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Sempre e solo libri

Lo è invero, anche frequentemente purtroppo...

Anche i materiali inerti hanno una loro utilità ed una loro collocazione.

Il cls è, ad esempio, composto da componenti attivi che interagiscono tra loro (acqua e cemento) e che maturando nel tempo tengono insieme i materiali inerti.
Alla fine della storia però è proprio la presenza dei materiali inerti, ben distribuiti e tenuti al loro posto dai componenti attivi, che conferisce all'insieme una resistenza superiore.

Torniamo sempre al punto di partenza, se uno studente resta passivo senza integrarsi nel sistema educativo, è perché non ha trovato qualcuno in grado di integrarlo e valorizzarlo nel modo consono
 
E poi ci sono quelli che creano empatia col paziente e fanno il loro meglio per curarlo.
Non è detto che siano necessari entrambi, se devo scegliere, do priorità alla seconda, idem per il docente, preferisco uno che mi faccia vedere cosa c'è al nocciolo, più che mi insegni le regolette mnemoniche per risolvere il rompicapo.
 
Torniamo sempre al punto di partenza, se uno studente resta passivo senza integrarsi nel sistema educativo, è perché non ha trovato qualcuno in grado di integrarlo e valorizzarlo nel modo consono

Questa è una delle principali correnti in cui muoversi (razionalmente) all'interno di oceanici e delicati topic ...senza derivare in ascetici proponimenti, che s'identificano (nella realtà) come irrealizzabili trivellazioni atlantiche.

Va da se bisognerebbe (in primis) capir al meglio l'indirizzo di studi "consono", prima d'immolare cervelli sull'altare dell'istruzione obbligata (oltre che infusa "tanto al chilo").
 
perché non ha trovato qualcuno in grado di integrarlo e valorizzarlo nel modo consono
Ma un insegnante che deve fare? Andare a casa dello studente per farlo studiare sotto la sua guida? Lo stesso studente che a lezione pensa alle farfalle fuori? Lo studio è individuale ma anche collettivo, ci si unisce per confrontarsi, aiutarsi vicendevolmente, stimolarsi, non arrendersi. Io ho sempre fatto gruppo sia al liceo che in università e nel lavoro, soprattutto di ricerca. Senza studio individuale, ma anche collettivo, non avrei combinato proprio nulla.
 
Imho non bisogna dimenticare che si parla di ragazzi che sono poco più che bambini.
Non si può pretendere che un quattordicenne abbia la dedizione e le capacità di un adulto e quindi se non rende viene bollato come inerte o inutile e viene lasciato indietro.
Mi sembra un modo di ragionare piuttosto superbo.
Io penso che tutti gli studenti,anche i meno dotati e disciplinati,possano raggiungere un livello di preparazione accettabile (un 6 meritato e non regalato in pagella) se seguiti a casa e a scuola.
Poi certamente ci saranno dei soggetti più difficili di altri e dopo una certa età si può dire che qualcuno è irrecuperabile.
Però vorrei vedere quanti genitori se venissero convocati da un insegnante che gli dice che il loro figlio è inerte,che studiare per lui è tempo perso e che è condannato a una vita di lavori manuali (che saranno dignitosissimi ma spesso sono un'ottima ricetta per una qualità della vita peggiore) reagirebbero bene.
Un titolo di studio per quanto avanzato secondo me non da il diritto di bollare le persone,comprese quelle che non scriveranno mai un trattato o una pubblicazione scientifica ma magari ogni giorno puliscono i pavimenti su cui camminiamo.
Anche se come ha detto una volta un benzinaio che ho incrociato in banca riferendosi alle impiegate certe persone camminano a un metro da terra...
 
@Carloantonio70

Per la cronaca ...IO sono uno di quelli che ha sbagliato indirizzo di scuola secondaria per il proprio figlio; noi genitori dovremmo (innanzitutto) sforzarci d'assencodare al meglio e/o canalizzare le qualità/inclinazioni dei nostri figli ....seppur (credo) trattasi di mal comune, spesso derivante da target disattesi costituenti l'indirizzo scolastico scelto ed oggetto di proposta successiva alla scuola primaria.
 
