<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Montecarlo, il vicino: la Tulliani dirigeva i lavori | Il Forum di Quattroruote

Montecarlo, il vicino: la Tulliani dirigeva i lavori

A Porta a porta un vicino monegasco rivela: "L'ho vista più volte nell'appartamento". E spiega: "La signora bionda seguiva la ristrutturazione". Un altro colpo per Fini, che ha sminuito il ruolo di Elisabetta nella vicenda.
di Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica

L?ennesima testimonianza poco conforme alle risposte di Gianfranco Fini e dei suoi familiari sull?affaire immobiliare monegasco arriva direttamente dal Principato, e va in onda nel salotto di Bruno Vespa. Le telecamere di Porta a Porta intervistano, a Montecarlo, un inquilino del «Palais Milton», l?edificio al 14 di boulevard Princesse Charlotte dove, al piano terra, abita il «cognato» di Fini, Giancarlo Tulliani. Il suo vicino è Fabrizio Torta, che spiega: «L?appartamento di Tulliani è identico al mio, 60-70 mq». Poi, Torta racconta ciò che ha visto nell?appartamento al rez de chaussée (piano terra), dove fervevano i lavori di ristrutturazione affidati alla ditta «Tecabat» di Rino Terrana. Via-vai di operai. Polvere. Martelli e trapani che addirittura procurano danni alla sua proprietà. E una «bella donna»: «Mesi fa vidi una signora bionda, estremamente appariscente, occuparsi della ristrutturazione. Dai giornali scoprii poi che era la compagna del presidente Fini».
Un riscontro ulteriore alle altre testimonianze che il Giornale aveva raccolto nel Principato nei mesi scorsi. L?altro «compagno di pianerottolo» di casa Tulliani, Giorgio Mereto, per citare un esempio. L?uomo, che a Palais Milton ha un ufficio confinante col terrazzo di quella casa, aveva raccontato di aver visto per le scale sia Fini che una signora bionda, identificata con Elisabetta dopo averne visto la foto su internet.
Il dettaglio della presenza di Elisabetta nella casa mentre il cantiere era in piena attività, se confermato, non è certo di poco conto. Come è noto, il suo compagno Gianfranco Fini ha sempre negato di aver saputo alcunché di quell?appartamento al di fuori della prima compravendita, «procacciata» dal «cognato» Giancarlo Tulliani. E di aver saputo solo tempo dopo, proprio da Elisabetta e con «sorpresa e disappunto», che il giovane Giancarlo ci fosse andato ad abitare. Ma non è tutto. Sempre nella puntata di Porta a Porta andata in onda ieri sera, un altro dei testimoni scovati dal Giornale, il noto costruttore italiano Luciano Garzelli (a cui si era rivolto l?ambasciatore Mistretta quando Tulliani gli aveva chiesto nomi di imprese per ristrutturare la casa) ha confermato il ruolo di Elisabetta: «Anche gli operai sul cantiere la videro più volte mentre assisteva ai lavori». Era lei, a quanto dice il titolare del colosso monegasco delle costruzioni Engeco, che coordinava e seguiva l?andamento dei lavori nell?appartamento occupato - all?insaputa di Fini - dal fratellino: «Mi telefonò parecchie volte, anche se non ci siamo mai conosciuti di persona», aggiunge Garzelli. Telefonate che si sommano a una serie di e-mail di un architetto romano di fiducia della compagna del presidente della Camera, nelle quali il professionista, sempre per conto di Elisabetta, chiedeva di intervenire per eliminare tramezzi e ampliare stanze. Prima ancora di parlare con Porta a Porta, già al Giornale, Garzelli non era stato avaro di dettagli, spiegando che le prime e-mail risalivano al giugno del 2009: via libera al preventivo da parte dell?architetto della Tulliani, tranne le forniture (piastrelle, mobili, la cucina). Che i familiari di Fini hanno voluto portarsi dall?Italia. Dettaglio, come si ricorderà, confermato anche da Davide Russo, ex dipendente del centro arredi Castellucci di Roma, che a questo quotidiano raccontò che Elisabetta si occupò di acquistare gli arredi per «una casa all?estero», e che fu richiesto un trasporto particolare, non solo per i mobili ma anche per materiali da costruzione. Ancora un nuovo tassello che sembra trovare riscontro. Ancora un colpo al «non c?entriamo» dei Tullianos. E se Fini dubita del «cognato», a questo punto dovrebbe dubitare anche di «Ely». O no?


