HenryChinaski ha scritto:
..Potrei fare centinaia di esempi, data la mia età dove le auto italiane si confrontavano con il meglio del segmento e spesso piccoli difetti a parte ne uscivano vincitrici, mi appassionava molto e dava entusiasmo nella lettura.
Per me sapere che la grande industria italiana che sfidava il mondo con la sua tecnologia con le sue macchine straordinarie sebbene imperfette era una grossa emozione nonchè mi dava un senso di orgoglio nazionale.
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Cazzarola eravamo tra i più grandi costruttori di auto, la nostra scuola era tra le più rispettate
Mi sembra che tutte le nostre capacità industriali, il nostro saper fare, siano state buttate nel cesso.
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Scusa, eh, prendila solo ed esclusivamente come un'amichevole battuta, ma, a mio parere, il tuo racconto rasenta il falso storico, probabilmente a causa del fatto che col passare dei decenni, si tende a ricordare solo il bello delle cose e a cancellare dalla memoria la parte negativa di esse.
Io, che giovanissimo non sono, tutta 'sta competitività mica me la ricordo, tutte queste auto straordinarie e questa tecnologia nemmeno e, onestamente, a parte il meritato rispetto per auto come le Ferrari, alcune Alfa e per i nostri grandi stilisti automobilistici, non mi pare che all'estero si siano impegnati molto nell'emulare le auto italiane, o che le si sia considerate come modello, Golf Mk1 simil 127 a parte...
Forse ricorderò male, ma io rammento un popolo, nazionalista all'ennesima potenza, che comprava qualunque vettura gli si proponesse e propinasse, qualunque
rugginoso, perdipezzi, rumoroso veicolo recasse sulla calandra un marchio italiano, fingendo beotamente di non sapere che all'estero si costruivano mezzi migliori, comprando ciecamente, autorizzando in tal modo i dirigenti dei marchi nazionali non a migliorare il prodotto, bensì a produrre qualunque carriola d'auto, sicuri che la massa l'avrebbe acquistata senza analizzarla con la giusta dose di criticità. Peccato che questa certezza di vendere qualunque auto, unita alla tranquillità che gli aiuti statali avrebbero messo una bella pezza a colori agli errori manageriali, siano fattori che hanno distrutto i brand inazionali, brand la cui dirigenza - una volta resasi conto che gli italiani aprivano gli occhi e si guardavano attorno, e che i cordoni della borsa statale erano ormai chiusi - per forza di cose ha dovuto rincorrere la concorrenza, mantenendo un costante ritardo di almeno una generazione di autovetture.
Io che giovanissimo non sono, ricordo marchi come BMW, Audi, Ford, Opel, Renault che rasentavano il nulla più assoluto, marchi la cui offerta è ora di buon, se non di ottimo livello, marchi la cui dirigenza ha saputo evolvere e migliorare costantemente nel tempo, com'è ovvio che sia, o, almeno dovrebbe essere, e, concludo, marchi che non elemosinano auto straniere rimarchiandole (Sedici, Freemont, Thema, Flavia, Voyager e, a breve, Spider Alfa), ma che, le macchine, se le inventano e se le producono.