<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Un paese di poveracci | Page 105 | Il Forum di Quattroruote

Un paese di poveracci

Dalle mie seppur personali esperienze universitarie, essendo stato da entrambe le parti della barricata, azzardo che circa per 9 professori su 10, la didattica è poco più di una distrazione ...
 
Seguendo un ragionamento simile io qualche pagina fa ipotizzavo che nelle graduatorie o nei concorsi per la scuola si tenesse conto anche delle altre entrate dei candidati,privilegiando quelli per cui l'insegnamento non rappresenta il secondo o terzo lavoro.
Sia per lasciare qualcosa anche agli altri.
Sia perchè ho avuto tanti insegnanti che facevano altro e si assentavano spessissimo e sempre con scarso preavviso (che al liceo voleva dire non avere un supplente della stessa materia e quindi perdere la lezione,all'università significava farsi 50 km e poi scoprire che il professore non c'era una volta arrivati in aula).

Tieni però presente che, spesso, nelle materie tecniche, quelli che non fanno qualcosa fuori, non si aggiornano e, dopo 40 anni, insegnano ancora quello che hanno imparato all'università, mentre il mondo è completamente cambiato e spesso non hanno neanche cognizione di come funzionano le cose fuori dalla scuola.
Ad esempio io sono "bravino" nella progettazione meccanica con i CAD tridimensionali e lo insegno agli studenti, ma ho imparato facendo la professione. Quando ho fatto l'università, si lavorava ancora con il tecnigrafo.
Relativamente all'assentarsi, è rimesso anche alla coscienza di ognuno e, comunque, non è poi così semplice, a meno di non avere un dirigente che ti fa fare quello che vuoi.
 
Ultima modifica:
Ho frequentato un istituto tecnico (privato) di Milano , che godeva di un’ottima fama : gli insegnanti delle materie tecniche erano quasi tutti tecnici operanti nelle industrie del ramo (ma c’erano anche docenti del Politecnico) , che dovevano quindi conciliare gli impegni di lavoro con le lezioni , per cui capitava spesso di far lezione al sabato o alla domenica mattina .
Mi sono diplomato nel 1965 e ho subito trovato lavoro come progettista elettronico ; contemporaneamente frequentavo il corso di laurea in Economia e Commercio (serale) presso l'Università Cattolica : l'idea era che con una laurea in discipline economiche e un diploma tecnico avrei avuto più possibilità .
Mi sono però reso conto che non ero tagliato per le materie economiche , anche se avevo già dato parecchi esami , per cui , dopo due anni mi sono licenziato e mi sono iscritto al Politecnico .
Per non gravare troppo sulla famiglia mi sono dato da fare con lavori vari (corsi teorici e pratici presso l'istituto tecnico dove mi ero diplomato , ripetizioni , riparazione radio e televisori , che allora si facevano ancora , installazione di impianti di antenna) , ma sono riuscito a laurearmi senza andare fuori corso , quindi a 26 anni .
La votazione non è stata molto alta , poichè ho accettato anche qualche 18 , però l'imperativo era di finire al più presto : mi è capitato di dare anche cinque esami nella sessione estiva , una volta due nello stesso giorno .
Avevo molti amici provenienti dal liceo , ma non ho mai avuto la minima soggezione nei loro confronti .
Una settimana dopo l'esame di laurea sono stato assunto nella stessa azienda dove avevo lavorato subito dopo essermi diplomato .
Successivamente (in parallelo col lavoro di progettista elettronico nell’industria) ho tenuto per parecchi anni corsi di misure elettroniche e di elettronica industriale presso l'istituto tecnico dove mi ero diplomato : molti dei miei studenti hanno proseguito gli studi con ottimi risultati (mi sono sempre preoccupato di motivarli a dovere perché non avessero complessi di inferiorità nei confronti dei “liceali” , come era normale a quei tempi) .
 
