eta*beta
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un omaggio ad un padre è sempre commovente, bravo e i miei rispetti al tuo genitore, così... umano...Per sdrammatizzare un po' vi racconto un aneddoto che riguarda proprio mio padre.
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un omaggio ad un padre è sempre commovente, bravo e i miei rispetti al tuo genitore, così... umano...Per sdrammatizzare un po' vi racconto un aneddoto che riguarda proprio mio padre.
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Rischiando il proprio lavoro, perché quella sarebbe la fine della fiaba chi non vende fallisce.....
un omaggio ad un padre è sempre commovente, bravo e i miei rispetti al tuo genitore, così... umano...
Prevedevo l'obiezione, e la respingo, Vostro OnoreQuello del dress code è un altro discorso, perchè fa parte di come la persona si presenta nel suo rapporto con l'utenza. L'auto è in parcheggio e il mio eventuale interlocutore non la vede.
Quoto tutto ció che hai scritto.Eppure il fatto che il proprio acquisto possa rappresentare una vendita in più per la ditta per cui si lavora per alcuni è un motivo per NON acquistare.
Anche se in teoria sarebbe logico il contrario,se la fabbrica vende produce,se produce non lascia a casa nessuno ne mette la gente in cassa integrazione.
Secondo me chi per principio non compra dal padrone evidentemente si sente sfruttato e pensa che per ogni prodotto venduto il padrone guadagna uno sproposito sfruttando i poveracci che lavorano.
E non vuole rendere il padrone ancora più ricco e i lavoratori ancora più sfruttati.
Sarà che io lavoro in una piccola azienda,in cui il datore di lavoro quando serve lavora più dei dipendenti,ma io questo astio nei confronti del padrone non l'ho mai provato.
No, non lavoro in quello stabilimento, nè in altro stabilimento, né nell'intero settore automotive. Faccio altro, come parecchi qui sopra sanno da tempo.Lavori in quello stabilimento?
Se no non puoi saperlo.
Legittima, certo, ma altrettanto opinabile.A dire la verità io non ci sto neanche provando,appare evidente che tu la pensi in quel modo e penso che nessuno possa farti cambiare idea.
Anche un altro utente ha espresso opinioni molto simili alle tue ma non ci siamo presi di petto e la cosa è finita li.
A me sembra che tu la stia prendendo un po' troppo sul personale,io non condivido questo modo di pensare da difensore degli oppressi sempre e comunque,anche quando come in questo caso di oppressione non si può proprio parlare.
Mi spiace ma la penso così e la mia opinione è legittima quanto la tua.
Non rispondevo solo a te.Credo che tu ti stia confondendo con altri commenti.
Io non ho mai parlato di gratitudine ma va beh.
I toni non erano accesi, erano netti. E' diverso.Di nuovo toni molto accesi che potevi tranquillamente risparmiarti.
Non lamentarti se poi va a finire che la gente non ti risponde,e non pensare di aver vinto per questo.
Di sicuro non mi metto a indagare sul trattamento dei dipendenti della mensa scolastica per risponderti,ho di meglio da fare scusami.
E sbagli. Ti è stato spiegato perché, e fare finta di nulla non renderà il tuo sbaglio meno evidente.Nessuna delle due,per me sono politiche aziendali simili.
Cercherò un'ultima volta di rendere in maniera semplice l'idea del perché il tuo ragionamento sia fallace. Non per convincerti né per "vincere", ma per fare capire a più gente possibile il mio punto di vista.Nessuno ha imposto ai dipendenti di cambiare auto ma solo di non portarla NELLO stabilimento se apparteneva a un altro marchio.
E' un'esagerazione che state letteralmente inventando.
I posti fuori ci sono quindi chi possiede una vettura di un altro marchio non è assolutamente costretto a cambiare auto.
E non mi risulta che un dipendente possa lavorare solo se la sua auto è all'interno dell'area dello stabilimento.
Ripeto: o tu cambi auto come cambi le scarpe, o non puoi (o vuoi) capire il punto della situazione.Il paragone con la giacca o il paio di scarpe secondo me resta valido.
Se io lavoro in un negozio della Nike ma mi piacciono le Adidas tutto quello che devo fare è non indossarle sul lavoro,non devo buttarle via e indossare solo Nike ogni giorno della mia vita (come dite voi asserendo che i dipendenti sarebbero costretti a comprare un'auto del gruppo Fca e usarla tutti i giorni).
Mai parlato di diritti (di parcheggio). Quindi sei pregato di assolvere anche tu alla tua stessa preghiera riportata qui sotto.Purtroppo in Italia si parla solo di diritti,
Non ti ho mai messo in bocca nulla. Ne hanno parlato altri e ho casomai risposto a loro. Controlla.io non dico che i dipendenti abbiano il dovere di comprare auto del marchio (non l'ho scritto da nessuna parte quindi ti prego di evitare di mettermi in bocca parole che non ho detto/scritto)
No. Non è comprensibile. Non se giustificato col "danno d'immagine" (che neanche l'azienda sembra invocare). Anzi, a fronte di tante ipotesi e dopo ventitré pagine di discussione le uniche cose certe sono 1)che nessuno è in grado di dire con certezza quale sia l'esatto scopo di tale discriminazione, 2) che come minimo crea malumori e potrebbe essere un comportamento mobbizzante, e 3) che non porta nessun vantaggio all'azienda o ai lavoratori.ma che è comprensibile che l'azienda non voglia prodotti di marchi concorrenti DENTRO il suo stabilimento.
