<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Università: 50mila iscritti in meno | Page 4 | Il Forum di Quattroruote

Università: 50mila iscritti in meno

In realtà che la laurea non serva più a nulla è totalmente falso.
Il tasso di disoccupazione dei laureati è costantemente inferiore rispetto a quello dei non laureati, mentre le retribuzioni medie più alte.

E' anche sbagliato pensare che in futuro ci saranno molte più opportunità per i non laureati, magari nell'industria come operai specializzati. L'Italia ha perso in pochi anni il 25% di produzione industriale, il terziario ha sostanzialmente tenuto.
 
DareAvere(exTDI89) ha scritto:
In realtà che la laurea non serva più a nulla è totalmente falso.
Il tasso di disoccupazione dei laureati è costantemente inferiore rispetto a quello dei non laureati, mentre le retribuzioni medie più alte.

E' anche sbagliato pensare che in futuro ci saranno molte più opportunità per i non laureati, magari nell'industria come operai specializzati. L'Italia ha perso in pochi anni il 25% di produzione industriale, il terziario ha sostanzialmente tenuto.

completamente d'accordo
 
mark_nm ha scritto:
DareAvere(exTDI89) ha scritto:
In realtà che la laurea non serva più a nulla è totalmente falso.
Il tasso di disoccupazione dei laureati è costantemente inferiore rispetto a quello dei non laureati, mentre le retribuzioni medie più alte.

E' anche sbagliato pensare che in futuro ci saranno molte più opportunità per i non laureati, magari nell'industria come operai specializzati. L'Italia ha perso in pochi anni il 25% di produzione industriale, il terziario ha sostanzialmente tenuto.
completamente d'accordo
io non del tutto anzi poco
Il settore terziario è appunto terziario. Ce ne sono altri due prima e, a cascata, ciascuno mangia da quello precedente e dà da magiare a quello che segue. Quindi c'è uno che dà da mangiare a tutti ed uno che è nutrito dagli altri due. Certamente poi ci sono differenze tra il terziario di base, avanzato e di punta, e certamente il terziario sano è una risorsa molto importante per i primi due, ma non dobbiamo dimenticare i fondamentali.
 
Mauro 65 ha scritto:
mark_nm ha scritto:
DareAvere(exTDI89) ha scritto:
In realtà che la laurea non serva più a nulla è totalmente falso.
Il tasso di disoccupazione dei laureati è costantemente inferiore rispetto a quello dei non laureati, mentre le retribuzioni medie più alte.

E' anche sbagliato pensare che in futuro ci saranno molte più opportunità per i non laureati, magari nell'industria come operai specializzati. L'Italia ha perso in pochi anni il 25% di produzione industriale, il terziario ha sostanzialmente tenuto.
completamente d'accordo
io non del tutto anzi poco
Il settore terziario è appunto terziario. Ce ne sono altri due prima e, a cascata, ciascuno mangia da quello precedente e dà da magiare a quello che segue. Quindi c'è uno che dà da mangiare a tutti ed uno che è nutrito dagli altri due. Certamente poi ci sono differenze tra il terziario di base, avanzato e di punta, e certamente il terziario sano è una risorsa molto importante per i primi due, ma non dobbiamo dimenticare i fondamentali.

ciò non toglie che una laurea in taluni settori come quello terziario avanzato del quale fortunatamente faccio parte, è strettamente necessaria.

Trovandomi penso in una posizione invidiabile in quanto mi sono iscritto e laureato dopo un buon numero di anni che lavorarvo, posso dire ai più giovani che un laurea porta enormi benefici sulla formazione di un individuo, altrochè che se ne porta. Portando la mia esperenza personale, se prima solo con l'ausilio dell'esperienza ed ovviamente da diplomato risolvevo alcuni problemi oggi con le nuove conoscenze acquisite ho molti meno limiti in quanto, all'università, ho imparato prima di tutto a studiare ed a ricercare le soluzioni; con i nuovi strumenti in mio possesso in un modo o in un altro riesco a trovare le soluzioni. Se oggi mi chiedono: ma ne vale la pena sbattersi tanto per laurearsi? Rispondo che l'ideale sarebbe lavorare è studiare ma non è sempre fattibile per tanti motivi.
 