Tieni però presente che, spesso, nelle materie tecniche, quelli che non fanno qualcosa fuori, non si aggiornano e, dopo 40 anni, insegnano ancora quello che hanno imparato all'università, mentre il mondo è completamente cambiato e spesso non hanno neanche cognizione di come funzionano le cose fuori dalla scuola.
Ad esempio io sono "bravino" nella progettazione meccanica con i CAD tridimensionali e lo insegno agli studenti, ma ho imparato facendo la professione. Quando ho fatto l'università, si lavorava ancora con il tecnigrafo.
Relativamente all'assentarsi, è rimesso anche alla coscienza di ognuno e, comunque, non è poi così semplice, a meno di non avere un dirigente che ti fa fare quello che vuoi.

Idem. All'itis e all'università i prof delle materie dell'indirizzo specialistico erano praticamente tutti liberi professionisti E insegnanti. Avevano una marcia in più (ma anche due) nell'insegnare i concetti rispetto agli insegnanti "di professione" che mi è capitato di avere in alcuni casi. Proprio perchè per lavoro ogni giorno avevano a che fare con situazioni pratiche, quindi non erano dei meri teorici.
D'altronde c'è il vecchio adagio che dice " chi sa fare lavora, chi non sa fare insegna" :emoji_grin:
Ovviamente è una generalizzazione che non rispecchia del tutto la realtà, ci mancherebbe
 
Idem. All'itis e all'università i prof delle materie dell'indirizzo specialistico erano praticamente tutti liberi professionisti E insegnanti. Avevano una marcia in più (ma anche due) nell'insegnare i concetti rispetto agli insegnanti "di professione" che mi è capitato di avere in alcuni casi. Proprio perchè per lavoro ogni giorno avevano a che fare con situazioni pratiche, quindi non erano dei meri teorici.
D'altronde c'è il vecchio adagio che dice " chi sa fare lavora, chi non sa fare insegna" :emoji_grin:
Ovviamente è una generalizzazione che non rispecchia del tutto la realtà, ci mancherebbe
Ma come? Hai scritto davvero quel che leggo?

Ieri sera barricate e messaggi sconclusionati in risposta a cose mai dette e men che meno pensate ma da te capite (male) e bollate come teatrino...

E ora te ne esci con un "chi sa fare lavora, chi non sa fare insegna" con tanto di faccina e specifica "che non rispecchia del tutto la realtà" (a intendere molto chiaramente che per una parte degli insegnanti invece la rispecchi fedelmente)?

Perdona la franchezza ma ieri sera ho considerato fuori fuoco le tue risposte ma questo post, se possibile, è ancora meno accettabile proprio in funzione del sotteso, davvero degradante.
 
Tieni però presente che, spesso, nelle materie tecniche, quelli che non fanno qualcosa fuori, non si aggiornano e, dopo 40 anni, insegnano ancora quello che hanno imparato all'università, mentre il mondo è completamente cambiato e spesso non hanno neanche cognizione di come funzionano le cose fuori dalla scuola.
Ad esempio io sono "bravino" nella progettazione meccanica con i CAD tridimensionali e lo insegno agli studenti, ma ho imparato facendo la professione. Quando ho fatto l'università, si lavorava ancora con il tecnigrafo.
Relativamente all'assentarsi, è rimesso anche alla coscienza di ognuno e, comunque, non è poi così semplice, a meno di non avere un dirigente che ti fa fare quello che vuoi.

Non c'è dubbio che abbia più potenziale come insegnante una persona che non è passata direttamente da un lato all'altro della cattedra ma che ha anche una carriera parallela,di solito a livello piuttosto alto se si parla di professori universitari.
Però imho ogni individuo prima di accettare un incarico importante come quello di insegnare dovrebbe essere onesto e dichiarare quanto tempo e quanta voglia potrà dedicare a tale professione.
Uno dei professori che ho apprezzato di più insegnava economia politica,era un appassionato di auto e le sue lezioni erano sempre interessanti,raccontava anche delle sue esperienze in tutto il mondo.
L'unico problema è che avrà tenuto si e no il 50% delle lezioni.
Per fortuna il suo assistente era altrettanto in gamba quindi non posso dire di aver subito danni dalla scarsa presenza del professore.
Ma il problema rimane secondo me.
L'obbligo di frequenza non può valere solo per gli studenti.
 
