Credo che la verità stia nel mezzo, secondo me, nel senso che non vanno bene nè il "sedersi" per le case costruttrici dal punto di vista della ricerca tecnologica orientata verso l'efficientamento e riduzione dell'impatto ambientale studiando ed implementando nuove soluzioni, nè il dare "numeri" (in senso di limiti sulle emissioni) da parte dei legislatori euroburocrati, fissando obiettivi di riduzione assurdi e di difficile perseguimento, sia tecnicamente che economicamente parlando.Non ci vedo niente di strano, si tratta di rispondere nel modo più economico a folli pretese dei neuroburocrati, pretese che nulla hanno a che vedere con la tutela dell’ambiente.