<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Tata e non e' finita. | Il Forum di Quattroruote

Tata e non e' finita.

Dopo la Cina, l'india e la Romania tocchera' ai paesi africani fare da sponda per quello che riguarda la fabbricazione di nuove automobili. E allora sara' ancora piu' difficile di oggi. Gli impiegati africani, almenoinizialmente, potrebbero accettare addirittura dei "pacchi viveri" come pagamento della mano d'opera. Per il mondo dell'auto occidentale si apriranno allora dei tempi ancora piu' difficili di quelli odierni. Tempo una ventina d'anni e ci saremo, secondo me.

Opinioni in merito sono gradite.

Regards,
The frog
 
Io se fossi Marchionne ad esempio adrei subito a produrre "Autobianchi" in etiopia o in eritrea con tanto d'accordo con i governi locali che devono finanziare la costruzione delle fabbriche.....

Opinioni in merito rimangono gradite.

Regards,
The frog
 
Il problema è che da quelle parti c'è spesso guerra, e la corruzione è ai massimi livelli. Insomma troppa instabilità per impiantarci una fabbrica
 
tyzz76 ha scritto:
Il problema è che da quelle parti c'è spesso guerra, e la corruzione è ai massimi livelli. Insomma troppa instabilità per impiantarci una fabbrica
Si' questo e' vero. La Libia allora, che e' abbastanza stabile.
E comunque io nenso che nei prossimi decenni l'Africa salira' sul podio dei comtinenti dove piu' conviene costruire (fabbriche ad esempio). E' questione di una ventina d'anni poi tutto si assestera'. Una notazione: quando e' successo quello che e' successo in Kossovo abbiamo scoperto cheuna buona parte degli imprenditori italiani aveva dislocato li' le proprie fabrichette......

Regards,
The frog
 
Thefrog ha scritto:
tyzz76 ha scritto:
Il problema è che da quelle parti c'è spesso guerra, e la corruzione è ai massimi livelli. Insomma troppa instabilità per impiantarci una fabbrica
Si' questo e' vero. La Libia allora, che e' abbastanza stabile.
E comunque io nenso che nei prossimi decenni l'Africa salira' sul podio dei comtinenti dove piu' conviene costruire (fabbriche ad esempio). E' questione di una ventina d'anni poi tutto si assestera'. Una notazione: quando e' successo quello che e' successo in Kossovo abbiamo scoperto cheuna buona parte degli imprenditori italiani aveva dislocato li' le proprie fabrichette......

Regards,
The frog

Auguro all'Africa di poter avere uno sviluppo industriale prima dei prossimi vent'anni, ma il problema fondamentalmente è culturale e logistico.
Culturale perchè essendo la quasi totalità dei nordafricani islamica è difficile poter far lavorare una fabbrica al ritmo del resto del mondo. Quale sarà la produttività durante il Ramadan (si scrive così?). Il venerdì, mentre il resto del mondo pensa a chiudere la settimana, per loro è giorno di riposo.
Inoltre c'è il grosso problema della mancanza di infrastrutture. Se non c'è una rete idrica, energetica, stradale come si può mettere in piedi uno stabilimento? L'Italia sta regalando un'autostrada alla Libia. Dicono come compenso per la colonizzazione. Macchè, è un'autostrada per una nuova colonizzazione, un'infrastruttura che permette agli stranieri di poter investire lì.
Dove si va a localizzare adesso il problema logistico è fortemente minore e non ci sono i grossi limiti culturali suddetti. Qualcuno potrebbe citarmi lo stabilimento Tofas in Turchia (quello che produce Doblò, Qubo... per Fiat), ma la Turchia si sta occidentalizzando.
 
iCastm ha scritto:
Thefrog ha scritto:
tyzz76 ha scritto:
Il problema è che da quelle parti c'è spesso guerra, e la corruzione è ai massimi livelli. Insomma troppa instabilità per impiantarci una fabbrica
Si' questo e' vero. La Libia allora, che e' abbastanza stabile.
E comunque io nenso che nei prossimi decenni l'Africa salira' sul podio dei comtinenti dove piu' conviene costruire (fabbriche ad esempio). E' questione di una ventina d'anni poi tutto si assestera'. Una notazione: quando e' successo quello che e' successo in Kossovo abbiamo scoperto cheuna buona parte degli imprenditori italiani aveva dislocato li' le proprie fabrichette......

