<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Prestiti a tasso zero | Il Forum di Quattroruote

Prestiti a tasso zero

Pensavo che la moda dei finanziamenti a tasso zero, ma con costi nascosti, fosse andata letteralmente estinta, ma a quanto pare mi sbagliavo. E' notizia di questi gg da il Sole24 ore, "riassunto" poi da noto sito di giuriprudenza e diritti del consumatore vari, che questa abitudine è ancora viva e vegeta e miete ancora vittime, se così possiamo chiamare chi, non avendo soldi cash, apre una linea di credito per acquistare un bene che non può permettersi, o anche chi, e in questo caso la cosa è anche peggiore, visto come viene proposta, acquista, sapendo che potrà diluirre la spesa, senza costi aggiuntivi. Quello proposto di seguito sarà un caso limite, o è una cosa molto diffusa? Leggendo commenti nei vari social, direi che è un caso limite, sempre ammesso che chi commenta, eviti di esporsi, ammettendo la sua imprudenza. E' in off topic perché la cosa sembra relegata solo al credito al consumo di beni elettronici, i finanziamenti delle auto dovrebbero seguire dinamiche un po' diverse, almeno quelli più seri.

Un caso emblematico verificatosi durante il Black Friday presso un punto vendita MediaWorld di Milano chiarisce perfettamente questa dinamica. Un cliente, intenzionato ad acquistare un iPhone usufruendo di un credito finalizzato di circa 800 euro, si è visto proporre una rateizzazione in 20 mesi con TAN 0% e TAEG 0%. Tuttavia, la procedura telematica gestita dal venditore non si è conclusa con la consegna immediata del contratto, ma con la promessa di un invio cartaceo a domicilio.

Dopo una settimana, la sorpresa: al posto del piano di rientro pattuito, il cliente ha ricevuto il contratto di una linea di credito privativa Smart Line emessa da Findomestic. Invece di un semplice prestito per un telefono, l’utente si è ritrovato con un plafond autorizzato di 2.000 euro a tempo indeterminato, caratterizzato da un TAN 15,72% e un TAEG 16,90%.
Questa metamorfosi trasforma un acquisto mirato in un’apertura di credito potenzialmente pericolosa, dove gli interessi scattano non appena si utilizza il credito residuo oltre la quota dell’acquisto iniziale. La linea di credito revolving differisce profondamente dal prestito rateale classico. Mentre quest’ultimo si estingue con il pagamento dell’ultima rata, la revolving è una riserva di denaro che si rigenera man mano che il debito viene rimborsato, restando sempre a disposizione del cliente. Sebbene nella lettera di Findomestic si specifichi che, limitandosi a pagare le 20 rate pattuite senza toccare il residuo, non venga applicato il TAEG elevato, il rischio di indebitamento involontario resta altissimo.

Un ulteriore danno emerso dall’analisi del caso riguarda l’esposizione presso la Centrale Rischi. Il cliente, convinto di aver chiesto 800 euro, risulta invece esposto per 2.000 euro. Questo dato può influenzare negativamente la capacità dell’utente di ottenere altri finanziamenti in futuro (come un mutuo o un prestito auto), poiché il sistema creditizio lo vede impegnato per una cifra superiore a quella realmente necessaria per il telefono. Secondo l’avvocato Antonio Pinto, Presidente regionale per la Puglia di Confconsumatori (intervistato da Lucilla Incorvati, su Il Sole 24 Ore del 27.12.2025, inserto “PLUS”, ), queste operazioni integrano gli estremi di una pratica commerciale scorretta. Sotto il profilo giuridico, il comportamento è censurabile poiché il consumatore riceve un prodotto finanziario non richiesto o non adeguatamente spiegato. Il cliente entra in negozio per un tasso zero e si ritrova con un fido a tassi vicini alle soglie di usura per cifre non volute.

