<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Nuovo codice della Strada: stop ai 150 km/h | Page 6 | Il Forum di Quattroruote

Nuovo codice della Strada: stop ai 150 km/h

skamorza ha scritto:
fabiologgia ha scritto:
PanzerClio ha scritto:
fabiologgia ha scritto:
Io il differenziale lo vedo come problema in caso di eventuali rallentamenti improvvisi e, soprattutto, in caso di incidenti.
Saluti
No, qui il problema non è il differenziale, qui il problema è il mancato rispetto della distanza di sicurezza! Se stai attaccato al tir che ti sta davanti o vai a 110 o a 130 rischi di appiccicartici. Ferri ha fatto la fine che si merita perché anche se avevo solo 12 anni e avevamo un alfa33 e non certo una Ferrari si vedeva benissimo che il traffico scorreva molto di meno. I 110 erano così assurdi che lo scrissero pure sui giornali che lo stesso Ferri venne beccato a superare i limiti da lui imposti (pensa che stupido che era)
Prorpio perché i 110 per la 126 e la UNO 45 erano troppi, subito dopo l'incubo Ferri, si decise inizialmente proprio per un limite differenziato per le auto sotto ai 1100 cm3, e di 130 per le auto sopra ai 1100. Ai porti navali ancora ci sono i cartelli con questi limiti per l'ingresso in Italia (vedi porto di Giulianova).
E fin qui sarei anche d'accordo. Ma da qui ad obbligare tutti ad andare a 110 ce ne passa, sarebbe assurdo. Un viaggio di 5 ore ti dura 6 ore e mezza. Ti pare poco? La maggiore stanchezza nella guida non rappresenta un pericolo?
E' inutile dire "prendi il treno"... io l'ho preso il treno da Venezia a Pescara... ci ha messo quasi 8 ore (escluso trasferimento in stazione).. ero distrutto. Molto meglio l'auto. Sono andato su e giù a Venezia e stavo come un fiore. Ma sono andato a 130 però.
Da quanto ho capito dal tuo discorso stiamo passando dal bocciare i 150 a bocciare pure i 130 per riappisolarci ai 110. Se a 130 non ti senti sicuro vai pure a 110, nessuno ti obbliga, ma non puoi "lumachizzare" un'intera nazione.

Non auspico assolutamente i 110, ci mancherebbe! A me i 130 vanno benissimo e mi andrebbe ancora meglio poterli fare davvero ovunque e sempre, cosa che invece è ben lungi dall'essere reale. Dai 110 di Ferri sono passati 22 anni nei quali è cambiato il parco auto, sono cambiate le strade (non molto e non sempre in meglio) e sono cambiati anche gli automobilisti.
I 150 però non mi convincono ancora, perchè si tratterebbe, di fatto (per come ragiona l'italiano medio), di legalizzare i 175 tachimetrici, velocità che ritengo decisamente eccessiva.
Quanto al discorso che fai sulla stanchezza non lo condivido per nulla, un viaggio di 250 o 300 km più o meno chiunque lo può fare tutto d'un fiato senza patire troppo la stanchezza, in quel viaggio (di poco meno di due ore) il limite di 150 anzichè 130 ti farebbe risparmiare esagerando, ma proprio esagerando, 10 minuti (in pura teoria si risparmia un'ora ogni 1000 km). Se invece parliamo di viaggi lunghi, quelli che dici tu di 5 o 6 ore, beh in quei viaggi è d'obbligo per chiunque almeno una sosta, vuoi per il pieno, vuoi per il pranzo/cena, vuoi per la vescica e la stanchezza si abbatte. Non solo, ti dirò di più, se è vero che la velocità troppo bassa e troppo costante facilita l'assopimento (ed è vero), è anche vero che all'aumentare della velocità deve aumentare il grado di attenzione e quindi aumenta lo stress.

