<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Museo Alfa Romeo: finalmente il TAR ha respinto il vergognoso ricorso contro il vincolo. | Page 165 | Il Forum di Quattroruote

Museo Alfa Romeo: finalmente il TAR ha respinto il vergognoso ricorso contro il vincolo.

365milaelastoriacontinua ha scritto:
BelliCapelli3 ha scritto:
Mauro 65 ha scritto:
BelliCapelli3 ha scritto:
Fiat col museo Alfa ha fatto una mossa impopolare e sa di avere il culo sporco, quindi nasconde la faccenda ( poco edificante. per l'immagine )e la gestisce a suon di no comment.
Finchè la questione non verrá sanata, sará difficile che permettano a qualcuno di entrarci e farci un servizio sopra, per vedere se gli mettono sotto i riflettori uno dei più fetenti scheletri che marciscano nei loro armadi.
Il vento del resto è cambiato: le critiche sulla stampa italiana a certe scelte del gruppo si fanno pian piano sempre meno velate. Evidentemente le mazzette adesso sono destinate a quella americana, non ci sono soldi per tutti.
Eppure mr. M. dovrebbe sapere che, talvolta, fare mea culpa può essere come calare un asso di briscola.
Tutti ci ricordiamo del test dell'alce sulla prima classe A e di come a Stoccarda usarono una vicenda che potenzialmente poteva ammazzare il nuovo modello in uno strumento pubblicitario di straordinario successo.
Ora che esce la 4C, una genuflessione sui ceci potrebbe avere un effetto salvifico sul marchio: "è vero, abbiamo fatto una capperata grande come una casa, ma vogliamo ripartire da qua"

Probabilmente lo sa, infatti ha giâ fatto una serie di mea culpa, ultimo dei quali su Fabbrichetta Italia, dove ha spiegato come mai non ha investito nulla.

Ma questo mea culpa qui funzionerebbe al contrario: se lo facesse dovrebbe spendere.

Il mea culpa era relativo al nome "fabbrica Italia" e non agli investimenti che ha ridotto per via della crisi ma senza chiudere nessuna fabbrica tantè che poi ha deciso di portare tutta la produzione alfa in Italia escluso duetto.
http://www.automoto.it/news/marchionne-fabbrica-italia-stato-il-mio-sbaglio-pi-grande.html

MOD:
Allora non vogliamo capire o si fa finta di non capire. Ci sono stati ben 2 interventi contemporanei della moderazione, giusto 2 post sopra a questo e tu insisti con l'andare OT.
Cosa dobbiamo fare?
 
fpaol68 ha scritto:
365milaelastoriacontinua ha scritto:
BelliCapelli3 ha scritto:
Mauro 65 ha scritto:
BelliCapelli3 ha scritto:
Fiat col museo Alfa ha fatto una mossa impopolare e sa di avere il culo sporco, quindi nasconde la faccenda ( poco edificante. per l'immagine )e la gestisce a suon di no comment.
Finchè la questione non verrá sanata, sará difficile che permettano a qualcuno di entrarci e farci un servizio sopra, per vedere se gli mettono sotto i riflettori uno dei più fetenti scheletri che marciscano nei loro armadi.
Il vento del resto è cambiato: le critiche sulla stampa italiana a certe scelte del gruppo si fanno pian piano sempre meno velate. Evidentemente le mazzette adesso sono destinate a quella americana, non ci sono soldi per tutti.
Eppure mr. M. dovrebbe sapere che, talvolta, fare mea culpa può essere come calare un asso di briscola.
Tutti ci ricordiamo del test dell'alce sulla prima classe A e di come a Stoccarda usarono una vicenda che potenzialmente poteva ammazzare il nuovo modello in uno strumento pubblicitario di straordinario successo.
Ora che esce la 4C, una genuflessione sui ceci potrebbe avere un effetto salvifico sul marchio: "è vero, abbiamo fatto una capperata grande come una casa, ma vogliamo ripartire da qua"

Probabilmente lo sa, infatti ha giâ fatto una serie di mea culpa, ultimo dei quali su Fabbrichetta Italia, dove ha spiegato come mai non ha investito nulla.

