<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Marchionne: &#34;Fabbrica Italia, abbiamo scherzato&#34; | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

Marchionne: &#34;Fabbrica Italia, abbiamo scherzato&#34;

BelliCapelli3 ha scritto:
wizardofid ha scritto:
Ciao Belli,
mi sembra che sia una conferma di sensazioni e timori che molti frequentatori del Forum, non prezzolati o animati da tifoseria cieca, avevano avuto.

In una vecchia discussione avevo espresso il sospetto che per M. fosse stato uno smacco la vittoria nei referendum, che probabilmente sperava di perdere per potere avere mano libera nello smobilitare.

Ora vedremo se tutti la classe dirigente (soprattutto politica) avrà il coraggio di chiedere conto di una simile presa in giro, ma non sono molto fiducioso.

Saluti

Salve a te wizard ma....Cu fu?

Cu-Fu, dalla Sicilia con furore :D

Scusa la confidenza, ci siamo incrociati in qualche discussione, leggo sempre il forum anche se spesso non faccio log-in, e tra gli interventi trovo i tuoi sempre attinenti e competenti oltre che... esilaranti, ricordo sempre un tuo consiglio su come comportarsi negli uffici bancari... :D :D :D :D :D

saluti
 
mah.. visto che siamo in politica,mi chiedo di chi é la colpa se

la Merkel e Sarkozy

fanno la risatina su l Italia??

Il bello é che certi politici di opposizione come di Pietro e qualche altro e anche qualche giornalista di opposizione si sentono da italiani offesi!!

Sará colpa del berlusca oder?
 
"Intendiamo mantenere i posti di lavoro che abbiamo in Italia". E' quanto ha dichiarato l'ad della Fiat Sergio Marchionne.

Torino, 24 Ottobre 2011 (Adnkronos)

Intervenendo a un convegno all'Unione industriali di Torino, Marchionne ha sottolineato: "Non abbiamo ridotto la nostra forza lavoro nel momento peggiore della crisi, non intendiamo certo farlo ora che stiamo lavorando alla realizzazione delle condizioni per crescere in futuro".

Marchionne ha poi aggiunto che "continueremo a gestire la situazione di mercati depressi facendo ricorso agli ammortizzatori sociali, tra i quali la mobilità di accompagnamento alla pensione, e saremo pronti a sfruttare la ripresa là dove si presenterà, sia in Europa ma specialmente sugli altri mercati mondiali".

"Quello che stiamo facendo - ha detto ancora - ha l'unico obiettivo di rendere la nostra azienda più efficiente, per garantire prospettive solide e durature e per creare benessere nel territorio in cui operiamo". "Per questo le accuse di anti italianità che ho spesso sentito sono semplicemente assurde", ha rimarcato.

"Siamo sempre stati della massima trasparenza con i mercati, le istituzioni e le parti sociali, non ci pare quindi logico che la Fiat debba fornire dettagli di previsioni pluriennali quando la maggior parte dei Paesi europei sta cercando disperatamente di condividere soluzioni che i mercati finanziari internazionali richiedono per domani", ha detto l'ad della Fiat. Marchionne ha rilevato che "è impossibile precisare fin d'ora i dettagli degli investimenti, sito per sito, che avverranno tra adesso e il 2014. Non è qualcosa che viene fatto dai nostri concorrenti e non può essere richiesto a Fiat in modo ossessivo per ogni sito industriale".

La partnership tra la Fiat e la Chrysler, ha poi osservato, "è stata la salvezza di entrambe". E "insieme venderemo quest'anno circa 4,2 milioni di vetture diventando così il quinto più grande costruttore di auto nel mondo. Questo numero è destinato a salire a 5,9 milioni di unità nel 2014".

La scelta della Fiat di uscire dalla Confindustria, ha spiegato Marchionne, ''non ha nulla a che vedere con ragioni politiche''. E a margine del convegno si registra l'abbraccio tra il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e l'amministratore delegato della Fiat. "Non abbiamo mai litigato, il rapporto personale è ottimo come sempre", ha commentato Marcegaglia.

