gentle-man ha scritto:E' una domanda complicata a cui non si può dare una risposta univoca.
A me risulta che le case per fissare il prezzo di vendita iniziale di un nuovo modello stimino quante vetture pensano di vendere in tutto il ciclo di vita del modello stesso e poi dividano il totale dei costi sostenuti nello sviluppo e per l'allestimento delle linee produttive per tale numero stimato di auto.
A questo primo elemento di costo (che copre appunto i soli costi sostenuti PRIMA del lancio della nuova auto) vanno ovviamente aggiunti i costi variabili che si sostengono per costruire ciascuna auto ed infine una quota dei costi fissi o di struttura della casa automobilistica. Infine si devono spalmare sui modelli venduti i costi di marketing (pubblicità, investimenti di PR al lancio,...).
A questo punto però entra in gioco la concorrenza: in certi segmenti (tipicamente le cosiddette "utilitarie") il costo stimato sommando tutte le voci che ho elencato sopra è molto vicino al prezzo di mercato e quindi le case automobilistiche devono accontentarsi di margini molto risicati; in altri segmenti la situazione è meno critica. L'importante è che il mix dei vari modelli che si vendono garantisca una redditività media sufficiente.
E' evidente che tutti i calcoli suddetti possano "saltare" se il modello non ha il successo sperato (con il rischio di vendelo in perdita per tutta la sua vita commerciale) mentre, al contrario, vendite superiori alle aspettative danno al costruttore l'opportunità di forti guadagni oppure di poter aggredire la concorrenza abbassando i prezzi (in genere viene scelta la prima strada....).
La pesantissima crisi che sta vivendo attualmente il mercato (con cali dei volumi complessivi tra il -15% e il -50% a seconda dei mercati) sta esponendo tutti i costruttori al rischio molto concreto di forti perdite di bilancio dato che quasi ogni modello sta vendendo meno di quanto non fosse previsto originariamente.
Oltre alle note situazioni al limite del fallimento (GM, Chrysler,...) anche case storicamente molto profittevoli (Toyota, Porsche, BMW) hanno visto crollare gli utili ed emergere forti perdite. Le aziende stanno reagendo tagliando i costi (e quindi i posti di lavoro...) ma se la crisi proseguirà ci sarà un impatto evidente sui nuovi modelli (tempi ritardati e addirittura annullamento di nuovi lanci...).
Questo è quello che viene definito Cost based pricing, di gran lunga il metodo più usato ma non il più efficace di certo, che stando a ricerche di settore è il value based pricing.