che succede con le "prestazioni conto terzi" fatte da docenti e ricercatori e gestite attraverso i dipartimenti. Il Dipartimento trattiene il 17-20% per spese di gestione e retribuzioni varie per gli amministrativi. Del rimanente circa il 50% rimane al gruppo di ricerca responsabile del contratto per le spese relative alla ricerca (strumentazione, prodotti, ecc) ed il resto va in tasca ai ricercatori che hanno lavorato. Ovviamente per ottenere il contratto il responsabile del gruppo deve essere un ottimo venditore oltre che un bravo scienziato.
Queste prestazioni sono abbastanza comuni nel campo chimico, biofarmaceutico, ingegneristico, e sono fonte di importanti finanziamenti utilizzati poi anche per la ricerca "di base".
Il problema è che chi si occupa solo di ricerca di base e didattica e non ha contratti con l'industria non vede un euro…
 
Non sono d'accordo con nessuna delle due affermazioni:
ok che la competenza deve essere retribuita, ma secondo me è proprio il "mazzo" che deve essere soprattutto ricompensato, ma non va così per questioni di vario tipo. E questa questione è chiusa.
Seconda cosa: fare il ricercatore non è da tutti. Ma è ovvio, come non è da tutti fare il falegname e non è da tutti fare il consulente informatico e non è da tutti fare l'agente immobiliare eccetera.

Mi sembra che non hai molto il contatto con la realtà.
Il mercato del lavoro segue sempre la legge della domanda e dell'offerta. Se in un paesino 1000 persone possono fare il falegname (o l'operaio, o l'addetto alle pulizie...) e una sola può fare un determinato lavoro che richiede un certo excursus studiorum e una certa specializzazione+esperienza sul campo, quale sarà pagato meglio a parità di ore lavorate?
 
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