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Tutto chiacchiere e distintivo

Leggendo Wiky si apprende che il primo modello Hyundai progettato e costruito interamente da Hyundai è del 1988.....la Sonata ( e così gli anni effettivi diventano 37). La Pony ( 1975 ) prima auto a marchio Hyundai era una sorta di assemblaggio con pezzi provenienti da più parti. Bè, da case come Ford ( che ha inventato la catena di montaggio) o Fiat ( che ha assorbito l'Alfa pioniera in tante innovazioni) ci si sarebbe aspettato di più o no?
Sinceramente non so se ci si potesse aspettare di più o di meno da questa o quella casa, è un discorso complesso.

Io mi limitavo a rilevare che parlare di 50 anni come fossero un decennio, soprattutto se ci riferiamo agli ultimi 50 anni, ossia a quelli che portano a oggi, è a mio modo di vedere scorretto perché è proprio l'età dell'oro di un po' tutte le case.

Se poi mi dici se Hyundai ha fatto un bel lavoro direi proprio di si visti i numeri di vendite mondiali, ma non possiamo farla passare come "l'ultima arrivata", dicevo solo questo. ;)

Quello lo penso, invece, di Tesla e dei vari e recentissimi new car makers cinesi che però, come Tesla, hanno praticamente "fondi illimitati" per poter sbocciare (e anche lì cmq ci sono tante case che hanno aperto, costruito uno o due modelli e poi chiuso).
 
Giusto giusto l’altro ieri ho parlato con un cliente che non è riuscito a venire ad un appuntamento perché la sua Kia Sportage lo ha lasciato a piedi, responso ? 50 mila km motore da rifare per un problema meccanico. Costo ? 9580,00 euro.
Per fortuna essendo NTL con tutto incluso non deve sborsare un euro.
Ma a fine contratto cambia marca perché mi ha detto che la prima passi (diversa Kia) , per un problema che non mi ha detto, la secondo proprio no.
Secondo me essendo piene di elettronica che arriva tutta dallo stesso posto, fornitori globali, di affibidabilità legata al posto in cui vengono progettate e costruite cadrà presto.
ci sono passato anche io con quella marca.....ed ho fatto la stessa scelta cambiare....la mia riguardava un problema serio alle sospensioni che poi naturalmente hanno portato a problemi seri allo sterzo....che poi....
 
affatto...... ma proprio non ci siamo....

si suicidano proprio per i turni di lavoro...."massacranti" e "demotivanti" umanamente...
o vengono indotti al suicidio da "chi" .... capisce che sono in difficoltà per far spazio ad altri...

il suicidio per "onore" o "qualitativo" e' affidato a qualche cronaca occidentale ripresa da pochi casi dal giapponese di altro secolo....guardacaso fortunatamente da noi non attecchisce...

la "qualità" giapponese era affidata alle circonstanze che un posto di lavoro ( nel pubblico o nel privato) durava per la "vita" della persona, insieme ai pensieri "kaizen", ora anche loro hanno grossi problemi in quel senso...soppiantati dai cinesi.

poi neanche alcuni politici cinesi colti in fragrante, dalla giustizia di quel paese, con vagoni di banconote in casa si suicidano...

gli altri paesi hanno gli stessi nostri problemi solo li affrontano in altra maniera....
magari affidandosi ad una programmazione ....
su risorse date alla qualità.....
bassi costi sulle bollette...
tranquillità sociale....

ammesso che si voglia produrre , cosa che noi europei non facciamo piu' da tempo ....
Io ridurrei il tutto ad una parola, anzi due :
Costi di produzione.
C’è chi “lima” con materiali e soluzioni più economiche ma che poi possono creare problemi, c’è chi invece dei costi “se ne frega” perché tanto li ricava dallo “sfruttamento”.
In definitiva, la progettazione può essere anche esemplare ma se poi alla voce materiali si lesina…
 
Io ridurrei il tutto ad una parola, anzi due :
Costi di produzione.
C’è chi “lima” con materiali e soluzioni più economiche ma che poi possono creare problemi, c’è chi invece dei “costi” se ne frega perché tanto li ricava dallo “sfruttamento”.
In definitiva, la progettazione può essere anche esemplare ma se poi alla voce materiali si lesina…
si condivido, io ho la sensazione che tagliato il tagliabile sulla "produzione"...
alcuni marchi hanno cominciato da tempo a tagliare anche sulla "progettazione", per tacere degli sviluppi recenti di software con la IA.....

d'altra parte non mi spiego i tre cilindri famosi.....
 
si condivido, io ho la sensazione che tagliato il tagliabile sulla "produzione"...
alcuni marchi hanno cominciato da tempo a tagliare anche sulla "progettazione", per tacere degli sviluppi recenti di software con la IA.....