Non te ne rendi conto, ma già il solo fatto che sia necessario puntualizzarlo è indice che qualcosa non torna.La libertà di comprare qualsiasi altra auto resta,l'unico vincolo è posteggiarla fuori dallo stabilimento.
Ancora una volta: il problema è la discriminazione, non il parcheggio in sé. Quello è solo lo strumento attraverso il quale si concretizza la prima.Cosa che tra l'altro io faccio ogni giorno visto che la ditta dove lavoro non ha un parcheggio interno per i dipendenti.
E tra parentesi io non sono ricco ne sono uno sfruttatore dei lavoratori,anzi sono un dipendente che però vede da vicino cosa significa stare dall'altra parte e non vedo vessazioni dove non ce ne sono.
Siamo un paese in cui molte persone sono ancora senza lavoro e quelli che ne hanno uno non fanno che lamentarsene,per carità quando hanno dei motivi validi per farlo è giusto,ma per certe cavolate proprio mi sembra assurdo.
No, non tutti: solo quelli non calzanti. E lo è anche questo, purtroppo.Faccio un ultimo esempio non calzante,tanto tutti i miei esempi non lo sono per te.
fermo restando che l'esborso è notevolmente diverso
E quindi, invece di protestare, non solo si subisce quello che può essere tranquillamente definito "ricatto con metodo mafioso" ma si accetta che l'azienda lo metta addirittura nero su bianco, e si arriva perfino a dire che è giusto e sacrosanto?Capisco benissimo che la cosa sia sgradevole, brutta, assurda, ma è così dappertutto. (...) uno con i suoi soldi sarà bel libero di comprarsi lo smartphone che preferisce, il cappellino che preferiscve, il panino che preferisce. Si, è libero, ma poi sul posto di lavoro può andare incontro a sgradevoli conseguenze.
fermo restando che per un dipendente fca può benissimo essersi comprato un usato pagato un tanto al kg. Il discorso "esborso economico" vale fino ad un certo punto, è il cocnetto di brand diverso da quello per cui lavori su cui ci si focalizza....ecco, fermo restando.
E quindi, invece di protestare, non solo si subisce quello che può essere tranquillamente definito "ricatto con metodo mafioso" ma si accetta che l'azienda lo metta addirittura nero su bianco, e si arriva perfino a dire che è giusto e sacrosanto?
Ah beh... Annamo bbene...
Hai ragione. Chiedo sicuramente troppo....Davvero pretendi questo?
PARTE II
Non rispondevo solo a te.
Avevo già detto che ero al lavoro e col telefono. I post erano di altri ma il concetto era il medesimo. Forse sei tu ad averla presa sul personale, che ne dici?
I toni non erano accesi, erano netti. E' diverso.
E no, non potevo risparmiarmeli: era l'ennesimo esempio non calzante (e quindi fuorviante) che usavi per portare acqua al tuo mulino. A lungo andare questo confonde le idee e manda in vacca la discussione, ed io non volevo che succedesse.
Ah, le discussioni non si "vincono". Non è una gara a chi zittisce l'altro o a chi trascende prima.
L'unico modo di "vincere" in una discussione è parteciparvi, possibilmente in maniera fattiva. E vincono tutti.
Viceversa perdono tutti. Non uno sì e uno no. Tutti.
E sbagli. Ti è stato spiegato perché, e fare finta di nulla non renderà il tuo sbaglio meno evidente.
Cercherò un'ultima volta di rendere in maniera semplice l'idea del perché il tuo ragionamento sia fallace. Non per convincerti né per "vincere", ma per fare capire a più gente possibile il mio punto di vista.
1) Se fosse esattamente la stessa cosa parcheggiare dentro o fuori, non vi sarebbe motivo di discriminare l'accesso o di fare due zone separate di parcheggio. Quindi parcheggiare dentro o fuori non è la stessa cosa.
2) Se non vi fossero discriminazioni di accesso, TUTTI vorrebbero parcheggiare dentro. Quindi il parcheggio interno è considerato migliore di quello esterno.
3) Se non vi è penuria di posti all'interno, non vi è motivo di discriminare l'accesso al parcheggio.
4) Se invece i posti all'interno non bastano per tutti, si può giustamente decidere di discriminarne l'accesso, ma la discriminante a questo punto è importante perché: (1) fa differenza dove si parcheggia, (2) il parcheggio interno è migliore, e (3) non c'è posto per tutti.