Ma questo mea culpa qui funzionerebbe al contrario: se lo facesse dovrebbe spendere.

Il mea culpa era relativo al nome "fabbrica Italia" e non agli investimenti che ha ridotto per via della crisi ma senza chiudere nessuna fabbrica tantè che poi ha deciso di portare tutta la produzione alfa in Italia escluso duetto.
http://www.automoto.it/news/marchionne-fabbrica-italia-stato-il-mio-sbaglio-pi-grande.html

MOD:
Allora non vogliamo capire o si fa finta di non capire. Ci sono stati ben 2 interventi contemporanei della moderazione, giusto 2 post sopra a questo e tu insisti con l'andare OT.
Cosa dobbiamo fare?

Guarda che ho risposta quello di BC che era prima dei vostri.
 
365milaelastoriacontinua ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
365milaelastoriacontinua ha scritto:
BelliCapelli3 ha scritto:
Mauro 65 ha scritto:
BelliCapelli3 ha scritto:
Fiat col museo Alfa ha fatto una mossa impopolare e sa di avere il culo sporco, quindi nasconde la faccenda ( poco edificante. per l'immagine )e la gestisce a suon di no comment.
Finchè la questione non verrá sanata, sará difficile che permettano a qualcuno di entrarci e farci un servizio sopra, per vedere se gli mettono sotto i riflettori uno dei più fetenti scheletri che marciscano nei loro armadi.
Il vento del resto è cambiato: le critiche sulla stampa italiana a certe scelte del gruppo si fanno pian piano sempre meno velate. Evidentemente le mazzette adesso sono destinate a quella americana, non ci sono soldi per tutti.
Eppure mr. M. dovrebbe sapere che, talvolta, fare mea culpa può essere come calare un asso di briscola.
Tutti ci ricordiamo del test dell'alce sulla prima classe A e di come a Stoccarda usarono una vicenda che potenzialmente poteva ammazzare il nuovo modello in uno strumento pubblicitario di straordinario successo.
Ora che esce la 4C, una genuflessione sui ceci potrebbe avere un effetto salvifico sul marchio: "è vero, abbiamo fatto una capperata grande come una casa, ma vogliamo ripartire da qua"

Probabilmente lo sa, infatti ha giâ fatto una serie di mea culpa, ultimo dei quali su Fabbrichetta Italia, dove ha spiegato come mai non ha investito nulla.

Ma questo mea culpa qui funzionerebbe al contrario: se lo facesse dovrebbe spendere.

Il mea culpa era relativo al nome "fabbrica Italia" e non agli investimenti che ha ridotto per via della crisi ma senza chiudere nessuna fabbrica tantè che poi ha deciso di portare tutta la produzione alfa in Italia escluso duetto.
http://www.automoto.it/news/marchionne-fabbrica-italia-stato-il-mio-sbaglio-pi-grande.html

MOD:
Allora non vogliamo capire o si fa finta di non capire. Ci sono stati ben 2 interventi contemporanei della moderazione, giusto 2 post sopra a questo e tu insisti con l'andare OT.
Cosa dobbiamo fare?

Guarda che ho risposta quello di BC che era prima dei vostri.

Mi vuoi prendere in giro o davvero non capisci?
Basta la faccenda si chiude qua. Ogni ulteriore risposta verrà immediatamente cancellata.
 
fpaol68 ha scritto:
MOD: riporto qui la segnalazione di questi articoli fatta da Gt_Junior in altro Topic.
Il primo articolo era già stato segnalato e commentato il secondo è inedito.


propongo di leggere i due articoli apparsi ai seguenti links.

http://www.f1passion.it/2013/02/marchionne-il-museo-alfa-romeo-non-competitivo-e-sub-ottimale/

http://www.f1passion.it/2013/02/lalfa-romeo-della-fiat-poche-storie-siamo-italiani/

Interessante.
In particolare direi il passaggio della conversazione riportato dal sig.Bortuzzo, nel quale la segreteria telefonica del gruppo minziona addirittura l'esistenza di una filosofia nel gruppo. Sarebbe curioso saperne qualcosa, di questa filosofia.

