<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Museo Alfa Romeo: finalmente il TAR ha respinto il vergognoso ricorso contro il vincolo. | Page 91 | Il Forum di Quattroruote

Museo Alfa Romeo: finalmente il TAR ha respinto il vergognoso ricorso contro il vincolo.

vecchioAlfista ha scritto:
angelo0 ha scritto:
vecchioAlfista ha scritto:
angelo0 ha scritto:
vecchioAlfista ha scritto:
ragazzi, i perchè sono quelli che, con un pò di malizia ed un pò di ricerca su internet, possiamo conoscere o, quantomeno, ipotizzare.

Arese deve essere dismessa totalmente, in quanto non rientra più nelle istallazioni produttive del gruppo.

Ciò significa chiudere (e verosimilmente vendere) tutta l'area e le strutture.

Che sia il reparto motori, il Centro Stile od il museo, Arese deve chiudere.

Probabilmente, il suo contenuto, o più verosimilmente una parte, verrà accentrato a Torino insieme a Lancia e Fiat.

Resta il dubbio sull'eventuale volontà di vendita di certi gioielli, per fare cassa. Una maldicenza che mi piacerebbe sentir smentita...

Ma tolta l'ultima parte, tutto ciò rimane palesemente indifendibile e nocivo, per fiat. Ergo meglio non parlarne.
... siccome non comprera nessuno..... ecco che tu regione Lombarda
potresti comprare con un mutuo di trentanni cio che la politica 25 anni fa regaló. :oops:

chiedere ad un organo statale (seppur periferico) di farsi carico (in questi tempi di magra) di ciò che spetterebbe ai privati?
L'unico attore può essere quell'azienda che avesse veramente a cuore il proprio patrimonio storico e la sua conservazione, come trampolino di lancio per la propria immagine e produzione.
Sarebbe piu vergognoso farlo fare a qualcuno che con la storia italiana non ha niente a che fare.

A dire il vero, non c'era nessun riferimento particolare, se intendi questo.

Certo, il "patriottismo" e la difesa della "storia" Alfa va perseguita con i fatti, non con l'esibizione di cittadinanza o la falsa retorica nazionale.

Un patrimonio come quello di Arese deve essere difeso con i fatti. I fatti dicono che l'unico gruppo automobilistico italiano se ne sta fregando altamente, ed anzi trama in direzione opposta.

Quindi, cosa c'è di più vergognoso del momento attuale?

PS - Lascia perdere lo Stato. Ha altre grane ed altre beghe, E non ha nulla da spartire con un capitale che, prima che storico, dovrebbe essere industriale
...oh si certo se si vuole difendere bisogna farlo con i fatti, ma se non si fa ci sará un motivo giusto o sbagliato che sia, ed io mi chiedo qualé il motivo?
 