Saluti
non è che tu faccia ragionamenti troppo sbagliati, ma sei troppo fissato sulle tue sensazioni, che non valgono per tutti.
in primis dovemmo partire da un concetto, ovvero che una regola andrebbe rispettata, dunque il limite di 150 non dovrebbe consentire i 175 di tachimetro (tu viaggi ad oltre 150 oggi?).
secondo non tutti si sentono tesi a viaggiare a 150/160 orari, ti dirò che personalmente la mia attenzione alla guida è esattamente identica sia a 110 che a 170, stiamo parlando di velocità non da formula (andare ad esempio ad oltre 200 costringe chiunque ad una certa tensione), e da mantenere in caso di strada semilibera, dunque con rallentamenti e riprese conseguenti al traffico incontrato man mano.
inoltre rammento per l'ennesima volta che i limiti di velocità sono il massimo consentito, non il capitolato di progetto, dunque non è vietato a nessuno viaggiare anche parecchio al di sotto di quello, avendo solo l'accortezza di non circolare ad una velocità che intralci la circolazione altrui.

Prima di tutto grazie per il tuo lusinghiero giudizio sulle mie capacità di ragionamento, rafforza certamente la mia autostima visto soprattutto che viene da te. Peraltro ti faccio notare che quelle che scrivo non sono mie "sensazioni" ma le mie "opinioni che sono condivisibili o meno a seconda di chi le legge (quindi non pretendono di "valere" per tutti, e poi cosa vuol dire "valere" in questa accezione?) ma che non vanno giudicate come "troppo giuste" o "troppo sbagliate"...........

Veniamo al secondo punto, che le regole vadano rispettate è la frase più giusta che abbia mai sentito e, questa sì, dovrebbe valere per TUTTE le regole. Che una regola sia tanto più rispettata quanto è sensata e razionale è altrettanto verissimo, se invece non lo è è fatale che molti se ne freghino innescando così un circolo vizioso (se non ci sono repressioni adeguate) ma chi stabilisce se una regola è sensata e razionale? Io, tu o il Sig. X? Perchè magari per uno va benissimo perchè non lo tocca o addirittura lo avvantaggia mentre per l'altro è il massimo dell'iniquità e della bastardaggine perchè va a toccare proprio i suoi interessi e lo danneggia alquanto...... E da quando la mia contrarietà ad una regola o la mia opinione di iniquità/irrazionalità su di essa costituiscono motivo di esonero dalla regola stessa?

Venendo infine all'attenzione, tu dici che la tua attenzione a 110 è la stessa che a 170. Per me questo è vero solo in parte. Se circoli da solo sull'anello di Nardò ci posso anche credere senza problemi, ma se sei su un'autostrada trafficata con attorno centinaia di altri veicolo che marciano a velocità simili alla tua ed ai quali devi per forza prestare attenzione questo non può essere assolutamente vero, l'attenzione da porre (e quindi lo stress che ne deriva), sono sicuramente proporzionali alla velocità che tieni tu ed anche a quella che tengono gli altri.
Non solo, anche se è certamente vero che su un'autostrada nulla mi vieta di andare a 70 od 80 all'ora, è altrettanto vero che questo è tanto più pericoloso quanto più veloci possono andare gli altri, in Germania, nei pochi tratti dove ancora si può andare senza limiti, mediamente le auto tengono i 180 tachimetrici, quando vado lì anche io, per adeguarmi al flusso del traffico, mi sento pressochè obbligato a tenere se non quella velocità perlomeno una il più simile possibile e questo è certamente una fonte di stress e di pericolo per chi non vuole andare a quella velocità. E le regole devono mediare tra le esigenze di TUTTI non solo di quelli che hanno 30 anni e la BMW (citazioni assolutamente casuali).

Infine una nota sul mio comportamento: quando giro con la sola macchina (ho una Focus SW TDCi) viaggio normalmente tra i 130 ed i 140 di tachimetro, se ho la roulotte attaccata dietro (e capita spesso) me ne sto sui 100 tachimetrici. Non sono né un santo né uno a cui piace che i moscerini gli si schiantino sul lunotto anzichè sul parabrezza, le mie scorribande le ho fatte anche io...... vent'anni fa!

