e quindi il fattore costo passava in secondo piano, oggi sono scientifico-commerciali, e spendere 100 miliardi per un progetto spaziale diventa politicamente improponibile....
Certo.
Alla fine è sempre un rapporto costi-benefici.
All'epoca della guerra fredda i due blocchi si contrapponevano in ogni campo, ed investire qualsiasi cifra e risorse in quello tecnologico-militare era ritenuto fondamentale per garantire ad entrambi la difesa dei propri interessi (politici ed economici).
Kennedy col famoso discorso al Congresso del 1961 in cui annunciava la volontà di mandare un uomo (americano) sulla luna e riportarlo a casa sano e salvo, non trovò nessuna opposizione dai membri del congresso stesso, i quali condividevano tutti quanto grande sarebbe stata la ricaduta sia in termini di prestigio internazionale, sia (soprattutto) in quelli tecnologici (ergo militari) ed economici (in particolare per le industrie americane strategiche e più innovative all'epoca).
Il poter dimostrare con i fatti per una delle due parti contrapposte la propria superiorità era un modo assai efficace per dissuadere l'altra ad intraprendere un' eventuale azione di attacco (soprattutto a sorpresa) sul principio del MAD (mutua distruzione assicurata).
Oggi quegli equilibri basati sugli ICBM (i missili balistici nucleari) non esistono più.
Le nuove armi strategiche sono quelle economiche, non servono razzi per veicolarle, ecco perchè l' investire in vettori viene fatto a ragion veduta, con obiettivi di cui siano chiari i ritorni a fronte degli investimenti necessari, calcolatrice alla mano.
Un po' una contraddizione: puntiamo allo spazio, ma con idee terra-terra, lo è stato prima con la guerra fredda, oggi nell'epoca delle guerre economiche globalizzate.
Mi chiedo (andando OT) sempre chi, di questi stati di conflitto non convenzionale, alla fine avrà fatto, o farà, più vittime.