Vedo che si pone molto l'accento sull'anima di Alfa Romeo, e poi sulla sua italianità.
Devo essere molto materiale, ma questi discorsi, quasi da "animismo dell'automobile", come se ci fossero degli sciamani ad infondere il proprio voodoo ai prodotti, mi fanno un po' sorridere. Chi li teorizza forse fatica a ricordarsi che, quando le Alfa andavano più veloci della concorrenza - e vincevano - lo facevano non con l'anima ( de li mejo mortacci sua

) ma con un più terreno armamentario tecnico "da guera". Un armamentario preso di peso dalle corse in pista e trapiantato sulla produzione di serie. Più preciso, più raffinato e sofistitato di qualsiasi concorrente. Non fatemelo elencare pezzo per pezzo, sennò la cosa diventa noiosa.
E ciò è andato avanti per un certo periodo anche dopo l'86. La stessa 164, già prodotto "spurio" e compromesso nella sua "alfitudine", aveva però ancora dei record motoristici non da poco, da vantare sulla concorrenza. E, guarda un po' il caso, stravendeva, un po' come la Thema. Quindi temo di non essere troppo malizioso se dico che questi accenti sull "anima" disgiunta dal pregio meccanico, servano in realtà a "depenalizzare" certe marachelle combinate da Fiat sulle ultime perle, come la sparizione di certi capisaldi tecnici importanti, che sono stati un segno distintivo fino a ieri.
Sull'italianità poi , temo che si tratti di un argomento un po' fragile. Arese non esiste più. Pomigliano sta abbassando le serrande, come Termini. Una parte di produzione Fiat si fa all'estero già da tempi non sospetti. Una grossa parte delle future auto verrà costruita in USA. Quindi credo che il passaporto italiano sia comunque in procinto di annacquarsi a breve in maniera irreversibile.
Ciò detto, per mia posizione personale non mi fa innamorare l'idea di un'Alfa venduta, come si era ipotizzato, a VW. Ma non mi fa neanche piangere.
Perchè al di là dei proclami di Maglionne e della sua vasta schiera di portavoce, che ci vogliono far credere che ogni giorno sia il giorno della svolta, una sorta di "giorno zero", dal quale in poi per Alfa tutto cambierà ( secondo la nota storiella del "domani trippa", e come se non ci fossero vent'anni di storia precedente, in cui di trippa non si è mai vista nemmeno l'ombra ), bisogna mettersi in testa che non esiste in natura una gestione peggiore di quella vista con Fiat. E' una cosa inguardabile. Alfa è già andata da un pezzo. Se n'è andata l'anima, ma soprattutto, è sparito il prodotto.
Ora, l'anima non ritornerà, in mano a qualcun altro. Ma almeno lasciamo che torni il prodotto. Un prodotto che sia in grado di competere con gli altri player del mercato. Se ci sarà un prodotto vendibile, si potrà sviluppare da capo anche una storia. Che non potrà mai riallacciarsi completamente a quella vecchia - troppe cose cambiate. Ma con Fiat non ci sarà nè prodotto nè storia.
Non facciamo finta di scordarci che la storiella del "polo sportivo Made in Italy" è stata coniata anni fa. Dopodichè fu messa in cantina a fare i vermi. Ora la si rispolvera, con una Maserati declassata e rientratata sotto Marchionne, e con dei bei progetti pronti, di MAserati edificate su pianale Chrysler. Bel polo sportivo davvero....