conan2001 ha scritto:
jackari ha scritto:
Yd.rss2025 ha scritto:
Invece di fare il manager rampante con i soldi presi dalle banche e dallo stato , si sarebbe fatto assumere in incognito per 1 anno o 6 mesi (tipologia contrattuale) come operaio settore carrozzeria sottopagato ai 800 euro al mese forse avrebbe capito che la gente comune non vive nell'oro e negli sfarzi come lui . Tale esperienza in incongnito la fece in passato un figlio di Umberto dove capi che se l'operaio e malpagato lavora male e non consuma, prima di parlare maglioncino guardi come si soppravvive con il nulla poi puo anche parlare di investimenti o tagli .
non capisco perchè gli italiani si urtano quando vengono toccati gli operai, tanto da doverli difendere a spada tratta in ogni occasione. sarà per qualche retaggio pseudo-culturale?
a me pare che la situazione dei giovani lavoratori italiani sia veramente tragica, quelli si che non hanno diritti, che non possono contare che su stipendi da fame (soprattutto in considerazione che si tratta di gente laureata e spesso anche specializzata), senza alcuna garanzia, assunti a tempo determinato quando va bene o peggio ancora come co.co.pro o partita iva in spregio a tutte le norme del diritto del lavoro. non mi pare che nessuno operaio si trovi in queste condizioni e nemmeno a lavorare per 800 euro al mese, anche se i loro stipendi certo non si possono definire da favola. ma sapere quanto prende un fortunato professore al primo incarico? e un ingegnere?
a me non pare tutto sto gran sacrificio quello degli operai, dato che in ogni caso gli viene comunque promesso (garantito mi pare una parola troppo forte) di conservare un impiego che tutto sommato -viste come vanno le cose nel resto d'italia- non è proprio per niente da disprezzare (tanto che molto probabilmente anche a mirafiori-così come pomigliano- diranno di si).
non capisco veramente perchè i media italiani fanno tanto casino, perchè si prendono tanto a cuore la questione. perchè - i media e gli italiani- non hanno fatto casino, non hanno preso tanto a cuore la questione quando venivano introdotte le norme per la precarietà--- pardon, quelle per la flessibilità---??
perchè nessun sindacato racconta la situazione impossibile che i giovani lavoratori italiani vivono? perchè si vogliono per forza difendere i diritti quesiti anche aldilà di ogni logica e ogni valutazione economica??
bah sono misteri che veramente non riesco a spiegarmi.
sia chiaro che non sto dicendo che gli operai, ed i loro sindacati, facciano male a lottare per difendere i propri interessi, ma non capisco veramente tutto sto fervore a loro favore
mi piacerebbe sapere di dove sei.
perchè se io considero un operaio del nord, e ci comprendo anche gli oriundi di altre parti d'italia, che ha sempre fatto il suo dovere ed ha fatto guadagnare fior di industriali, non capisco perchè oggi bisogna prendersela con loro.
in fin dei conti negli altri paesi non mi pare che la produttività sia poi di molto superiore e neppure il costo può fare la differenza.
a questo punto ritengo sia proprio una questione politica.
ma non per gli operai bensì per gli industriali ed i padroni.
in ogni caso non credo possa avere minimamente rilievo di dove io sia.
ma passiamo al dunque
ovvio che i rapporti di forza tra stato e multinazionali sono modificati anche in italia - paese conservatore per tradizione e vocazione - ed è ovvio che le multinazionali cercano di imporre le loro ragioni su quelle dei dipendenti (e per quanto spesso lo facciano in maniera disdicevole dicendo palesi stupidaggini e addossando responsabilità indebite ai lavoratori- come per esempio quando marchionne diceva che in italia si produce meno che in polonia per colpa dei lavoratori). ormai la legge cui tutti devono conformarsi è quella del mercato e la gente si deve confrontare con realtà in cui si lavora tanto con molte meno tutele e molti meno soldi in cambio. questa mi pare una regola ormai affermata, anzi quasi banale per quanto affermata.
il fatto -tecnico- del costo del lavoro, che tu ritieni non incida, a mio parere invece incide tantissimo sia in termini di costo in quanto tale sia in termini di flessibilità ed organizzazione del lavoro in funzione del modello produttivo.
senza andare tanto nel dettaglio prendi ad esempio il numero di gennaio di quattroruote. le case operano delle vere e proprie attività di "alleggerimento" delle autovetture per ridurne i costi finali, sia per via della crisi e della costante contrazione delle vendite, sia per contenere i costi di alcuni modelli che non hanno raggiunto le quote sperate. ad esempio pur di risparmiare qualche euro (centesimo) ad auto non viene montata chessò la luce di servizio nel cassetto portaoggetti,
pur essendo comunque predisposto tutto l'impianto con relativi cavi. immaginati quale può essere il risparmio... eppure lo fanno. quindi se raschiano lì figurati quanto per loro è importante che l'organizzazione produttiva sia flessibile in modo da adeguarsi alle esigenze della produzione e quanto importa il costo del singolo operaio.
d'altronde, da quello che si riesce a ricavare dalla stampa -cercando di discernere quanto è attendibile da quanto non lo è, per quanto possibile- non mi pare che i sacrifici chiesti agli operai siano così gravi e impossibili, anzi... e non mi pare neanche che negli altri paesi europei le cose vadano diversamente.
certo, lo ripeto, non è colpa dei lavoratori se la fiat va male e si debbono fare sacrifici , ma necessariamente (anzi direi naturalmente) questi spettano anche agli operai, i quali non possono pensare di stare ancora nel 1970 così come non lo possono pensare gli italiani.
ovviamente gli operai fanno bene a protestare e a cercare di tutelare i loro diritti.
ma per quanto riguarda i forumisti, i cittadini terzi, i giornalisti, i politici, i sindacalisti con che coraggio poi parlano di schiavitù quando la stragrande maggioranza dei trentenni (saranno solo i figli degli altri?), mi ripeto un'altra volta, laureati, magari anche specializzati non hanno nessunissimo straccio di tutela, nessuna forma di previdenza, nessuna garanzia per l'avvenire grazie ai contratti che garantiscono la precarietà senza che a nessuno gliene freghi niente. a me pare demagogia pura. o quantomeno a me girano vorticosamente.
piuttosto si dovrebbero affrontare quelle questioni che sono di vitale importanza per il futuro del paese e per attirare investimenti esteri. ma la rappresentanza sindacale, la contrattazione aziendale, la partecipazione degli operai nei consigli di amministrazione, che pure sono temi pesantemente coinvolti nella vicenda non sono quasi mai oggetto di considerazioni (nè da parte dei cittadini nè da parte dei politici a quanto pare).
un'ultima cosa. forse potrà sembrare antipatico però non credo che gli operai abbiano finora lavorato per arricchire gli industriali ma piuttosto per ottenere quella contropartita di diritti fra i quali la retribuzione offerti in cambio del loro lavoro.