<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Uber Alles | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

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Heinrich Hoffmann von Fallersleben, era un professore di letteratura e insegnava a Breslau, nella Prussia. Le sue passioni erano, oltre al suo lavoro, le donne, il vino, il canto, la democrazia (che non esisteva in Prussia) e l'idea di una Germania unita (anch'essa, all'epoca, era solo un sogno). E su tutto questo, compresi il vino, il canto e le donne, scrisse nel 1841 una poesia - "La Canzone dei Tedeschi" - nello stile un po' patetico e romantico dell'epoca. Di poesie come questa ne esistevano parecchie, ma Fallersleben seppe trovare il tono giusto. La poesia ebbe dei risultati inaspettati: prima si diffuse subito e velocemente in tutta la Germania rendendo famoso il professore fino ad allora poco conosciuto.
Ma poi Fallersleben fu cacciato dall'università prussiana per aver espresso troppo esplicitamente il desiderio di democrazia e di unità, un desiderio poco amato dai potenti della Germania dell'epoca.
 
krukko ha scritto:
matteomatte1 ha scritto:
alkiap ha scritto:
Al di sopra di tutti
Come postato da Arhat, la frase compare nel loro inno nazionale

nella nuova versione però l'hanno cambiata e non appare più...
Credo che l'inno ufficiale ora sia composto solo dall'ultima parte..

A partire da "Einigkeit und Recht und Freiheit...". le prime 2 parti sono state eliminate. Perché non si ripeta mai più!

Ma non fatemi arrabbiare!

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Come mai sento ancora "Bandiera rossa" e nessuno dice niente? Ma possibile che ogni riferimento storico a quel periodo debba essere visto come revisionista o negazionista? Anzi, direi che bisogna conoscere la storia per imparare da essa, o no?
 
Per par condicio, ecco a voi "Il Canto degli Italiani"

Fratelli d'Italia,
l'Italia s'è desta,
dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
ché schiava di Roma
Iddio la creò.
CORO:
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò!
Noi fummo da secoli
calpesti, derisi,
perché non siam popolo,
perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
già l'ora suonò.
CORO
Uniamoci, amiamoci,
l'unione e l'amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti, per Dio,
chi vincer ci può?
CORO
Dall'Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
CORO
Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
CORO
 
Avanti o popolo, alla riscossa,
Bandiera rossa, Bandiera rossa
Avanti o popolo, alla riscossa,
Bandiera rossa trionferà.

Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Evviva il comunismo e la libertà.

Degli sfruttati l'immensa schiera
La pura innalzi, rossa bandiera.
O proletari, alla riscossa
Bandiera rossa trionferà.

Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Il frutto del lavoro a chi lavora andrà.

Dai campi al mare, alla miniera,
All'officina, chi soffre e spera,
Sia pronto, è l'ora della riscossa.
Bandiera rossa trionferà.

Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Soltanto il comunismo è vera libertà.

Non più nemici, non più frontiere:
Sono i confini rosse bandiere.
O comunisti, alla riscossa,
Bandiera rossa trionferà.

Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Evviva Lenin, la pace e la libertà.
 
a_gricolo ha scritto:
krukko ha scritto:
matteomatte1 ha scritto:
alkiap ha scritto:
Al di sopra di tutti
Come postato da Arhat, la frase compare nel loro inno nazionale

nella nuova versione però l'hanno cambiata e non appare più...
Credo che l'inno ufficiale ora sia composto solo dall'ultima parte..

A partire da "Einigkeit und Recht und Freiheit...". le prime 2 parti sono state eliminate. Perché non si ripeta mai più!

