<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Mascherine farlocche | Page 9 | Il Forum di Quattroruote

Mascherine farlocche

In compenso si trovano confezioni da 10 mascherine prodotte dalla Ddonguan AOXING AV equipment co. Ltd., con nessuna certificazione o numero stampato sopra, solo il codice KN95
si, sono piuttosto diffuse, sulla confezione esterna c'è scritto che rispettano la norma cinese (gb2626) che è relativamente simile alla nostra en149, anche se mi pare di capire che sia un pò meno restrittiva
https://multimedia.3m.com/mws/media...filtering-facepiece-respirator-classes-tb.pdf
diciamo che, se la rispettassero veramente, preferirei 1 milione di volte una kn95 vera rispetto ad una ffp2 farlocca

Comunque, non so se è stato già detto, ma il famoso codice 2163 appartiene ad un ente certificatore reale (facendo la verifica sul famoso sito dell'unione europea che è stato pubblicizzato da più testate, se non ho preso un abbaglio viene fuori che si occupa anche, per l'appunto, di protective respiratory equipment) e mi pare che sia uscita da qualche parte un'intervista del loro CEO che dice trattasi di un problema di falsificazione del codice da parte del produttore o, più semplicemente, di mancato rispetto degli standard di qualità in produzione successivamente alla certificazione...quindi abbiamo praticamente zero strumenti per difenderci, a meno di non mandare (ah ah...) ogni mascherina che compriamo in un laboratorio accreditato per farla analizzare...
 
il famoso codice 2163 appartiene ad un ente certificatore reale (facendo la verifica sul famoso sito dell'unione europea che è stato pubblicizzato da più testate, se non ho preso un abbaglio viene fuori che si occupa anche, per l'appunto, di protective respiratory equipment) e mi pare che sia uscita da qualche parte un'intervista del loro CEO che dice trattasi di un problema di falsificazione del codice da parte del produttore o, più semplicemente, di mancato rispetto degli standard di qualità in produzione successivamente alla certificazione...quindi abbiamo praticamente zero strumenti per difenderci, a meno di non mandare (ah ah...) ogni mascherina che compriamo in un laboratorio accreditato per farla analizzare...

Corretto, ho sentito la stessa cosa.
 
purtroppo è il limite dei sistemi di certificazione per tutti i prodotti:

Il produttore sottopone a test presso ente certificatore il prodotto che poi il più delle volte nn è per niente lo stesso che viene messo in commercio.

Ciò che spesso manca (anche se forse con le mascherine oggi c'è più vigilanza, come sui prodotti alimentari) è la costosa verifica di rispondenza del campione prelevato a caso dalla linea di produzione.

Gli unici in genere ad accollarsi l'onere in genere sono le associazioni di consumatori, per le auto Club automobilistici o riviste.
 
purtroppo è il limite dei sistemi di certificazione per tutti i prodotti:

Il produttore sottopone a test presso ente certificatore il prodotto che poi il più delle volte nn è per niente lo stesso che viene messo in commercio.

Ciò che spesso manca (anche se forse con le mascherine oggi c'è più vigilanza, come sui prodotti alimentari) è la costosa verifica di rispondenza del campione prelevato a caso dalla linea di produzione.

Gli unici in genere ad accollarsi l'onere in genere sono le associazioni di consumatori, per le auto Club automobilistici o riviste.
si infatti, è il sistema della marchiatura CE che andrebbe riformato, e in fretta...
 
o forse tolto ed amen
come quasi tutte le certificazioni, si basa sulla buona volonta' di chi appone il marchio.
 
Come detto in altra occasione, i virus non hanno le gambe nè le ali, per potersi spostare hanno bisogno di essere adsorbiti in un vettore, tipicamente le famose "droplet", ovvero le microgoccioline di fluido respiratorio. Pare che il virus possa aderire anche alle micropolveri atmosferiche ed esserne così trasportato, ma al momento non è chiaro se tali virus rimangano vitali, e soprattutto quale sia la potenziale carica infettiva di tali particelle (presumibilmente molto bassa, a meno che non vi sia una concentrazione molto elevata). Comunque, il microparticolato viene filtrato dalle mascherine FFP2 (sempre che non siano quelle che hanno rifilato all'ex commissario).
Il discorso dell'odore è diverso, perchè le molecole responsabili degli odori in generale viaggiano disperse nell'aria allo stato gassoso fino a stimolare i recettori olfattivi, ma sono molto più piccole del virus stesso, quindi non vengono filtrate dalle normali mascherine antipolvere, altrimenti non si potrebbe nemmeno respirare. Le mascherine che bloccano i gas agiscono per adsorbimento su carboni attivi, e sono maschere industriali tipo questa:

semi-maschera-4277-ffabe1p3-front.png


...non propriamente confrotevole, e neppure economica dato che parte da una quarantina di euri.....



Ok....
Questa l' ho capita....
( spero )
Il Virus E' PIU' GRANDE della molecola dell' odore.

Rimane....
Che vorrei capire perche'
la molecola dell' odore sulle ali del vento puo' arrivare a decine di metri....
E il famoso DROPLET solo ad un metro
 
per lo stesso motivo per cui, un sasso, ti cascherebbe sul piede

piu' e' grande e pesante, e meno galleggia nell'aria.
 
Le foglie non sono sfere, sono specie di aquiloni.


Quello lo sappiamo tutti.
Leggere ( ma comunque in grammi ) e aquiloni
Se fossero di legno, di certo, anche aquiloneggiando....

Infatti qui la questione prima
( IMO )
e' il peso....
Questo droplet
( una sfera ha comunque una buona aerodinamica ),
anche se piu' peso del virus....
....Solo un metro....
??

