<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Povero piccolo.... | Page 7 | Il Forum di Quattroruote

Povero piccolo....

stefano_68 ha scritto:
jaccos ha scritto:
Tutti finocchi col culo degli altri.
Vorrei vedere se non si straccerebbero le vesti se fosse successo al loro pargolo.

Appunto, e sull'affermazione dei finocchi aggiungerei che invece vorrei vedere te cn un tuo ipotetico figlio che non riesce a seguire le lezioni (come gli altri 20 compagni) xchè c'è un compagno "difficile" che urla strepita si alza picchia insulta bestemmia ruba rovina cartelle e diari strappa quaderni...
Chissà se Reagiresti cn la massima seraficità "bene, signori, mi appellerei alle strutture scolastiche nonchè ai servizi sociali. LA prossima settimana invierò un modulo per la richiesta che dovrà essere restituito compilato entro 10 giorni lavorativi... "?
Così l'anno scolatico passa, la scuola finisce, e i bambini sn andati a scuola inutilmente.
Oppure ti verrebbe in mente che forse la maestra potrebbe anche intervenire ?
Anche passando l'acqua insaponata sulle labbra, visto che a casa non sono in grado di contenere il bimbo.
In cosa non sono stato chiaro?
Ho forse detto che bisogna lasciar fare il bambino molesto?
Ho detto che la colpa non è del bambino e che l'insegnante che non usa i metodi incruenti che ha a disposizione è un INCOMPETENTE ed è il primo responsabile della situazione che si crea in classe.
Si, il primo.
Perchè un insegnante cazzuto tiene in riga chiunque e se non ci riesce significa che c'è una situazione di disagio tale da richiedere l'intervento dei servizi sociali. Poi la palla passa a loro.
Se non è in grado, lasci il posto a chi è più competente di lui, non è adatto a quel lavoro.
 
a_gricolo ha scritto:
Ricollegandomi al post precendente, vorrei spiegare meglio la mia posizione riguardo al problema oggetto del 3d.
Parto con un esempio: mio padre, arzillo 80enne, essendo cresciuto in compagnia di 8 fratelli in una famiglia di operatori agro-zootecnici (una volta si chiamvano "boari"...) dove il problema quotidiano non era la suoneria del cellulare ma semplicemente avere qualcosa nel piatto, all'età di NOVE anni, come molti dei suoi coetanei della bassa padovana era REGOLARMENTE assunto (ossia, con libretto di lavoro) come lavoratore agricolo. Il che significava alzarsi alle quattro, portare fuori il letame con le barelle (neanche con la carriola...), preparare i buoi, lavorare nei campi, il tutto fino al tramonto (che d'estate significa le nove di sera..... che non è poi molto diverso da quello che succede oggi a cinesi e indiani). Quando questi bambini riuscivano ad andare a scuola, avevano un maestro fascista in divisa che faceva cagare addosso solo se starnutiva, altro che denunce per un rimprovero.....
Tutto ciò che non ha impedito a quei ragazzi di crescere con principi e valori che le generazioni di oggi si sognano di notte.
Ovviamente non voglio dire che ciò sia giusto, ci mancherebbe. Voglio solo mettere in evidenza una cosa: un bambino di otto anni non è una ceramica di Capodimonte che se cade si sbriciola. Al contrario, è un individuo in piena crescita, insospettabilmente forte, incredibilmente egocentrico e opportunista, che riceve tutti i segnali l'ambiente gli invia e, come i cani e i cavalli, è in grado di capire subito se l'adulto con cui si rapporta è un "capo" o no e di sfruttarne a suo favore tutte le "debolezze". E' un individuo che sta formando la personalità dell'uomo che diventerà da grande e al quale BISOGNA mettere in testa che esiste un recinto fuori del quale NON SI DEVE andare. Per fare ciò occorre innanzitutto la famiglia, e subito dopo la scuola. E la collettività deve operare in questo senso, perchè il bambino impunito di oggi sarà un delinquente domani, sicuro come la morte.
Allora, a parte ovviamente casi di palesi ingiustizie e di famiglie totalmente inadempienti, nei tanti casi in cui non ci sono gli estremi per mettere in mezzo i servizi sociali, ritengo che in linea di principio si debba essere dalla parte della scuola, anche se usa qualche metodo un po' aspro. Perchè se non basta la ramanzina dei genitori e i maestri non possono fare nulla, prima o poi ci penseranno i carabinieri, ma a quel punto il danno sarà irreparabile.
La tua posizione è assolutamente condivisibile, eccetto per un punto in cui si contraddice.
Come giustamente dici, un bambino di otto anni non è ne pirla ne decerebrato. Capisce TUTTO. Ma lo capisce con l'esperienza di un bambino di otto anni alle spalle, non è un adulto fatto e finito e la sua compresnione del mondo è estremamente limitata e pertanto influenzabile.
Certo, ha comportamenti per cui, come dici, è in grado di capire subito se l'adulto con cui si rapporta è un "capo" o no e di sfruttarne a suo favore tutte le "debolezze", ma sono comportamenti innati che l'evoluzione gli mette a disposizione per sopravvivere. Per il resto, è metà indole e metà creta nelle mani di chi lo educa.
Se per educarlo gli si danno scoppellotti, lui farà altrettanto. Se per educarlo si usano altri metodi (senso di colpa, vergonga, imbarazzo, punizioni non corporali ma anche comprensione e disponibilità al dialogo, nelle giuste proporzioni), lui farà altrettanto.
Non pensare che tutto questo non si proietti nell'adulto. Non è scontato, ma è molto probabile, ci sono parecchi studi comportamentali infanzia/età adulta.
Sinceramente preferisco avere un figlio che poi con gli amici, in coppia, nel lavoro, sia in grado di spiegare le proprie ragioni, di cercare il dialogo, ma che in mancanza di questi non passi a metodi violenti ma sappia usare altre "armi" in maniera competente ed evoluta, "armi" perfettamente legali e socialmente accettate che gli permetteranno di "proteggersi" adeguatamente e dalle quali deve per forza di cose imparare ad averci a che fare e perchè no, difendersi.
 
