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Poesia

Dalle Colline si vede il mare Romagnolo e Marchigiano.
Le Colline sono piene di profumi in questo periodo.
Ci sono anche tanti movimenti franosi,
retaggio delle ultime violente piogge.
Speriamo che il Sole mantenga il suo benefico calore su queste terre di San Marino e Montefeltro.
 
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La casa dei doganieri
di E. Montale

Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t'attende dalla sera
in cui v'entrò lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostò irrequieto.

Libeccio sferza da anni le vecchie mura
e il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all'avventura
e il calcolo dei dadi più non torna.

Tu non ricordi; altro tempo frastorna
la tua memoria; un filo s'addipana.

Ne tengo ancora un capo; ma s'allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietà.
Ne tengo un capo; ma tu resti sola
né qui respiri nell'oscurità.
Oh l'orizzonte in fuga, dove s'accende
rara la luce della petroliera!
Il varco è qui? (Ripullula il frangente
ancora sulla balza che scoscende...)
Tu non ricordi la casa di questa mia sera.
Ed io non so chi va e chi resta.

mmmmmmmmmmmmmm

Prima o poi , gira e rigira
si torna sempre a Montale,
ai suoi dubbi esistenziali
e ai suoi non siamo
e non vogliamo uniche
affermazioni contemporanee
 
A' poeti
In superbia il valor, la santitate
passò in ipocrisia, le gentilezze
in cerimonie, e 'l senno in sottigliezze,
l'amor in zelo, e 'n liscio la beltate,
mercé vostra, poeti, che cantate
finti eroi, infami ardor, bugie e sciocchezze,
non le virtù, gli arcani e le grandezze
di Dio, come facea la prisca etate.
Son più stupende di natura l'opre
che 'l finger vostro, e più dolci a cantarsi,
onde ogni inganno e verità si scuopre.
Quella favola sol dèe approvarsi,
che di menzogne l'istoria non cuopre
e fa le genti contra i vizi armarsi.

Tommaso Campanella

cccccccccccccccccccccccccccccccccccccccc

Già nel '600 ,la casta degli scrittori,
pur mancando i premi strega e
nonnini vari,non rendeva buon
servizio alla poesia e cantava
finti eroi ,infami ardor ,bugie e
sciocchezze...non le virtù ,
gli arcani e le grandezze.
Niente di nuovo sotto il sole.
 
Non c'è mai giornata abbastanza lunga quando sei in relax e riposi,
facendo tutto ciò che non puoi durante le altre giornate della settimana.

Meriggiare pallido e assorto

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d?orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch?ora si rompono ed ora s?intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com?è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
 
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Venerdì 18 Giugno, José Saramago è spirato alle 12,30 nella sua casa di Lanzarote, all?età di 87 anni, a seguito di un cedimento multiplo degli organi, dopo una lunga malattia.

Lo scrittore è morto con al suo fianco la famiglia, andandosene in modo sereno e tranquillo.

Fondazione José Saramago
18 Giugno 2010

José de Sousa Saramago ? pron. &#658;u&#712;z&#603; s&#592;&#638;&#592;&#712;ma&#609;u ? (Azinhaga, 16 novembre 1922 ? Tías, 18 giugno 2010) è stato uno scrittore, poeta e critico letterario portoghese, premio Nobel per la letteratura nel 1998

Uno dei tratti che più caratterizzano le opere di Saramago è il narrare eventi da prospettive piuttosto insolite e controverse, cercando di mettere in luce il fattore umano dietro l'evento. Sotto molti aspetti, alcune sue opere potrebbero essere definite allegoriche.

Saramago tende a scrivere frasi molto lunghe, usando la punteggiatura in un modo anticonvenzionale. Ad esempio, non usa le virgolette per delimitare i dialoghi, non segna le domande col punto interrogativo; i periodi possono essere lunghi anche più di una pagina e interrotti solo da virgole dove la maggior parte degli scrittori userebbe dei punti.