Saluti
 
marimasse ha scritto:
stratoszero ha scritto:
...Sintetico (come giocoforza deve essere un post su un forum)...
Perché "deve essere"? C'è forse un qualche limite anche qui? Indubbiamente un messaggio molto lungo può essere pesante e noioso da leggere, ma non mi risulta si sia obbligati a leggerlo. Se una persona ritiene di scrivere più di un'altra per spiegare con maggiore chiarezza (per lo meno a suo parere) il proprio punto di vista, non vedo perché "non dovrebbe" farlo.

...non mi risulta che gli italiani trasferitisi all'estero facciano quello che gli pare alla guida...
Parecchi anni fa io mi trasferii all'estero per un certo periodo (coda per il permesso di soggiorno all'ufficio immigrazione con documenti che provassero che avevo una residenza e un lavoro a tempo indeterminato ecc.) e andando anche, per lavoro, parecchio in giro per la strade.
Notai senz'altro delle differenze, vistose, che mi fecero parecchio effetto. Una volta fui fermato avendo lasciato a casa la patente e il poliziotto mi disse che per legge avevo 24 ore di tempo per presentarmi a un comando di polizia mostrando il documento, altrimenti sarebbe scattata la multa. I cantieri stradali erano organizzati, nelle strade importanti, sempre in maniera tale da arrecare meno intralcio possibile alla circolazione. Le riparazioni del manto stradale si vedevano con gli occhi ma non si sentivano sotto lo sterzo. La prima volta che affrontai una "curva pericolosa" (stando al segnale) senza particolare precauzione, abituato alla nostrana abitudine di piazzare tale segnale un po' dappertutto, quasi uscii di strada e imparai così che la logica era ben diversa: se c'era il segnale la curva era pericolosa davvero. Quando, dopo quasi un anno, dovetti tornare in patria ponendo ufficialmente fine alla mia condizione di immigrato residente, nel giro di 6 mesi ricevetti un assegno con cui mi veniva restituita la quasi totalità dei contributi versati.

...Che poi spesso le regole vengano imposte in modo scorretto ... è un altro discorso, che "amplifica" la nostra tendenza a fregarcene...
Secondo me non è un altro discorso, la cosa è un po' più complessa.
Secondo me non solo amplifica quella tendenza, ma anche e soprattutto ha contribuito e contribuisce in maniera determinante a farla nascere.

Sul fatto che gli italiani, all'estero, adeguino i loro comportamenti all'uso locale, hai voluto aggiungere la tua esperienza, che non sposta di una virgola il suddetto fatto, anzi lo conferma.

Sulle motivazioni storiche della nostra insofferenza al concetto di regola potremmo discutere per anni, ma continui a non rispondere al mio sollecito del post precedente:
"Trovami un motivo diverso da questo menefreghismo o dall'ignoranza e dall'idiozia che giustifichi il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza (o addirittura la fibbia posticcia inserita per non fare suonare il cicalino) o l'utilizzo "manuale" dei cellulari cui assistiamo ogni giorno."
 
fabiologgia ha scritto:
Veniamo al secondo punto, che le regole vadano rispettate è la frase più giusta che abbia mai sentito e, questa sì, dovrebbe valere per TUTTE le regole. Che una regola sia tanto più rispettata quanto è sensata e razionale è altrettanto verissimo, se invece non lo è è fatale che molti se ne freghino innescando così un circolo vizioso (se non ci sono repressioni adeguate) ma chi stabilisce se una regola è sensata e razionale? Io, tu o il Sig. X? Perchè magari per uno va benissimo perchè non lo tocca o addirittura lo avvantaggia mentre per l'altro è il massimo dell'iniquità e della bastardaggine perchè va a toccare proprio i suoi interessi e lo danneggia alquanto...... E da quando la mia contrarietà ad una regola o la mia opinione di iniquità/irrazionalità su di essa costituiscono motivo di esonero dalla regola stessa?
Saluti