Non mi convince invece il fatto che Marchionne venga indicato come il responsabile della scelta di chiudere il Museo di Arese, in un'ottica di cieco taglio di rami secchi (ma quali rami poi, quel Museo al limite rappresenterebbe una foglia...).

Non so se sia veramente lui il "colpevole". Voglio dire, lui non è il padrone, semmai è pagato dalla proprietà per fare al meglio ciò che lei si aspetta, e il Museo è solo un piccolo "di cui", di un "di cui", di un altro "di cui",...: una cosa forse troppo poco "prioritaria", per non dire insignificante, rispetto ai problemi in agenda.

Sarebbe forse più corretto chiedersi cosa voglia veramente la proprietà: perchè questa lasci o decida di far chiudere il Museo di Arese.

Si sa che c'e' una grande passione per i dipinti, per la vela ... E per veri i tesori di famiglia, quelli che stanno dentro la propria speciale "galleria d'arte" !? Ah sì... beh, per quelli c'e' tutto lo spazio di un weekend lungo di primavera, speso partecipando alla Corsa più bella del Mondo, con l' 8V e le felpine... tutte rigorsamente griffate "FIAT"...

;)
 
fpaol68 ha scritto:
...

http://www.f1passion.it/2013/02/lalfa-romeo-della-fiat-poche-storie-siamo-italiani/

grazie della segnalazione.

Mi ero perso questo link. Parole e considerazioni sensate. Ma come sempre, pur innanzi alla necessità di rilanciare il biscione, chi di competenza fa scelte che vanno nella direzione opposta.

Accanimento
 
SZ. ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
MOD: riporto qui la segnalazione di questi articoli fatta da Gt_Junior in altro Topic.
Il primo articolo era già stato segnalato e commentato il secondo è inedito.


propongo di leggere i due articoli apparsi ai seguenti links.

http://www.f1passion.it/2013/02/marchionne-il-museo-alfa-romeo-non-competitivo-e-sub-ottimale/

http://www.f1passion.it/2013/02/lalfa-romeo-della-fiat-poche-storie-siamo-italiani/

Interessante.
In particolare direi il passaggio della conversazione riportato dal sig.Bortuzzo, nel quale la segreteria telefonica del gruppo minziona addirittura l'esistenza di una filosofia nel gruppo. Sarebbe curioso saperne qualcosa, di questa filosofia.

Non mi convince invece il fatto che Marchionne venga indicato come il responsabile della scelta di chiudere il Museo di Arese, in un'ottica di cieco taglio di rami secchi (ma quali rami poi, quel Museo al limite rappresenterebbe una foglia...).

Non so se sia veramente lui il "colpevole". Voglio dire, lui non è il padrone, semmai è pagato dalla proprietà per fare al meglio ciò che lei si aspetta, e il Museo è solo un piccolo "di cui", di un "di cui", di un altro "di cui",...: una cosa forse troppo poco "prioritaria", per non dire insignificante, rispetto ai problemi in agenda.

Sarebbe forse più corretto chiedersi cosa voglia veramente la proprietà: perchè questa lasci o decida di far chiudere il Museo di Arese.

Si sa che c'e' una grande passione per i dipinti, per la vela ... E per veri i tesori di famiglia, quelli che stanno dentro la propria speciale "galleria d'arte" !? Ah sì... beh, per quelli c'e' tutto lo spazio di un weekend lungo di primavera, speso partecipando alla Corsa più bella del Mondo, con l' 8V e le felpine... tutte rigorsamente griffate "FIAT"...