Ma come? Hai scritto davvero quel che leggo?

Ieri sera barricate e messaggi sconclusionati in risposta a cose mai dette e men che meno pensate ma da te capite (male) e bollate come teatrino...

E ora te ne esci con un "chi sa fare lavora, chi non sa fare insegna" con tanto di faccina e specifica "che non rispecchia del tutto la realtà" (a intendere molto chiaramente che per una parte degli insegnanti invece la rispecchi fedelmente)?

Perdona la franchezza ma ieri sera ho considerato fuori fuoco le tue risposte ma questo post, se possibile, è ancora meno accettabile proprio in funzione del sotteso, davvero degradante.

Boh, francamente non capisco che film ti sei fatto
I miei interventi sono coerenti tra di loro, e anche scritti in maniera comprensibile sia sintatticamente che grammaticamente. Detto ciò "Io sono responsabile di ciò che dico, non di ciò che tu capisci"
 
mi sono sempre preoccupato di motivarli a dovere perché non avessero complessi di inferiorità nei confronti dei “liceali” , come era normale a quei tempi

Oggi penso che avvenga il contrario.
Un liceale ha molta più difficoltà a trovare lavoro,sia perchè le figure più ricercate devono avere almeno una minima esperienza pratica sia perchè in alcuni contesti si tende a pensare che chi ha fatto il liceo non sappia fare la O con un bicchiere,cosa che in certi casi è pure vero.
 
Ultima modifica:
La nuova IRPEF non è pronta, almeno per i pensionati che hanno l'accredito l'1 febbraio (già visibile sul sito INPS da oggi).
Dovrebbe esserci a marzo. Forse per i dipendenti ci sarà il 27 febbraio. Ma si tratta al massimo di 20 euro/mese, poca roba (ovviamente col conguaglino da gennaio).

Ufficiale INPS: la nuova IRPEF, almeno per i pensionati, scatterà con la pensione dell'1 aprile (ma non sarà un pesce..). Si avrà ovviamente lo sgravio anche per i primi 3 mesi dell'anno come arretrato.
 
"Matto chi gioca assai, matto chi non gioca mai" qualcuno diceva.

Secondo me è un dato un po' buttato li viste le infinite variabili che possono intervenire. Tuttavia tentare la fortuna ogni tanto non può fare grossi danni, anzi, se per caso ci va "male" va a finire che ci cambia la vita no?

Trovo invece allucinante il dato sull'alimentazione al quale credo ciecamente.
 
Secondo me è un dato un po' buttato li viste le infinite variabili che possono intervenire.
in realtà tutte le giocate "regolari", essendo sotto stretto controllo statale, sono contabilizzate.

Senza contare il mondo sommerso del gioco d azzardo
e le frodi verso il citato controllo statale;
si racconta non sia un caso che l'ex GdF Rapetto finì fuori per aver scoperchiato dettagliatamente chi ci magnava sopra.
 
Oggi pranzo amaro a casa dei miei.
Un cliente ha portato una catervata di roba da riempire 3 cesti e pur coi prezzi esposti al momento di ritirare e pagare ha fatto il diavolo a quattro dicendo che si aspettava di spendere poco più della metà.
Le solite minacce e falsità che ogni tanto capitano e la solita educazione da parte dei miei per accomodare le cose.
Sperando che la controparte sia ragionevole si cercherà un compromesso rinunciando al guadagno ma sperando di non rimetterci.
Anche se non sarebbe giusto ne nei confronti di chi lavora onestamente ne nei confronti degli altri clienti che non fanno scenate per pagare la metà.
Meno male che durerà ancora poco.
Che schifo.
 
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