E' più forte di lui: Marchionne non tollera più alcun legame col Bel Paese.
Nemmeno i suoi più fidati collaboratori sanno esattamente come e perché sia scattata la scintilla, ma è cosi.
Tutto cominciò in sordina quando era all'apice del gradimento; tutti lo osannavano, il PD lo voleva proporre come primo ministro per acclamazione e Berlusconi era preoccupato, temendo che fosse venuta la volta buona di uno che lo avrebbe fatto fuori. Invece, ripudiando le antiche origini abruzzesi, iniziò a non voler più mangiare gli spaghetti; addentava solo grossi cheeseburger guardando le partite dei Detroit Rangers sul canale americano, sorseggiando coca.
La cosa si è fatta più seria quando decise di chiudere Termini; dati alla mano, dimostrò che la logistica siciliana era talmente infelice che in quel posto non si poteva coltivare nemmeno un fico d'india. A chi gli ha chiesto come faceva allora a spedire la Thema e la Voyager da Detroit a Torino ha risposto che non si può stare sempre lì a far polemica, non poteva svelare segreti industriali e poi non erano affari suoi.
Ma la trasformazione continuava con l'abbigliamento; nei corridoi del Lingotto camminava strascicando dei Camperos con gli speroni, portava il cappellino con la visiera alla rovescia e sfoggiava una T shirt bianca con la scritta I LOVE NY, masticando chewing gum con aria svogliata.
L'uscita da Confindustria è stata pertanto una logica conseguenza; si sa che gli americani non hanno mai sopportato i comunisti.
Quando però ha detto che usciva anche dall'Anfia (basta con tutti questi lacciuoli; siamo o non siamo globalizzati?) qualcuno ha iniziato a preoccuparsi: che la cosa stia degenerando?
Ebbene si: ha infatti disdetto anche il canone RAI, e non paga più nemmeno il gas e la luce; per le tasse non cambia nulla, in quanto in Italia non le ha mai pagate.
Ma quando ha rifiutato il rinnovo dell'abbonamento 2012 alla rivista parrocchiale Padre Indovino, anche il ministro Sacconi ha inizato ad vacillare: che abbia intenzione davvero di ridurre la sua presenza in Italia?
Saluti
Nemmeno i suoi più fidati collaboratori sanno esattamente come e perché sia scattata la scintilla, ma è cosi.
Tutto cominciò in sordina quando era all'apice del gradimento; tutti lo osannavano, il PD lo voleva proporre come primo ministro per acclamazione e Berlusconi era preoccupato, temendo che fosse venuta la volta buona di uno che lo avrebbe fatto fuori. Invece, ripudiando le antiche origini abruzzesi, iniziò a non voler più mangiare gli spaghetti; addentava solo grossi cheeseburger guardando le partite dei Detroit Rangers sul canale americano, sorseggiando coca.
La cosa si è fatta più seria quando decise di chiudere Termini; dati alla mano, dimostrò che la logistica siciliana era talmente infelice che in quel posto non si poteva coltivare nemmeno un fico d'india. A chi gli ha chiesto come faceva allora a spedire la Thema e la Voyager da Detroit a Torino ha risposto che non si può stare sempre lì a far polemica, non poteva svelare segreti industriali e poi non erano affari suoi.
Ma la trasformazione continuava con l'abbigliamento; nei corridoi del Lingotto camminava strascicando dei Camperos con gli speroni, portava il cappellino con la visiera alla rovescia e sfoggiava una T shirt bianca con la scritta I LOVE NY, masticando chewing gum con aria svogliata.
L'uscita da Confindustria è stata pertanto una logica conseguenza; si sa che gli americani non hanno mai sopportato i comunisti.
Quando però ha detto che usciva anche dall'Anfia (basta con tutti questi lacciuoli; siamo o non siamo globalizzati?) qualcuno ha iniziato a preoccuparsi: che la cosa stia degenerando?
Ebbene si: ha infatti disdetto anche il canone RAI, e non paga più nemmeno il gas e la luce; per le tasse non cambia nulla, in quanto in Italia non le ha mai pagate.
Ma quando ha rifiutato il rinnovo dell'abbonamento 2012 alla rivista parrocchiale Padre Indovino, anche il ministro Sacconi ha inizato ad vacillare: che abbia intenzione davvero di ridurre la sua presenza in Italia?
Saluti