angelo0 ha scritto:
..questa é la via di logica,che si puo effettuare solo se lo stato ti mette in condizioni di farlo.
Purtroppo gli aiuti si vedono in forme di verse in tutti gli stati del mondo
per esempio :come sarebbe in Francia in via di masima é come in Germania che vencono degredati sotto forma di prestito che deve essere restituito,che alla fine in altre forme viene accantonato trovando sempre una via di uscita
in Italia si scopre sempre tutto perché siamo specialisti del bla bla bla ma, in altri stati ci si dimentica di tutto appena le cose vanno un pochettino meglio.
spero fine OT
che non ci credo! ormai si va avanti cosi......
Vero. Molti modellini elettrici o a idrogeno visti nei saloni sono solo un modo per giustificare gli incentivi statali ricevuti in barba alle norme europee. Negli ultimissimi anni FIAT è stata una di quelle meno aiutate in verità (e difatti auto elettriche non ne ha tirate fuori nè comprate dalla Mitsubishi

). Prima che lo dica qualcun altro lo dico io: ha approfittato degli incentivi sulle auto a gas, e molto bene pure col 1,4 turbo.
Ovviamente sostenere l'azienda nazionale è una manovra che in determinati casi va fatta, che sia per non rimanere indietro in determinati settori o per reggere il colpo di una crisi o di una concorrenza estera particolarmente agguerrita. Va fatto, però, con moderazione e con minor spirito politico.
Mantenere uno stabilimento in mezzo al nulla significa solo spendere soldi con scarso sguardo sul lungo periodo, accettare la delocalizzazione neanche è saggio. Costruire infrastrutture è un buon investimento, come finanziare dei costi per migliorare la qualità del lavoro. I corsi di perfezionamento dovrebbero pagarli le aziende, se lo stato li sostiene può servire a porre un vincolo sullo stabilimento sul suolo locale.