COPIATO DAL FORUM DI AROC ALFISSIMA scritto dal Presidente XXXXXXX LA FIAT VENDA L'ALFA ROMEO PER MANIFESTA INCAPACITA' AL RILANCIO !! Con questo scritto voglio intervenire nel dibattito aperto sul Corriere della Sera attorno alla opportunità che Fiat venda L?alfa Romeo. Lo voglio fare partendo da una breve analisi di quello che è successo in questi anni, che chiariscono i motivi della posizione chiara della FlmUniti Cub. Per comprendere appieno le ragioni per la quali Fiat non ha mai voluto rilanciare l?Alfa Romeo, ma operato per il suo affossamento sono necessarie tre brevi premesse. La prima: i debiti accumulati dall?Alfa Romeo assunti a pretesto della vendita, erano principalmente di natura finanziaria, dovuti essenzialmente alle risorse prestate dalle banche per costruire l?Alfasud. Non c?era una crisi industriale e di identità del marchio paragonabile a quella odierna. La seconda : nel giugno 1986, nel momento in cui il Governo e l?Iri misero in vendita l?Alfa Romeo, la Fiat propose l?acquisto del solo stabilimento di Pomigliano, in quanto in quel periodo serviva capacità produttiva aggiuntiva, e lo stabilimento era all?epoca il più moderno in Italia. La terza: dopo la decisione del Governo e dell?Iri di vendere il gruppo Alfa nel suo insieme e dopo la proposta avanzata da Ford, Fiat confezionò una seconda proposta sull?onda di un dibattito, che all?epoca si era aperto, secondo il quale l?Alfa doveva restare Italiana. Nasceva così l?Alfa Lancia industriale. Da qui l?inizio ?dell?inganno? e della disfatta. L?Alfa Lancia doveva vendere 620.000 vetture di cui 320.000 Alfa. Da subito però si capì che ciò non sarebbe mai successo, anzi al contrario, salvo una brevissima parentesi dovuta all?entrata in produzione della Alfa 164 che era già pronta, si innescò una parabola discendente che non si è mai arrestata. Nel 2008 l?Alfa ha venduto 102.000 vetture, nel 2009 110.000, gli stessi livelli del 1969 ovvero prima della costituzione dell?Alfasud. Questo è il più chiaro segno della vera crisi industriale provocata dalla gestione Fiat. Sin da subito ci siamo opposti al piano Fiat perché nei fatti prevedeva la perdita di autonomia dell?Alfa Romeo, sulla falsariga di quanto era successo con l?acquisizione della Lancia. L?autonomia dell?Alfa sul piano progettuale e produttivo era per noi fondamentale per garantire il futuro, ma così non è stato. Inoltre Fiat voleva introdurre una metodologia di lavoro che non si addiceva alla produzione di vetture di alta gamma. Già dal primo anno di gestione Fiat (il 1987), oltre alla chiusura di importanti reparti, sistemi informativi, forgia fonderia, ricerca motori, nella progettazione si era imposta la omologazione dei modelli Alfa a quelli Fiat. Le vetture Alfa vennero così a perdere progressivamente le loro peculiarità: venne abbandonata la trazione posteriore, i pianali sostituiti con quelli derivati da Fiat e vennero abbandonati tutti i motori Alfa. Prima il boxer montato sull?Alfa 33, poi il 4 cilindri ed infine, a seguito dell?accordo con Gm, il 6 cilindri. Tutti i simboli che caratterizzavano l?Alfa, a partire dai motori, vennero persi. Fiat non voleva vetture Alfa, voleva vetture derivate da quelle Fiat, a loro dire per ragioni di costi. Va aggiunto che ?i torinesi? non hanno mai avuto la volontà e la capacità e soprattutto la mentalità di costruire vetture di media e alta gamma e quando lo hanno fatto, con il chiaro tentativo di sostituire nel segmento alto l?Alfa con la Lancia, hanno ottenuto scarsi risultati con ingenti sperperi. E? il caso della Lancia Thesis. Il disimpegno sul marchio Alfa è continuato negli anni parallelamente all?abbandono dello stabilimento di Arese e la cancellazione dei posti di lavoro. Dopo la conclusione dell?accordo con Gm era evidente a tutti che l?impostazione Fiat non poteva risollevare le sorti dell?Alfa. Nel 2002 si era delineata una possibile prospettiva di rilancio legata alla costituzione del polo delle auto sportive Alfa, Ferrari, Maserati con l?obiettivo di ridare una fisionomia di sportività all?Alfa e nel contempo di costruire le economie di scala sufficienti per supportare gli investimenti necessari. Anche questa occasione è stata persa. Invece di perseguire questa strada Fiat aveva scelto la strada dell?abbandono dei segmenti medi alti del mercato e con essi dell?Alfa rinchiudendosi nei segmenti minori. Marchionne ha continuato a perseguire un programma di riduzione dei costi e degli investimenti, rimandando continuamente l?entrata in produzione dei nuovi modelli Alfa. MOD EDIT A tutto questo sfascio non può rimediare l?accordo con Chrysler che al massimo può risollevare le sorti del Marchio Lancia utilizzando vetture americane alle quali cambiare solo il logo. Nel piano prospettato al Governo il 22 dicembre brilla la totale assenza di modelli Alfa dopo la Giulietta (modello costruito su pianale fiat). Il messaggio è chiaro, siamo di fronte alla morte annunciata del marchio. Montezemolo affermando che ?il core-businness Fiat sono la Punto e la Panda?, conferma che per il resto non c?è spazio. Fiat non solo ha progressivamente distrutto il marchio Alfa ma ha distrutto decine di migliaia di posti di lavoro. Si pensi che il gruppo Alfa al momento della vendita contava 32.484 occupati. Oggi tra Arese e Pomigliano non si arriva a 6000, quasi tutti in Cig. Non è una bella soddisfazione rilevare che le ragioni per le quali abbiamo combattuto sin dal primo momento il piano Fiat sull?Alfa Romeo si siano puntualmente avverate. Penso però che per il futuro si possa determinare un cambiamento sostanziale. Si può rilanciare l?Alfa; in Europa, lo spazio per vendere vetture di media e alta gamma c?è in quanto questi segmenti rappresentano un mercato di 3 milioni di vetture anno. Serve però un lungo lavoro, un progetto concreto e investimenti adeguati. Fiat in 23 anni ha ampiamente dimostrato la sua mancanza di volontà e una manifesta incapacità nel gestire l?Alfa Romeo. Perciò condivido l?idea che Fiat la venda per non imbrogliare ulteriormente gli italiani e per mantenere una produzione di auto di media e alta gamma in Italia.
 
