Un caro saluto a tutti e tanti ringraziamenti a KEY-ONE --- FPAOL ed a EX BATRI per l'ennesimo gentilissimo invito.
Prendo la palla al balzo e posto qualcosa che sicuramente alcuni hanno
già letto tempo addietro sia all'interno del Topic del Museo che presso
altri Topic.
Se nel corso della battitura mi verranno in mente magari altre piccole variazioni e/o ulteriori ricordi , sarà mia cura aggiornare.
Intanto ne approfitto per inviare un ringraziamento ad ALEXMED perché la poesia da lui pubblicata suscita in me moltissimi bei ricordi - (passione - amicizie - e chi più ne ha più ne metta) - ma anche tanta nostalgia.
E grazie comunque per avere suggerito il nome del libro perché cercherò di non farmelo mancare.
Comunque : Nel suo libro - a pag. 62 - il Sig. Busso così recita :
" ...........Al tavolo quella sera avevo alla mia sinistra Fangio ed alla mia destra il presidente dei concessionari Alfa Romeo in Italia. Il Sig. Oreste Peverelli, un nome la cui influenza in Ditta stava crescendo in modo violento ".
E ciò di cui poco sopra, Busso parla dell' anno 1950 dopo la corsa di Silverstone.
La lettura di questa pagina, mi ricordò ( anche se in modo molto labile e fugace ) il personaggio Oreste Peverelli .
Siamo nell' anno 1952 e la nostra Italietta già da qualche anno si è rimboccata le maniche e si inizia a raccoglie qualche frutto ed alcune soddisfazioni.
La Lancia e la Fiat vendono bene le loro Aurelia e le 1400.
L' ALFA che nel 1950 aveva presentato la 1900 berlina, con l'anno 1951 inizia le consegne di questa vettura : la I° serie.
Essa si distingueva dalle serie successive in particolare perché il comando degli indicatori di direzione era posizionato sempre sul piantone sterzo ma " in alto " . Per dare una idea - per chi se lo ricorda - in posizione simile all'ubicazione dell'interruttore delle 4 frecce delle Opel degli anni '70.
All'inizio dell'anno 1952 esce la II° serie dotata di alcuni aggiornamenti.
In casa mia a quel tempo dimoravano una Aurelia- B 10 - V6 di 1750 cc. - 56 Cv. di mio nonno ed una Lancia Aprilia - 1.500 cc. di mio papà. Tutte e 2 con guida a destra.
Dell' Aurelia ricordo l'enorme spazio interno ( soprattutto dietro ) e comunque la grande eleganza.
Aveva poi gli strumenti del cruscotto con una grafica verde che per me era bellissima.
Ed il famoso " clack " sobrio ed elegante della chiusura portiere dove lo mettiamo ??
Furono tanti i viaggi e viaggetti con i miei nonni sull' Aurelia ma uno in particolare non lo dimenticherò : quando durante una trasferta al mare mi ammalai di una brutta polmonite. E quindi, gira la macchina e torna a casa. Ma che ci volete fare, così è la vita.
Molti più viaggi, evidentemente, con l' Aprilia di papà della quale ricordo il segnalatore della benzina graduato - mi pare di ricordare bene - di 5 litri in 5 litri e che si illuminavano man mano si consumava la benzina.
Poi - sempre se ricordo bene - aveva , quale dispositivo di accensione motore , una levetta sotto il cruscotto che bisognava azionare.
Tornando comunque all' ALFA , nel mese di Aprile del 1952 mio nonno si presenta a casa con una bellissima e nuovissima ALFA 1900 II° serie colore marrone e gli interni beige scuri. E questa vettura recava il manettino degli indicatori di direzione in posizione più razionale (quella che tutti conosciamo) rispetto la I° serie.
E la destina a mio papà.
Questa vettura - che il giorno stesso dell'acquisto fu consegnata da un Collaudatore dell'ALFA proveniente espressamente dal Portello - era a Como presso la ditta Oreste Peverelli che all'epoca era distributore per tanta parte della Lombardia.
In quegli anni la Casa del Portello colse l'opportunità della validità della vettura per espandere in modo fulmineo la sua rete vendita.
Così nell'arco di pochissimi mesi ( ma forse è meglio dire "giorni" )
i responsabili della Casa si appoggiarono ai migliori meccanici e/o garagisti e/o motoristi d'Italia offrendo loro di divenire Commissionari e dotandoli dell' insegna dell' ALFA ROMEO all'esterno delle loro sedi.
