Potrei essere d'accordo se parlassimo di un'altra casa automobilistica, con una gamma molto profonda e che già fa dei numeri.
Personalmente, ma ce lo dice anche il senso comune, credo sia necessario iniziare a camminare prima di riuscire a correre in maniera dinsinvolta!
Uscendo dalla metafora Giulia, che è il fiore all'occhiello di uno storico marchio italiano, dovrebbe guardare in maniera importante al mercato interno e continentale, esattamente come fanno in Francia, Germania e così via... Se poi sarà o meno un boom in USA non lo sa nessuno, mi vien da pensare che oltre oceano siano molto più pragmatici di noi e, seguendo il tuo ragionamento, per essere credibili in USA puoi pure cancellare le varianti diesel, tutte, e proporre da subito una ibrida.
Sui "costi senza l'oste" tutt'altro, è evidente che dei costi andrebbero e andranno sostenuti, ma è altrettanto evidente che non sarebbero alti come nel caso di progettazione/industrializzazione di un motore nuovo ad hoc!
Nemmeno BMW su serie 5 mette come entry level un benzina da 200cv (parte da 184cv ed è il segmento addirittura superiore) mentre su serie 3 si parte dal 136cv benzina e 116cv diesel, il tuo discorso non mi persuade affatto!
Flotte aziendali, noleggi, grandi volumi vengono fatti, per dire, dalla Passat o dalla 508 1.6 diesel piuttosto che dalle versioni a 170/180cv.
Capisco il "cuore sportivo" ed il premium, ma se vuoi fare ste benedette 400.000 auto/anno devi proporre scelte e alternative, anche allettanti!
Ripeto: avessi voluto sfondare in USA e basta avresti potuto evitare di investire su un diesel tutto nuovo sostituendo quegli investimenti con l'ibrido. Il problema degli USA è il presidio del territorio e la fiducia che l'utente medio "vede" in un marchio...