valvonauta_distratto ha scritto:
COPIATO DAL FORUM DI AROC ALFISSIMA scritto dal Presidente XXXXXXX LA FIAT VENDA L'ALFA ROMEO PER MANIFESTA INCAPACITA' AL RILANCIO !! Con questo scritto voglio intervenire nel dibattito aperto sul Corriere della Sera attorno alla opportunità che Fiat venda L?alfa Romeo. Lo voglio fare partendo da una breve analisi di quello che è successo in questi anni, che chiariscono i motivi della posizione chiara della FlmUniti Cub. Per comprendere appieno le ragioni per la quali Fiat non ha mai voluto rilanciare l?Alfa Romeo, ma operato per il suo affossamento sono necessarie tre brevi premesse. La prima: i debiti accumulati dall?Alfa Romeo assunti a pretesto della vendita, erano principalmente di natura finanziaria, dovuti essenzialmente alle risorse prestate dalle banche per costruire l?Alfasud. Non c?era una crisi industriale e di identità del marchio paragonabile a quella odierna. La seconda : nel giugno 1986, nel momento in cui il Governo e l?Iri misero in vendita l?Alfa Romeo, la Fiat propose l?acquisto del solo stabilimento di Pomigliano, in quanto in quel periodo serviva capacità produttiva aggiuntiva, e lo stabilimento era all?epoca il più moderno in Italia. La terza: dopo la decisione del Governo e dell?Iri di vendere il gruppo Alfa nel suo insieme e dopo la proposta avanzata da Ford, Fiat confezionò una seconda proposta sull?onda di un dibattito, che all?epoca si era aperto, secondo il quale l?Alfa doveva restare Italiana. Nasceva così l?Alfa Lancia industriale. Da qui l?inizio ?dell?inganno? e della disfatta. L?Alfa Lancia doveva vendere 620.000 vetture di cui 320.000 Alfa. Da subito però si capì che ciò non sarebbe mai successo, anzi al contrario, salvo una brevissima parentesi dovuta all?entrata in produzione della Alfa 164 che era già pronta, si innescò una parabola discendente che non si è mai arrestata. Nel 2008 l?Alfa ha venduto 102.000 vetture, nel 2009 110.000, gli stessi livelli del 1969 ovvero prima della costituzione dell?Alfasud. Questo è il più chiaro segno della vera crisi industriale provocata dalla gestione Fiat. Sin da subito ci siamo opposti al piano Fiat perché nei fatti prevedeva la perdita di autonomia dell?Alfa Romeo, sulla falsariga di quanto era successo con l?acquisizione della Lancia. L?autonomia dell?Alfa sul piano progettuale e produttivo era per noi fondamentale per garantire il futuro, ma così non è stato. Inoltre Fiat voleva introdurre una metodologia di lavoro che non si addiceva alla produzione di vetture di alta gamma. Già dal primo anno di gestione Fiat (il 1987), oltre alla chiusura di importanti reparti, sistemi informativi, forgia fonderia, ricerca motori, nella progettazione si era imposta la omologazione dei modelli Alfa a quelli Fiat. Le vetture Alfa vennero così a perdere progressivamente le loro peculiarità: venne abbandonata la trazione posteriore, i pianali sostituiti con quelli derivati da Fiat e vennero abbandonati tutti i motori Alfa. Prima il boxer montato sull?Alfa 33, poi il 4 cilindri ed infine, a seguito dell?accordo con Gm, il 6 cilindri. Tutti i simboli che caratterizzavano l?Alfa, a partire dai motori, vennero persi. Fiat non voleva vetture Alfa, voleva vetture derivate da quelle Fiat, a loro dire per ragioni di costi. Va aggiunto che ?i torinesi? non hanno mai avuto la volontà e la capacità e soprattutto la mentalità di costruire vetture di media e alta gamma e quando lo hanno fatto, con il chiaro tentativo di sostituire nel segmento alto l?Alfa con la Lancia, hanno ottenuto scarsi risultati con ingenti sperperi. E? il caso della Lancia Thesis. Il disimpegno sul marchio Alfa è continuato negli anni parallelamente all?abbandono dello stabilimento di Arese e la cancellazione dei posti di lavoro. Dopo la conclusione dell?accordo con Gm era evidente a tutti che l?impostazione Fiat non poteva risollevare le sorti dell?Alfa. Nel 2002 si era delineata una possibile prospettiva di rilancio legata alla costituzione del polo delle auto sportive Alfa, Ferrari, Maserati con l?obiettivo di ridare una fisionomia di sportività all?Alfa e nel contempo di costruire le economie di scala sufficienti per supportare gli investimenti necessari. Anche questa occasione è stata persa. Invece di perseguire questa strada Fiat aveva scelto la strada dell?abbandono dei segmenti medi alti del mercato e con essi dell?Alfa rinchiudendosi nei segmenti minori. Marchionne ha continuato a perseguire un programma di riduzione dei costi e degli investimenti, rimandando continuamente l?entrata in produzione dei nuovi modelli Alfa. MOD EDIT A tutto questo sfascio non può rimediare l?accordo con Chrysler che al massimo può risollevare le sorti del Marchio Lancia utilizzando vetture americane alle quali cambiare solo il logo. Nel piano prospettato al Governo il 22 dicembre brilla la totale assenza di modelli Alfa dopo la Giulietta (modello costruito su pianale fiat). Il messaggio è chiaro, siamo di fronte alla morte annunciata del marchio. Montezemolo affermando che ?il core-businness Fiat sono la Punto e la Panda?, conferma che per il resto non c?è spazio. Fiat non solo ha progressivamente distrutto il marchio Alfa ma ha distrutto decine di migliaia di posti di lavoro. Si pensi che il gruppo Alfa al momento della vendita contava 32.484 occupati. Oggi tra Arese e Pomigliano non si arriva a 6000, quasi tutti in Cig. Non è una bella soddisfazione rilevare che le ragioni per le quali abbiamo combattuto sin dal primo momento il piano Fiat sull?Alfa Romeo si siano puntualmente avverate. Penso però che per il futuro si possa determinare un cambiamento sostanziale. Si può rilanciare l?Alfa; in Europa, lo spazio per vendere vetture di media e alta gamma c?è in quanto questi segmenti rappresentano un mercato di 3 milioni di vetture anno. Serve però un lungo lavoro, un progetto concreto e investimenti adeguati. Fiat in 23 anni ha ampiamente dimostrato la sua mancanza di volontà e una manifesta incapacità nel gestire l?Alfa Romeo. Perciò condivido l?idea che Fiat la venda per non imbrogliare ulteriormente gli italiani e per mantenere una produzione di auto di media e alta gamma in Italia.

