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> 1988/11/ 04
Dal 1977 ad oggi il Giappone ha importato 560 mila vetture dal resto del mondo e ne ha esportate 8 milioni e 200 mila verso l' area comunitaria. Nello stesso periodo la Cee, nei cui paesi si affollano almeno una decina di produttori di fama mondiale, ha importato dal resto del mondo 12 milioni di automobili. C' è quanto basta per guardare con inquietudine a un' eventuale indiretta apertura che possa spianare ulteriormente le vie di accesso ai giapponesi. Prende corpo dunque il discorso del trattamento di reciprocità che però è alquanto difficile in un continente nel quale i giapponesi non soltanto sono presenti come produttori ma operano anche come alleati di aziende domestiche. Inoltre sopravvivono antichi accordi che fissano limiti di importazioni, impossibili da conservare dopo il 1992, in Italia, Francia e Gran Bretagna, mentre altri paesi della Comunità mantengono da sempre le porte aperte al prodotto nipponico. Per dire che mettere ordine in questo groviglio di situazioni non è facile, ammesso che da parte comunitaria vi sia una reale volontà politica di farlo e che per altro verso il Giappone accetti le condizioni che la vecchia Europa delle tante industrie automobilistiche operanti in ordine sparso sembra voler porre con una decisione mai manifestata in passato.
La Cee ha bussato più volte alle porte di Tokyo per ottenere una regolamentazione degli scambi relativi all' industria automobilistica, ma senza grandi risultati. I giapponesi hanno continuato per la loro strada, inseguendo un progetto di supremazia che risale a oltre trent' anni fa...
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/11/04/europa-ombre-gialle-sull-auto.html
12 Aprile 2006
TOKYO: L'industria automobilistica mondiale è sull'orlo di una transizione storica. L'esempio più eclatante è dato dalla casa produttrice giapponese Toyota, che scommettendo su tecnologia ibrida (un mix di energia cinetica prodotta dalla vettura in movimento e che invece di essere dispersa viene riutilizzata mediante un propulsore elettrico che è in grado di muovere autonomamente l'auto o collaborare con il propulsore a benzina tradizionale, ndr), diventerà il primo produttore in termini di veicoli alla fine dell'anno, dopo il rallentamento iniziato agli inizi degli anni novanta, prima della crisi delle Tigri del Sud-Est asiatico.
Per l'industria automobilistica americana, l'arrivo in "pole position" del Toyota Hybrid System, della Prius, rappresenta una nota dolente alla luce delle disperate condizioni finanziarie in cui navigano General Motors e Ford.
Le statunitensi GM e Ford, hanno assistito ad una perdita di mercato rispettivamente dal 24.4% al 23.6% per GM, e dal 20.2% al 19.2% per la casa Ford.
Solo il Gruppo Daimler Chrysler ha incrementato la sua presenza sul mercato crescendo dal 15.9% al 16.5%.
Simultaneamente Toyota, Honda Motor CO e Nissan Motor Corp assistono ad una sempre maggior presenza sul mercato americano rispettivamente del 13.2% (Toyota), 8.5% (Honda) e 7% (Nissan).
Alla luce dell'impennata dei prezzi del petrolio, la carta giocata dalle società giapponesi di puntare sull'efficienza dei consumi dei carburanti sembra risultare vincente.
Un solo dato basti per tutti: nel 2005 la compartecipazione sul mercato USA di GM, Ford e Chrysler Groupha ha toccato per la prima volta il 56.9% contro il 61.7% dei tre anni precedenti. Viceversa Toyota, Honda e Nissan hanno visto crescere la loro presenza sul suolo americano di un 4.2% passando dal 32.3% ad un 36.5%.
D'altro canto l'interesse per le auto ibride non parte solo da motivazioni economiche (il sempre più elevato costo del petrolio) bensì anche da ragioni di ordine ambientale, e questo non potrà far altro che aumentare nel lungo periodo l'interesse per il prodotto giapponese.
Se Toyota è destinata quindi, quest'anno, a raggiungere un record di produzione pari a 9.06 milioni di veicoli, in Nord America GM si vede costretta a chiudere nove impianti mentre Ford quattordici. E a fronte delle critiche mosse alla casa giapponese dalle concorrenti americane, la risposta resta quella del tipico pragmatismo giapponese: il problema americano resta nella politica gestionale.
Non me ne vogliate... gli amanti delle auto giapp e coreane , però sinceramente la situazione andrebbe normalizzata incrementando le vendite , gli investimenti EU in Giappone e in Corea...