Interessante ... quindi le regole, in quanto tali, hanno patente di sacralità, di dogma indiscutibile, di verità rivelata senza se e senza ma. No, non sono d'accordo.
Esistono regole sensate, e regole inique. Non voglio arrivare a paragoni storici spropositati, ma le leggi razziali fasciste erano regole pure quelle, no? Stabilite dallo stato, e applicate dalla pubblica autorità. Erano giuste? Erano rispettabili? Questo è un paragone per eccesso, per carità, ma utile a far capire il punto della questione.
 
dealer05 ha scritto:
fabiologgia ha scritto:
Veniamo al secondo punto, che le regole vadano rispettate è la frase più giusta che abbia mai sentito e, questa sì, dovrebbe valere per TUTTE le regole. Che una regola sia tanto più rispettata quanto è sensata e razionale è altrettanto verissimo, se invece non lo è è fatale che molti se ne freghino innescando così un circolo vizioso (se non ci sono repressioni adeguate) ma chi stabilisce se una regola è sensata e razionale? Io, tu o il Sig. X? Perchè magari per uno va benissimo perchè non lo tocca o addirittura lo avvantaggia mentre per l'altro è il massimo dell'iniquità e della bastardaggine perchè va a toccare proprio i suoi interessi e lo danneggia alquanto...... E da quando la mia contrarietà ad una regola o la mia opinione di iniquità/irrazionalità su di essa costituiscono motivo di esonero dalla regola stessa?
Saluti

Interessante ... quindi le regole, in quanto tali, hanno patente di sacralità, di dogma indiscutibile, di verità rivelata senza se e senza ma. No, non sono d'accordo.
Esistono regole sensate, e regole inique. Non voglio arrivare a paragoni storici spropositati, ma le leggi razziali fasciste erano regole pure quelle, no? Stabilite dallo stato, e applicate dalla pubblica autorità. Erano giuste? Erano rispettabili? Questo è un paragone per eccesso, per carità, ma utile a far capire il punto della questione.

Le regole non sono sacre, sono fatte da uomini e da essi possono essere cambiate. Ma le regole devono essere fatte per l'interesse comune, quindi per forza ci saranno persone che ne vengono avvantaggiate ed altre che ne vengono danneggiate. Io non mi sento danneggiato dal limite di 130 ma non ne auspico uno inferiore, qualcuno invece si sente danneggiato e non solo auspica ma addirittura pretende il suo sacrosanto diritto di fregarsene della regola perchè, siccome lo danneggia, la trova iniqua.

Il paragone con le leggi razziali non c'entra nulla, qui stiamo parlando solo di sicurezza stradale e, più in generale, di mobilità non di diritti umani.

Esistono regole sensate e regole inique. Verissimo. Ma si devono rispettare TUTTE, per quelle inique ci si darà da fare per cambiarle al più presto, senza dubbio, ma finchè ci sono vanno rispettate. E soprattutto non è il singolo che può decidere cosa è iniquo e cosa no per la comunità perchè quel che è iniquo per me potrebbe essere la cosa più giusta del mondo per te e viceversa.
Non confondiamo il concetto di libertà con quello di anarchia.........

Saluti
 
fabiologgia ha scritto:
Prima di tutto grazie per il tuo lusinghiero giudizio sulle mie capacità di ragionamento, rafforza certamente la mia autostima visto soprattutto che viene da te. Peraltro ti faccio notare che quelle che scrivo non sono mie "sensazioni" ma le mie "opinioni che sono condivisibili o meno a seconda di chi le legge (quindi non pretendono di "valere" per tutti, e poi cosa vuol dire "valere" in questa accezione?) ma che non vanno giudicate come "troppo giuste" o "troppo sbagliate"...........

Veniamo al secondo punto, che le regole vadano rispettate è la frase più giusta che abbia mai sentito e, questa sì, dovrebbe valere per TUTTE le regole. Che una regola sia tanto più rispettata quanto è sensata e razionale è altrettanto verissimo, se invece non lo è è fatale che molti se ne freghino innescando così un circolo vizioso (se non ci sono repressioni adeguate) ma chi stabilisce se una regola è sensata e razionale? Io, tu o il Sig. X? Perchè magari per uno va benissimo perchè non lo tocca o addirittura lo avvantaggia mentre per l'altro è il massimo dell'iniquità e della bastardaggine perchè va a toccare proprio i suoi interessi e lo danneggia alquanto...... E da quando la mia contrarietà ad una regola o la mia opinione di iniquità/irrazionalità su di essa costituiscono motivo di esonero dalla regola stessa?

