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parcheggio bici a milano...

Allora, vediamo di chiarire un po' meglio la faccenda del "mezzo pericoloso".
In tutti i corsi base sulla sicurezza, la prima cosa che viene insegnata sono i concetti fondamentali di danno, pericolo e rischio. Le definizioni più comuni sono le seguenti:

Il pericolo è una condizione o un oggetto con la capacità intrinseca di causare un danno, mentre il rischio è la probabilità che questo pericolo si manifesti causando un danno. Il danno è invece la conseguenza negativa e concreta che deriva dal verificarsi dell'evento dannoso.

Più in dettaglio:
Pericolo
  • Definizione:
    È una proprietà o caratteristica intrinseca di una sostanza, un oggetto, un agente o una situazione che ha il potenziale di causare danno.

  • Natura:
    È un concetto potenziale, una fonte di danno che esiste ma non implica necessariamente che l'evento si verifichi.

    • Esempi:
      Una superficie scivolosa è un pericolo, un fungo velenoso nel bosco è un pericolo, un'automobile che passa è un pericolo.
Rischio
    • Definizione:
      È la probabilità che un pericolo si concretizzi, causando un danno, e la gravità potenziale di quel danno.
    • Natura:
      È la valutazione del "quanto" è probabile che un pericolo causi un danno e di quanto grave sarebbe il danno.
    • Esempi:
      La probabilità di cadere e farsi male su una superficie scivolosa è il rischio. L'azione di attraversare la strada senza attenzione quando un'automobile sta passando rappresenta il rischio.
Danno
    • Definizione: È la conseguenza negativa e l'effetto reale che deriva dalla concretizzazione di un pericolo, chiudendo il circuito del rischio.
    • Natura: È l'evento negativo che si è verificato, con varie gradazioni di gravità.
    • Esempi: Una lesione, una malattia, un danno a oggetti o all'ambiente.

Per la gestione del rischio si mettono in atto misure di prevenzione e/o protezione: le prime servono a contenere la probabilità del verificarsi del danno, le seconde a ridurne le conseguenze una volta che il danno si sia verificato.

La prima considerazione da fare è che il concetto di "pericolo" è di natura esclusivamente potenziale, finchè non vi è interazione con il soggetto non si verifica alcun danno. A sua volta, questo può assumere diversa entità (gravità) a seconda delle situazioni con cui si verifica l'interazione, e la probabilità e gravità del verificarsi del danno è espressa dal rischio.
In altre parole, dire che "la bicicletta è un pericolo" è semplicemente un'osservazione della realtà, in quanto si tratta di un oggetto che possiede il potenziale per creare un danno ad altre entità che vi interagiscano (finchè la bici sta sul cavalletto o appoggiata al muro, non può provocare alcun danno, ma rimane comunque un "pericolo" in quanto ne possiede la capacità potenziale).
Una volta che la bicicletta viene usata da una persona, aumentano le probabilità che da questa interazione possa verificarsi un danno, la cui gravità dipende dalle circostanze in cui questo si verifica: ecco che entra in gioco il rischio, che ovviamente è maggiore in proporzione alla frequenza delle interazioni con altri utenti. In pratica, a parità di pericolo, il rischio di farsi male aumenta se si percorre una strada statale rispetto a una strada di campagna o rispetto a una pista ciclabile.
In questo contesto si possono individuare sia misure di prevenzione (evitare strade trafficate, guidare con prudenza e attenzione, tenere sempre le mani sul manubrio, usare il giubbetto rifrangente...), che di protezione (caschetto, ginocchiere...). Ma come sempre, meglio prevenire....
non sono d'accordo agri,
tu fai un interpretazione delle definizioni che non è oggettiva.

Tralasciando la gravità intesa come forza, un auto o comunque un mezzo a motore ha un potenziale di pericolo nettamente superiore, tanto è vero che viene richiesta la patente per usarla.
Non c'è proprio paragone tra le due situazioni, in bici al massimo cadi dal sellino, in auto puoi andare a velocità considerevoli ed essere un pericolo per te o per gli altri.
 
In auto puoi fare più male agli altri,in bici puoi subire danni più seri anche in caso di urto a velocità che per un'auto sarebbero considerate moderate.
Su un'auto moderna anche in caso di impatto contro un muro a 50 km orari gli occupanti riportano conseguenze lievi per fortuna grazie a cinture,airbag e alla carrozzeria che assorbe la maggior parte dell'energia cinetica dopo l'impatto.
In bici purtroppo basta molto meno per farsi male seriamente.
Tra l'altro non capisco come mai il casco non sia obbligatorio,o magari lo è ma non lo mette nessuno.
Alla fine ha un costo abbastanza contenuto e fornisce un po' di protezione.
 
Era una tua risposta a CitWeb, perchè ne parli con me?
Perché te porti avanti una polemica simile sulla bici ( direi voi portate avanti questa polemica, ma non voglio generalizzare come fanno altri).
Il papello da ChatGPT su rischio danno e pericolo lo puoi trasporre pure sulle 4 ruote. Un tir che perde il controllo è un pericolo per l’auto ( Cessalto insegna).
Vuoi il rischio zero?non esiste.
Ultima postilla:
L'azione di attraversare la strada senza attenzione quando un'automobile sta passando rappresenta il rischio.
Di ritorna al punto di partenza. In presenza di strisce pedonali è l’automobilista a dover aver cura di adeguare la guida ai potenziali pedoni che attraversano, non viceversa. Ma a causa della scarsa attenzione dell’automobilista medio italiano, il mondo si rovescia.
 
