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olio motore al supermercato

Allora sul Olio...sopratutto quelli meccanici per automobili c'è sempre molte discussioni per il prezzo la qualità e lo smaltimento.
su Amazon o altri tipi di e-commerce ho trovato venditori con ottimi prodotti e prezzi molto buoni ed altri con possibili frodi. noi vendiamo oli in tutta italia e non trattiamo solo oli e prodotti per la cura dell'auto!!
Le accise sono di circa 1€ al Litro.
mentre lo smaltimento essendo privati potete benissimo in modo GRATUITO smaltirlo dentro le ecostazioni!
Vi lascio la mia E-mail per qualsiasi richiesta non esitate a scrivermi
daniel.siragusa@hotmail.it

(un olio buono costa circa 13-14 € al litro poi appunto dipende sempre dal tipo di macchina o altro macchinario.)
 
Che ne dite di questo articolo ? un po lungo ma merita .Volevo mettere solo il Link ma è PDF non so come si fa.
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Anno II - n° 12
Marzo 2007
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Giorgio Rinaldi
RIGENERAZIONE: NON È TUTTO OLIO QUELLO
CHE LUCCICA…
di Nedo Biancani
L'olio lubrificante usato serve a produrre nuovo olio
lubrificante minerale rigenerato di ottima qualità.
Da un chilo e mezzo di olio esausto si ottiene un
chilo di ottima base lubrificante, il che costituisce
una importante risorsa di contenimento delle
importazioni di idrocarburi.
Da una punto di vista ecologico, la rigenerazione
degli oli usati fornisce un contributo estremamente positivo: alleggerisce il
peso ambientale della produzione di lubrificanti di prima raffinazione e,
assicurando una raccolta appropriata degli oli usati rispetto
all’incenerimento, che favorisce la miscela indiscriminata di rifiuti,
rappresenta l’opzione di recupero più vantaggiosa. Altri benefici
ambientali sono costituiti dal fatto che i moderni prodotti rigenerati
soddisfano le esigenze delle case automobilistiche, che necessitano di
prodotti di alta qualità a basso tenore di zolfo, aromatici e fosforo, al fine
di ottemperare al Protocollo di Kyoto. La rigenerazione degli oli usati
genera quindi una significativa riduzione nell’impatto ambientale rispetto
alla produzione di lubrificanti di prima raffinazione, in particolare in
relazione all’impoverimento della risorsa fossile e al rischio cancerogeno.
Gli oli usati sono infatti classificati come “Rifiuto pericoloso”, e sono
considerati cancerogeni, in quanto possono produrre il cancro della pelle
per la presenza dei polinucleari aromatici. Inoltre, con l’evoluzione verso
un uso crescente dei composti sintetici nei lubrificanti, l’impatto
ambientale tende a diminuire sempre più quando gli oli usati sono
rigenerati.
Ma non è tutto oro – olio, verrebbe da dire nel nostro caso – ciò che
luccica.
Nella produzione di oli nuovi i composti aromatici vengono estratti
mediante l’impiego di solventi (Furfurolo o Dimetilperidone). Il successivo
trattamento di idrogenazione completa la saturazione e l’eliminazione
delle molecole ancora presenti di polinucleari aromatici, riportandoli ai
valori previsti dalla delibera del
Comitato di ISPRA della Comunità
Europea.
Nel normale l’uso degli oli lubrificanti
nei motori a scoppio o a ciclo diesel, i
polinucleari aromatici (che
comprendono tutta una serie di
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composti cancerogeni, dal Benzoalfapirene all’Antracene), si formano in
quantità elevatissima. Nel processo di rigenerazione degli oli esausti,
questi pericolosi composti chimici possono essere eliminati solo con
trattamenti al solvente o mediante processo di idrogenazione. Questi
processi conferiscono all’olio rigenerato caratteristiche di ecotossicità e
ecocompatibilità che test analitici eseguiti da Istituti scientifici
internazionali hanno dimostrato essere del tutto uguali a quelle degli oli
vergini. I processi vecchi e ormai tecnologicamente obsoleti (che
prevedono trattamenti alla terra, acido, idrossido di potassio o altre
sostanze chimiche) non eliminano invece i polinucleari aromatici, e
pertanto l’olio ottenuto con questi sistemi deve considerarsi cancerogeno
e deve essere opportunamente etichettato con i simboli di pericolosità
previsti per legge.
In Italia, la situazione della rigenerazione degli oli è la seguente: solo
un’Azienda, presente con i suoi impianti nel Nord e Centro Italia, dispone
di impianti di idrofinissaggio. Tutte le altre Aziende concorrenti,
nonostante i successivi interventi di ristrutturazione eseguiti presso alcuni
di questi impianti, operano ancora con l’impiego di vecchie tecnologie,
eseguendo trattamenti di deasfaltazione seguiti da trattamenti
acido/terra o idrossido di potassio.
Se risulta difficile – ma, nonostante tutto, pur sempre auspicabile –
ristrutturare i processi produttivi di impianti industriali già esistenti e
autorizzati all’esercizio, risulta però inconcepibile e contrario ad ogni
logica consentire che un impianto di rigenerazione di nuova realizzazione
venga ancora realizzato con tecnologie antiquate che, per quanto
migliorate nel tempo, hanno pur sempre quarant’anni di vita; anni nei
quali il progresso tecnologico e la conoscenza sulle conseguenze
ambientali e sulla salute dell’uomo delle sostanze chimiche introdotte
nell’ambiente hanno fatto passi da gigante. È inammissibile che, in
presenza di tecnologie migliori da un punto di vista ambientale, venga
ancora permesso ad alcuni di utilizzare tecnologie obsolete e inquinanti,
basate su trattamenti chimici che a loro volta generano altri rifiuti
pericolosi e difficili da smaltire.
Questa situazione, purtroppo già in essere per alcuni impianti di nuova
realizzazione, si sta ora ripresentando in Sardegna. Nella zona industriale
di Porto Torres sarà quasi completamente ricostruito un impianto di
rigenerazione oli cha ha subito quattro anni di fermata, un sequestro
giudiziario ed uno stato di degrado e abbandono tali da suscitare le
reazioni sdegnate della Commissione Bicamerale d’Indagine sul Ciclo dei
Rifiuti.
A questo impianto, come ad altri in via di realizzazione, non dovrebbe
essere consentito di impiegare tecnologie ormai superate e inquinanti.
Come dovrebbe risultare chiaro a tutti gli operatori che attualmente
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impiegano queste vecchie tecnologie che i loro prodotti devono essere
etichettati come cancerogeni e contrassegnati dal teschio con le tibie
incrociate, che contraddistingue le sostanze pericolose, specificandone la
pericolosità nelle norme d’uso. Se nel settore degli oli rigenerati venissero
rispettate le norme di etichettatura dei prodotti pericolosi, le Aziende che
utilizzano tecnologie inquinanti sarebbero automaticamente fuori
mercato: come lubrificanti dei motori per autotrazione gli oli rigenerati con
tecnologie inquinanti sono scadenti e privi di tutte le necessarie
omologazioni; impiegati per usi industriali in ambienti di lavoro che
prevedono il rischio di esposizione dei lavoratori addetti, nessuna ASL ne
consentirebbe l’utilizzo.
Non dovrebbe esserci allora più spazio se non per tecnologie
d’avanguardia ed ecologicamente sicure. Nel nostro paese assistiamo
invece ad un assurdo: imprese che utilizzano processi inquinanti e
producono prodotti di qualità scadente ricevono un vantaggio competitivo,
non solo in barba alle norme antitrust, ma grazie a comportamenti della
cui correttezza si può certamente dubitare…
Gli impianti che trattano chimicamente gli oli usati andrebbero proibiti e
fermati, i loro prodotti andrebbero etichettati come pericolosi e ai cittadini
dovrebbe essere fornita un’informazione trasparente da parte del
Ministero della Sanità, dell’Istituto Superiore di Sanità, degli Enti locali e
delle Associazioni Industriali.
È chiedere troppo?
 