;)

Quesito interessante.
A cui aggiungo: perchè se a parole si vuole rilanciare il marchio con progetti ambiziosi, si attinge a piene mani alla tradizione per quanto riguarda nomi ed allestimenti, nei fatti si tiene chiuso e si cerca di cancellare il luogo dove quella tradizione è rappresentata ed esaltata?
 
Foto trovata in rete, bellissima e molto emblematica della triste vicenda museo.
Veramente non siamo degni di tutto questo patrimonio se poi si permette di tenerlo chiuso e non valorizzarlo.

Attached files /attachments/1543899=22583-Museo Alfa.jpg
 
fpaol68 ha scritto:
Davanti all'ex centro tecnico Alfa ad Arese: mi viene da piangere a vedere l'abbandono totale.

Ecco un paio di foto della desolazione totale:

Attached files /attachments/1551184=23265-IMG_1093.JPG /attachments/1551184=23264-IMG_1095.JPG
 
vecchioAlfista ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
...

http://www.f1passion.it/2013/02/lalfa-romeo-della-fiat-poche-storie-siamo-italiani/

grazie della segnalazione.

Mi ero perso questo link. Parole e considerazioni sensate. Ma come sempre, pur innanzi alla necessità di rilanciare il biscione, chi di competenza fa scelte che vanno nella direzione opposta.

Accanimento

Bell'articolo, anche il seguito è molto bello
 
http://www.ilgiorno.it/rho/cronaca/2013/03/19/860982-cantieri-ex-alfa-vogliamo-lavoro.shtml

Arese, 19 marzo 2013 - Gli americani dell?Abp avevano smantellato le catene produttive e la struttura dei capannoni. Ora, dopo la firma dell?Accordo di Programma di riqualificazione e reindustrializzazione e il via libera alle autorizzazioni per costruire, sono entrate in azione le ruspe dei nuovi proprietari dell?area, la Tea società del gruppo Finiper di Marco Brunelli, patron dei supermercati. Dove una volta c?erano il capannone 6, quello del montaggio, abbigliamento e finitura auto, il reparto della verniciatura, dove quotidianamente lavoravano quasi 5.000 operai, da alcuni giorni sono al lavoro una ventina di ruspe e camion. E dove una volta si producevano auto entro la fine del 2014 sorgerà il più grande centro commerciale d?Europa.
Siamo nell?area ex Alfa Romeo di Arese, 260.000 i metri quadrati di proprietà Tea. Quello che sta accadendo da alcuni giorni è documentato in un video di sei minuti realizzato da alcuni rappresentanti dello Slai Cobas e pubblicato su Youtube. "Quelli sono stati i primi capannoni che hanno abbattuto gli americani prima di vendere l?area - spiegano alcuni ex operai - è una vera tristezza vedere le ruspe che distruggono tutto: lì abbiamo trascorso la nostra vita lavorativa. Ora ci faranno un centro commerciale e villette".
Nel video si documenta il lavoro di ruspe e camion nell?area da anni dismessa e degradata. Ma i Cobas avvertono: "Continueremo a lottare per i lavoratori rimasti nell?area, a denunciare speculazioni e visto che ci saranno 2.000 posti di lavoro chiederemo posti anche per i licenziati dell?Innova Service".
Anche la Fiom Cgil nelle scorse settimane aveva inviato una lettera ai proprietari dell?area per ricordare che ci sono ancora 120 lavoratori di Fiat Automobile e Fiat Powertrain che aspettano una risposta occupazionale da tre anni. Si tratta di impiegati, tecnici, esperti in motori, progettisti che lavoravano nel centro stile, nella sala prove, progettistica motori e sperimentazione che, scongiurato il trasferimento a Torino, sono in cassa integrazione straordinaria da tre anni. Per loro si chiede un futuro occupazionale nell?ambito dell?Accordo di Programma. Ma non solo, la Fiom Cgil chiede ai proprietari delle aree di mantenere la sede del consiglio di fabbrica e non demolire quel capannone come previsto nei progetti.
 