Ma non fatemi arrabbiare!

s_3ee883c1d9299d73306e77e128cdc12f.gif

Come mai sento ancora "Bandiera rossa" e nessuno dice niente? Ma possibile che ogni riferimento storico a quel periodo debba essere visto come revisionista o negazionista? Anzi, direi che bisogna conoscere la storia per imparare da essa, o no?
D'accordo al 100 %. I tedeschi sono ancora scioccati, anche se non ci credete. Ai mondiali di calcio del 2006 si sono un po' "liberati" ed hanno goduto finalmente, della possibilità di mostrare un po' di orgoglio nazionale (fino alla semifinale .mrgreen: , ma anche nella finalina, sinceramente).

Ciò ha fatto loro bene...
 
L'Inno di Genovia recita:

« Genovia, the land I call my home,
From the green clear summer,
to blossoming pear trees;
Magnificent her mountains and seas.
Genovia, Genovia,
You're noble, proud, and brave.
Genovia, Genovia,
Forever
Will your banner wave! »
 
krukko ha scritto:
[A partire da "Einigkeit und Recht und Freiheit...". Le prime 2 parti sono state eliminate. Perchè non si ripeta mai più!

Das Lied der Deutschen, (Il Canto dei Tedeschi) il cui testo fu scritto da August Heinrich Hoffmann von Fallersleben nel 1841, è la più nota canzone patriottica tedesca. La terza strofa (Einigkeit und Recht und Freiheit ossia Unità Giustizia e Libertà) è usata come inno nazionale della Repubblica Federale di Germania.

da Wikipedia
 
matteomatte1 ha scritto:
krukko ha scritto:
[A partire da "Einigkeit und Recht und Freiheit...". Le prime 2 parti sono state eliminate. Perchè non si ripeta mai più!

Das Lied der Deutschen, (Il Canto dei Tedeschi) il cui testo fu scritto da August Heinrich Hoffmann von Fallersleben nel 1841, è la più nota canzone patriottica tedesca. La terza strofa (Einigkeit und Recht und Freiheit ossia Unità Giustizia e Libertà) è usata come inno nazionale della Repubblica Federale di Germania.

da Wikipedia
Avevo proprio bisogno di questa sottolineatura. 8)
 
krukko ha scritto:
Per par condicio, ecco a voi "Il Canto degli Italiani"
Per una versione ancora + estesa della par condicio, passiamo al regionale...

Ciau Turin, mi vadu via,
vad luntan a travaié.
Mi sai nen cosa ca sia,
sentu `l cor a tramulé.

Ciau Turin, mia bela tera,
che tristessa, che pensé.
A ma smia nianca vera
a duveite abandune.

I vedrai pi' nen la Mole,
né i so' giardin.
I purterai pi'
nen le bele cite al Valentin.

Ciau Turin, mi vadu via,
vad luntan a travaié,
ma darai la vida mia
per pudei prest riturné.

Stamatin sun riva' dele carte,
la purtamie riand al pustin.
O mia bela citá, devu parte
e lasete, mia bela Turin.

I vedrai pi' nen la Mole,
né i so' giardin.
I purterai pi'
nen le bele cite al Valentin.

Ciau Turin, mi vadu via,
vad luntan a travaié,
ma darai la vida mia
per pudei prest riturné.
 
krukko ha scritto:
Come mai sento ancora "Bandiera rossa" e nessuno dice niente? Ma possibile che ogni riferimento storico a quel periodo debba essere visto come revisionista o negazionista? Anzi, direi che bisogna conoscere la storia per imparare da essa, o no?
D'accordo al 100 %. I tedeschi sono ancora scioccati, anche se non ci credete. Ai mondiali di calcio del 2006 si sono un po' "liberati" ed hanno goduto finalmente, della possibilità di mostrare un po' di orgoglio nazionale (fino alla semifinale .mrgreen: , ma anche nella finalina, sinceramente).