Molte delle sue opere, come Cecità, Saggio sulla lucidità e Le intermittenze della morte iniziano con un avvenimento inaspettato, surreale o impossibile, che si verifica in un luogo imprecisato. Non ci si deve domandare come sia potuto accadere: è successo, punto e basta. Da questo avvenimento scaturisce poi una storia complessa, occasione per studiare le mille forme del comportamento e del pensiero umano. I protagonisti (spesso senza nomi propri) devono cercare con le loro sole forze di uscire dalla situazione che si è venuta a creare.

È frequente l'uso dell'ironia: ai personaggi non vengono risparmiate critiche per i loro comportamenti, spesso discutibili, ma profondamente umani. Non ci sono eroi, ma semplicemente uomini, con i loro pregi ed i loro difetti. Ed in effetti non manca la pietà e la compassione dello scrittore per essi, piccoli rappresentanti del genere umano.
 
Traccio un solco per terra, in riva al mare:
e la marea subito lo spiana.
Così è la poesia. La stessa sorte
tocca alla sabbia e tocca alla poesia
al via vai della marea, al vien-vieni della morte.
-- José Saramago

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San Martino del Carso
Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916

Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

E' il mio cuore
il paese più straziato

Giuseppe Ungaretti

uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu

Molto credibile
il vecchio Ungaretti
come antimilitarista
anche perchè
s'è fatto la
grande guerra
Come i milioni
di giovani europei
di cui nulla è rimasto
 
Può il nulla eternare se stesso se non esiste ricordo?
Solo l'amore veicola ricordi.
Perchè solo l'amore è pulsione di vita.
Solo l'amore è infinito.
Perchè la morte è finita nel suo nulla.
Solo l'amore eterna il ricordo delle persone.
 
Lamento del tabaccaio

Stammi a sentire, da bambino ero un paggio.
Tu non mi credi? Ero buono e cortese.
Schiudi le orecchie, da bambino ero saggio,
credevo in Dio, amavo il mio Paese.
Guardami in faccia: ero serio e gentile.
Rispettavo le piante, i gatti. Ero vile.

Da vecchio, sarò l'onta del quartiere.
Da vecchio, tutte le voglio vedere.
Da vecchio, solo le puttane e il bere.

Perché mi guardi? Da bambino ero bravo.
Mi devi credere, ero savio e ubbidiente.
Da bambino, perdio, mi ti mangiavo
nello studio. Da bambino ero prudente.
Tu ridi, stronzo? Ero ben pettinato,
rispettavo le aiuole, i cani. Ero ordinato.

Da vecchio, sarò l'onta del quartiere.
Da vecchio, solo le puttane e il bere.
Da vecchio, darò via pure il sedere.


Ennio Flaiano
 
Me l?avevano detto

M?è scappata
la moglie.
M?è sgusciata
dal letto al primo scuro ...
Eppure
me l?avevano detto
di metterla
dalla parte del muro


Marcello Marchesi
 
Di Nizar Qabbani, poeta siriano che viene ritenuto uno tra i piu' raffinati esponenti della poesia araba contemporanea :
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O Signore, il mio cuore non mi basta piu',

quella che io amo e' grande quanto il mondo:

mettimene nel petto un altro

che sia grande quanto il mondo.

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Continui a chiedermi la data della mia nascita

prendi nota dunque

cio' che tu non sai,

la data del tuo amore:

quella e' per me la data della mia nascita.
 
Di poeti anomini Tuareg:
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Amore mio,

credevo un tempo di non amarti,

quando sono venuti a dirmi che eri morto laggiu'.

Sono salita sulla collina

dove sara' la mia tomba,

ho ammassato delle pietre,

vi ho sepolto il mio cuore.

In un alito di vento

sento il tuo respiro

ed esso accende in me

un nostalgico desiderio.
 
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