jaccos ha scritto:
La tua posizione è assolutamente condivisibile, eccetto per un punto in cui si contraddice.
Come giustamente dici, un bambino di otto anni non è ne pirla ne decerebrato. Capisce TUTTO. Ma lo capisce con l'esperienza di un bambino di otto anni alle spalle, non è un adulto fatto e finito e la sua compresnione del mondo è estremamente limitata e pertanto influenzabile.
Certo, ha comportamenti per cui, come dici, è in grado di capire subito se l'adulto con cui si rapporta è un "capo" o no e di sfruttarne a suo favore tutte le "debolezze", ma sono comportamenti innati che l'evoluzione gli mette a disposizione per sopravvivere. Per il resto, è metà indole e metà creta nelle mani di chi lo educa.
Se per educarlo gli si danno scoppellotti, lui farà altrettanto. Se per educarlo si usano altri metodi (senso di colpa, vergonga, imbarazzo, punizioni non corporali ma anche comprensione e disponibilità al dialogo, nelle giuste proporzioni), lui farà altrettanto.
Non pensare che tutto questo non si proietti nell'adulto. Non è scontato, ma è molto probabile, ci sono parecchi studi comportamentali infanzia/età adulta.
Sinceramente preferisco avere un figlio che poi con gli amici, in coppia, nel lavoro, sia in grado di spiegare le proprie ragioni, di cercare il dialogo, ma che in mancanza di questi non passi a metodi violenti ma sappia usare altre "armi" in maniera competente ed evoluta, "armi" perfettamente legali e socialmente accettate che gli permetteranno di "proteggersi" adeguatamente e dalle quali deve per forza di cose imparare ad averci a che fare e perchè no, difendersi.
Anche quello che dici tu è pienamente condivisibile, e non è assolutamente incompatibile con le mie posizioni. Quello che sostengo io non è la necessità di "punizioni corporali", non l'ho mai detto. La mia posizione è che SE SERVE un minimo di coercizione per contenere un bambino più "invadente" di quanto la sua età gli consenta, quel minimo di coercizione DEVE essere esercitato, per il bene del bimbo e della collettività.
Se a casa dico a mia figlia di fare/non fare qualcosa e lei mi risponde con un pernacchio si becca una sberla.
Se a scuola il prof dice a mia figlia di fare/non fare qualcosa e lei gli risponde con un pernacchio, dopo che la cosa mi è stata riferita di sberle ne prende due, una per conto del prof e una per conto mio. Se la cosa si ripete il prof è autorizzato a somministrare la sua parte in prima persona, ferma restando la successiva a casa.
In altre parole, il famoso recinto da cui non si deve uscire deve essere presidiato a casa come a scuola. E se ogni volta che un prof esercita la sua autorità per farlo rispettare si becca una denuncia, sono convinto che il primo a rimetterci sarà proprio il bambino.
 