Ciò ha fatto loro bene...[/quote]

mi vuoi dire che i tedeschi non sono orgolgliosi?!?!? :shock:
 
grazie a stefano68, a chi ama torino come me, ha fatto molto piacere

rispondo con un'altra città a me cara:

« U l'ëa partiu sensa ûn-a palanca,
l'ëa zà trent'anni, forse anche ciû.
U l'aia luttou pe mette i dinæ a-a banca
e poèisene ancun ûn giurnu turna in zû
e fäse a palassinn-a e o giardinettu,
cu-o rampicante, cu-a cantinn-a e o vin,
a branda attaccâ a-i ærboui, a ûsu lettu,
pe daghe 'na schenâ séia e mattin.
Ma u figgiu ghe dixeiva: "Nu ghe pensâ
a Zena cöse ti ghe vêu turnâ?!"

Ma se ghe pensu allua mi veddu u mâ,
veddu i mæ munti e a ciassa da Nunsiâ,
riveddu u Righi e me s'astrenze o chêu,
veddu a lanterna, a cava, lazzû o mêu...
Riveddu a séia Zena illûminâ,
veddu là a Föxe e sentu franze o mâ
e allua mi pensu ancun de riturnâ
a pösâ e osse duve'òu mæ madunnâ.

U l'ëa passou du tempu, forse troppu,
u figgiu u ghe disceiva: "Stemmu ben,
duve ti vêu andâ, papá?.. pensiemmu doppu,
u viäggio, u má, t'é vëgio, nu cunven!"
"Oh nu, oh nu! me sentu ancun in gamba,
son stûffu e nu ne possu pròpriu ciû,
son stancu de sentî señor caramba,
mi vêuggiu ritornamene ancun in zû...
Ti t'ê nasciûo e t'æ parlou spagnollu,
mi son nasciûo zeneize e... nu ghe mollu!"

Ma se ghe penso allua mi veddo u mâ,
veddu i mæ monti e a ciassa da Nunsiâ,
riveddu u Righi e me s'astrenze u chêu,
veddu a lanterna, a cava e lazzû o mêu...
Riveddo a séia Zena illûminâ,
veddo là a Föxe e sento franze u mâ,
allua mi pensu ancun de riturnâ
a pösâ e osse dove'òu mæ madunnâ.

E sensa tante cöse u l'è partïu
e a Zena u gh'à furmóu turna u so nïu

trad

« Era partito senza un soldo,
erano già trent'anni, forse anche più.
Aveva lottato per risparmiare
e potersene un giorno tornare giù
e farsi la palazzina e il giardinetto,
con il rampicante, con la cantina e il vino,
la branda attaccata agli alberi a uso letto,
per coricarcisi sera e mattina.
ma il figlio gli diceva: "Non ci pensare
a Genova cosa ci vuoi tornare?!"

Ma se ci penso allora io vedo il mare,
vedo i miei monti e piazza della Nunziata,
rivedo il Righi e mi si stringe il cuore,
vedo la lanterna, la cava, laggiù il molo...
Rivedo la sera Genova illuminata,
vedo là la Foce e sento frangere il mare
e allora io penso ancora di ritornare
a posare le ossa dov'è mia nonna.

Ed era passato del tempo, forse troppo,
il figlio insisteva: "Stiamo bene,
dove vuoi andare, papà?.. penseremo dopo,
il viaggio, il mare, sei vecchio, non conviene!"
"Oh no, oh no! mi sento ancora in gamba,
sono stufo e non ne posso proprio più,
sono stanco di sentire señor carramba,
io voglio ritornarmene ancora in giù...
Tu sei nato e hai parlato spagnolo,
io sono nato genovese e... non ci mollo!"

Ma se ci penso allora io vedo il mare,
vedo i miei monti e piazza della Nunziata,
rivedo Righi e mi si stringe il cuore,
vedo la lanterna, la cava, laggiù il molo...
Rivedo la sera Genova illuminata,
vedo là la Foce e sento frangere il mare,
e allora io penso ancora di ritornare
a posare le ossa dov'è la mia nonna.

E senza tante cose è partito
e a Genova ha formato di nuovo il suo nido. »
 
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