Riporto un esempio.
Due ragazze che erano nella mia classe alle superiori.
Capacità simili,entrambe avevano studiato francese alle medie quindi avevano qualche difficoltà con l'inglese.
Non erano delle cime ma avevano una certa dedizione.
Una delle due era figlia di professionisti,il padre era un ex compagno di università del preside.
L'altra era figlia di operai.
La prima venne aiutata o comunque non bollata come materiale non idoneo per un liceo scientifico,si è diplomata mi sembra con 75 e adesso fa la ricercatrice.
La seconda,complici delle scelte sbagliate in termini di compagnie,si è persa per strada e nessuno ha mosso un dito per riportarla sulla strada giusta.
L'ultima volta che ho avuto sue notizie faceva un lavoro pesante e privo di tutele.

A livello di potenziale secondo me erano alla pari.
Sicuramente la prima avrà avuto più voglia di studiare della seconda,e le relative famiglie avranno influito.
Però rimane il fatto che potevano diplomarsi entrambe.
Magari la seconda non sarebbe diventata una ricercatrice ma una semplice impiegata,comunque non sarebbe finita a scaricare la frutta ai mercati.

Poi che gli insegnanti non possano fare più di tanto è vero,ma qualcosa possono fare.
Molti invece si limitano a recitare a memoria le spiegazioni come pappagalli,poi interrogano o fanno fare delle verifiche.
Se vanno bene bene,se vanno male bene lo stesso.
Se i genitori non vanno ai colloqui per loro il lavoro è finito.
E se ci vanno ma sono "ignoranti" si limitano a dire loro che hanno un figlio ipodotato o lazzarone senza preoccuparsi del motivo per cui il rendimento è scarso.
E per certi versi si può anche dire che tali motivi non siano di interesse del professore,in un certo senso è vero.
Ma almeno un tentativo di salvare il salvabile imho andrebbe fatto identificando il problema (che sia semplice e banale pigrizia,o distrazioni,o difficoltà di apprendimento) e tentando di risolverlo.
Questo imho non viene fatto.
 
@Carloantonio70

Per la cronaca ...IO sono uno di quelli che ha sbagliato indirizzo di scuola secondaria per il proprio figlio; noi genitori dovremmo (innanzitutto) sforzarci d'assencodare al meglio e/o canalizzare le qualità/inclinazioni dei nostri figli ....seppur (credo) trattasi di mal comune, spesso derivante da target disattesi costituenti l'indirizzo scolastico scelto ed oggetto di proposta successiva alla scuola primaria.
è corretto quello che dici e trovo che al contempo anche gli insegnanti dovrebbero canalizzare al meglio le inclinazioni dei ragazzi.
Aggiungo poi che se uno sbaglia indirizzo per qualsivoglia genere di errore, non può essere oltremodo penalizzato come se fosse una cosa drammatica
 
Ai miei tempi tutti i genitori volevano che i figli si diplomassero al liceo,tassativamente.
Ne ho visti tanti che facevano uno o due anni nel liceo di serie A.
Poi passavano al liceo di serie B (quello che ho frequentato io).
E se non andava neanche li passavano ai licei privati altrimenti detti venditori di titoli di studio.

Oggi penso che le cose siano un po' cambiate.
Innanzitutto si è visto che il diploma di liceo da solo non serve a niente e trovare un lavoro è un'impresa.
E poi il diploma di istituto tecnico è stato un po' rivalutato,anche solo per il fatto che è molto più utile per trovare lavoro.

Oggi molti genitori secondo me vogliono figli che trovino un lavoro presto,non che passino 10 o 15 anni a studiare sempre stando a casa sul loro groppone.

Alcuni comunque riescono a imporre ai figli il loro volere,magari ci vuole tempo e la laurea arriva a 30 anni.

Il problema imho quando si sbaglia strada e si sceglie un percorso di studi non idoneo è che cambiare non è facile.
Innanzitutto avere il coraggio di dirlo ai genitori.
E poi comunque si tratta di anni e soldi persi.
Tante famiglie non possono permettersi di mantenere agli studi i figli per più tempo del necessario.
Ho conosciuto una ragazza che quando io facevo il primo anno di università aveva già fatto un anno presso un'altra facoltà,e l'anno successivo non vedendola più ho chiesto in giro (era carina) e mi hanno detto che aveva deciso di passare a psicologia.
In pratica dopo 3 anni di tasse universitarie,di affitto di una stanza,di libri etc etc era ancora ai blocchi di partenza.
Invidiavo il suo coraggio,forse se l'avessi avuto anche io avrei cambiato.
Forse sarebbe stato meglio.
 
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