PanDemonio ha scritto:
ivanpg ha scritto:
reato ... :cry:
Continua ad essere vero anche il contrario: il carabiniere che accerta un'infrazione e invece di multarti ti conciona commette a sua volta un reato, quello di omissione in atti di ufficio, mentre trovo ASSAI più "paterno" da parte di un insegnante riprendere, anche in maniera non proprio ortodossa, un bambino che ne ha bisogno, piuttosto che limitarsi a spiegare la lezione e appioppare sospensioni a raffica (che farebbero perdere l'anno) o peggio demandare il tutto ai servizi sociali (che non si limiteranno a comminare una multa pecuniaria).
Vabbè se "ragioniamo" in questi termini.
La prossima volta che i CC ti fermano e NON ti multano DENUNCIALI ...
 
a_gricolo ha scritto:
jaccos ha scritto:
La tua posizione è assolutamente condivisibile, eccetto per un punto in cui si contraddice.
Come giustamente dici, un bambino di otto anni non è ne pirla ne decerebrato. Capisce TUTTO. Ma lo capisce con l'esperienza di un bambino di otto anni alle spalle, non è un adulto fatto e finito e la sua compresnione del mondo è estremamente limitata e pertanto influenzabile.
Certo, ha comportamenti per cui, come dici, è in grado di capire subito se l'adulto con cui si rapporta è un "capo" o no e di sfruttarne a suo favore tutte le "debolezze", ma sono comportamenti innati che l'evoluzione gli mette a disposizione per sopravvivere. Per il resto, è metà indole e metà creta nelle mani di chi lo educa.
Se per educarlo gli si danno scoppellotti, lui farà altrettanto. Se per educarlo si usano altri metodi (senso di colpa, vergonga, imbarazzo, punizioni non corporali ma anche comprensione e disponibilità al dialogo, nelle giuste proporzioni), lui farà altrettanto.
Non pensare che tutto questo non si proietti nell'adulto. Non è scontato, ma è molto probabile, ci sono parecchi studi comportamentali infanzia/età adulta.
Sinceramente preferisco avere un figlio che poi con gli amici, in coppia, nel lavoro, sia in grado di spiegare le proprie ragioni, di cercare il dialogo, ma che in mancanza di questi non passi a metodi violenti ma sappia usare altre "armi" in maniera competente ed evoluta, "armi" perfettamente legali e socialmente accettate che gli permetteranno di "proteggersi" adeguatamente e dalle quali deve per forza di cose imparare ad averci a che fare e perchè no, difendersi.
Anche quello che dici tu è pienamente condivisibile, e non è assolutamente incompatibile con le mie posizioni. Quello che sostengo io non è la necessità di "punizioni corporali", non l'ho mai detto. La mia posizione è che SE SERVE un minimo di coercizione per contenere un bmbino più "invadente" di quanto la sua età gli consenta, quel minimo di coercizione DEVE essere esercitato, per il bene del bimbo e della collettività.
Se a casa dico a mia figlia di fare/non fare qualcosa e lei mi risponde con un pernacchio si becca una sberla.
Se a scuola il prof dice a mia figlia di fare/non fare qualcosa e lei gli risponde con un pernacchio, dopo che la cosa mi è stata riferita di sberle ne prende due, una per conto del prof e una per conto mio. Se la cosa si ripete il prof è autorizzato a somministrare la sua parte in prima persona, ferma restando la successiva a casa.
In altre parole, il famoso recinto da cui non si deve uscire deve essere presidiato a casa come a scuola. E se ogni volta che un prof esercita la sua autorità per farlo rispettare si becca una denuncia, sono convinto che il primo a rimetterci sarà proprio il bambino.
Questa è la differenza.
Per me un professore non si dovrebbe MAI permettere di fare come dici, nemmeno se fossi tu a chiederlo.
Ha un ruolo educativo che prescinde i metodi "personalizzati". Ha degli strumenti efficaci a disposizione e sta a lui saperli usare.