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L’attivazione della Smart Line o di prodotti simili come “Smart Phone Easy” configura un’omissione ingannevole su elementi essenziali del contratto, quali la natura del prodotto, il costo reale e le modalità di rimborso. Gli articoli 20-22 del Codice del Consumo parlano chiaro: il professionista deve fornire tutte le informazioni necessarie affinché il consumatore possa assumere una decisione consapevole. Se il consenso non è informato e specifico, l’intero rapporto contrattuale barcolla. Un punto di rilievo sollevato dagli esperti riguarda il difetto di informativa precontrattuale. Prima della firma, ogni intermediario o venditore ha l’obbligo di consegnare il SECCI (Standard European Consumer Credit Information). Questo documento standardizzato permette di confrontare diverse offerte e comprendere immediatamente il costo totale del credito. Nel caso citato, la sensazione è che il venditore del telefonino non consegni il SECCI relativo alla linea revolving, ma solo quello del prestito finalizzato, o addirittura posticipi l’invio della documentazione a dopo l’accettazione della proposta da parte della finanziaria. Questo comportamento impedisce al cliente di esercitare il proprio diritto di scelta consapevole. L’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato(AGCM) ha già evidenziato in passato forti criticità sulla vendita di credito revolving nella grande distribuzione, spesso confuso volutamente con il rateale classico per renderlo più appetibile. La responsabilità di questi disguidi ricade pesantemente sulla società finanziaria, in questo caso Findomestic. Come sottolinea Anna Vizzari, capo economista di Altroconsumo, è la finanziaria che istruisce i venditori e fornisce loro gli strumenti tecnici per attivare determinati prodotti. La finanziaria è responsabile di eventuali errori contrattuali e omissioni informative, essendo il soggetto con cui il cliente instaura il rapporto giuridico.

Esistono precedenti giurisprudenziali significativi, come la sentenza della Cassazione civile, Sez. I n. 12838/2025, che si allinea alle decisioni dell’Arbitro Bancario Finanziario (ABF). Queste pronunce confermano quanto il fenomeno sia diffuso e come la giurisprudenza stia diventando sempre più rigorosa nel punire la mancanza di chiarezza nei contratti di credito al consumo, specialmente quando si tenta di trasformare un prestito una tantum in una linea di credito permanente e costosa. Per proteggersi da queste dinamiche, il consumatore deve adottare un approccio vigile durante la fase di acquisto. Il primo consiglio degli esperti è quello di pretendere la copia cartacea del contratto direttamente in negozio, prima di apporre qualsiasi firma digitale o fisica. Non bisogna accettare la scusa che il contratto arriverà via mail o a casa: il diritto di lettura preventiva è sacrosanto.

Se ci si accorge dell’errore solo dopo aver ricevuto i documenti a casa, esiste uno strumento di difesa molto potente: il diritto di recesso. Entro 14 giorni dalla sottoscrizione (o dalla ricezione del contratto, se successiva), il cliente può recedere dal finanziamento senza dover fornire alcuna motivazione e senza penali. Tuttavia, come avverte Altroconsumo, recedere potrebbe costringere il cliente a dover saldare l’intero importo del bene in un’unica soluzione o a dover sottoscrivere un nuovo prestito a condizioni potenzialmente peggiori di quelle inizialmente prospettate. In conclusione, la vigilanza e la richiesta dei documenti informativi come il SECCI restano le uniche armi efficaci contro la trasformazione di un semplice acquisto a rate in un legame finanziario a lungo termine dai costi occulti. Il credito revolving è un finanziamento caratterizzato da grande elasticità, generalmente privo di una scadenza prefissata. Al cliente viene messa a disposizione una somma massima utilizzabile (plafond o fido), che può essere spesa tutta insieme oppure a più riprese, in base alle proprie esigenze.

Il meccanismo di restituzione

La particolarità di questo strumento sta nel fatto che l’importo rimborsato tramite le rate va a ricostituire la disponibilità del credito. In altre parole, man mano che si restituisce il capitale, la somma torna nuovamente utilizzabile.
Il rimborso può avvenire con rate mensili di importo concordato, anche modificabile nel tempo, oppure secondo un piano di ammortamento stabilito in anticipo, sempre con pagamento dilazionato. Molto spesso il credito rotativo è collegato a una carta di credito, che rappresenta il principale mezzo per utilizzare il fido. In questo caso, il rimborso a rate costituisce un’alternativa al pagamento “a saldo”, modalità che consente di restituire l’intero importo delle spese effettuate in un determinato periodo con un unico addebito posticipato e senza interessi. Il punto critico di questo prodotto riguarda la scarsa consapevolezza dei rischi da parte di chi lo sottoscrive. Quando il rimborso avviene a rate, con applicazione di interessi, il funzionamento del credito revolving può risultare meno intuitivo di quanto sembri.
La banca o la finanziaria concede un fido che, una volta parzialmente rimborsato, si rigenera e può essere nuovamente utilizzato. Il risultato è che il cliente rimane costantemente esposto al debito, spesso a condizioni economiche onerose.

