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Parliamo di vino con gatto 'Lisse..

Buongiorno a tutti voi, è la prima volta che scrivo, in questo momento sto seguendo un corso ai Cavalieri Hilton della F.I.S. a Roma e devo dire che i vini che offrono sono veramente buoni, il costo che inizialmente sembra alto fatti i conti è un buon prezzo.
 
Buongiorno a tutti voi, è la prima volta che scrivo, in questo momento sto seguendo un corso ai Cavalieri Hilton della F.I.S. a Roma e devo dire che i vini che offrono sono veramente buoni, il costo che inizialmente sembra alto fatti i conti è un buon prezzo.

Già considerando il locale dove si svolge il corso credo che un prezzo leggermente superiore alla media sia perfettamente giustificato.


Ricci è uno che nell'ambiente si muove alla grande...sicuramente verrà fuori qualcosa di interessante dalla FIS.

In bocca al lupo e buon divertimento anche a te per il nuovo percorso :) .
 
Il "Vigna Pedale" di Torrevento l'ho bevuto qualche volta in passato, come rappresentante "didattico" dei vini pugliesi, anche per il costo contenuto (attorno ai 10 euro).. ricordo quelle bottiglie parecchio foderate di rovere:confused:

Quindi il fatto di averla sentita abbastanza "pesante" come gusto non è data dalla combo abitudini mie+inesperienza?:cool::cool:

Sono soddisfazioni! ;)
 
Già considerando il locale dove si svolge il corso credo che un prezzo leggermente superiore alla media sia perfettamente giustificato.


Ricci è uno che nell'ambiente si muove alla grande...sicuramente verrà fuori qualcosa di interessante dalla FIS.

In bocca al lupo e buon divertimento anche a te per il nuovo percorso :) .


grazie
 
Ultimo rescoconto "arretrato", da questa settimana cercherò di stare in pari o_O.

Lezione del 9/11/16 tenuta da un sommelier, non so quanti napoletani/campani ci sono a leggere, comunque è il proprietario dell'enoteca di Caserta....quella famosa insomma ;).

È stata la prima degustazione in base alla scheda AIS, e abbiamo sentito:

"Athesis" Brut Rosè; Alto Adige DOC; Kettmeir.

Credo di aver già scritto di preferire il metodo Martinotti, ma comunque questo metodo classico mi ha stupito!
Sarà il fatto che si tratta di un rosato (mai assaggiato uno spumante di questa tipologia prima), ma mi è piaciuto davvero molto.
Colore rosa tenue tendente al cerasuolo; bollicine fini e abbastanza numerose; effervescenza persistente.
Al naso è fruttato, a me ha ricordato il fragolino...personalmente lo vedo molto bene come vino da brindisi con la torta, per non stare sul solito (ma per me sempre valido) Asti DOCG.


Lacryma Christi del Vesuvio DOC; Vuccanera; 2015.

Piccola premessa tecnica: contrariamente a quanto molti credono, Lacryma Christi indica non il nome del vitigno ma la zona di produzione.
È un vino prodotto sia bianco sia rosso, e ci si possono trovare più o meno tutte le uve tipiche della Campania (Caprettone, Greco, Falanghina, Aglianico, Piedirosso per citare i principali) a seconda se bianco o rosso.
Quello in oggetto è prodotto con Caprettone 100%...è un'azienda nuova che vende soprattutto all'estero, quindi non so quanto sia reperibile fuori dal napoletano.
Ci è stato proposto perché uno dei soci della cantina fa il corso con noi e lo ha portato lui.
Colore giallo paglierino con riflessi verdolini, buona consistenza.
Profumo di frutta estiva, gusto sapido e abbastanza persistente.
Secondo me gli manca un po'di personalità, tanto vale bere un classico Coda di Volpe.


"Aurente" Chardonnay; Umbria IGT; Lungarotti; 2011.
Bellissimo colore giallo dorato molto carico, buona consistenza.
Profumi molto variegati, rispetto agli altri ho trovato un prevalere dei sentori floreali.
Gusto molto morbido con acidità abbastanza marcata ma gradevole.
Persistenza ottima.
 
"Athesis" Brut Rosè; Alto Adige DOC; Kettmeir.

Credo di aver già scritto di preferire il metodo Martinotti, ma comunque questo metodo classico mi ha stupito!

Oppbbacco... sei il primo che sento dire di preferire la spumantizzazione con metodo Martinotti (alias Charmat.. quindi presa di spuma in autoclave) a quella con metodo classico (alias Champenois... quindi presa di spuma in bottiglia), che è quella di TUTTI i grandi spumanti.

Mi spiegheresti questa tua scelta?

Per me, il Martinotti/Charmat va giusto bene per i Prosecco... se vuoi un po' di complessità, il metodo classico è d'uopo...
 