Non a caso, in UK i metri salgono a 2
 
Ultima modifica:
o forse tolto ed amen
come quasi tutte le certificazioni, si basa sulla buona volonta' di chi appone il marchio.
in realtà no, i test fatti per ottenere la certificazione sono seri, in alcuni casi persino eccessivi
il problema è quello che accade dopo la certificazione...della serie "ottenuta la grazia, gabbato lo santo"...
 
Quello lo sappiamo tutti.
Se fossero di legno anche aquiloneggiando....

Infatti qui la questione e' il peso....
Questo droplet
( una sfera ha comunque una buona aerodinamica )
anche se piu' peso del virus....
....Solo un metro....
??

Non a caso, in UK i metri salgono a 2


La questione è piuttosto complessa, provo a semplificare.
La possibilità di beccarsi l'infezione a causa del droplet dipende da diversi fattori, in particolare la velocità e direzione iniziale delle goccioline, l'umidità dell'ambiente e la carica virale necessaria per scatenare l'infezione.
Per quanto riguarda la velocità, le goccioline possono arrivare ben più lontano di due metri, come dicevo dipende dalla velocità iniziale: se sono emesse con un respiro sono lente e si fermano prima, se partono con uno starnuto arrivano anche a otto-dieci metri, ma comunque quello che conta è il quantitativo di goccioline infette che raggiungono le tue vie aeree: se partono come una rosata di pallini emessa dalla spingarda di zio Paperone, a distanza di poche decine di centimetri saranno già disperse e rallentate abbastanza da essere ragionevolmente al sicuro, perchè per attraversare la barriera filtrante costituita dalla mascherina serve anche una certa forza (leggi: pressione contro lo strato filtrante), altrimenti si fermano lì. Ovviamente, la chiave è portare la mascherina, altrimenti il rischio di inalare una carica virale potenzialmente infettiva aumenta enormemente.
Secondo fattore: umidità dell'ambiente. Le goccioline (droplet) sono fatte di acqua, e non appena vengono immesse nell'aria dall'espirazione (o dallo sternuto), iniziano a evaporare. Più l'aria è secca e calda, più rapidamente le gocce evaporano e si "asciugano", lasciando il virus a secco in aria e provocandone l'inattivazione. Questo è anche il motivo per cui in estate la propagazione del virus è virtualmente nulla: il "droplet" evapora entro pochi centimetri, e spiega anche il motivo della maggiore distanza di sicurezza in UK: clima più freddo e umido, maggior sopravvivenza delle goccioline liquide, maggior distanza di volo delle stesse.
Terzo fattore: la carica virale. Per scatenare l'infezione serve un certo inoculo, quindi anche se ci sono dei virus galleggianti qua e là, non sono sufficienti a sopraffare il sistema immunitario "generico" e vengono neutralizzati. Se invece sono tanti, come ad esempio succede se si staziona a lungo in un ambiente chiuso e affollato, allora qualcosa riesce a passare anche dietro e attraverso la mascherina e sei fregato.
Scusa il pistolotto.....
 
La questione è piuttosto complessa, provo a semplificare.
La possibilità di beccarsi l'infezione a causa del droplet dipende da diversi fattori, in particolare la velocità e direzione iniziale delle goccioline, l'umidità dell'ambiente e la carica virale necessaria per scatenare l'infezione.
Per quanto riguarda la velocità, le goccioline possono arrivare ben più lontano di due metri, come dicevo dipende dalla velocità iniziale: se sono emesse con un respiro sono lente e si fermano prima, se partono con uno starnuto arrivano anche a otto-dieci metri, ma comunque quello che conta è il quantitativo di goccioline infette che raggiungono le tue vie aeree: se partono come una rosata di pallini emessa dalla spingarda di zio Paperone, a distanza di poche decine di centimetri saranno già disperse e rallentate abbastanza da essere ragionevolmente al sicuro, perchè per attraversare la barriera filtrante costituita dalla mascherina serve anche una certa forza (leggi: pressione contro lo strato filtrante), altrimenti si fermano lì. Ovviamente, la chiave è portare la mascherina, altrimenti il rischio di inalare una carica virale potenzialmente infettiva aumenta enormemente.
Secondo fattore: umidità dell'ambiente. Le goccioline (droplet) sono fatte di acqua, e non appena vengono immesse nell'aria dall'espirazione (o dallo sternuto), iniziano a evaporare. Più l'aria è secca e calda, più rapidamente le gocce evaporano e si "asciugano", lasciando il virus a secco in aria e provocandone l'inattivazione. Questo è anche il motivo per cui in estate la propagazione del virus è virtualmente nulla: il "droplet" evapora entro pochi centimetri, e spiega anche il motivo della maggiore distanza di sicurezza in UK: clima più freddo e umido, maggior sopravvivenza delle goccioline liquide, maggior distanza di volo delle stesse.
Terzo fattore: la carica virale. Per scatenare l'infezione serve un certo inoculo, quindi anche se ci sono dei virus galleggianti qua e là, non sono sufficienti a sopraffare il sistema immunitario "generico" e vengono neutralizzati. Se invece sono tanti, come ad esempio succede se si staziona a lungo in un ambiente chiuso e affollato, allora qualcosa riesce a passare anche dietro e attraverso la mascherina e sei fregato.
Scusa il pistolotto.....


Anzi....
E' stato un piacere
 
io per non sapere nè leggere nè scrivere , mi tengo lontano da chi fuma.

Lo faccio anche io.
Devo dire che il discorso che ha fatto a_gricolo mi ha rassicurato un po',anche io quando mi capitava di sentire odore di fumo mi chiedevo "Ma se sento il fumo non è che mi sto respirando anche il virus?".
Meglio così.
 
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