In auto puoi fare più male agli altri,in bici puoi subire danni più seri anche in caso di urto a velocità che per un'auto sarebbero considerate moderate.
Su un'auto moderna anche in caso di impatto contro un muro a 50 km orari gli occupanti riportano conseguenze lievi per fortuna grazie a cinture,airbag e alla carrozzeria che assorbe la maggior parte dell'energia cinetica dopo l'impatto.
In bici purtroppo basta molto meno per farsi male seriamente.
Tra l'altro non capisco come mai il casco non sia obbligatorio,o magari lo è ma non lo mette nessuno.
Alla fine ha un costo abbastanza contenuto e fornisce un po' di protezione.
Non devi guardare solo le velocità ma le masse in gioco. Una bicicletta i 50 km/h ( e pure i 40) li vede solo il ciclista professionista su bici da corsa. Hai proprio un idea bislacca delle bici che fanno curve e cadono a 30 km/h pure sulla graziella del bisnonno.
 
Si ritorna all'esempio che ho fatto io parlando con serbarry.
Visto che il codice della strada dice che chi ha il verde ha la precedenza e chi ha il rosso si deve fermare significa che noi automobilisti non dobbiamo prestare attenzione quando impegnamo un incrocio visto che abbiamo il verde?
Oppure dobbiamo comunque prestare attenzione anche se abbiamo la precedenza?
Per me la seconda.
 
Non devi guardare solo le velocità ma le masse in gioco. Una bicicletta i 50 km/h ( e pure i 40) li vede solo il ciclista professionista su bici da corsa. Hai proprio un idea bislacca delle bici che fanno curve e cadono a 30 km/h pure sulla graziella del bisnonno.

Ho scritto un impatto a 50 km orari riferito a un'auto.
E poi ho aggiunto che in bici invece basta molto meno,inteso come una velocità molto inferiore,per farsi male.
Non sono io che ho idee bislacche sei tu che leggi probabilmente di fretta perché non vedi l'ora di polemizzare.
 
Ho scritto un impatto a 50 km orari riferito a un'auto.
E poi ho aggiunto che in bici invece basta molto meno,inteso come una velocità molto inferiore,per farsi male.
Non sono io che ho idee bislacche sei tu che leggi probabilmente di fretta perché non vedi l'ora di polemizzare.
mah, chi ha portato avanti una posizione originale su chi debba prestare attenzione, su come si debba attraversare la strada non sono io. Probabilmente a Novara e provincia il cds è differente.
 
Il papello da ChatGPT su rischio danno e pericolo
Non ci crederai, ma per il "papello" ho usato la AI overview di Google solo per la struttura, il contenuto l'ho rielaborato personalmente (prova a rifarlo, la risposta non cita nemmeno le biciclette, ma porta come esempio un carrellista che guida un muletto...).
Ovvio che si può trasporre il tutto alle quattro ruote, e pure alle 18, nonchè alle ali e alle eliche, perchè sono concetti di carattere generale e soprattutto perfettamente relativi e scalabili.... ma come dice qualcuno, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
 
non sono d'accordo agri,
tu fai un interpretazione delle definizioni che non è oggettiva.

Tralasciando la gravità intesa come forza, un auto o comunque un mezzo a motore ha un potenziale di pericolo nettamente superiore, tanto è vero che viene richiesta la patente per usarla.
Non c'è proprio paragone tra le due situazioni, in bici al massimo cadi dal sellino, in auto puoi andare a velocità considerevoli ed essere un pericolo per te o per gli altri.
No, la definizione è assolutamente oggettiva, ed è appunto quella dei testi di legge in materia di sicurezza. I concetti di pericolo e danno non sono assoluti, sono relativi alle entità che interagiscono (è evidente che l'entità dell'eventuale danno dipende dalle forze e masse coinvolte: se un ciclista sbatte contro un pedone può ammazzarlo e non farsi niente, se va addosso a un muro si ammazza lui, mi sembra superfluo precisarlo).
 
Si ritorna all'esempio che ho fatto io parlando con serbarry.
Visto che il codice della strada dice che chi ha il verde ha la precedenza e chi ha il rosso si deve fermare significa che noi automobilisti non dobbiamo prestare attenzione quando impegnamo un incrocio visto che abbiamo il verde?
Oppure dobbiamo comunque prestare attenzione anche se abbiamo la precedenza?
Per me la seconda.
Certo che devi prestare attenzione, ma non freni come se ci fosse un ostacolo o un incrocio senza semaforo. Allo stesso modo un pedone sulle strisce non dovrebbe aspettare che le auto sfilino e passare nei buchi e se decide di attraversare obbligando le auto ad inchiodare, ha ragione lui se viene investito. Mentre nel tuo ragionamento in base al mondo alla rovescia che è la realtà italiana, il pedone è kamikaze e sbaglia. Per me rischia ma non sbaglia.
 
In presenza di strisce pedonali è l’automobilista a dover aver cura di adeguare la guida ai potenziali pedoni che attraversano, non viceversa. Ma a causa della scarsa attenzione dell’automobilista medio italiano, il mondo si rovescia.
Ripeto: io tutta questa smania degli automobilisti di arrotare i pedoni sulle strisce non la vedo, sarà un'isola felice....
 
Ripeto: io tutta questa smania degli automobilisti di arrotare i pedoni sulle strisce non la vedo, sarà un'isola felice....
No, ma non è questo il punto: il punto è che si fermano solo se il pedone è già in mezzo alla strada e quando non riescono a fermarsi lo arrotano. Nessuno si ferma vedendo il pedone in attesa di attraversare sulle strisce ed è questa la differenza con altri paesi.
 
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