Pensavo che la moda dei finanziamenti a tasso zero, ma con costi nascosti, fosse andata letteralmente estinta, ma a quanto pare mi sbagliavo. E' notizia di questi gg da il Sole24 ore, "riassunto" poi da noto sito di giuriprudenza e diritti del consumatore vari, che questa abitudine è ancora viva e vegeta e miete ancora vittime, se così possiamo chiamare chi, non avendo soldi cash, apre una linea di credito per acquistare un bene che non può permettersi, o anche chi, e in questo caso la cosa è anche peggiore, visto come viene proposta, acquista, sapendo che potrà diluirre la spesa, senza costi aggiuntivi. Quello proposto di seguito sarà un caso limite, o è una cosa molto diffusa? Leggendo commenti nei vari social, direi che è un caso limite, sempre ammesso che chi commenta, eviti di esporsi, ammettendo la sua imprudenza. E' in off topic perché la cosa sembra relegata solo al credito al consumo di beni elettronici, i finanziamenti delle auto dovrebbero seguire dinamiche un po' diverse, almeno quelli più seri.
Un caso emblematico verificatosi durante il Black Friday presso un punto vendita MediaWorld di Milano chiarisce perfettamente questa dinamica. Un cliente, intenzionato ad acquistare un iPhone usufruendo di un credito finalizzato di circa 800 euro, si è visto proporre una rateizzazione in 20 mesi con TAN 0% e TAEG 0%. Tuttavia, la procedura telematica gestita dal venditore non si è conclusa con la consegna immediata del contratto, ma con la promessa di un invio cartaceo a domicilio.
Dopo una settimana, la sorpresa: al posto del piano di rientro pattuito, il cliente ha ricevuto il contratto di una linea di credito privativa Smart Line emessa da Findomestic. Invece di un semplice prestito per un telefono, l’utente si è ritrovato con un plafond autorizzato di 2.000 euro a tempo indeterminato, caratterizzato da un TAN 15,72% e un TAEG 16,90%. Questa metamorfosi trasforma un acquisto mirato in un’apertura di credito potenzialmente pericolosa, dove gli interessi scattano non appena si utilizza il credito residuo oltre la quota dell’acquisto iniziale. La linea di credito revolving differisce profondamente dal prestito rateale classico. Mentre quest’ultimo si estingue con il pagamento dell’ultima rata, la revolving è una riserva di denaro che si rigenera man mano che il debito viene rimborsato, restando sempre a disposizione del cliente. Sebbene nella lettera di Findomestic si specifichi che, limitandosi a pagare le 20 rate pattuite senza toccare il residuo, non venga applicato il TAEG elevato, il rischio di indebitamento involontario resta altissimo.
Un ulteriore danno emerso dall’analisi del caso riguarda l’esposizione presso la Centrale Rischi. Il cliente, convinto di aver chiesto 800 euro, risulta invece esposto per 2.000 euro. Questo dato può influenzare negativamente la capacità dell’utente di ottenere altri finanziamenti in futuro (come un mutuo o un prestito auto), poiché il sistema creditizio lo vede impegnato per una cifra superiore a quella realmente necessaria per il telefono. Secondo l’avvocato Antonio Pinto, Presidente regionale per la Puglia di Confconsumatori (intervistato da Lucilla Incorvati, su Il Sole 24 Ore del 27.12.2025, inserto “PLUS”, ), queste operazioni integrano gli estremi di una pratica commerciale scorretta. Sotto il profilo giuridico, il comportamento è censurabile poiché il consumatore riceve un prodotto finanziario non richiesto o non adeguatamente spiegato. Il cliente entra in negozio per un tasso zero e si ritrova con un fido a tassi vicini alle soglie di usura per cifre non volute.
Segue...
Un caso emblematico verificatosi durante il Black Friday presso un punto vendita MediaWorld di Milano chiarisce perfettamente questa dinamica. Un cliente, intenzionato ad acquistare un iPhone usufruendo di un credito finalizzato di circa 800 euro, si è visto proporre una rateizzazione in 20 mesi con TAN 0% e TAEG 0%. Tuttavia, la procedura telematica gestita dal venditore non si è conclusa con la consegna immediata del contratto, ma con la promessa di un invio cartaceo a domicilio.
Dopo una settimana, la sorpresa: al posto del piano di rientro pattuito, il cliente ha ricevuto il contratto di una linea di credito privativa Smart Line emessa da Findomestic. Invece di un semplice prestito per un telefono, l’utente si è ritrovato con un plafond autorizzato di 2.000 euro a tempo indeterminato, caratterizzato da un TAN 15,72% e un TAEG 16,90%. Questa metamorfosi trasforma un acquisto mirato in un’apertura di credito potenzialmente pericolosa, dove gli interessi scattano non appena si utilizza il credito residuo oltre la quota dell’acquisto iniziale. La linea di credito revolving differisce profondamente dal prestito rateale classico. Mentre quest’ultimo si estingue con il pagamento dell’ultima rata, la revolving è una riserva di denaro che si rigenera man mano che il debito viene rimborsato, restando sempre a disposizione del cliente. Sebbene nella lettera di Findomestic si specifichi che, limitandosi a pagare le 20 rate pattuite senza toccare il residuo, non venga applicato il TAEG elevato, il rischio di indebitamento involontario resta altissimo.
Un ulteriore danno emerso dall’analisi del caso riguarda l’esposizione presso la Centrale Rischi. Il cliente, convinto di aver chiesto 800 euro, risulta invece esposto per 2.000 euro. Questo dato può influenzare negativamente la capacità dell’utente di ottenere altri finanziamenti in futuro (come un mutuo o un prestito auto), poiché il sistema creditizio lo vede impegnato per una cifra superiore a quella realmente necessaria per il telefono. Secondo l’avvocato Antonio Pinto, Presidente regionale per la Puglia di Confconsumatori (intervistato da Lucilla Incorvati, su Il Sole 24 Ore del 27.12.2025, inserto “PLUS”, ), queste operazioni integrano gli estremi di una pratica commerciale scorretta. Sotto il profilo giuridico, il comportamento è censurabile poiché il consumatore riceve un prodotto finanziario non richiesto o non adeguatamente spiegato. Il cliente entra in negozio per un tasso zero e si ritrova con un fido a tassi vicini alle soglie di usura per cifre non volute.
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