Per quanto riguarda "la posizione della Fiom - ha continuato Marchionne - è sempre stata preconcetta, anacronistica, alimentata da un antagonismo a priori e più preoccupata di tutelare il proprio potere che gli interessi collettivi".


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Il problema principale di Marpionne in Italia è uno e solo uno: la GCIL, e per sua estensione la FIOM.
Finché questi con si convinceranno che il gruppo Fiat non è di loro proprietà, ci sarà sempre il rischio che lui raccolga baracca e burattini e lasci in mutande non solo loro, visto che ci sarebbe da considerare anche le altre sigle sindacali da tempo collaborative e un indotto piuttosto esteso. Oltre che l'Italia, s'intende.

Quello che a mio avviso lascia intendere da tempo, è che lui la buona volontà ce la mette ma pretende allo stesso tempo che i suoi lavoratori, tutti i suoi lavoratori, gli siano piuttosto d'appoggio collaborativo, se non proprio "complici".
Infatti, in momenti più defilati fà anche dichiarazioni di questo tipo.

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Fiat: Marchionne, molti in Italia non hanno capito il nostro cambiamento

Torino, 24 Ottobre 2011 (Adnkronos)

"Purtroppo in Italia molti, a cominciare da una parte della politica, del sindacato e della stampa, non hanno capito, o meglio, non hanno voluto capire la portata del cambiamento che e' avvenuto in Fiat e il senso della nostra esperienza". Lo ha detto l'ad della Fiat Sergio Marchionne che ha rilevato come invece "negli Stati Uniti la necessita' del cambiamento in Chrysler e' stato capito e affrontato seriamente arrivando ad una soluzione condivisa".


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Non sò se tutto questo è chiaro...

PS: Condivido quasi ogni parola scritta da "ottovalvole". ;)
 
Chrom&gt ha scritto:
&quot;Intendiamo mantenere i posti di lavoro che abbiamo in Italia&quot;. E' quanto ha dichiarato l'ad della Fiat Sergio Marchionne.

Torino, 24 Ottobre 2011 (Adnkronos)

Intervenendo a un convegno all'Unione industriali di Torino, Marchionne ha sottolineato: &quot;Non abbiamo ridotto la nostra forza lavoro nel momento peggiore della crisi, non intendiamo certo farlo ora che stiamo lavorando alla realizzazione delle condizioni per crescere in futuro&quot;.

Marchionne ha poi aggiunto che &quot;continueremo a gestire la situazione di mercati depressi facendo ricorso agli ammortizzatori sociali, tra i quali la mobilità di accompagnamento alla pensione, e saremo pronti a sfruttare la ripresa là dove si presenterà, sia in Europa ma specialmente sugli altri mercati mondiali&quot;.

&quot;Quello che stiamo facendo - ha detto ancora - ha l'unico obiettivo di rendere la nostra azienda più efficiente, per garantire prospettive solide e durature e per creare benessere nel territorio in cui operiamo&quot;. &quot;Per questo le accuse di anti italianità che ho spesso sentito sono semplicemente assurde&quot;, ha rimarcato.

&quot;Siamo sempre stati della massima trasparenza con i mercati, le istituzioni e le parti sociali, non ci pare quindi logico che la Fiat debba fornire dettagli di previsioni pluriennali quando la maggior parte dei Paesi europei sta cercando disperatamente di condividere soluzioni che i mercati finanziari internazionali richiedono per domani&quot;, ha detto l'ad della Fiat. Marchionne ha rilevato che &quot;è impossibile precisare fin d'ora i dettagli degli investimenti, sito per sito, che avverranno tra adesso e il 2014. Non è qualcosa che viene fatto dai nostri concorrenti e non può essere richiesto a Fiat in modo ossessivo per ogni sito industriale&quot;.

La partnership tra la Fiat e la Chrysler, ha poi osservato, &quot;è stata la salvezza di entrambe&quot;. E &quot;insieme venderemo quest'anno circa 4,2 milioni di vetture diventando così il quinto più grande costruttore di auto nel mondo. Questo numero è destinato a salire a 5,9 milioni di unità nel 2014&quot;.