Nel corso degli anni, la Banca d’Italia ha più volte richiamato l’attenzione su questo tipo di finanziamento: dalle attività di vigilanza sono emerse criticità legate sia alla valutazione del rischio, sia alla difficoltà per i consumatori di comprendere appieno il funzionamento e l’evoluzione del rapporto contrattuale, anche in considerazione dei tassi mediamente elevati applicati. Il rimborso rateale di un credito revolving comporta costi significativi. Secondo i dati della Banca d’Italia, nel primo trimestre del 2025 il TAEG medio ha raggiunto il 15,34%.
In caso di mancato pagamento anche di una sola rata, l’intermediario può pretendere l’immediata restituzione dell’intero importo residuo e procedere alla segnalazione del cliente nelle banche dati dei cattivi pagatori.

Chi non ha familiarità con questi strumenti rischia quindi di sottovalutare l’impatto economico complessivo del finanziamento. Prima di sottoscrivere il contratto è sempre opportuno esaminare con attenzione il SECCI (Standard European Consumer Credit Information), il documento informativo europeo obbligatorio che illustra in modo chiaro costi, tassi, rate, durata, garanzie e diritti del consumatore.
(laleggepertutti.it)
 
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Ho fatto, in passato, diversi finanziamenti TAEG0%, ma oltre 20 anni addietro. Magari potessi rinegoziare il mutuo residuo a TAEG0%... credo che questi finanziamenti siano uno specchietto per le allodole. Ti attirano, ti fanno salire l'acquolina, e poi cercano di propinarti tassi al limite dello strozzinaggio. Alla larga!
 
Io resto dell'idea che i finanziamenti vadano fatti per le spese davvero ingenti e importanti.
Sotto una certa soglia invece o metti i soldi da parte un po' alla volta o compri qualcosa che ti puoi permettere.
Quando capita di leggere le scritte in piccolo sotto le varie pubblicità e di fare la somma di anticipo,rate mensili e maxi rate viene quasi sempre fuori una cifra abnorme distantissimo dal prezzo pubblicizzato come specchietto per le allodole.
In questo caso si tratta di una vera e propria truffa ma anche nei casi in cui si limitano ad applicare le condizioni scritte in piccolo si tratta comunque di strozzinaggio in tanti casi.
Se se ne può fare a meno meglio evitare.
 
Io resto dell'idea che i finanziamenti vadano fatti per le spese davvero ingenti e importanti.
Sotto una certa soglia invece o metti i soldi da parte un po' alla volta o compri qualcosa che ti puoi permettere.
Perfettamente d'accordo, ma qui credo ci sia anche tantissima gente che i soldi li aveva, ma attratta dal TAEG allo 0% delle pubblicità, ha accesso la linea di credito.
 
va a farlo capire alla gente, quante volte l'ho detto in giro, la risposta è: ma tu avanzi qualcosa a fine mese? Ma poi i soldi li devi trovare e più di quanto sarebbero bastati se li avessi risparmiati prima...

Concordo.
È un mistero come fino al mese precedente non avanzasse un centesimo e magicamente invece dal mese successivo al finanziamento i soldi per la rata o di riffa o di raffa devono saltare fuori.
Poi se il finanziamento viene fatto per l'iPhone o il Bimby o altri prodotti di cui si può anche fare a meno o che hanno degli equivalenti,magari meno performanti ma che svolgono lo stesso compito,a prezzi umani imho significa andarsela un po' a cercare.
 
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Perfettamente d'accordo, ma qui credo ci sia anche tantissima gente che i soldi li aveva, ma attratta dal TAEG allo 0% delle pubblicità, ha accesso la linea di credito.