d'altra parte non mi spiego i tre cilindri famosi.....
Io la butto lì anche a rischio di feroci critiche.
L’auto elettrica è la meno rischiosa di tutte.
Azzeriamo le cose in comune che si annullano a vicenda come : ammortizzatori, scocca in generale, sterzo, elettronica di bordo, fari, finiture e vernice, assemblaggio, e chi ne ha più ne metta.
In un termico di “grave” cosa si rompe ? Pompe varie, iniettori, cinghie e catene, fap, catalizzatore, centraline dedicate, teste e cilindri, inquinamento carburanti, sistema di lubrificazione, ed è richiesta una manutenzione attiva perché se trascurata le probabilità di rotture cresce in proporzione di misura.
A maggior ragione se la progettazione e/o la qualità di questi componenti non è al top.
Per le elettriche? Batteria ? Beh su questo in questa fase storica secondo me il sedere parato lo si ha ancora. Questo perché non siamo ancora arrivati ad una massa critica che le batterie le possono costruire cani e porci, come oggi molti dispositivi elettronici di consumo.
Se sbagliano pagano e grosso, non è che se non ti funziona più la pompa della benzina chi se ne frega e ti lascia a piedi.
Se commettono una leggerezza sono auto, box o anche case che devono risarcire.
Infatti non sono molti che le costruiscono e tutti colossi.
Inoltre con garanzie che arrivano a 8 anni o 160 mila km per il tipo di alimentazione coprono i proprietari per una gran parte della vita dell’auto se non addirittura tutta.
Poi è vero che se capita fa disastri ma poi ritorniamo all’esempio dei voli aerei, se cade muori. Ma questo non ha impedito a 5 miliardi di persone di prendere un aereo nel 2024.
 
Giusto giusto l’altro ieri ho parlato con un cliente che non è riuscito a venire ad un appuntamento perché la sua Kia Sportage lo ha lasciato a piedi, responso ? 50 mila km motore da rifare per un problema meccanico. Costo ? 9580,00 euro.
Per fortuna essendo NTL con tutto incluso non deve sborsare un euro.
Ma a fine contratto cambia marca perché mi ha detto che la prima passi (diversa Kia) , per un problema che non mi ha detto, la secondo proprio no.
Secondo me essendo piene di elettronica che arriva tutta dallo stesso posto, fornitori globali, di affibidabilità legata al posto in cui vengono progettate e costruite cadrà presto.

Quando si sono fatti un nome cominciano a tirare i remi in barca e campare di rendita.
Dovessi comprare un'auto nuova oggi NON sceglierei Hyundai-Kia come in passato. E forse nemmeno Toyota.
 
Da noi non si è mai suicidato nessuno, se il prodotto non era conforme agli standard qualitativi, o se arrecava danno a chi lo utilizzava... neanche licenziati...
Penso la differenza sia lì, il rispondere di persona se uno livello qualitativo non viene raggiunto o crea un danno alla società, tipo il treno che tarda alcuni secondi... in oriente è proprio un dogma sociale, cosa che da noi, occidente, non esiste.

Una volta c'era il rigore tedesco... penso oggi sia sparito.


Ma per fortuna*, non e' un " modo di nostrano " di reagire per....
* Sai il calo di popolazione cosi' fosse....

:emoji_stuck_out_tongue_winking_eye: :emoji_stuck_out_tongue: :emoji_stuck_out_tongue_winking_eye:
I
 
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(....) Quello che mi sono sempre chiesto, ma non ho mai trovato una risposta, perchè le auto prodotte in Asia sono più affidabili? questione di fornitori? Gli operai lavorano meglio? Ingegneri più pragmatici nella progettazione del veicolo?
La ragione di base, legata in primis al Giappone (poi, in seguito, anche ai coreani ed altri) è la loro mentalità, nella quale il lavoro (almeno fino a qualche decennio fa, ma credo che questa mentalità non possa cambiare in tempi brevi) è visto come un valore morale, e quindi va preso nel modo più serio umanamente possibile, con tutto l'impegno del mondo.

I giapponesi mettevano quindi, e penso in buona parte ancora mettano, un sacro zelo nel lavoro, pari a quello che mettevano - ahimé - nel dovere di servire la patria in guerra, che era a livelli quasi feroci : oggi potrebbe sembrarci strano pensare ai giapponesi, ormai considerati ricchi e lavoratori ma pacifici, come ad un popolo militarista ed aggressivo, ma fino alla 2a Guerra Mondiale è stato esattamente così, con diversi episodi storici (tipo la guerra in Cina) in cui si macchiarono di efferatezze peggiori anche di quelle delle SS tedesche.