una rappesentazione dettagliata, precisa ed oggettiva della realtà.

Indipendentemente dalle cause, è esattamente ciò che è avvenuto.
Impossibile asserire il contrario, purtroppo...
 
angelo0 ha scritto:
vecchioAlfista ha scritto:
angelo0 ha scritto:
vecchioAlfista ha scritto:
angelo0 ha scritto:
vecchioAlfista ha scritto:
ragazzi, i perchè sono quelli che, con un pò di malizia ed un pò di ricerca su internet, possiamo conoscere o, quantomeno, ipotizzare.

Arese deve essere dismessa totalmente, in quanto non rientra più nelle istallazioni produttive del gruppo.

Ciò significa chiudere (e verosimilmente vendere) tutta l'area e le strutture.

Che sia il reparto motori, il Centro Stile od il museo, Arese deve chiudere.

Probabilmente, il suo contenuto, o più verosimilmente una parte, verrà accentrato a Torino insieme a Lancia e Fiat.

Resta il dubbio sull'eventuale volontà di vendita di certi gioielli, per fare cassa. Una maldicenza che mi piacerebbe sentir smentita...

Ma tolta l'ultima parte, tutto ciò rimane palesemente indifendibile e nocivo, per fiat. Ergo meglio non parlarne.
... siccome non comprera nessuno..... ecco che tu regione Lombarda
potresti comprare con un mutuo di trentanni cio che la politica 25 anni fa regaló. :oops:

chiedere ad un organo statale (seppur periferico) di farsi carico (in questi tempi di magra) di ciò che spetterebbe ai privati?
L'unico attore può essere quell'azienda che avesse veramente a cuore il proprio patrimonio storico e la sua conservazione, come trampolino di lancio per la propria immagine e produzione.
Sarebbe piu vergognoso farlo fare a qualcuno che con la storia italiana non ha niente a che fare.

A dire il vero, non c'era nessun riferimento particolare, se intendi questo.

Certo, il "patriottismo" e la difesa della "storia" Alfa va perseguita con i fatti, non con l'esibizione di cittadinanza o la falsa retorica nazionale.