La scelta della Fiat di uscire dalla Confindustria, ha spiegato Marchionne, ''non ha nulla a che vedere con ragioni politiche''. E a margine del convegno si registra l'abbraccio tra il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e l'amministratore delegato della Fiat. &quot;Non abbiamo mai litigato, il rapporto personale è ottimo come sempre&quot;, ha commentato Marcegaglia.

Per quanto riguarda &quot;la posizione della Fiom - ha continuato Marchionne - è sempre stata preconcetta, anacronistica, alimentata da un antagonismo a priori e più preoccupata di tutelare il proprio potere che gli interessi collettivi&quot;.


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Il problema principale di Marpionne in Italia è uno e solo uno: la GCIL, e per sua estensione la FIOM.
Finché questi con si convinceranno che il gruppo Fiat non è di loro proprietà, ci sarà sempre il rischio che lui raccolga baracca e burattini e lasci in mutande non solo loro, visto che ci sarebbe da considerare anche le altre sigle sindacali da tempo collaborative e un indotto piuttosto esteso. Oltre che l'Italia, s'intende.

Quello che a mio avviso lascia intendere da tempo, è che lui la buona volontà ce la mette ma pretende allo stesso tempo che i suoi lavoratori, tutti i suoi lavoratori, gli siano piuttosto d'appoggio collaborativo, se non proprio &quot;complici&quot;.
Infatti, in momenti più defilati fà anche dichiarazioni di questo tipo.

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Fiat: Marchionne, molti in Italia non hanno capito il nostro cambiamento

Torino, 24 Ottobre 2011 (Adnkronos)

&quot;Purtroppo in Italia molti, a cominciare da una parte della politica, del sindacato e della stampa, non hanno capito, o meglio, non hanno voluto capire la portata del cambiamento che e' avvenuto in Fiat e il senso della nostra esperienza&quot;. Lo ha detto l'ad della Fiat Sergio Marchionne che ha rilevato come invece &quot;negli Stati Uniti la necessita' del cambiamento in Chrysler e' stato capito e affrontato seriamente arrivando ad una soluzione condivisa&quot;.


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Non sò se tutto questo è chiaro...

PS: Condivido quasi ogni parola scritta da &quot;ottovalvole&quot;. ;)

A leggere queste dichiarazioni quindi sembra che sia tutto a posto...
 
Chrom&gt ha scritto:
Il problema principale di Marpionne in Italia è uno e solo uno: la GCIL, e per sua estensione la FIOM.
Finché questi con si convinceranno che il gruppo Fiat non è di loro proprietà, ci sarà sempre il rischio che lui raccolga baracca e burattini e lasci in mutande non solo loro, visto che ci sarebbe da considerare anche le altre sigle sindacali da tempo collaborative e un indotto piuttosto esteso. Oltre che l'Italia, s'intende.

Quindi il problema del fare industria in italia è la FIOM?

Ma mi faccia il piacere!
 
Ci sono stati i referendum che Marchionne ha voluto proprio per delegittimare la FIOM, referendum per inciso persi dai sindacati che volevano lo status quo. Ora vedo che i sindacati continuano ad essere la bestia nera del maglionato, ma vista la situazione mi vien da pensare che più che bestia nera siano un capro espiatorio per poter scaricare ad altri la propria inefficienza; non mi risulta che il gruppo strabocchi di modelli da mettere in produzione e questo non avvenga per colpa dei sindacati cattivoni, mi sembra piuttosto che stia avvenendo il contrario, le casse integrazione di Mirafiori per i 6/7 del tempo lavorativo non credo dipendano da chi lavora in catena di montaggio ma da chi non gli fornisce materiale da montare. A meno che Marchionne non pretenda che anche in Italia, come accaduto negli USA, le paghe vengano dimezzate per chi si ritrova in catena di montaggio...
 