Venendo infine all'attenzione, tu dici che la tua attenzione a 110 è la stessa che a 170. Per me questo è vero solo in parte. Se circoli da solo sull'anello di Nardò ci posso anche credere senza problemi, ma se sei su un'autostrada trafficata con attorno centinaia di altri veicolo che marciano a velocità simili alla tua ed ai quali devi per forza prestare attenzione questo non può essere assolutamente vero, l'attenzione da porre (e quindi lo stress che ne deriva), sono sicuramente proporzionali alla velocità che tieni tu ed anche a quella che tengono gli altri.
Non solo, anche se è certamente vero che su un'autostrada nulla mi vieta di andare a 70 od 80 all'ora, è altrettanto vero che questo è tanto più pericoloso quanto più veloci possono andare gli altri, in Germania, nei pochi tratti dove ancora si può andare senza limiti, mediamente le auto tengono i 180 tachimetrici, quando vado lì anche io, per adeguarmi al flusso del traffico, mi sento pressochè obbligato a tenere se non quella velocità perlomeno una il più simile possibile e questo è certamente una fonte di stress e di pericolo per chi non vuole andare a quella velocità. E le regole devono mediare tra le esigenze di TUTTI non solo di quelli che hanno 30 anni e la BMW (citazioni assolutamente casuali).

Infine una nota sul mio comportamento: quando giro con la sola macchina (ho una Focus SW TDCi) viaggio normalmente tra i 130 ed i 140 di tachimetro, se ho la roulotte attaccata dietro (e capita spesso) me ne sto sui 100 tachimetrici. Non sono né un santo né uno a cui piace che i moscerini gli si schiantino sul lunotto anzichè sul parabrezza, le mie scorribande le ho fatte anche io...... vent'anni fa!

Saluti
ti ho chiesto se viaggi abitualmente ad oltre 150 in quanto facevi il discorso relativo ad una velocità di 175 nel caso si aumentasse l'attuale limite. io sono dell'idea che non dovremmo credere quello, perchè ribadisco che le regole vanno rispettate, e se il nuovo limite fosse 150 al max si potrebbe viaggaire intorno ai 155.
quanto allo stress identico sia a 110 orari che a170 ti spiego benissimo il perchè: se viaggio a 170 (ipotetico limite, oggi non ci vado perchè rispetto i 130 anche se li gradisco poco) significa che le altre poche auto presenti sulla tratta viaggiano a velocità non troppo inferiore. questo è secondo me il comportamento da ricercare, comportamento virtuoso che si otterrebbe SOLO con la presenza di pattuglie sulle autostrade, anche in borghese, le quali a DIFFERENZA dell' autovelox (ed anche del tutor in parte) si rendono conto immediatamente se io a 170 (ma anche a 110, non è certo una velocità sicura in senso assoluto) posso essere pericoloso oppure no.
ritornando al discorso, se il clima è infame, o il traffico sostenuto o peggio viaggia ad elastico, personalmente cerco di muovermi ad una velocità costante magari inferiore a quella che potrei tenere. tutto ciò mi costringe ad un minore stress (ed anche a risparmiare carburante a parità di media oraria). ciao.
 
stratoszero ha scritto:
...hai voluto aggiungere la tua esperienza, che non sposta di una virgola il suddetto fatto, anzi lo conferma...
Non ho capito per quale ragione la mia esperienza dovrebbe confermare, anzi.