Un patrimonio come quello di Arese deve essere difeso con i fatti. I fatti dicono che l'unico gruppo automobilistico italiano se ne sta fregando altamente, ed anzi trama in direzione opposta.

Quindi, cosa c'è di più vergognoso del momento attuale?

PS - Lascia perdere lo Stato. Ha altre grane ed altre beghe, E non ha nulla da spartire con un capitale che, prima che storico, dovrebbe essere industriale
...oh si certo se si vuole difendere bisogna farlo con i fatti, ma se non si fa ci sará un motivo giusto o sbagliato che sia, ed io mi chiedo qualé il motivo?

il motivo?

Il motivo è che al proprietario non interessa, non serve, non conviene.

Con tali premesse, si salvi chi può...
 
@Valvo
Ho editato io la parte in stampatello per un duplice motivo: vi era un riferimento politico non ammesso ed un riferimento a comportamenti contrari al codice penale che non può trovare ingresso in questo forum.
Occhio a quello che postate!
Grazie per la collaborazione

Per il resto, purtroppo parlano i numeri e gli anni trascorsi
 
vecchioAlfista ha scritto:
valvonauta_distratto ha scritto:
COPIATO DAL FORUM DI AROC ALFISSIMA scritto dal Presidente XXXXXXX LA FIAT VENDA L'ALFA ROMEO PER MANIFESTA INCAPACITA' AL RILANCIO !! Con questo scritto voglio intervenire nel dibattito aperto sul Corriere della Sera attorno alla opportunità che Fiat venda L?alfa Romeo. Lo voglio fare partendo da una breve analisi di quello che è successo in questi anni, che chiariscono i motivi della posizione chiara della FlmUniti Cub. Per comprendere appieno le ragioni per la quali Fiat non ha mai voluto rilanciare l?Alfa Romeo, ma operato per il suo affossamento sono necessarie tre brevi premesse. La prima: i debiti accumulati dall?Alfa Romeo assunti a pretesto della vendita, erano principalmente di natura finanziaria, dovuti essenzialmente alle risorse prestate dalle banche per costruire l?Alfasud. Non c?era una crisi industriale e di identità del marchio paragonabile a quella odierna. La seconda : nel giugno 1986, nel momento in cui il Governo e l?Iri misero in vendita l?Alfa Romeo, la Fiat propose l?acquisto del solo stabilimento di Pomigliano, in quanto in quel periodo serviva capacità produttiva aggiuntiva, e lo stabilimento era all?epoca il più moderno in Italia. La terza: dopo la decisione del Governo e dell?Iri di vendere il gruppo Alfa nel suo insieme e dopo la proposta avanzata da Ford, Fiat confezionò una seconda proposta sull?onda di un dibattito, che all?epoca si era aperto, secondo il quale l?Alfa doveva restare Italiana. Nasceva così l?Alfa Lancia industriale. Da qui l?inizio ?dell?inganno? e della disfatta. L?Alfa Lancia doveva vendere 620.000 vetture di cui 320.000 Alfa. Da subito però si capì che ciò non sarebbe mai successo, anzi al contrario, salvo una brevissima parentesi dovuta all?entrata in produzione della Alfa 164 che era già pronta, si innescò una parabola discendente che non si è mai arrestata. Nel 2008 l?Alfa ha venduto 102.000 vetture, nel 2009 110.000, gli stessi livelli del 1969 ovvero prima della costituzione dell?Alfasud. Questo è il più chiaro segno della vera crisi industriale provocata dalla gestione Fiat. Sin da subito ci siamo opposti al piano Fiat perché nei fatti prevedeva la perdita di autonomia dell?Alfa Romeo, sulla falsariga di quanto era successo con l?acquisizione della Lancia. L?autonomia dell?Alfa sul piano progettuale e produttivo era per noi fondamentale per garantire il futuro, ma così non è stato. Inoltre Fiat voleva introdurre una metodologia di lavoro che non si addiceva alla produzione di vetture di alta gamma. Già dal