Ripeto, ci sono molti studi a riguardo e sono cose viste e riviste... per quel poco che posso dire del mio "occhiometro" è che effettivamente se guardo quali amici sono maneschi (non dico violenti ma di quelli a cui piace tirare qualche pugnetto, qualche pizzicotto, qualche spintone, anche agli amici, anche per scherzo, parlo di quand'erano bambini ma molti pure adesso), bhè, in buona parte sono figli di genitori molto autoritari... e di questi spesso da bambini li ho visti prenderle per qualche marachella...
Tra questi ci butto dentro pure le morose manesche, quelle che "per scherzo", quelle che "ma che vuoi che sia, era solo un pugnetto giocoso", intanto ti lasciano i lividi. Quelle, senza "buona parte" ma al 100%, avendo potuto toccare con mano l'ambiente famigliare, sono sempre uscite da famiglie autoritarie e prodighe di "scoppellotti"...
 
jaccos ha scritto:
Questa è la differenza.
Per me un professore non si dovrebbe MAI permettere di fare come dici, nemmeno se fossi tu a chiederlo.
Ha un ruolo educativo che prescinde i metodi "personalizzati". Ha degli strumenti efficaci a disposizione e sta a lui saperli usare.

Gli strumenti "efficaci" in mano all'educatore in mancanza del gioco di sponda con la famiglia sono efficaci quanto l'omeopatia: ti fa guarire se non sei malato. Se serve una certa autoritarietà bisogna lasciargliela, nei limiti del lecito e sempre con il presupposto del dialogo.
 
quoto quanto dite jaccos ed agri, avete ragione tutti e due.....non è facile essere autorevoli con bimbi-ragazzi, anzi secondo me è la cosa più difficile in assoluto....è di sicuro più facile fare gli autoritari, è la strada più breve per gli abusi....qui c'è molto da riflettere :?
 
LUISELLA1972 ha scritto:
quoto quanto dite jaccos ed agri, avete ragione tutti e due.....non è facile essere autorevoli con bimbi-ragazzi, anzi secondo me è la cosa più difficile in assoluto....è di sicuro più facile fare gli autoritari, è la strada più breve per gli abusi....qui c'è molto da riflettere :?

Da buona principessa del Forum hai colto in pieno: apposta ho detto che "se serve una certa autoritarietà" bisogna lasciargliela. Perchè vuol dire che manca l'autorevolezza, che come dici tu è tutt'altra cosa. Purtroppo l'insegnante, anche se autorevole, non sempre riesce a supplire alla mancanza della figura autorevole primaria, che è quella del genitore.
 
a_gricolo ha scritto:
jaccos ha scritto:
Questa è la differenza.
Per me un professore non si dovrebbe MAI permettere di fare come dici, nemmeno se fossi tu a chiederlo.
Ha un ruolo educativo che prescinde i metodi "personalizzati". Ha degli strumenti efficaci a disposizione e sta a lui saperli usare.

Gli strumenti "efficaci" in mano all'educatore in mancanza del gioco di sponda con la famiglia sono efficaci quanto l'omeopatia: ti fa guarire se non sei malato. Se serve una certa autoritarietà bisogna lasciargliela, nei limiti del lecito e sempre con il presupposto del dialogo.
Come dicevo più indietro, non sono d'accordo.
Se un insegnante non riesce a tenere in riga un bambino senza usare violenza, o è lui il problema, o è una situazione famigliare talmente compromessa da richiedere l'intervento dei servizi sociali.
Non è una sciocchezza, significa che l'unico metodo per gestire quel bambino sono le botte... l'assitente sociale DEVE intervenire.
Altrimenti torniamo all'incompetenza dell'insegnante...
 
LUISELLA1972 ha scritto:
quoto quanto dite jaccos ed agri, avete ragione tutti e due.....non è facile essere autorevoli con bimbi-ragazzi, anzi secondo me è la cosa più difficile in assoluto....è di sicuro più facile fare gli autoritari, è la strada più breve per gli abusi....qui c'è molto da riflettere :?
Poi c'è chi si lamenta che maestri e professori non fanno un tubo... :evil:
L'insegnamento è un'attività estremamente difficile, che richiede moltissima preparazione e professionalità per essere efficace.
NON è alla portata di tutti...
 
jaccos ha scritto:
.
Se un insegnante non riesce a tenere in riga un bambino senza usare violenza, o è lui il problema, o è una situazione famigliare talmente compromessa da richiedere l'intervento dei servizi sociali.