...continui a non rispondere al mio sollecito del post precedente: "Trovami un motivo diverso...
A me sembra invece di aver risposto proprio a quello, facendo notare come le regole esagerate e isteriche e incoerenti e lontane dalla realtà producano a lungo andare l'esatto contrario del "rispetto" e della disciplina, ovvero un atteggiamento di rifiuto generalizzato.
Esattamente come accade, come dicevo, in famiglia e a scuola quando un genitore o docente si comporta con i figli o alunni in maniera autoritaria esasperata: il figlio o alunno si ribella all'autorità dell'adulto e non lo "ascolta" più, non lo rispetta, non lo prende sul serio qualunque cosa (anche se giusta) dica o faccia. A quel punto l'educatore deve faticare assai se vuole rimediare all'errore commesso, rivedendo drasticamente i propri metodi; oppure può assumere un atteggiamento ancora più autoritario, ottenendo in cambio qualche apparente risultato positivo (dovuto alla paura dei castighi) e una totale e definitiva mancanza di rispetto e considerazione.
A quanto mi risulta i genitori e insegnanti che si comportano così non sono certo degni di grande ammirazione...
 
fabiologgia ha scritto:
...Il paragone con le leggi razziali non c'entra nulla...
Non è vero.
Senza dubbio è un paragone estremo e riguarda aspetti parecchio più seri e tragici (come d'altronde aveva chiaramente scritto l'autore), ma dire che "non c'entra nulla" è sbagliato, perché il principio è esattamente lo stesso e un principio, se è valido, deve funzionare sempre, sia nelle cose piccole che in quelle grandi.
Altrimenti che "principio" sarebbe?
 
marimasse ha scritto:
fabiologgia ha scritto:
...Il paragone con le leggi razziali non c'entra nulla...
Non è vero.
Senza dubbio è un paragone estremo e riguarda aspetti parecchio più seri e tragici (come d'altronde aveva chiaramente scritto l'autore), ma dire che "non c'entra nulla" è sbagliato, perché il principio è esattamente lo stesso e un principio, se è valido, deve funzionare sempre, sia nelle cose piccole che in quelle grandi.
Altrimenti che "principio" sarebbe?

Il principio è certamente sempre quello è il paragone che non c'entra nulla. Il CdS viene fatto e modificato ai fini della sicurezza stradale, scopo sul quale non può non esistere un accordo unanime; potranno esserci divergenze d'opinione sui metodi scelti (le regole appunto) ma sul fatto che non si debba morire per strada credo siamo tutti d'accordo.
Le leggi razziali sono state fatte con lo scopo di "purificare una razza", qui credo sia un pò più difficile raggiungere l'unanimità sullo scopo, molto più facile è invece raggiungere un'opinione comune sui metodi...............

Saluti
 
marimasse ha scritto:
stratoszero ha scritto:
...hai voluto aggiungere la tua esperienza, che non sposta di una virgola il suddetto fatto, anzi lo conferma...
Non ho capito per quale ragione la mia esperienza dovrebbe confermare, anzi.

Mettiamola così: non smentisce di una virgola il fatto che gli italiani, quando si trasferiscono all'estero (e quindi non solo per pochi giorni di esperienza di tipo "eccezionale", per usare le tue parole), guidano secondo le regole.

marimasse ha scritto:
stratoszero ha scritto:
...
...continui a non rispondere al mio sollecito del post precedente: "Trovami un motivo diverso...
A me sembra invece di aver risposto proprio a quello, facendo notare come le regole esagerate e isteriche e incoerenti e lontane dalla realtà producano a lungo andare l'esatto contrario del "rispetto" e della disciplina, ovvero un atteggiamento di rifiuto generalizzato.
Esattamente come accade, come dicevo, in famiglia e a scuola quando un genitore o docente si comporta con i figli o alunni in maniera autoritaria esasperata: il figlio o alunno si ribella all'autorità dell'adulto e non lo "ascolta" più, non lo rispetta, non lo prende sul serio qualunque cosa (anche se giusta) dica o faccia. A quel punto l'educatore deve faticare assai se vuole rimediare all'errore commesso, rivedendo drasticamente i propri metodi; oppure può assumere un atteggiamento ancora più autoritario, ottenendo in cambio qualche apparente risultato positivo (dovuto alla paura dei castighi) e una totale e definitiva mancanza di rispetto e considerazione.
A quanto mi risulta i genitori e insegnanti che si comportano così non sono certo degni di grande ammirazione...