Aries.77 ha scritto:
A leggere queste dichiarazioni quindi sembra che sia tutto a posto...

...col cavolo che lo sono... :lol:

Finché dura questo scontro tra lui e la FIOM, periodicamente di superfice o altrimenti sotteraneo, il rischio di perdere i siti produttivi italiani secondo me è reale.
Se poi ci mettiamo che l'italianità del prodotto, che ha un suo valore intrinseco, la può mantenere comunque lasciando qui la sola progettazione, oltre a Ferrari e Maserati che italiane lo devono essere del tutto... vedi tu.
Insomma, se la FIOM non si ferma facendo un passo indietro rispetto all'organizzazione e la conduzione degli stabilimenti, mettendo sul tavolo anche i propri sacrifici, che si liberi proprio dei soli siti produttivi diventa anche estremamente probabile.
 
Aries 77 io credo (e l'ho detto sempre) che l'Italia diventerà semplicemente un'insieme di fabbriche cacciavite. Il capoluogo sarà detroit,poi ci saranno le provincie Nafta,Sud America,Europa,Cina e india e Torino sarà il capoluogo della provincia Europa. io condivido quello che ha fatto fin'pra Marchionne,ha fatto un lavoraccio! C'è stata una prima fase di riassestamento e riorganizzazione del gruppo Fiat,poi s'è affacciata l'opportunità Chrysler e di nuovo riassestamento e riorganizzazione ma ad un certo punto bisogna fermarsi e ricominciare a progettare e produrre AUTOMOBILI perchè la gente quei 20000 euro che ha in tasca li vuole spendere su un'auto nuova non sulla filosofia dell'Alfa che fù e che sarà,non me ne faccio niente della filosofia,ho 20000 euro da spendere su un'automobile e voglio comprare un'automobile. Per me deve cominciare al più presto possibile la terza fase,quella che dovrà sfornare modelli su modelli in modo frenetico per raggiungere se non superare la concorrenza,e che prendano esempio da Hiunday-Kia!
 
Chrom&gt ha scritto:
&quot;Intendiamo mantenere i posti di lavoro che abbiamo in Italia&quot;. E' quanto ha dichiarato l'ad della Fiat Sergio Marchionne.


in realtà loro non intendono un bel niente... attualmente i posti di lavoro sono mantenuti dalla cassa integrazione ordinaria e in deroga, ovvero i nostri o meglio i soldi dei lavoratori stessi...

insomma bulici col cuxo degli altri... come sempre :evil:
 
@Chrom

@Ottovalvole

Ciao a entrambi...

Scusate ma il mio tutto a posto era inteso in questo senso... :D

http://www.youtube.com/watch?v=ss7SmrV9s7w
 
Chrom&gt ha scritto:
Finché dura questo scontro tra lui e la FIOM, periodicamente di superfice o altrimenti sotteraneo, il rischio di perdere i siti produttivi italiani secondo me è reale.
Se poi ci mettiamo che l'italianità del prodotto, che ha un suo valore intrinseco, la può mantenere comunque lasciando qui la sola progettazione, oltre a Ferrari e Maserati che italiane lo devono essere del tutto... vedi tu.
Insomma, se la FIOM non si ferma facendo un passo indietro rispetto all'organizzazione e la conduzione degli stabilimenti, mettendo sul tavolo anche i propri sacrifici, che si liberi proprio dei soli siti produttivi diventa anche estremamente probabile.
Non prendiamoci in giro, lo scontro con i sindacati è una foglia di fico che non riesce più a nascondere quello che c'è dietro, ovvero una mancanza di modelli da produrre SOPRATTUTTO IN ITALIA; e di questo la FIOM non può aver colpa.
Riguardo all'italianità, la progettazione dei segmenti sopra il C è GIA' stata spostata di là dell'Atlantico, dove peraltro se ne attesterà la produzione; vedremo il marketing cosa riuscirà a fare per mascherare la cosa, se in sostanza gli riuscirà nuovamente il colpo della 500 made in polonia con le decalcomanie italiane.
 
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