5) Discriminanti "ragionevoli" possono essere:
a) riempimento (finché c'è posto parcheggi dentro, poi stai fuori)
b) gerarchia/merito (es. dirigenti, capi reparto e colletti bianchi dentro, tutti gli altri fuori. Oppure anzianità, raggiungimento di obiettivi di produzione...)
c) logistica/organizzativa (i posti vengono assegnati in base alla vicinanza alle linee di produzione, o agli orari, o ai compiti)
d) sociale (categorie protette, disabili, famiglie, car pooling...)
ecc...
6) La discriminante dell'auto posseduta, invece, non è per nulla "ragionevole": non c'entra nulla con la persona, con quello che fa, con l'impegno o il merito, col ruolo in azienda, con le esigenze di produzione. E siccome uno l'auto non la cambia come cambia i calzini o la giacca, è assimilabile a discriminare qualcuno per una caratteristica propria e immutabile, come ad es. il sesso o il colore della pelle.
7) Ricapitolando: abbiamo un qualcosa che distingue (1) è migliore (2) ed è elitario (3), quindi stiamo parlando di un benefit, che però viene concesso in base a una discriminazione odiosa e ingiustificata quanto quella sul colore della pelle o sul sesso. Di per sé questo forse non basta a costringere qualcuno a cambiare auto, ma è assai probabile che nel tempo ne condizioni pesantemente la qualità della vita in azienda, le relazioni interpersonali, l'umore e l'autostima. E questi sono motivi che potrebbero spingere anche a cambiare lavoro, altro che auto.
Ripeto: o tu cambi auto come cambi le scarpe, o non puoi (o vuoi) capire il punto della situazione.
Mai parlato di diritti (di parcheggio). Quindi sei pregato di assolvere anche tu alla tua stessa preghiera riportata qui sotto.
Non ti ho mai messo in bocca nulla. Ne hanno parlato altri e ho casomai risposto a loro. Controlla.
Se comunque dovessi averlo fatto, o lasciato capire, allora non volevo e me ne scuso.
No. Non è comprensibile. Non se giustificato col "danno d'immagine" (che neanche l'azienda sembra invocare). Anzi, a fronte di tante ipotesi e dopo ventitré pagine di discussione le uniche cose certe sono 1)che nessuno è in grado di dire con certezza quale sia l'esatto scopo di tale discriminazione, 2) che come minimo crea malumori e potrebbe essere un comportamento mobbizzante, e 3) che non porta nessun vantaggio all'azienda o ai lavoratori.
Quindi ripeto: No. Non è comprensibile.
Non te ne rendi conto, ma già il solo fatto che sia necessario puntualizzarlo è indice che qualcosa non torna.
Ancora una volta: il problema è la discriminazione, non il parcheggio in sé. Quello è solo lo strumento attraverso il quale si concretizza la prima.
Continui, anzi continuate in tanti a fermarvi al dito, e non vedete la luna.
No, non tutti: solo quelli non calzanti. E lo è anche questo, purtroppo.
Quella del tuo esempio è una CATTIVA dipendente. Una che lavora CONTRO l'azienda. Una che fa VOLONTARIAMENTE pubblicità negativa. Una che discute le politiche aziendali con la clientela, dando una PESSIMA immagine dell'azienda e della dirigenza.
Il dipendente FCA non è niente di tutto questo. Non si mette con la sua Ford di traverso davanti al parcheggio aziendale, con uno striscione sulla fiancata con scritto "FCA FA SCHIFO - COMPRATE FORD", e apostrofa i passanti con un megafono.
Lui va a lavorare. Punto.
Prende la stessa auto che usa per andare a fare la spesa, per andare dal dottore, per andare a trovare i parenti in Calabria, per andare a mignotte e ci va al lavoro.
La parcheggia in mezzo a mille altre senza nessuno scopo denigratorio, va a fare quello per cui è pagato e poi la riprende per tornare a casa.
Non si ferma a sgommare nel piazzale per far vedere come va forte e come è maneggevole la sua Ford.
Non fa tappa nella piazza della città per salire sul tetto della sua Ford e arringare il popolo su quanto siano scomodi gli orari in FCA e quanto sia bello lavorare in Ford.
Va a casa e basta.
La differenza mi pare evidente.
Poi magari per strada si ferma, sì, ma alla Coop a prendere il pane.
Parcheggia in mezzo a mille altre macchine (come al lavoro) e entra a fare quel che deve (come al lavoro) ma alla Coop nessuno gli fa storie se il filone di pane e il litro di latte li mette nella sporta marchiata Esselunga.
E questo IMHO quadra il cerchio e chiude la discussione.
Anche perché, visto il crescendo del nervosismo di alcuni, e la refrattarietà di altri, preferisco smettere di articolare spiegazioni, e magari dedicarmi al ripasso delle modalità relazionali e comunicative...
Buona notte.
"Ah ps non solo i dirigenti non entrano se non hanno auto FCA, non solo noi poveri mortali, ma anche tutti i camion, navette, tva, tutti devono avere camion e/o furgoni del gruppo... persino i corrieri, DHL
AKA_Zinzanbr - 1 giorno fa
quicktake - 2 anni fa
Suby01 - 1 mese fa