Regards,
The frog

Auguro all'Africa di poter avere uno sviluppo industriale prima dei prossimi vent'anni, ma il problema fondamentalmente è culturale e logistico.
Culturale perchè essendo la quasi totalità dei nordafricani islamica è difficile poter far lavorare una fabbrica al ritmo del resto del mondo. Quale sarà la produttività durante il Ramadan (si scrive così?). Il venerdì, mentre il resto del mondo pensa a chiudere la settimana, per loro è giorno di riposo.
Inoltre c'è il grosso problema della mancanza di infrastrutture. Se non c'è una rete idrica, energetica, stradale come si può mettere in piedi uno stabilimento? L'Italia sta regalando un'autostrada alla Libia. Dicono come compenso per la colonizzazione. Macchè, è un'autostrada per una nuova colonizzazione, un'infrastruttura che permette agli stranieri di poter investire lì.
Dove si va a localizzare adesso il problema logistico è fortemente minore e non ci sono i grossi limiti culturali suddetti. Qualcuno potrebbe citarmi lo stabilimento Tofas in Turchia (quello che produce Doblò, Qubo... per Fiat), ma la Turchia si sta occidentalizzando.
Per l'aspetto cultgurale religioso non ho una risposta (so solo che alcune fabbriche italiane sono in Egitto e li' vanno una bellezza). Per il problema di carattere logistico il discorso e' differente. Pure in Brasile e in Messico quando hanno cominciato non c'erano le infastrutture, ma evidentemente poi le hanno fatte.
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..
Regards,
The frog
 
Thefrog ha scritto:
iCastm ha scritto:
Thefrog ha scritto:
tyzz76 ha scritto:
Il problema è che da quelle parti c'è spesso guerra, e la corruzione è ai massimi livelli. Insomma troppa instabilità per impiantarci una fabbrica
Si' questo e' vero. La Libia allora, che e' abbastanza stabile.
E comunque io nenso che nei prossimi decenni l'Africa salira' sul podio dei comtinenti dove piu' conviene costruire (fabbriche ad esempio). E' questione di una ventina d'anni poi tutto si assestera'. Una notazione: quando e' successo quello che e' successo in Kossovo abbiamo scoperto cheuna buona parte degli imprenditori italiani aveva dislocato li' le proprie fabrichette......

Regards,
The frog

Auguro all'Africa di poter avere uno sviluppo industriale prima dei prossimi vent'anni, ma il problema fondamentalmente è culturale e logistico.
Culturale perchè essendo la quasi totalità dei nordafricani islamica è difficile poter far lavorare una fabbrica al ritmo del resto del mondo. Quale sarà la produttività durante il Ramadan (si scrive così?). Il venerdì, mentre il resto del mondo pensa a chiudere la settimana, per loro è giorno di riposo.
Inoltre c'è il grosso problema della mancanza di infrastrutture. Se non c'è una rete idrica, energetica, stradale come si può mettere in piedi uno stabilimento? L'Italia sta regalando un'autostrada alla Libia. Dicono come compenso per la colonizzazione. Macchè, è un'autostrada per una nuova colonizzazione, un'infrastruttura che permette agli stranieri di poter investire lì.
Dove si va a localizzare adesso il problema logistico è fortemente minore e non ci sono i grossi limiti culturali suddetti. Qualcuno potrebbe citarmi lo stabilimento Tofas in Turchia (quello che produce Doblò, Qubo... per Fiat), ma la Turchia si sta occidentalizzando.
Per l'aspetto cultgurale religioso non ho una risposta (so solo che alcune fabbriche italiane sono in Egitto e li' vanno una bellezza). Per il problema di carattere logistico il discorso e' differente. Pure in Brasile e in Messico quando hanno cominciato non c'erano le infastrutture, ma evidentemente poi le hanno fatte.
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Regards,
The frog