Appello alla riapertura del Museo Alfa da parte del curatore dell'archivio Luraghi.

Attached files /attachments/1555760=23508-Museo.jpg
 
365milaelastoriacontinua ha scritto:
http://www.ilgiorno.it/rho/cronaca/2013/03/19/860982-cantieri-ex-alfa-vogliamo-lavoro.shtml

Arese, 19 marzo 2013 - Gli americani dell?Abp avevano smantellato le catene produttive e la struttura dei capannoni. Ora, dopo la firma dell?Accordo di Programma di riqualificazione e reindustrializzazione e il via libera alle autorizzazioni per costruire, sono entrate in azione le ruspe dei nuovi proprietari dell?area, la Tea società del gruppo Finiper di Marco Brunelli, patron dei supermercati. Dove una volta c?erano il capannone 6, quello del montaggio, abbigliamento e finitura auto, il reparto della verniciatura, dove quotidianamente lavoravano quasi 5.000 operai, da alcuni giorni sono al lavoro una ventina di ruspe e camion. E dove una volta si producevano auto entro la fine del 2014 sorgerà il più grande centro commerciale d?Europa.
Siamo nell?area ex Alfa Romeo di Arese, 260.000 i metri quadrati di proprietà Tea. Quello che sta accadendo da alcuni giorni è documentato in un video di sei minuti realizzato da alcuni rappresentanti dello Slai Cobas e pubblicato su Youtube. "Quelli sono stati i primi capannoni che hanno abbattuto gli americani prima di vendere l?area - spiegano alcuni ex operai - è una vera tristezza vedere le ruspe che distruggono tutto: lì abbiamo trascorso la nostra vita lavorativa. Ora ci faranno un centro commerciale e villette".
Nel video si documenta il lavoro di ruspe e camion nell?area da anni dismessa e degradata. Ma i Cobas avvertono: "Continueremo a lottare per i lavoratori rimasti nell?area, a denunciare speculazioni e visto che ci saranno 2.000 posti di lavoro chiederemo posti anche per i licenziati dell?Innova Service".
Anche la Fiom Cgil nelle scorse settimane aveva inviato una lettera ai proprietari dell?area per ricordare che ci sono ancora 120 lavoratori di Fiat Automobile e Fiat Powertrain che aspettano una risposta occupazionale da tre anni. Si tratta di impiegati, tecnici, esperti in motori, progettisti che lavoravano nel centro stile, nella sala prove, progettistica motori e sperimentazione che, scongiurato il trasferimento a Torino, sono in cassa integrazione straordinaria da tre anni. Per loro si chiede un futuro occupazionale nell?ambito dell?Accordo di Programma. Ma non solo, la Fiom Cgil chiede ai proprietari delle aree di mantenere la sede del consiglio di fabbrica e non demolire quel capannone come previsto nei progetti.

Speriamo che almeno per il museo il buon senso prevalga sulle ruspe e venga salvato!!
Non ha veramente senso la gestione fiat del marchio Alfa.
 
[ L'inchiesta ] 23 marzo 2013 ? Il mondiale 2013 Formula 1, affascinante come e forse di più delle precedenti edizioni, non ci può far dimenticare i tanti problemi affrontati negli scorsi mesi in questa rubrica.

A partire dall?Autodromo di Monza che affronta il primo week end mondiale, quello turismo o WTCC, con un nuovo direttore generale (è ormai quasi ufficiale), Alfredo Scala, attuale apprezzato amministratore delegato e direttore generale dell?impianto di Vallelunga, chiamato da Carlo Edoardo Valli, presidente AC Milano e Sias, su chiaro invito (ma forse sarebbe più giusto usare la parola ?imposizione?) del presidente nazionale dell?Aci Angelo Sticchi Damiani che, qualche tempo fa, aveva definito, senza mezzi termini, inadeguata la nomina di amministratore delegato Sias (l?ente che gestisce l?autodromo di Monza, ente travolto dagli scandali a fine 2012) di Fabrizio Turci.