Quindi, aggiungo in forma strettamente personale, è proprio vero che chi tradisce una volta, poi, tradirà sempre.
Lo fece nel '94, lo rifece nel 2003 con la sua personale definizione di "Male Assoluto", ora con il suo ex-compagno di merende cav. Berlusconi e alla fine di tutto, ma non certamente in conclusione, con tutti i suoi ex colleghi di Partito, i militanti, i simpatizzanti, chi credeva nell'Idea e nell'Ideale originario - come lo si può ben notare - con l'affare "Tulliani/Fini/Montecarlo" .
 
cuginodicicciobenzina ha scritto:
A Porta a porta un vicino monegasco rivela: "L'ho vista più volte nell'appartamento". E spiega: "La signora bionda seguiva la ristrutturazione". Un altro colpo per Fini, che ha sminuito il ruolo di Elisabetta nella vicenda.
di Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica

L?ennesima testimonianza poco conforme alle risposte di Gianfranco Fini e dei suoi familiari sull?affaire immobiliare monegasco arriva direttamente dal Principato, e va in onda nel salotto di Bruno Vespa. Le telecamere di Porta a Porta intervistano, a Montecarlo, un inquilino del «Palais Milton», l?edificio al 14 di boulevard Princesse Charlotte dove, al piano terra, abita il «cognato» di Fini, Giancarlo Tulliani. Il suo vicino è Fabrizio Torta, che spiega: «L?appartamento di Tulliani è identico al mio, 60-70 mq». Poi, Torta racconta ciò che ha visto nell?appartamento al rez de chaussée (piano terra), dove fervevano i lavori di ristrutturazione affidati alla ditta «Tecabat» di Rino Terrana. Via-vai di operai. Polvere. Martelli e trapani che addirittura procurano danni alla sua proprietà. E una «bella donna»: «Mesi fa vidi una signora bionda, estremamente appariscente, occuparsi della ristrutturazione. Dai giornali scoprii poi che era la compagna del presidente Fini».
Un riscontro ulteriore alle altre testimonianze che il Giornale aveva raccolto nel Principato nei mesi scorsi. L?altro «compagno di pianerottolo» di casa Tulliani, Giorgio Mereto, per citare un esempio. L?uomo, che a Palais Milton ha un ufficio confinante col terrazzo di quella casa, aveva raccontato di aver visto per le scale sia Fini che una signora bionda, identificata con Elisabetta dopo averne visto la foto su internet.
Il dettaglio della presenza di Elisabetta nella casa mentre il cantiere era in piena attività, se confermato, non è certo di poco conto. Come è noto, il suo compagno Gianfranco Fini ha sempre negato di aver saputo alcunché di quell?appartamento al di fuori della prima compravendita, «procacciata» dal «cognato» Giancarlo Tulliani. E di aver saputo solo tempo dopo, proprio da Elisabetta e con «sorpresa e disappunto», che il giovane Giancarlo ci fosse andato ad abitare. Ma non è tutto. Sempre nella puntata di Porta a Porta andata in onda ieri sera, un altro dei testimoni scovati dal Giornale, il noto costruttore italiano Luciano Garzelli (a cui si era rivolto l?ambasciatore Mistretta quando Tulliani gli aveva chiesto nomi di imprese per ristrutturare la casa) ha confermato il ruolo di Elisabetta: «Anche gli operai sul cantiere la videro più volte mentre assisteva ai lavori». Era lei, a quanto dice il titolare del colosso monegasco delle costruzioni Engeco, che coordinava e seguiva l?andamento dei lavori nell?appartamento occupato - all?insaputa di Fini - dal fratellino: «Mi telefonò parecchie volte, anche se non ci siamo mai conosciuti di persona», aggiunge Garzelli. Telefonate che si sommano a una serie di e-mail di un architetto romano di fiducia della compagna del presidente della Camera, nelle quali il professionista, sempre per conto di Elisabetta, chiedeva di intervenire per eliminare tramezzi e ampliare stanze. Prima ancora di parlare con Porta a Porta, già al Giornale, Garzelli non era stato avaro di dettagli, spiegando che le prime e-mail risalivano al giugno del 2009: via libera al preventivo da parte dell?architetto della Tulliani, tranne le forniture (piastrelle, mobili, la cucina). Che i familiari di Fini hanno voluto portarsi dall?Italia. Dettaglio, come si ricorderà, confermato anche da Davide Russo, ex dipendente del centro arredi Castellucci di Roma, che a questo quotidiano raccontò che Elisabetta si occupò di acquistare gli arredi per «una casa all?estero», e che fu richiesto un trasporto particolare, non solo per i mobili ma anche per materiali da costruzione. Ancora un nuovo tassello che sembra trovare riscontro. Ancora un colpo al «non c?entriamo» dei Tullianos. E se Fini dubita del «cognato», a questo punto dovrebbe dubitare anche di «Ely». O no?


Quindi, aggiungo in forma strettamente personale, è proprio vero che chi tradisce una volta, poi, tradirà sempre.
Lo fece nel '94, lo rifece nel 2003 con la sua personale definizione di "Male Assoluto", ora con il suo ex-compagno di merende cav. Berlusconi e alla fine di tutto, ma non certamente in conclusione, con tutti i suoi ex colleghi di Partito, i militanti, i simpatizzanti, chi credeva nell'Idea e nell'Ideale originario - come lo si può ben notare - con l'affare "Tulliani/Fini/Montecarlo" .

Sto pagliaccissimo...
Ha ragione Ciarrapico
 

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