quadrif
0
Prendo atto della precisazione.renexx ha scritto:quadrif ha scritto:Senza dimenticare l'inizio di una frase con una congiunzione. Questa mi ha veramente contrariato, perchè non rende giustizia alla mia maestra elementare che ricordo con tanto affetto e che mi ha insegnato che solo in una licenza poetica (quindi bisogna essere Leopardi o Montale) si inizia un periodo con "E".
Non dimentichiamo che l'italiano è una lingua viva, in evoluzione, con tutto il rispetto per la buona maestrina d'antan.
!Noi notiamo che ... l'iniziale congiunzione...conferisce alla narrazione un ritmo di concatenazione incalzante e dalla ripetizione acquista un valore presentativo, più debole di quello di ecco, ma pur sempre efficace. Una affinata esperienza moderna delle risorse della lingua ha condotto anche la congiunzione e a produrre "effetti speciali" alternando tratti espressi linguisticamente a tratti inespressi ma sensibilmente presupposti e perciò non assenti."
Accademia della Crusca.
"Le congiunzioni sono elementi invariabili del discorso (➔ parti del discorso) che uniscono (lat. coniunctio, da coniungĕre «unire insieme») due elementi sintattici: elettivamente due frasi; nel caso delle congiunzioni coordinative (➔ coordinative, congiunzioni), anche parole o sintagmi in una stessa frase. Le congiunzioni appartengono a una classe tendenzialmente chiusa e possono essere classificate secondo criteri morfologici (in semplici e complesse), sintattici (in coordinative e subordinative), semantici (a seconda del contenuto della relazione che stabiliscono). Sono di solito collocate all?inizio del sintagma o della frase che si aggiunge.
Nella linguistica moderna (a partire almeno da Dijk 1977) vengono incluse nella più ampia famiglia dei connettivi, ovvero degli elementi che collegano due porzioni di testo assicurando la coesione"
Treccani.
Ciò nonostante, non cambia la percezione che ho avuto circa l'intervento del templare. Un'interminabile stucchevole rassegna di luoghi comuni e di aria fritta, basata sull'inconsistente autoreferenzialità di rapporti collaborativi intrattuenuti con popoli di mezzo mondo, in Italia e nel globo terracqueo intero. Il concetto di non credere nell'operazione Fiat/Chrysler si poteva benissimo condensare in poche righe, risparmiandoci il romanzo ed evitando di dare l'impressione che si trattasse di una sorta di editoriale, ovvero un'opera non per forza disinteressata, dato che alle spalle c'è un soggetto che la commissiona. Considerando i plausi che ha ricevuto, il messaggio è indubbiamente arrivato con efficacia, così come l'estensore si aspettava che fosse.
Poi ognuno è libero di pendere dalle labbra che vuole.
Nonostante mi sia trovato spesso in disaccordo con BC, ne rimpiangerò la qualità dell'esposizione, la capacità di non essere mai banale ed il sicuro disinteresse.
Varrà la pena diradare gli interventi.