Tornando per un momento allo specifico del 3d: ma siamo sicuri che un'insaponata sulla bocca di un bambino maleducato sia una "violenza"? In fondo è un gesto poco più che simbolico, mica lo hanno gonfiato come una cornamusa.....
 
a_gricolo ha scritto:
jaccos ha scritto:
.
Se un insegnante non riesce a tenere in riga un bambino senza usare violenza, o è lui il problema, o è una situazione famigliare talmente compromessa da richiedere l'intervento dei servizi sociali.

Tornando per un momento allo specifico del 3d: ma siamo sicuri che un'insaponata sulla bocca di un bambino maleducato sia una "violenza"? In fondo è un gesto poco più che simbolico, mica lo hanno gonfiato come una cornamusa.....
Ok, chiamiamola in maniera più precisa: coercizione fisica.
La maestra usa la sua forza fisica come mezzo di risoluzione di un conflitto. Il problema è che la maestra agli occhi del bambino è l'autorità e in senso più ampio l'esempio del "giusto", o perlomeno ciò che più vi si avvicina.
Spesso i bambini sottoposti al "trattamento" sviluppano una spiccata vendicatività ed una difficile gestione della rabbia, reprimono i loro impulsi ma non li gestiscono. Oltre a ciò tendono ad usare più facilmente le mani, non solo nell'ambito dei conflitti ma anche del gioco. Ovviamente tutto questo a livelli più o meno intensi, non v'è nulla di matematico.
Nel migliore dei casi questa aggressività repressa si manifesta subito e si riesce a prenderla in tempo, nel peggiore esplode da adulti.
Il più delle volte porta , una volta cresciuti, a difficoltà di gestione dei conflitti e ad una spiccata tendenza al dialogo nei suoi opposti(aggressivo/passivo) piuttosto che assertivo o comunque empatico.

Vabbè, tutta sta pappardella per dire che la repressione fisica è uno strumento indubbiamente efficace, ma un'arma a doppio taglio nel lungo periodo.
Sia chiaro, nulla di assoluto in tutto questo, vi sono bambini picchiati ed equilibratissimi come bambini mai sfiorati manco con un fiore ma pieni di problemi. Diciamo che è una sorta di "fattore di rischio"...
 
a_gricolo ha scritto:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/02/24/visualizza_new.html_1583843823.html

...così maltrattato e vituperato...

Sono daccordo con la punizione, ma bastava simbolicamente l'acqua per lavare la bocca, il sapone non centra un xxxxx fra l'altro se ingerito è sgradevole. Chi di voi si lava i denti col sapone?
 
TestaoCroce ha scritto:
a_gricolo ha scritto:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/02/24/visualizza_new.html_1583843823.html

...così maltrattato e vituperato...

Sono daccordo con la punizione, ma bastava simbolicamente l'acqua per lavare la bocca, il sapone non centra un xxxxx fra l'altro se ingerito è sgradevole. Chi di voi si lava i denti col sapone?

Leggendo la notizia su un altro sito (non ricordo quale, onestamente), il lavaggio con sapone è stato simbolico, avvenuto all'esterno della bocca. RIcordo la mia maestra negli anni'70 che ci minacciava che l'avrebbe fatto in caso di turpiloquio (all'epoca la bestemmia non era nemmeno lontanamente contemplata, in quanto reato penale).
Tanto rumor per nulla :rolleyes:

Oltretutto, è da notare che i genitori in questione non hanno tempo e risorse per far addivenire a miti consigli il loro pargolo, ma ne hanno a sufficienza per contattare i giornali e i principali media per dare ampio risalto alla notizia.
Questione di priorità :?
 
stefano_68 ha scritto:
TestaoCroce ha scritto:
a_gricolo ha scritto:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/02/24/visualizza_new.html_1583843823.html

...così maltrattato e vituperato...

Sono daccordo con la punizione, ma bastava simbolicamente l'acqua per lavare la bocca, il sapone non centra un xxxxx fra l'altro se ingerito è sgradevole. Chi di voi si lava i denti col sapone?

Leggendo la notizia su un altro sito (non ricordo quale, onestamente), il lavaggio con sapone è stato + che altro simbolico, avvenuto all'esterno della bocca.
Tanto rumor per nulla :rolleyes:
Era quel che si diceva dal principio.
Ma come ho detto ad agricolo, il problema non è il dolore fisico di un ceffone o lo schifo del sapone in bocca...
 
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