Per risponderti, devo tornare ai post precedenti, in cui tu avevi criticato il discorso di fabiologgia sul menefreghismo italico, definendolo "superficiale", perchè non considerava (oltre all'eccezionalità della situazione degli italiani che vanno all'estero, su cui abbiamo già discusso) il comportamento scorretto dello stato.
Dopo aver chiarito che sulla scorrettezza di questo comportamento siamo tutti d'accordo, io ho ribadito che ci sono comportamenti dei cittadini italiani che non trovano alcuna giustificazione (se non di tipo storico ed atavico), come viaggiare senza cinture o guidare col telefonino in mano.
Se questa è la tua risposta alla mia sollecitazione, devo dedurre che riconduci tutto (anche questi ultimi comportamenti, obiettivamente idioti) alle colpe (passate e presenti) dello stato. Questa sì che non è una risposta superficiale, vero?
:twisted:
Fra l'altro, un certo stratoszero aveva fatto notare una cosa risaputa, che ripeto: "ricordiamoci che lo stato è espressione dei suoi cittadini..."
Quindi è una specia di cane che si morde la coda.
Troppo facile dare tutte le colpe allo stato e alla società: se vogliamo fare un discorso intellettualmente onesto, tutti dovrebbero assumersi le loro responsabilità, sia lo stato che l'individuo che oggi vive in Italia. Altrimenti, estremizzando i tuoi ragionamenti, diciamo pure che ogni assassino o stupratore è diventato tale per colpa del contesto in cui è vissuto, e quindi concludiamo che la colpa dei suoi comportamenti è di qualcun altro...
 
fabiologgia ha scritto:
Il principio è certamente sempre quello è il paragone che non c'entra nulla...
Come da esplicita dichiarazione dell'autore, il paragone non intendeva assolutamente equiparare le motivazioni e le intenzioni ma si riferiva proprio al principio, che come tu stesso confermi è il medesimo.
In tal senso, quindi, è un paragone perfettamente calzante.
 
stratoszero ha scritto:
...non smentisce di una virgola il fatto che gli italiani, quando si trasferiscono all'estero ... guidano secondo le regole...
Non direi. Come dicevo, quando andavo in Austria mi ritrovavo a guidare molto più serenamente e "normalmente" pur essendo assai più "disciplinato". In altre parole, la differenza più vistosa non stava nel mio modo di guidare ma nei limiti di velocità locali, nelle segnaletiche ecc.

...devo dedurre che riconduci tutto ... alle colpe (passate e presenti) dello stato...
Deduci male. Io ho parlato di rapporto tra cittadini e autorità, concetto che prevede ovviamente un contributo da entrambe le parti.
Però è anche vero che in una famiglia o in una scuola non è molto ragionevole aspettarsi che il comportamento "esemplare", il buon esempio, l'insegnamento, parta dai figli o dagli alunni anziché dai genitori o insegnanti.
Certo, si potrebbe dire che figli e alunni, avendo una testa autonoma, dovrebbero capire da soli, ma all'atto pratico le cose non funzionano così.
Si tratta indubbiamente di un cane che si morde la coda, però la coda non può mordere la bocca e inoltre elargisce alla bocca enormi privilegi e redditi proprio per non essere più morsicata. Sono trent'anni che vado per la strada sostanzialmente rispettando quasi tutte le regole (comprese le più profondamente insulse) e facendo quindi la mia parte, in attesa di intravedere un po' di serietà e di buon senso, ma ho assistito ad un costante degrado in direzione diametralmente opposta.

Dopo di che salta sempre fuori qualcuno a dire che nelle "altre scuole" gli alunni sono molto più disciplinati, studiano di più, si attengono senza ribellioni alle indicazioni ricevute e così via. Come se il corpo insegnante fosse esattamente lo stesso. Sarebbe ora di smettere con i paragoni superficiali, parziali e addomesticati.
 
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