SediciValvole ha scritto:
tvrgb ha scritto:
EVOLVO ha scritto:
La faccio breve qualche anno fà comprammo un paio di Lancia Lybra 2,4 S.W, , ebbene su tale auto mia figlia come ci saliva stava male.Andando a fondo alla questione riuscii a parlare con il responsabile prodotto Lancia, che molto onestamente mi rivelò l'arcano, cosa che ho raccontato almeno 100 volte,i sedili di alcune auto gruppo Fiat sono prodotti dalla Lear , casa americana con stabilimenti in Piemonte, nella costruzione degli stessi , al pari degli assemblaggi delle componenti polimeriche, vengono usati dei collanti particolari a base di formaldeide, che sono in sintesi più costosi in maniera proporzionale a quanto meno puzzano. Per ovviare a tale incoveniente vengono usate delle particole resine spugnose atte a catturare questo odore , che può essere anche molto pericoloso per chi è allergico, nelle Lybra a causa contenimento dei costi queste pastiglie vennero abolite,sommate al fatto che ovviamente il collante apparteneva alla famiglia meno nobile,Risultato =ambiente tossico. Da allora controllo sempre "col naso" in primis e cercando negli scritti della casa un riferimento alla costruzione degli interni, il costo di un collante sintetico anallergico per interni non è poca cosa, e si somma ad una serie di attenzioni invisibili che determinano un maggior costo costruttivo senza ritorno di marketing. Fiat in queste furbe disattenzioni è maestra da sempre, quando valutate un prezzo tenete anche questi particolari in considerazioni, quindi occhio a quando salite sulle vostre Fiattazze, sempre un filo di finestrino aperto.
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e comunque, visto l'andazzo della discussione, e visto che tra un po sarà colpa della fiat dell'influenza suina, dell'assenza delle mezze stagioni, del buco dell'ozono e del fatto che si stava meglio quando si stava peggio, facciamo che hai ragione tu.
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e scusaci se abbiamo acquistato una fiat, perdonaci
Ahahaha e allora io che ho una Lancia sono radioattivo? XD
Spero tu non abbia una Dedra :
06/08/09
Dalla camera a gas delle Dedra di vent'anni fa al bosco dentro la Nissan di oggi
In questi mesi ricorre un anniversario importante, ma di cui non vi parlerà mai nessuno: il ventennale di uno dei casi più clamorosi di noncuranza per i diritti e la salute del consumatore-automobilista. Non se ne parla perchè è una vicenda scomoda, tenuta il più possibile nascosta dal protagonista in negativo (che è la Fiat, non l'ultima officina di sotto casa che nulla potrebbe se la stampa volesse metterla alla gogna) e chiusa senza una condanna penale (ma solo perchè la denuncia penale alla fine è stata ritirata: che ci sia stata una transazione?). Ma io su questa vicenda ho ragionevoli certezze che fosse fondata, perchè ho indagato di persona nel 2002, quando facevo un lavoro che - non prevedendo la produzione di pagine in continuazione - mi lasciava il tempo per farlo (anche se certo la mia attività d'inchiesta non era graditissima ai piani alti del mio giornale dell'epoca, come dimostrano il poco spazio che mi fu dato per scriverne e un invito a lasciar perdere, sul quale però sapevano di non trovare terreno fertile e quindi alla fine mi lasciarono fare).
Sto parlando delle infiltrazioni di gas di scarico (e che gas: all'epoca il catalizzatore c'era solo in Germania) nell'abitacolo delle medie del grupp Fiat dell'epoca (in particolare, Fiat Tipo e Lancia Dedra). Pochi mesi dopo il lancio sul mercato - vent'anni fa, appunto - si accorsero che c'era stato un errore di progettazione nell'aerodinamica e decisero che rimediare in pieno sarebbe stato troppo costoso e decisero semplicemente di tappare una delle bocchette di sfogo dell'aria viziata all'esterno (sotto il paraurti posteriore), che in queste auto funzionavano al contrario (aspiravano i gas di scarico verso l'abitacolo anzichè far uscire l'aria dell'interno vettura, "appesantita" dal respiro dei passeggeri). Un pannicello caldo, ma fu già qualcosa. Solo che fu necessaria una sentenza emessa dal Tribunale di Torino 13 anni dopo (su ricorso di Altroconsumo) per costringere la Fiat a estendere questa modifica anche alle Dedra vendute prima che venisse apportata in produzione. Troppo tardi: tanti esemplari erano stati già rottamati e alcune persone (tra cui un funzionario Fiat, che fece le prime denunce, sistematicamente ignorate dalla stampa) avevano già contratto il cancro ai polmoni (anche se il fatto che non ci sia stato un processo penale lascia giuridicamente indimostrato il nesso tra le infiltrazioni di gas e le malattie dei clienti).
Che cosa resta oggi di tutto questo? Nulla, se non il ricordo che persino professionisti esterni alla Fiat allora notarono il problema e lo sottovalutavano (come se i gas di scarico fossero aerosol: altri tempi, anche se di catalizzatori e blocchi del traffico si iniziava già a parlare) e la curiosità di sapere come la cosa sarebbe stata gestita da super-Marchionne se al timone del gruppo ci fosse stato lui anche all'epoca. Per il resto, chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto.
Ma mi ha consolato il post di Paoblog (http://paoblog.wordpress.com/2009/07/28/una-foresta-nellabitacolo-e-la-guida-e-piu-sicura/), che segnala come in Giappone stiano per lasciare un'auto dall'aerazione più che curata. Addirittura, diffonderà nell'abitacolo anche profumi naturali in grado di tenere più svegli e concentrati. Speriamo di non dover scoprire - ad anni di distanza - che questa rivoluzione aveva anche controindicazioni: anche queste sostanze portentose potrebbero avere qualche effetto nocivo e non sempre gli studi preliminari sono abbastanza approfonditi. Il caso di vent'anni fa lo dimostra.