Ora estrapolando da un secondo libro avuto in omaggio da amici dell'ALFA e non in commercio ecco altre info :
Sarà comunque una sintesi.
Gli albori dell'industria automobilistica italiana sono coevi al declinare del secolo: la Fiat è del 1899.
Nell'anno 1904 le società di automobili sono soltanto 7 e saranno dieci volte di più nell'anno 1907. Decisamente troppe per quei tempi e mentre in Francia si processa per interdizione il Marchese De Dion, famoso per le sue geniali innovazioni meccaniche, perché accusato di buttare il patrimonio di famiglia nello sperpero della "macchina semovente " , iniziano a chiudere le piccole e medie imprese meno resistenti - da quelle che producono chassis a quelle dei pneumatici alle carrozzerie ed a produttori di fanali.
In Italia nuoce al nostro mercato dell'auto-oltre al prezzo troppo alto- la carenza di strade rettilinee e pianeggianti soprattutto al Sud.
L'auto all'inizio del secolo è solo un lusso del Nord.
Nell' anno 1906, l'anno prima della crisi, il Sig. Alessandro Darracq pensa di insediarsi in Italia.
Egli era stato disegnatore all' Arsenale di Tarbes ed aveva fondato in primis una fabbrica di biciclette - la Gladiator - e poi di motociclette
- la Millet - con motore a 5 (cinque) cilindri.
Passò quindi alla produzione di automobili che nel 1904 e nel 1905 batterono il primato assoluto di velocità con rispettivamente 168 e 176 Km/h.
Le sue auto negli anni 1905 e 1906 vinsero consecutivamente la Coppa Vanderbilt.
Qui in Italia Darracq però decide di produrre solo vetture monocilindriche e bicilindriche a basso costo e la prima sede della ditta Soc.Anonima Italiana Darracq fu a Napoli .
Subito dopo la società fu trasferita a Milano in località detta Strada al Portello in cui esisteva una vecchia trattoria.
Ma l'iniziativa per tanti motivi non stava dando i frutti sperati ed anche perché dalla casa madre francese giungevano materiali scadenti a tal punto che i clienti preferivano importare direttamente le auto Darracq dalla Francia ma a costi di molto superiore.
Quindi il Sig. Darracq viene liquidato dalla società e con l'aiuto di un gruppo di finanziatori lombardi il giorno 24 Giugno 1910 nasce la
Società Anonima Lombarda Fabbriche Automobili con Presidente il
Cav. Ugo Stella
Qualche mese prima, nell' autunno del 1909 era approdato alla Società il Geometra Giuseppe Merosi, un trentottenne (38 ) già ricco di esperienze fatte alla Fiat, alla Lenz ed alla Bianchi.
Rimarrà capo dell' Ufficio Progettazione fino al 1924.
Grazie alla sua presenza le cose iniziano a funzionare meglio e lo stabilimento dà lavoro a 300 persone e produce nel primo anno 350 vetture.
Nel frattempo a Milano nell' anno 1911 con sede in Via Ruggero di Lauria al 20 , nasce la Società in Accomandita Semplice Ing. Nicola Romeo & C. con capitale sociale di Lit. 1.275.000-
L' Ing. Romeo nato a Sant'Antimo (NA) nel 1876 era laureato in Ingegneria presso il Politecnico di Napoli e successivamente al Politecnico di Liegi in Elettromeccanica.
Fece esperienza di lavoro in Francia, in Germania ed in Inghilterra.
In Italia egli ebbe la rappresentanza esclusiva della ditta Inghersoll-Rand Co. che fabbricava motocompressori ed altro macchinario per l'attività mineraria.
La guerra 1915-1918 è alle porte e la Soc.Anonima Lombarda Fabbriche Automobili che nel frattempo aveva accumulato una giacenza di circa 1.000 auto e che saranno liquidate, diventa progressivamente proprietà della Banca di Sconto che ne affida la gestione all' Ing. Romeo che qualche mese più tardi farà un salto di qualità acquistando lo stabilimento.
Grazie alle commesse militari del tempo, Romeo aggiunge nuovi 3 capannoni a quello esistente ed i dipendenti ammontano a 1.200 persone e per salire ancora di numero durante gli anni della guerra.
Nel 1918 la ditta diventa Società Anonima ed il primo consiglio di amministrazione firma il bilancio il 31 Ottobre 1918 elevando il capitale da 10 a 30 milioni e successivamente portato a 50 milioni diviso in 25.000 azioni da Lit. 200 cadauna e presentandosi decisamente attrezzata sul mercato dei mezzi di trasporto ferrotramviari avendo acquistato le Costruzioni Meccaniche di Saronno--le Officine Meccaniche già Tabanelli di Roma e le Officine Ferroviarie Meridionali di Napoli.
Sempre nell' anno 1918 il giorno 13 di Febbraio. la Casa tornò alla produzione di automobili e a ripensare alle corse e le vetture per la prima volta portarono sul radiatore la scritta ALFA ROMEO.
Il marchio diviso in 2 parti, è la fusione della croce rossa del Comune di Milano col Biscione della signoria Viscontea, a denotare lo stretto connubio della ditta con la metropoli lombarda.
La croce rossa in campo bianco trae la su origine dall'emblema dei crociati, mentre il Biscione - seconda una interpretazione che peraltro è controversa - ci rimanda a Desiderio re dei Longobardi che una immagine ci mostra con un serpente che si attorciglia al suo corpo senza fargli del male.
Il Biscione ondeggiante in campo azzurro porta la testa di un drago che divora un bambino dipinto in rosso, a ricordo dell'impresa di Uberto, signore di Angera (ridente cittadina sul lago Maggiore-n.d.s) e
capostipite dei Visconti che all'inizio del V° secolo uccise un drago che terrorizzava Milano.
La scritta ALFA ROMEO messa attorno al marchio, in bianco od in oro su sfondo blu' era collegata alla scritta MILANO mediante 2 nodi di SAVOIA che saranno sostituiti da semplici lineette ondulate dopo il referendum del 1946.
Quando nel 1925 l' ALFA vinse il I° Campionato del Mondo lo stemma viene arricchito da una corona d'alloro in argento.
Il marchio è rimasto immutato nella sostanza, limitandosi a cambiare negli anni di dimensione ed a scendere nel 1922 dalla cornice del radiatore alla griglia a nido d'ape .
Prossimo messaggio= Terza documentazione - storia e foto del marchio. Grazie.
