Apro una parente, come diceva Totò, su una recente esperienza con Amazon. Nel giugno 2019 compro uno smartphone Redmi Note 7 a 215 euro, che funziona benissimo fino a metà dicembre, quando l'altoparlante smette di funzionare rendendo possibili le chiamate solo in vivavoce. Dato che nel frattempo mi era entrato in casa un nuovo smartphone fornito a zero euro con il passaggio ad altro gestore, metto in opera quello e contatto via Amazon il venditore del Redmi (in Spagna, ho scoperto dopo....), che due giorni dopo mi scrive che non è più possibile il reso (ovvio, sono passati sei mesi....), ma è possibile la riparazione in garanzia, e mi danno un indirizzo cui spedire il Redmi (raccomandandosi di fare prima un hard reset e rimuovere ogni account Google), e precisando che i loro tempi tecnici sono 30 giorni dal ricevimento del pacco.
Senza troppe speranze, dal momento che l'indirizzo fa capo a una ditta di imballaggi di Foggia (???), lo spedisco. Tre settimane dopo mi arriva una mail del venditore che mi informa che, non essendo possibile la riparazione, hanno già provveduto - tramite Amazon - a riaccreditare l'intero importo di 215 euro sulla mia carta di credito! Avrebbero speso molto meno mandandomi un telefono nuovo, ma dato che l'avrei messo in un cassetto, meglio così... Ecco, anche questi sono aspetti che rendono difficile per un negozio fisico competere con questi colossi. Immaginate MediaWorld o Unieuro che ti danno indietro tutti i soldi uno sopra l'altro a sei mesi di distanza?