iCastm ha scritto:
EdoMC ha scritto:
Io sono a dir poco contrario al numero programmato, e lo dico per una mia personaleesperienza negativa; preso il diploma, decisi, sognando un posto di lavoro ben pagato, di iscrivermi alla facoltà di Economia Aziendale, ad accesso programmato. Fui tra i primi 30 in graduatoria e venni accettato. Dopo due anni, scoprii che la materia nn faceva per me, e mi sono iscritto ad Archeologia, la mia passione da sempre. Ancora oggi mi sento in colpa per aver tolto un posto ad uno studente, magari più interessato e portato di me, che, per minor preparazione o sfortuna, è arrivato più basso in graduatoria.
Il punto non è che hai levato il posto ad uno studente FORSE più interessato di te, ma che hai buttato tu due anni per una cosa che sotto sotto sapevi che non ti piaceva, ma speravi che ti avrebbe dato un buon lavoro.
E' questo uno dei maggiori guai dell'Università e di tutta la società italiana: mettere da parte se stessi per diventare qualcun altro che non siamo. E' disumano!
Però dal '68 in poi nelle scuole è stata questa la mentalità dominante: esci dal tuo stato, emancipati, immaginazione al potere etc... che non sono di per sè brutte cose, ma hanno preso nella società italiana una piega sbagliata: "Studia altrimenti non trovi lavoro". "Solo col pezzo di carta si lavora" etc...
Risultato: nessuno vuole fare più certi lavori (anche se ben pagati) perchè "disonorevoli". E allora vedo nelle facoltà scientifiche gente che non capisce (non perchè stupida, ma immotivata) e che impara a memoria, si stressa e si sfoga il sabato sera immaginiamo come. Vedo nelle facoltà umanistiche gente che si laurea anche con voti alti ed ha poi la pretesa di trovare subito lavoro perchè è laureata; non trovandolo pretende l'assunzione da parte dello Stato.
A te va tutto il mio apprezzamento perchè dopo due anni hai avuto il coraggio di fare i conti con la realtà delle cose e quindi di cambiare facoltà.
Non preoccuparti per quello a cui hai levato il posto, non sai se il destino gli ha riservato qualcosa di ancora più adatto a lui.
Grazie per l'apprezzamento e la comprensione. Non ritengo due anni buttati, perchè, anche se non mi serviranno per il "pezzo di carta", mi hanno dato delle conoscenze che mi permettono di poter comprendere meglio il mondo che mi circonda, poter parlare con cognizione di causa su argomenti, non infrequenti, di politica ed economia, di poter praticare il lavoro che vorrei fare in maniera migliore (cosa fondamentale per una qualsiasi ricerca archeologica è procurarsi i fondi necessari e, soprattutto, usarli bene) e di farmii comunque un bagaglio culturale non incentrato su una sola materia. Ho purtroppo il presentimento che a 19 anni si sia ancora poco maturi per fare una scelta di vita: allora mi piacevano i vestiti firmati, i viaggi, le belle macchine, con la targa rigrosamente con l'ultima lettera, le scarpe da calcio costose, mangiare fuori spesso ecc... L'unico modo sarebbe stato avere un lavoro ben pagato. Poi, nel corso dell'università, sono maturato e ora mi vesto con vestiti normalissimi (non economizzo solo sulle scarpe, poichè i miei piedi "tollerano" praticamente solo le Geox), ho scoperto che per fare un viaggio basta una tenda, che un buon usato costa come un'utilitaria, gioco con le scarpe da ginnastica, e una buona grigliata o una spaghettata in casa sono migliori di una pizza fuori. La necessità di avere i "soldoni" è decaduta, così ho pensato di studiare ciò che mi è sempre piaciuto. Una volta in scavo, poi, ho scoperto che il lavoro no solo mi piace, ma mi diverte: la cosa che più mi ha fatto piacere è che, alle 17.00, dopo aver alle spalle 9 ore di lavoro faticoso e un panino col cotto a pranzo, si diceva volentieri "abbiamo ancora un'ora di luce", perchè si voleva finire di scavare uno strato, scoprire cosa c'era sotto, la curiosità vince sulla fatica. E, davanti a una birra (io aranciata, sono astemio), ci si "scanna" cercando di far valere la propria tesi.