Verissimo, ma ritorna sempre il problema culturale. Brasile e Messico sono America Latina e perciò molto più accoglienti verso gli Occidentali. I popoli di cultura islamica sono più chiusi e non favoriscono con tanta facilità (burocrazia, infrastrutture...) l'ingresso degli Occidentali.
 
iCastm ha scritto:
Thefrog ha scritto:
iCastm ha scritto:
Thefrog ha scritto:
tyzz76 ha scritto:
Il problema è che da quelle parti c'è spesso guerra, e la corruzione è ai massimi livelli. Insomma troppa instabilità per impiantarci una fabbrica
Si' questo e' vero. La Libia allora, che e' abbastanza stabile.
E comunque io nenso che nei prossimi decenni l'Africa salira' sul podio dei comtinenti dove piu' conviene costruire (fabbriche ad esempio). E' questione di una ventina d'anni poi tutto si assestera'. Una notazione: quando e' successo quello che e' successo in Kossovo abbiamo scoperto cheuna buona parte degli imprenditori italiani aveva dislocato li' le proprie fabrichette......

Regards,
The frog

Auguro all'Africa di poter avere uno sviluppo industriale prima dei prossimi vent'anni, ma il problema fondamentalmente è culturale e logistico.
Culturale perchè essendo la quasi totalità dei nordafricani islamica è difficile poter far lavorare una fabbrica al ritmo del resto del mondo. Quale sarà la produttività durante il Ramadan (si scrive così?). Il venerdì, mentre il resto del mondo pensa a chiudere la settimana, per loro è giorno di riposo.
Inoltre c'è il grosso problema della mancanza di infrastrutture. Se non c'è una rete idrica, energetica, stradale come si può mettere in piedi uno stabilimento? L'Italia sta regalando un'autostrada alla Libia. Dicono come compenso per la colonizzazione. Macchè, è un'autostrada per una nuova colonizzazione, un'infrastruttura che permette agli stranieri di poter investire lì.
Dove si va a localizzare adesso il problema logistico è fortemente minore e non ci sono i grossi limiti culturali suddetti. Qualcuno potrebbe citarmi lo stabilimento Tofas in Turchia (quello che produce Doblò, Qubo... per Fiat), ma la Turchia si sta occidentalizzando.
Per l'aspetto cultgurale religioso non ho una risposta (so solo che alcune fabbriche italiane sono in Egitto e li' vanno una bellezza). Per il problema di carattere logistico il discorso e' differente. Pure in Brasile e in Messico quando hanno cominciato non c'erano le infastrutture, ma evidentemente poi le hanno fatte.
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The frog

Verissimo, ma ritorna sempre il problema culturale. Brasile e Messico sono America Latina e perciò molto più accoglienti verso gli Occidentali. I popoli di cultura islamica sono più chiusi e non favoriscono con tanta facilità (burocrazia, infrastrutture...) l'ingresso degli Occidentali.

E allora perche' tanti abitanti africani vengono da noi rischiando molto la pelle?

Regards,
The frog
 
Thefrog ha scritto:
iCastm ha scritto:
Thefrog ha scritto:
iCastm ha scritto:
Thefrog ha scritto:
tyzz76 ha scritto:
Il problema è che da quelle parti c'è spesso guerra, e la corruzione è ai massimi livelli. Insomma troppa instabilità per impiantarci una fabbrica
Si' questo e' vero. La Libia allora, che e' abbastanza stabile.
E comunque io nenso che nei prossimi decenni l'Africa salira' sul podio dei comtinenti dove piu' conviene costruire (fabbriche ad esempio). E' questione di una ventina d'anni poi tutto si assestera'. Una notazione: quando e' successo quello che e' successo in Kossovo abbiamo scoperto cheuna buona parte degli imprenditori italiani aveva dislocato li' le proprie fabrichette......