primo anno di gestione Fiat (il 1987), oltre alla chiusura di importanti reparti, sistemi informativi, forgia fonderia, ricerca motori, nella progettazione si era imposta la omologazione dei modelli Alfa a quelli Fiat. Le vetture Alfa vennero così a perdere progressivamente le loro peculiarità: venne abbandonata la trazione posteriore, i pianali sostituiti con quelli derivati da Fiat e vennero abbandonati tutti i motori Alfa. Prima il boxer montato sull?Alfa 33, poi il 4 cilindri ed infine, a seguito dell?accordo con Gm, il 6 cilindri. Tutti i simboli che caratterizzavano l?Alfa, a partire dai motori, vennero persi. Fiat non voleva vetture Alfa, voleva vetture derivate da quelle Fiat, a loro dire per ragioni di costi. Va aggiunto che ?i torinesi? non hanno mai avuto la volontà e la capacità e soprattutto la mentalità di costruire vetture di media e alta gamma e quando lo hanno fatto, con il chiaro tentativo di sostituire nel segmento alto l?Alfa con la Lancia, hanno ottenuto scarsi risultati con ingenti sperperi. E? il caso della Lancia Thesis. Il disimpegno sul marchio Alfa è continuato negli anni parallelamente all?abbandono dello stabilimento di Arese e la cancellazione dei posti di lavoro. Dopo la conclusione dell?accordo con Gm era evidente a tutti che l?impostazione Fiat non poteva risollevare le sorti dell?Alfa. Nel 2002 si era delineata una possibile prospettiva di rilancio legata alla costituzione del polo delle auto sportive Alfa, Ferrari, Maserati con l?obiettivo di ridare una fisionomia di sportività all?Alfa e nel contempo di costruire le economie di scala sufficienti per supportare gli investimenti necessari. Anche questa occasione è stata persa. Invece di perseguire questa strada Fiat aveva scelto la strada dell?abbandono dei segmenti medi alti del mercato e con essi dell?Alfa rinchiudendosi nei segmenti minori. Marchionne ha continuato a perseguire un programma di riduzione dei costi e degli investimenti, rimandando continuamente l?entrata in produzione dei nuovi modelli Alfa. MOD EDIT A tutto questo sfascio non può rimediare l?accordo con Chrysler che al massimo può risollevare le sorti del Marchio Lancia utilizzando vetture americane alle quali cambiare solo il logo. Nel piano prospettato al Governo il 22 dicembre brilla la totale assenza di modelli Alfa dopo la Giulietta (modello costruito su pianale fiat). Il messaggio è chiaro, siamo di fronte alla morte annunciata del marchio. Montezemolo affermando che ?il core-businness Fiat sono la Punto e la Panda?, conferma che per il resto non c?è spazio. Fiat non solo ha progressivamente distrutto il marchio Alfa ma ha distrutto decine di migliaia di posti di lavoro. Si pensi che il gruppo Alfa al momento della vendita contava 32.484 occupati. Oggi tra Arese e Pomigliano non si arriva a 6000, quasi tutti in Cig. Non è una bella soddisfazione rilevare che le ragioni per le quali abbiamo combattuto sin dal primo momento il piano Fiat sull?Alfa Romeo si siano puntualmente avverate. Penso però che per il futuro si possa determinare un cambiamento sostanziale. Si può rilanciare l?Alfa; in Europa, lo spazio per vendere vetture di media e alta gamma c?è in quanto questi segmenti rappresentano un mercato di 3 milioni di vetture anno. Serve però un lungo lavoro, un progetto concreto e investimenti adeguati. Fiat in 23 anni ha ampiamente dimostrato la sua mancanza di volontà e una manifesta incapacità nel gestire l?Alfa Romeo. Perciò condivido l?idea che Fiat la venda per non imbrogliare ulteriormente gli italiani e per mantenere una produzione di auto di media e alta gamma in Italia.