Tramontata, dunque, la stimolante ipotesi Claudio Berro ? fra l?altro, ex addetto stampa Ferrari ? rimasta a livello di sussurri quella che coinvolgeva addirittura Stefano Domenicali, alla fine ha prevalso la linea Sticchi Damiani. Vedremo se questo basterà per rilanciare Monza, che sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia centenaria. Intanto, se volete conoscere gli ultimi sviluppi su questa vicenda, che dovrebbe vedere ancora parecchi colpi di scena nei prossimi mesi, il sito è sempre lo stesso, Infonodo.org.

Ma ancora in ballo c?è anche la questione del Museo Storico Alfa Romeo di Arese. In attesa di conoscere il parere del Gruppo (la Fiat) che ci ha assicurato a breve una risposta al riguardo (doveva essere dopo la Mille Miglia di maggio, ora ci parlano di post Salone di Ginevra, appena conclusosi; noi attendiamo fiduciosi), oggi possiamo mettere altri due mattoncini per ricostruire la realtà, per capire meglio cosa accadde due anni fa, quando, da un giorno all?altro il museo Alfa Romeo venne chiuso in maniera repentina. Gianluigi Fornaro, sindaco di Arese fra il 2010 e il 2011 ricorda il timore che la Fiat potesse portarsi tutte le storiche automobili Alfa Romeo a Torino (per il suo nuovo Museo dell?Automobile) o, ancor peggio, vendesse alcuni esemplari ai privati: ?Questa paura era concreta, non volevamo che un simile patrimonio potesse essere perso, sparpagliato. Mettersi contro i poteri forti, contro una Fiat non era facile ma, con l?appoggio dell?intera Giunta, ci abbiamo provato e ci siamo riusciti?. Fornaro presenta una richiesta di tutela al Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Lunghi sopralluoghi, una catalogazione certosina e, infine, arriva un provvedimento di tutela che potrebbe, dovrebbe, fare scuola in Italia.

Il corposo decreto firmato dal Direttore Regionale, Caterina Bon Valsassina, il 31 gennaio 2011, rappresenta una vera e propria novità per quanto riguarda la tutela del patrimonio nazionale. Se l?ex sindaco di Arese chiedeva la tutela per il parco vetture del museo ? 256 esemplari ? (l?elenco completo lo forniremo prossimamente), la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia va oltre e applica un vincolo a tre livelli riguardante: 1) gli immobili del centro direzionale e del museo storico; 2) la collezione di vetture e motori; 3) l?archivio storico Alfa Romeo, forte di una sezione fotografica di oltre 50 mila pezzi, una biblioteca con oltre 5000 titoli e 100 mila disegni, oltre a quasi mille modellini in scala. Il tutto definito ?? un insieme unitario e inscindibile dall?immobile contenitore??.

E non può essere diversamente, pensando a una personalità complessa come fu quella di Giuseppe Luraghi, direttore generale Finmeccanica dell?epoca (l?antica Anonima Lombarda Fabbrica Automobili negli anni Cinquanta era diventata una delle imprese del gruppo): un manager che era anche poeta, scrittore, pittore, giornalista, editore, traduttore e promotore culturale, uno dei primi capitani d?impresa che si pose il problema, nel dopoguerra, in pieno boom economico, di conciliare la cultura umanistica e quella scientifica. Un uomo che, per realizzare l?Alfa di Arese, chiamò i migliori specialisti e tecnici dell?epoca: Antonio Cassi Ramelli, i fratelli Vito e Gustavo Latis, Vittore Ceretti per la parte architettonica e gli allestimenti interni, Leo Finzi ed Edoardo Nova per la parte strutturale, Pietro Porcinai per le sistemazioni paesaggistiche.