E del resto sappiamo benissimo che tra loro non era difficile trovare i kamikaze, disposti ad attacchi suicidi in guerra, e che non volevano arrendersi a nessun costo nemmeno a guerra (2a G.M.) ormai perduta, tanto è vero che ci sono volute le bombe atomiche e quasi quasi, per alcuni di loro che poi in qualche caso si sono anche suicidati col tradizionale (e terribile) "seppuku", non sarebbero bastate neanche quelle, visto che la resa fu una storica, personale decisione dell'imperatore Hirohito.

Oggi per fortuna non c'è più quel furore militare, ma è rimasto, in parte almeno, quel forte senso del dovere che è alla base di tutto : non è questione di fornitori, di bravi ingegneri o simili, è questione di sentire fortemente il dovere di fare bene, di non considerare il lavoro come un tempo, magari noioso, in cui si fa qualcosa per vivere e basta ; ogni difetto, di ogni genere, è perciò affrontato subito ed alla radice, facendo di tutto perché il frutto del lavoro sia perfetto.
Ed i risultati si vedono, e sono quelli da te citati.
 
Se parlamo di giapponesi e vero che per lungo tempo sono stati un impero in "espansione" ma come in tutte ,oserei dire, le civiltà millenarie in determinati tempi le scelte politiche hanno influito sull'andamento degli eventi.
Noi conosciamo un parte quella raccontata dai "vincitori" o quella per cui vogliamo credere.
Le guerre del secolo scorso del giap sono state fatte quando a monte sono stati fatti "sparire" in breve tempo o politici e militari "pacifisti"....
idem per i "kamikaze" c'e' stata una induzione con scuole di pensiero e reali ( durata molto poco invero) perche' si "scagliassero" ....
P.S. guardacaso pochi sono stati i "pensatori" che poi hanno fatto l'atto....

e' certo che e' un popolo che ragiona.....

tipo se costruisco in loco un "carroarmato" lo progetto in modo che possa passare in tutte le mie strade , i ponti , le sopaelevate ect...idem per gli aerei e le navi e quindi le auto....

ci sono segreti produttivi ( sopratutto in campo militare ed automobilistico) che rimangono in giappone....non vengono sub-appaltati ne' vengon delocalizzati in altri lidi a meno che non siano obsoleti....
 
Progettazione materiali realizzazione assemblaggio....controllo qualità....

Questi qua i quattro cardini ciascuna ditta fa come crede....

noi, tanto per avevamo un protocollo FCA per la qualità voluto da Marchionne che lo volle fatto bene perchè aveva intuito che con un prodotto qualitativamente inferiore agli altri si finiva per sparire definitivamente.

Chiedere perchè tal lavoro, fatto bene anche mi risulta, sia stato abrogato...e i risultati....
 
Progettazione materiali realizzazione assemblaggio....controllo qualità....
Per toccare subito e con mano la differenza di mentalità tra noi ed i giapponesi, dovevi toccare / usare le motociclette nostre e loro negli anni '70-'80 : se ad es. guidavi una Benelli, allora facente parte del gruppo di Alejandro De Tomaso - uomo piuttosto arrogante e presuntuoso, che sparava sentenze tipo "sono stati gli italiani a mostrare al mondo come si fanno le motociclette" - ti accorgevi che aveva comandi piuttosto grezzi ed imprecisi, vibrazioni (secondo il modello, certo sulla 6 cilindri non molte) ed in generale una cura per i dettagli, la loro funzionalità e gradevolezza d'uso, tanto ma tanto inferiore alle omologhe giapponesi, che potevano anche avere prestazioni simili, ma una gradevolezza d'uso di un altro pianeta.

Io all'epoca avevo la MV Agusta GT 350, di buone prestazioni, ma..... le vibrazioni, praticamente, la mandavano quasi a pezzi : strumentazione che impazziva, lampadine bruciate ogni pochi giorni, supporti delle frecce spezzati di netto, il cavo dell'accensione, sotto il carter, che sbatacchiava contro il generatore ruotante, mandando poi a massa l'accensione, per tacere che, in quella che sarebbe stata la miglior fascia di regime per l'utilizzo del motore in viaggio, vibrava così forte da indurti a rallentare, era insopportabile.

Ebbi occasione, allora, di guidare una Honda 400 N, una Suzuki GS 550 ed una Honda CX 500 ; rimasi semplicemente sconvolto dalla perfezione di tutte nell'uso, dalla mancanza di vibrazioni, dalla dolcezza di tutti i comandi, perché i giapponesi, appunto, se trovavano qualche difetto lo affrontavano come fossero stati in guerra ed in breve tempo lo correggevano, gli italiani invece se ne fregavano ed i difetti restavano.
Ed infatti si è visto, nel tempo, chi ha avuto più mercato.
 