Allora circa il 25% di olio BASE sul mercato italiano è rigenerato...
cosa vuol dire questo che vengono usate procedure molto restrittive per creare un olio "Nuovo".
Viene fatto scaldare a circa 140° gradi attraverso Hydrofinishing e fatto passare in reattori contenenti un catalizzatore che favorisce l'eliminazione di sostanze pericolose dopo di che vengono fatte altre procedure lunghe da spiegare.
Con circa 100L di olio esausto si ricavano circa 65L di olio BASE.
Molti hanno idee contrastanti ma secondo me se le procedure vengono fatte in modo accurato e professionali consente di avere caratteristiche qualitative e performanti molto vicine a quelle di oli nuovi!!
Il problema è che se le lavorazioni vengono fatti non seguendo rigide attenzioni si rischia di comprare un olio privo di qualità e performance..
e rovinare pezzi meccanici...
 
Lo stesso Castrol comprato in concessionaria Volkswagen Audi costa 25€ litro; al supermercato (5W30 Edge FST) 11€. Comprato da me più volte!
Il problema è che se l'auto è in garanzia e devi fare il cambio dell'olio al tagliando, non accettano che tu porti direttamente lo stesso olio che loro dichiarano di mettere. Con la conclusione che tu paghi una barca di soldi, e non sei neanche sicuro che non ti abbiano messo un olio con specifiche inferiori (doppiamente fottuti)
 
Io sia con i veicoli aziendali che privati uso il mio olio che si trova anche nei benzinai o meccanici!!! non dico il nome ma è uno dei migliori...
qualche giorno fà avevo completamente finito il 10W-40 che uso per il furgone e sono andato a comprarlo dal mio benzinaio nonché amico...
Me l'ha venduto al 300% di quello che io lo vendo.... allora non credo che abbiamo scontistiche diverse....ma cazzo...come fai a lavorare così una volta che guadagni e dico tanto il 30%...c'è perchè fottere la gente così....forse io trattando per lo più il mondo aziendale e non privato è diverso...però...io mi sono sentito prendere per il culo e per lo più sentirmi dare dello scemo perchè lo vendo ad un prezzo più che onesto!
 
Daniel mi meraviglio e si che dici di essere uno nel commercio ,l'olio non si va dal benzinaio a prenderlo ,se mai solo per qualche emergenza, il benzinaio normalmente è un gestore ed ha prezzi alti imposti dalla società per cui lavora, e non può tenere altre marche di olio che non siano della società per cui lavora.
 
Ti do perfettamente ragione infatti è stato un emergenza.
Ma lui ha il benzinaio e distaccato un officina!! quindi sono due cose completamente diverse non è assolutamente tenuto a comprare oli specifici.
Mi scuso per non essermi spiegato bene!
 
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