Giungiamo così alla fine di Giugno sempre 1952 e vengo invitato da mio nonno a salire sull'auto di un Commissionario ALFA che conoscevamo per recarci al Portello (muniti di targa prova) per acquistare altra 1900 e questa volta per mio nonno.
Entriamo da un grande portone (meglio dire " grosso cancello " ) sito in Via Grosotto ed ivi ci troviamo in un larghissimo e lunghissimo cortile ove tra l'altro fervevano lavori di costruzione di nuovi padiglioni.
A circa 20 metri dall'entrata saliamo con l'auto tramite una "rampa" a chiocciola fino al II° piano di uno dei capannoni che componevano la Casa.
Questo vastissimo capannone era adibito anche allo stoccaggio vetture nuove e dove - evidentemente previo appuntamento - ci si poteva recare con i Commissionari per acquistare direttamente le vetture.
Infatti alcune bellissime e nuovissime ALFONE 1900 in varie tinte erano presenti.
Quando scendemmo dalla macchina per recarci a scegliere con personale dell' Ufficio Vendite la nuova vettura nel colore desiderato,
io mi trovai di fronte ad una delle ultime (forse 15 - 20) ALFONA 2500 - Freccia d'Oro - 6 cilindri in linea che erano in attesa di essere vendute.
Questo repentino impatto a distanza così ravvicinata da questo enorme - severo , imponente ed austero "musone " che era oltremodo più alto di me mi fece veramente paura. Ed è qualcosa - una situazione - una parte della mia vita di bambino che non ho mai dimenticato.
Col tempo - con gli anni - con la passione per le auto imparai a comprendere cotanta bellezza e maestosità della 2500 Freccia d'Oro ma devo ammettere che da quel giorno del 1952 e (forse ) sino alla pubertà ho avuto un rapporto di amore-odio per codesta auto che comunque - erano effettivamente poche quelle che incontravi su strada - hanno girato sino agli anni '60.
Ora, dopo tanti anni , quando mi capita di vederne una vado in solluchero. Se poi trattasi della 2500 Villa d' Este di Touring........
Comunque, tanto impaurito, mi rifugiai presso mio nonno che per potere perfezionare la vendita e la consegna e la scelta del colore della sua futura auto mi affidò ad un gentilissimo Collaudatore Alfa: il
Sig. GIRA.
Costui, mi invitò a salire proprio su una di queste 2500 Freccia d'Oro ( che ricordo avevano ancora la guida a destra ) e con me molto molto riluttante per effettuare un lungo giro di tutto lo stabilimento.
Mi portò al piano inferiore ( sempre attraverso la salita/discesa a chiocciola ) a vedere il procedimento di fabbricazione / montaggio delle vetture e poi per gli enormi cortili ove erano parcheggiati i camion ALFA 900-950 ecc. e poi per altri capannoni e per tornare infine ancora al II° piano ove era pronta per " l' asporto " una splendida ALFA 1900 di un bellissimo colore Argento chiaro con interno in panno Verde chiarissimo che era meraviglioso.
Montammo la targa Prova che portò il Commissionario e......via verso casa ancora un po' spaventato dal musone della 2500 ma con il cuore pieno di gioia per quanto mi fu offerto di vedere quel giorno.
I lavori di ampliamento che vidi e che erano in essere quel giorno probabilmente erano relativi a quella bella e nuova costruzione che dopo 7/8 anni circa vide i componenti della mia famiglia e me (inizialmente da ragazzino e poi da cliente delle mie ALFA personali)
transitare per tagliandi- manutenzioni varie - ed amicizie con Collaudatori e Tecnici ed Ingegneri della Casa.
I cortili che attraversai col Sig. GIRA ed ove notai nel 1952 i Camion ALFA, negli anni '60 erano adibiti anche a deposito di alcuni Furgoni ROMEO , mentre nell'anno 1968 o 1969 fu parcheggiata una Rover
2000 TC -non ricordo più se di colore Bianco o Marrone.
Eravamo un giorno di quell'anno in giro in vettura con uno dei miei amici Collaudatori ed alla domanda di cosa ci facesse quell' auto egli rispose che i Tecnici stavano studiando il De Dion Rover da comparare col De Dion di una futura vettura ALFA che già era chiamata 116.
Il " grosso cancello " negli anni è sempre rimasto lì.
La Rampa a chiocciola anch'essa è sempre rimasta al suo posto e col tempo, con gli anni - dato " l'incremento del traffico - fu dotata di semaforo temporizzato .
Un saluto a tutti.