Regards,
The frog

Auguro all'Africa di poter avere uno sviluppo industriale prima dei prossimi vent'anni, ma il problema fondamentalmente è culturale e logistico.
Culturale perchè essendo la quasi totalità dei nordafricani islamica è difficile poter far lavorare una fabbrica al ritmo del resto del mondo. Quale sarà la produttività durante il Ramadan (si scrive così?). Il venerdì, mentre il resto del mondo pensa a chiudere la settimana, per loro è giorno di riposo.
Inoltre c'è il grosso problema della mancanza di infrastrutture. Se non c'è una rete idrica, energetica, stradale come si può mettere in piedi uno stabilimento? L'Italia sta regalando un'autostrada alla Libia. Dicono come compenso per la colonizzazione. Macchè, è un'autostrada per una nuova colonizzazione, un'infrastruttura che permette agli stranieri di poter investire lì.
Dove si va a localizzare adesso il problema logistico è fortemente minore e non ci sono i grossi limiti culturali suddetti. Qualcuno potrebbe citarmi lo stabilimento Tofas in Turchia (quello che produce Doblò, Qubo... per Fiat), ma la Turchia si sta occidentalizzando.
Per l'aspetto cultgurale religioso non ho una risposta (so solo che alcune fabbriche italiane sono in Egitto e li' vanno una bellezza). Per il problema di carattere logistico il discorso e' differente. Pure in Brasile e in Messico quando hanno cominciato non c'erano le infastrutture, ma evidentemente poi le hanno fatte.
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Regards,
The frog

Verissimo, ma ritorna sempre il problema culturale. Brasile e Messico sono America Latina e perciò molto più accoglienti verso gli Occidentali. I popoli di cultura islamica sono più chiusi e non favoriscono con tanta facilità (burocrazia, infrastrutture...) l'ingresso degli Occidentali.

E allora perche' tanti abitanti africani vengono da noi rischiando molto la pelle?

Regards,
The frog

Non capisco la domanda
 
Come avevo già scritto sul vecchio Forum, il mondo è rotondo. Procedendo in qualsiasi direzione, prima o poi si tornerà al punto di partenza. L'Est o il Sud non sono infiniti. Se invece vogliamo guardare un pò più in là del decennio, sarà meglio affrancarsi da questo modello di produzione, o come minimo non considerarlo più pietra miliare dell'economia di uno Stato.
 
Se le aziende invece di arricchirsi sfruttando i poveracci di turno creassero dei posti di lavoro in patria, seri e stabili con retribuzioni in linea col dettato costituzionale sarebbe solo meglio. E vale per tutti. Si vede cosa succede andando avanti con trucchetti, delocalizzazioni, cig statale ecc.
Le previsioni di vendita sono sempre col segno +.
Ma se la gente non lavora chi se la compra la roba? E con quali soldi?
 
mikuni ha scritto:
Se le aziende invece di arricchirsi sfruttando i poveracci di turno creassero dei posti di lavoro in patria, seri e stabili con retribuzioni in linea col dettato costituzionale sarebbe solo meglio. E vale per tutti. Si vede cosa succede andando avanti con trucchetti, delocalizzazioni, cig statale ecc.
Le previsioni di vendita sono sempre col segno +.
Ma se la gente non lavora chi se la compra la roba? E con quali soldi?

Nessuno vuole sfruttare i poveracci di turno, si va all'estero non tanto per la convenienza delle risorse umane quanto più per quelle fiscali e logistiche. All'estero i governi collaborano attivamente e fondano joint venture con gli investitori. I governi offrono condizioni fiscali, infrastrutturali e sindacali adeguati e le aziende producono. E non parlo necessariamente dei paesi meno sviluppati: il governo spagnolo ha offerto una congrua cifra all'Audi se avesse mantenuto la produzione in Spagna, una cifra pari a quella della conversione delle linee di montaggio per la prossima Q3.
 