Oppbbacco... sei il primo che sento dire di preferire la spumantizzazione con metodo Martinotti (alias Charmat.. quindi presa di spuma in autoclave) a quella con metodo classico (alias Champenois... quindi presa di spuma in bottiglia), che è quella di TUTTI i grandi spumanti.

Mi spiegheresti questa tua scelta?

Per me, il Martinotti/Charmat va giusto bene per i Prosecco... se vuoi un po' di complessità, il metodo classico è d'uopo...

Liquidare la questione con de gustibus non est disputandum sarebbe eccessivamente riduttivo, vero? :p

Provando un po'ad argomentare, l'aspetto della complessità che hai evidenziato credo sia quello che più mi allontana dal metodo "benedettino" .
Prediligendo la facilità di beva, sono più attratto dal prodotto che meglio si adatta anche alle mie capacità di gusto-olfattive, con poche sensazioni ben marcate e riconoscibili.

Aggiungici pure il fatto che con i 20 euro investiti in una bottiglia di un "qualsiesi" brut (passami il termine) metodo classico DOC italiano si compra un prosecco di fascia ben superiore....o 3 prosecchini da supermercato che il loro lavoro lo fanno molto meglio di un improbabile (lungi da me giudicare, per improbabile intendo proprio dire che è improbabile trovarne uno a quelle cifre) metodo classico di pari prezzo.


Ad ogni modo, un po'come nell'escalation postata qualche tempo fa da enosnowb, magari anche io affinando il gusto inizierò ad apprezzare (e prediligere) la maggior complessità che un uno champenoise riesce ad offrire....con la speranza di poterne anche compensare la differenza di prezzo rispetto ad uno charmat ;).


Comunque ho ragionato un po'sulla storia del "Vigna Pedale", e considerando il concetto di terroir tanto caro ai mangialumache credo che la scelta di creare una sensazione così invadente può essere giustificata da un gusto locale probabilmente abituato a sapori molto.molto decisi, a cominciare dall' olio EVO della zona.
 
Ultima modifica:
Liquidare la questione con de gustibus non est disputandum sarebbe eccessivamente riduttivo, vero? :p
Quello va sempre bene, ma allora pechè fare un corso di degustazione? A parte le facezie, un bel metodi classico è di certo un' altra cosa, anche se uno charmat alla fine, se non troppo esoso, può essere un ripiego economico e di maggiore soddisfazione di alcune birre sovrastimate nel prezzo e nella fama... IMHo come sempre...
 
Liquidare la questione con de gustibus non est disputandum sarebbe eccessivamente riduttivo, vero? :p

Certamente, però un'affermazione del genere muove una buona dose di curiosità nell'eno-strippato... sarebbe come leggere qui che un appassionato di auto preferisce farsi un giro di prova su una Sandero GPL piuttosto che su una Giulia Quadrifoglio...
 
Aggiungici pure il fatto che con i 20 euro investiti in una bottiglia di un "qualsiesi" brut (passami il termine) metodo classico DOC italiano si compra un prosecco di fascia ben superiore....o 3 prosecchini da supermercato che il loro lavoro lo fanno molto meglio di un improbabile (lungi da me giudicare, per improbabile intendo proprio dire che è improbabile trovarne uno a quelle cifre) metodo classico di pari prezzo.

Qui si entra nel campo delle conoscenze e della passione... cercando e provando, si possono trovare spumanti a metodo classico (italiani e francesi) a cifre inferiori a quella citata.
E ti posso ripetere un esempio che ho già citato in passato: il Trento Brut base di FERRARI, quello che trovi in ogni supermercato attorno ai 12 euro (ma sotto Natale pure a 9,99.. anche 8,99)... bolla dignitosa, certamente meglio del 99% dei metodo Martinotti/Charmat (non dico 100% solo perchè non ho conoscenza esaustiva) e che, dopo un paio di anni di affinamento in cantina, può dare delle belle soddisfazioni.

Poi, quando la passione sarà maggiore, sono convinto che constaterai pure tu che è meglio investire una cifra maggiore in un vino che piace, piuttosto che una inferiore in un vino che non piace.
 
Poi, quando la passione sarà maggiore, sono convinto che constaterai pure tu che è meglio investire una cifra maggiore in un vino che piace, piuttosto che una inferiore in un vino che non piace.
beh investire in vino, se non si è commercianti del settore si chiama spendere, tranne che si tratti di rare bottiglie da collezione, ma anche lì in genere gli addetti del settore non lasciano fare gli affari migliori ai non professionisti
 
beh investire in vino, se non si è commercianti del settore si chiama spendere, tranne che si tratti di rare bottiglie da collezione, ma anche lì in genere gli addetti del settore non lasciano fare gli affari migliori ai non professionisti


Nulla di più lontano da me il "collezionista di bottiglie"... io le bottiglie le compro per berle.
Il verbo "investire" lo vedo meglio di "spendere" quando è riferito ad una passione..
 
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