Imho bisognerebbe capire se il capitale che preferiscono non investire immediatamente in un acquisto cash gli serviva oppure no.
Se per esempio vuoi acquistare l'iPhone da 1000 euro e sul conto hai 1100 euro ci sta che pensi preferisco non rimanere senza risparmi.
Ma allo stesso tempo viene da chiedersi se sia opportuno acquistare un prodotto così costoso non potendoselo permettere.
Se il capitale che dovresti investire equivale a una piccola percentuale dei tuoi risparmi che comunque puoi ritenere in maniera ragionevole di non avere bisogno di utilizzare per altro allora imho il finanziamento è inutile.

Per fortuna nel nostro paese a differenza di altri l'accesso al credito non è concesso in maniera facile e disinvolta perché tante persone rischierebbero di farsi prendere la mano e magari per pochi anni vissuti alla grande di passare il resto della vita a pagare.
 
Per fortuna nel nostro paese a differenza di altri l'accesso al credito non è concesso in maniera facile e disinvolta perché tante persone rischierebbero di farsi prendere la mano e magari per pochi anni vissuti alla grande di passare il resto della vita a pagare.
A parte questi casi, dove c'è tutto l'interesse a farlo, per chi li propone, con poche centinaia di euro, leghi una persona a vita a una linea di credito e se recede prima, potrebbe pagare penali così pesanti, da dissuadere chiunque dal farlo.
 
una volta dentro e difficile venirne fuori
Questo è lo scopo, circuirti e non lasciarti scappare. Quando finanziai diversi acquisti, lo feci perché conveniva. Sconto, TAEG0%, promozioni varie, mi consentivano di non intaccare quanto investito che rendeva e che si reinvestiva fruttando interessi sugli interessi. Ma, quasi ad ogni finanziamento, come buon cliente, mi veniva regalata una carta revolving, mai richiesta da me, con TAEG 15% o simili... per attivarle bastava il primo acquisto... tagliate subito... così ti fregano. Il TAEG0% al consumo ha senso per chi presta in tempi di interessi negativi dei titoli sicuri, più l'incentivo, nel mio caso perfettamente riuscito, di invogliarmi a spese che, altrimenti, avrei dovuto rimandare e, probabilmente, cancellare per sopraggiunti impegni. Alla fine, sono contento, perché quei soldi rendono ancora ed i beni acquistati, dopo oltre 20 anni ancora mi rendono un buon servizio... però non si può vivere tutta la vita così... mutuo a parte...
 
Perché i tassi dei finanziamenti per acquisto delle auto sono così alti? Oggi sui mutui per la casa si paga circa il 4 o 5%, sarà perché sono garantiti da ipoteca?
 
Discorso mutuo, finanziammo a 30 anni il 60% del totale, TAEG molto sotto il mercato (ma ne serviva il 40% o meno), così col residuo, investito opportunamente, ho guadagnato più degli interessi passivi del mutuo. Certo, comporta, sacrifici e rinunce per campare con quasi uno stipendio in meno, il canone del mutuo era ingente. Coi rinegoziamenti abbiamo ridotto canone e durata grazie ai tassi in forte discesa. Intanto quanto investiti cresceva, e, con esso le retribuzioni, grazie ad avanzamenti ed attività extra, consentendo viaggi ed acquisti vari, domestici ed automobilistici. Adesso non ci penso neanche ad estinguerlo, disinvestire con rendimenti percentuali multipli degli interessi passivi... durerà finché non andrò in pensione, dopodiché meno guadagno e meno spese... ma mancano12-13 anni... c'è tempo... ora c'è la cucciola da far studiare...
 
Perché i tassi dei finanziamenti per acquisto delle auto sono così alti? Oggi sui mutui per la casa si paga circa il 4 o 5%, sarà perché sono garantiti da ipoteca?
Esattamente, sono calmierati ma solo per prima casa, altro stratagemma, basta acquistarne una con un mutuo prima casa e poi un'altra spostando la residenza e con le stesse agevolazioni. Lo spiegò chiaramente un notaio in un incontro informale.
Comunque, visti questi tassi, conviene contrarre un mutuo eccedente la stretta indisoensabilità, per creare una riserva per spese successive, ma con tassi minori, incestendoli, comunque, rendono più di quanto costano di interessi passivi.
 
Perché i tassi dei finanziamenti per acquisto delle auto sono così alti?
In Skoda per la Fabia, sono del 4.24% però devi sottostare a qualche clausola.

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