Il museo che Luraghi aveva voluto, si legge ancora nella relazione allegata al decreto di dichiarazione d?interesse culturale dell?istituto lombardo, ??attualizza il passato e storicizza il presente in una visione dinamica che è l?essenza stessa della qualità Alfa Romeo. Un museo che non può dunque darsi come una struttura chiusa e immutabile, definita una volta per tutte, ma come uno spazio in progress, aperto sul presente e proiettato verso il futuro??.

Pensate solo a cosa scriveva ?Il Giorno? nella domenica dell?inaugurazione del Museo Storico Alfa Romeo, il 19 dicembre 1976: ??i musei hanno troppo spesso l?aria di un?esposizione di cose morte, quasi un obitorio per oggetti non più usati. E? grande dunque il merito dell?Alfa Romeo per aver allestito un Museo Storico che riassume la sua storia attraverso le automobili, senza che nasca mai il sospetto che si tratti di cose morte. Splendide creature dalla quali ci si aspetta da un momento all?altro che tornino a ruggire, illudendo di poterci fare un giro?.

?Il cimitero dell?Alfa?, così invece si intitolava, nel gennaio 2011, un interessante articolo su Quattroruote, a firma Laura Confalonieri ed Emilio Deleidi, dedicato all?argomento Alfa di Arese. E il sommario continuava ?? oggi i capannoni offrono una spettacolo desolante. E, se chiudi gli occhi, senti ancora i rumori e gli odori di una ?città? che aveva 18 mila abitanti?. Una città che poteva, doveva, rinascere nell?agosto del 2008, così almeno disse Luca De Meo, allora braccio destro di Sergio Marchionne, alla presentazione dell?Alfa Mito al Castello Sforzesco. Un progetto che avrebbe visto rinascere il Centro Stile, salvaguardando le strutture preesistenti, e abbinandoci il museo con attività connesse (albergo, ristoranti e bar). Nemmeno cinque mesi dopo De Meo lasciava il gruppo torinese per approdare in Volkswagen e del roseo futuro di Arese non restava più niente. Con l?aiuto dell?amico Mauro Coppini presto spero di capire e di farvi capire meglio cosa accadde di speciale in quei cinque mesi in Fiat.

Il 31 gennaio 2011, intanto, sarebbe arrivato il vincolo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali sul Museo, sette giorni dopo la chiusura, inopinata, dello stesso. Con essa il ricorso della stessa Fiat al vincolo, datato aprile dello stesso anno, ricorso ancora pendente. Nel frattempo, su binari differenti rispetto alla vicenda del centro direzionale e a quella del museo, si è sviluppata quella più generale dell?Alfa Romeo di Arese, intesa come area attorno alle due strutture che ci interessano, e cioè i quasi due milioni di metri quadrati dei restanti impianti storici.

Lo stesso imprenditore che ha raso al suolo quello che restava della memoria del Portello, sede storica dell?Alfa Romeo, ora ha le carte in regola per fare altrettanto ad Arese e costruire il più grande centro commerciale europeo. Radendo, in questo caso, al suolo altre strutture di pregio e di inestimabile valore architettonico. Strutture particolari come il centro tecnico, la cosiddetta stecca e l?edificio denominato l?alveare. Tutti edifici che meriterebbero di essere tutelati come lo è stato il museo, grazie alle stesse, identiche deduzioni. Più di qualcuno la pensa così, negli uffici preposti. Se il Ministero per i Beni e le Attività Culturali la penserà nella stessa maniera, sarà forse possibile far sì che Arese non faccia la fine del Portello.

F1P | Franco Bortuzzo

link

http://www.f1passion.it/2013/03/museo-alfa-romeo-di-arese-chiuso-al-presente-quale-futuro/
 
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