Ah no? Nessuno sfrutta? Quando gli operai italiani della Fiat hanno fatto vedere le buste paga in tv mi son cadute dalla sedia. 950 euro al mese se non c'è la cassa integrazione. Chissà quanto guadagnano in Polonia...
Quando Fiat ha fatto il boom di vendite guadagnando milioni su milioni ha dato 30/40 euro di bonus ai dipendenti. Quest'anno ha chiesto allo stato di pagargli l'80% dello stipendio E tutti quei milioni dove sono finiti? Perchè le aziende non creano fondi indipendenti per sopperire alle fluttuazioni del mercato senza incidere sulla collettività? Si può discutere per ore ma c'è il vecchio detto che riassume tutto. E' TUTTO UN MAGNA MAGNA.

N.B.: Non ce l'ho con la Fiat ma con tutti, le altre case automobilistiche e anche con la Levis, la Nike, la Disney, l'Agv, eccetera eccetera.
 
iCastm ha scritto:
Nessuno vuole sfruttare i poveracci di turno, si va all'estero non tanto per la convenienza delle risorse umane quanto più per quelle fiscali e logistiche. All'estero i governi collaborano attivamente e fondano joint venture con gli investitori. I governi offrono condizioni fiscali, infrastrutturali e sindacali adeguati e le aziende producono. E non parlo necessariamente dei paesi meno sviluppati: il governo spagnolo ha offerto una congrua cifra all'Audi se avesse mantenuto la produzione in Spagna, una cifra pari a quella della conversione delle linee di montaggio per la prossima Q3.

Ma dai... ;)

Si va in Polonia, in Romania, in Cina, in India, in Pakistan, in Bangladesh,... perchè la manodopera viene pagata a prezzi locali.

La logistica, spesso e volentieri, bisogna crearla appositamente e in molti paesi è necessario aggiungere la voce "corruzione" al bilancio.

Cordiali Saluti
Fulcrum
 
mikuni ha scritto:
Ah no? Nessuno sfrutta? Quando gli operai italiani della Fiat hanno fatto vedere le buste paga in tv mi son cadute dalla sedia. 950 euro al mese se non c'è la cassa integrazione. Chissà quanto guadagnano in Polonia...
Quando Fiat ha fatto il boom di vendite guadagnando milioni su milioni ha dato 30/40 euro di bonus ai dipendenti. Quest'anno ha chiesto allo stato di pagargli l'80% dello stipendio E tutti quei milioni dove sono finiti? Perchè le aziende non creano fondi indipendenti per sopperire alle fluttuazioni del mercato senza incidere sulla collettività? Si può discutere per ore ma c'è il vecchio detto che riassume tutto. E' TUTTO UN MAGNA MAGNA.

N.B.: Non ce l'ho con la Fiat ma con tutti, le altre case automobilistiche e anche con la Levis, la Nike, la Disney, l'Agv, eccetera eccetera.

Un operaio in Polonia prende 400 Euro al mese.

Vuoi scandalizzarti? Sbaglieresti perchè lì la vita costa molto meno che qui in Italia.

Quanto ai milioni guadagnati un conto è se fossero stati totalmente spartiti in dividendi fra soci un altro è se solo una parte fosse stata distribuita e un'altra investita in innovazione e ricerca. Nel primo caso ti darei totalmente ragione, nel secondo, che è quello in cui rientra la Fiat, no. Se non si innova magari non chiudi oggi, ma domani sì.

Perciò si fa sempre presto a dire che è tutto un magna magna.

P.S.: la cassa integrazione è stata revocata a Mirafiori, a Melfi si sta lavorando pure la domenica.
 

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