una rappesentazione dettagliata, precisa ed oggettiva della realtà.

Indipendentemente dalle cause, è esattamente ciò che è avvenuto.
Impossibile asserire il contrario, purtroppo...

No, e non c'è nemmeno altro da aggiungere. Anzi si una ulteriore cosiderazione:
- in 101 anni di storia Alfa non ha mai avuto una gamma così ridotta, 2 modelli di fascia bassa e basta.
 
vecchioAlfista ha scritto:
qualcuno conosce la data in cui verrà discusso il ricorso?

Non sono riuscito a trovare niente di aggiornato riguardo il ricorso. L'unica cosa certe è che sarà il TAR della Lombardia sezione Milano a discuterlo. Se qualcuno di voi è avvocato o conosce un avvocato e sa come ricercare le date delle udienze del TAR provi a fare una ricerca per vedere quando ci sarà la discussione.
Ho comunque trovato questa risposta ad una interrogazione parlamentare:

"Risposta all'interrogazione n. 4-05439
Fascicolo n.132
Risposta. - Con riferimento all?interrogazione volta a sollecitare la definizione del procedimento di apposizione del vincolo sulle palazzine del Centro direzionale Alfa Romeo al fine di inventariare i beni ivi conservati e verificare lo stato di manutenzione dell?intero complesso, si comunica che il Ministero ha avviato, sin dal 29 giugno 2010, tramite la competente Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici di Milano, il procedimento di dichiarazione dell?interesse culturale particolarmente importante ai sensi degli articoli 10, comma 3, lettere b), d) ed e), 13 e 128, comma 3, del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni ed integrazioni, nei confronti: della porzione di compendio immobiliare denominata Centro direzionale Alfa Romeo adibita a museo storico ed annessi, ovvero: autofficina, centro documentazione-archivio storico, uffici direzionali; della raccolta del museo storico Alfa Romeo (catalogata con apposite schede facenti parte integrante della dichiarazione di interesse); dell'archivio storico Alfa Romeo.
Il procedimento si è concluso entro i termini di legge in data 31 gennaio 2011, con l?emanazione del relativo decreto del Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia.
Il provvedimento di tutela è nato, grazie anche all?impulso dato dall?amministrazione comunale di Arese e condiviso dai Comuni vicini, compreso quello di Milano, dalla constatazione dell?eccezionale valore culturale dei beni dichiarati e dalla necessità di sottoporli a tutela onde garantire la loro unitaria conservazione nel contesto di appartenenza.
Il vincolo comprende sia una parte degli edifici costituenti il centro direzionale, sia il materiale in essi contenuto (raccolta del museo storico e archivio storico), inscindibilmente connessi gli uni agli altri, riconosciuti quali irrinunciabili vestigia di un?impresa, l?Alfa Romeo, che ha fatto la storia dell?industria, dello sviluppo tecnologico, dell?automobilismo sportivo e di competizione, dei rapporti sociali e sindacali, del design, dell?economia del nostro Paese e non solo. Il provvedimento di vincolo crea infatti un nesso pertinenziale tra le autovetture e la documentazione prodotte dall?azienda e l?immobile che le contiene e detta prescrizioni di inscindibilità e di inamovibilità dell?archivio e della collezione di autovetture rispetto all?immobile, proprio per salvaguardare l?unitarietà culturale del contesto.
L?archivio è stato oggetto di attività di inventariazione nel 1994 da parte di una équipe mista di storici e archivisti sotto la vigilanza della Soprintendenza archivistica per la Lombardia; gli elenchi e gli inventari sono depositati presso la sede della Soprintendenza medesima e sono consultabili online all?indirizzo web http://www.archiviostorico.alfaromeo.it.
L?istruttoria del provvedimento è stata accompagnata dal sostegno morale non solo del comitato ?Amici del museo Alfa Romeo di Arese?, citato nell?interrogazione, ma anche di altre associazioni, club e comitati di ?alfisti? ed amatori e collezionisti della produzione della storica casa automobilistica.
In data 10 febbraio 2011, a notifica del decreto avvenuta, le proprietà dei beni sottoposti a tutela - Fiat partecipazioni SpA (beni immobili) e Fiat group automobiles SpA (beni mobili) - entrambe società afferenti a Fiat group, hanno dato notizia, tramite il sito web ufficiale del museo storico Alfa Romeo, della chiusura fino ?a data da destinarsi? della struttura museale, in ragione della necessità di effettuare ?interventi di manutenzione?.
Interventi, al momento, non ancora realizzati.
A seguito di tale comunicazione pubblica, la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia, con nota del 16 febbraio 2011, ha richiamato le proprietà agli obblighi di conservazione e di previa autorizzazione, previsti dal codice dei beni culturali e del paesaggio per ogni eventuale intervento su beni culturali.
Contestualmente, è stata rinnovata la disponibilità degli organi territoriali di tutela, già palesata all?interno del decreto, alla collaborazione tanto nell'individuazione di procedure semplificate di autorizzazione (soprattutto in relazione alla movimentazione delle autovetture per la partecipazione ad eventi e manifestazioni) quanto nella valutazione di forme integrate di valorizzazione del museo e del suo contenuto.
A tale comunicazione non è stato dato riscontro, così come non sono agli atti degli istituti preposti alla tutela istanze per l?autorizzazione ad interventi conservativi e di manutenzione sui beni immobili e mobili oggetto del provvedimento.