Vedo commenti sensati ed altri molto poco sensati. Il sistema universitario italiano sta soffrendo molto, un po' per colpa interna e molto anche per colpa esterna. Molto per l'incapacita', se non la malafede, di molti amministratori. Pure il bistrattato "Trota" ha cercato di prendere una laurea, ma all'estero.... :rolleyes:
Se avete tempo leggete qui:

http://www.roars.it/online/wp-content/uploads/2013/01/DICHIARAZIONE-CUN-PER-UNIV-RICERCA-su-EMERGENZE-SISTEMA.pdf
 
arizona77 ha scritto:
questa e' facile :
in Italia gli sarebbe costata 500.000 Euri minimo
:D
Io invece spero ancora che al di sotto di una certa soglia non si possa scendere, e che quindi non gli sia stato possibile comprarla in italia...
 
carlonervi ha scritto:
Vedo commenti sensati ed altri molto poco sensati. Il sistema universitario italiano sta soffrendo molto, un po' per colpa interna e molto anche per colpa esterna. Molto per l'incapacita', se non la malafede, di molti amministratori. Pure il bistrattato "Trota" ha cercato di prendere una laurea, ma all'estero.... :rolleyes:
Se avete tempo leggete qui:

http://www.roars.it/online/wp-content/uploads/2013/01/DICHIARAZIONE-CUN-PER-UNIV-RICERCA-su-EMERGENZE-SISTEMA.pdf

ho visto un pò i grafici: non mi pare che la triennale abbia contribuito ad incrementare le iscrizioni, pensavo il contrario
 
La triennale e' stata pensata (confindustria?) per far uscire piu' rapidamente sul mercato del lavoro, ma secondo me in parte e' fallito lo scopo. La realta' e' che dovremmo smettere di rincorrere dei numeri che hanno poco senso (numero di laureati come indice della bonta' di una scuola...) e puntare piu' sulla selezione e qualita'. Dovremmo anche ripensare a formule che permettano di svolgere anche lavori in modo da potersi mantenere gli studi....
Credo poi che il laureato italiano sia ancora ben considerato, ma lo tsunami che sta colpendo l'universita' rischia di degradare irrimediabilmente la situazione, ed i danni ce li trascineremo nei lustri a venire...

Se uno Stato non investe nei suoi miglior figli....
 
lo dico da giovane che ha concluso (per fortuna) l'università da poco: il sistema universitario italiano (sia pubblico che privato) è disorganizzato (a livello amministrativo-gestionale) inutilmente costoso (quello pubblico) e scarsamente professionalizzante (per almeno la metà dei corsi).
Dobbiamo pensare che oggi come oggi ci sono più iscritti e laureati del necessario e ciò rappresenta un COSTO SOCIALE inutile per la collettività, un vero e proprio spreco di denaro pubblico. Ne ho viste di tutti i colori: corsi inventati ad personam per sistemare amici, parenti e amici dei parenti; professori in pensione che restano per continuare a "mangiare" e sistemare chi dicono loro; prof che non esaminano ma che regalano 30 se compri i LORO libri; studenti che pagando (o per conoscenza) passano gli esami.
Il sistema va riformato sostanzialmente perchè molti prof universitari sono ancora dei BARONI e l'università diventa un personale ufficio di collocamento. Molti corsi vanno arricchiti con la pratica; stage, tirocini e pratica dovrebbero essere parte integrante degli studi.
Ma la cosa più importante sarebbe fare corsi universitari a numero chiuso per ridurre gli enormi sprechi attuali dell'università di massa.
Per quanto ho visto, c'è ben poca differenza tra una capra diplomata e una capra laureata :twisted: E poi, ci sono corsi universitari con programmi di studio talmente stupidi :rolleyes: i cui costi però gravano su tutti i contribuenti :evil:
 
Stile Pazzaglia : E' molto meglio avere tanti giovani laureati , che hanno frequentato gli atenei e seguito professori , piuttosto che avere altrettanti giovani , sempre disoccupati , però dedicati a delle grandi cagate e ( più ) facilmente dominabili , o no ?

Una nazione che non investe nella scuola - e quindi pure nell'università - ha futuro solo come subalterna di altre...
 
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