Le moto Giapponesi erano nettamente superiori nelle finitura e nelle pensate di un certo livello.
A me ha sempre impressionato la strumentazione racchiusa in un portastrumenti invece che separata, con spesso il tachimetro inserito nel fanale.
Dove spesso si inseriva la chiave di accensione.
Rotto il bloccasterzo con una botta, bastava un chiodo per rubare la moto stessa.
Il comando del gas, delle Giapponesi, con il cavo , cui si dava direzione per non intralciarsi con gli altri....
La sella che si ribaltava sul fianco....

Le vendite....
Come nelle auto....
....Il Giappone, negli anni ruggenti poteva contare su 2 miiardi di potenziali clienti contro
le poche centinaia di milioni di una marca Europea
 
Ultima modifica:
Le moto Giapponesi erano nettamente superiori nelle finitura e nelle pensate di un certo livello.
A me ha sempre impressionato la strunentazione racchiusa in un portastrumenti invece che separata,
con spesso il tachimetro inserito nel fanale.
Dove spesso si inseriva la chiave di accenzione.
Rotto il servosterza on una botta, bastava in chiodo per rubare la moto stessa
Il comando del gas, delle Giapponesi, con il cavo , cui si dava direzione per non intralciarsi con gli altri....
La sella che si ribaltava sul fianco....

Le vendite....
Come nelle auto....
....Il Giappone, negli anni ruggenti poteva contare su 2 miiardi di potenziali cliento contro
le poche centinaia di milioni di una marca Europea

Bè certo, solo noi Europei potevamo comprare quei cessi su due ruote, la perfezione piace a tutti.
 
Per toccare subito e con mano la differenza di mentalità tra noi ed i giapponesi, dovevi toccare / usare le motociclette nostre e loro negli anni '70-'80 : se ad es. guidavi una Benelli, allora facente parte del gruppo di Alejandro De Tomaso - uomo piuttosto arrogante e presuntuoso, che sparava sentenze tipo "sono stati gli italiani a mostrare al mondo come si fanno le motociclette" - ti accorgevi che aveva comandi piuttosto grezzi ed imprecisi, vibrazioni (secondo il modello, certo sulla 6 cilindri non molte) ed in generale una cura per i dettagli, la loro funzionalità e gradevolezza d'uso, tanto ma tanto inferiore alle omologhe giapponesi, che potevano anche avere prestazioni simili, ma una gradevolezza d'uso di un altro pianeta.

Io all'epoca avevo la MV Agusta GT 350, di buone prestazioni, ma..... le vibrazioni, praticamente, la mandavano quasi a pezzi : strumentazione che impazziva, lampadine bruciate ogni pochi giorni, supporti delle frecce spezzati di netto, il cavo dell'accensione, sotto il carter, che sbatacchiava contro il generatore ruotante, mandando poi a massa l'accensione, per tacere che, in quella che sarebbe stata la miglior fascia di regime per l'utilizzo del motore in viaggio, vibrava così forte da indurti a rallentare, era insopportabile.

Ebbi occasione, allora, di guidare una Honda 400 N, una Suzuki GS 550 ed una Honda CX 500 ; rimasi semplicemente sconvolto dalla perfezione di tutte nell'uso, dalla mancanza di vibrazioni, dalla dolcezza di tutti i comandi, perché i giapponesi, appunto, se trovavano qualche difetto lo affrontavano come fossero stati in guerra ed in breve tempo lo correggevano, gli italiani invece se ne fregavano ed i difetti restavano.
Ed infatti si è visto, nel tempo, chi ha avuto più mercato.
Ti ricordo come si faceva in Italia un po' in tutte le ditte l equilibratura che fosse s Breganze o s Cassinetta o s borgo o altrove. Truschino bilanciere e lima tutto condito da lambrusco barbera o altro a seconda delle zone
 
Ti ricordo come si faceva in Italia un po' in tutte le ditte l equilibratura che fosse s Breganze o s Cassinetta o s borgo o altrove. Truschino bilanciere e lima tutto condito da lambrusco barbera o altro a seconda delle zone
Non è che ti segua moltissimo...... a parte il fatto che potresti anche spendere qualche secondo in più per rileggere quanto scritto, evitando di scrivere "s Breganze o s Cassinetta...", non mi è chiaro proprio il senso del discorso : non so di quale equilibratura parli (albero motore ? ruote ?), non so cosa sia un "truschino" e nemmeno cosa c'entri il vino.
 
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