Sono stati altresì richiesti, sinora sempre autorizzati dalla competente Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici di Milano, circostanziati spostamenti temporanei di auto per la partecipazione a gare sportive di auto d?epoca, a mostre, a manifestazioni di vario genere, come ad esempio la coppa Milano-Sanremo del marzo 2011; il salone ?Techno Classica? ad Essen, in Germania, del marzo-aprile 2011; le manifestazioni: ?Terre di Canossa, ?Circuito della Fascia d?Oro?, ?Mille Miglia?, e da ultimo ?Cultura e motori - L?Alfa Romeo e la scuderia Ferrari? , presso il politecnico di Piacenza nel maggio 2011.
La Regione Lombardia, il Presidente della Provincia di Milano ed il Comune di Arese hanno tutti unanimemente mostrato grande apprezzamento per il provvedimento adottato in favore della tutela del museo storico Alfa Romeo.
Oltre all?attività di tutela, il Ministero sta promuovendo l?istituzione di un apposito tavolo tecnico, al quale hanno dato per ora disponibilità di adesione, seppure in via informale, la Regione Lombardia, i Comuni di Arese e Bollate e il comitato ?Amici del museo Alfa Romeo di Arese?. Il tavolo si propone di offrire collaborazione a Fiat group per la definizione di progetti di valorizzazione e gestione dei beni riconosciuti di interesse.
In data 5 aprile 2011 tuttavia le proprietà dei beni immobili e dei beni mobili (Fiat partecipazioni SpA e Fiat group automobiles SpA) hanno presentato al Tribunale amministrativo regionale della Lombardia, sezione di Milano, avverso il decreto in oggetto, due distinti ricorsi, di contenuto pressoché identico, differenti solo per la natura del bene sottoposto a tutela (mobile e immobile), con i quali si richiede l?annullamento del provvedimento.
Sono attualmente in corso, da parte degli uffici del Ministero sul teritorio, gli approfondimenti istruttori e le valutazioni necessarie alla produzione delle memorie difensive avverso i predetti ricorsi, da consegnare alla competente Avvocatura dello Stato.
Il Ministro per i per i beni e le attività culturali
GALAN"

Le parti che ho evidenziato in neretto ed in colore rosso mi fanno venire la nausea. Evito di commentare l'atteggiamento di fiat se non con la solita parola: VERGOGNA
 
Non vedo l'ora che l'Alfa passi a VW... loro avrebbero sicuramente più cura del patrimonio storico!
Marchionne quando è che finalmente emigri in USA???
 
mitoAR ha scritto:
Non vedo l'ora che l'Alfa passi a VW... loro avrebbero sicuramente più cura del patrimonio storico!
Marchionne quando è che finalmente emigri in USA???
stai calmoche non é tutto oro cio che luccica.
 
angelo0 ha scritto:
mitoAR ha scritto:
Non vedo l'ora che l'Alfa passi a VW... loro avrebbero sicuramente più cura del patrimonio storico!
Marchionne quando è che finalmente emigri in USA???
stai calmoche non é tutto oro cio che luccica.
Vero ma non e' nemmeno Ghisa arrugginita come quella Fiat........... :?

http://www.visit-lamborghini.com/#gallery
 
Quello Maserati e' salvo e aperto solo grazie ad un privato che ha salvato le Maserati che per fiat erano inutili e in vendita.....Panini.
http://www.paninimotormuseum.it/
Vergogna Fiat!!!
 
angelo0 ha scritto:
mitoAR ha scritto:
Non vedo l'ora che l'Alfa passi a VW... loro avrebbero sicuramente più cura del patrimonio storico!
Marchionne quando è che finalmente emigri in USA???
stai calmoche non é tutto oro cio che luccica.

può essere Angelo.

Ma in questo caso, fra una certezza ed un dubbio, preferisco di gran lunga la seconda...
 
vecchioAlfista ha scritto:
angelo0 ha scritto:
mitoAR ha scritto:
Non vedo l'ora che l'Alfa passi a VW... loro avrebbero sicuramente più cura del patrimonio storico!
Marchionne quando è che finalmente emigri in USA???
stai calmoche non é tutto oro cio che luccica.

può essere Angelo.

Ma in questo caso, fra una certezza ed un dubbio, preferisco di gran lunga la seconda...
Quoto.
 
vecchioAlfista ha scritto:
angelo0 ha scritto:
mitoAR ha scritto:
Non vedo l'ora che l'Alfa passi a VW... loro avrebbero sicuramente più cura del patrimonio storico!
Marchionne quando è che finalmente emigri in USA???
stai calmoche non é tutto oro cio che luccica.

può essere Angelo.

Ma in questo caso, fra una certezza ed un dubbio, preferisco di gran lunga la seconda...
per cosa,per essere preso per i fondelli, pagare di piu, e non avere
lo stesso quello che cerco. Storpio per storpio rimanco con quello che ho almeno
i miei sudori sono piu sostenibili.Buon dvertimento ragazzi :?
 
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