<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Made in EU | Page 3 | Il Forum di Quattroruote

Made in EU

so forti colonizzazioni ha preservato una sua di cultura, e quante ne hanno fatte di guerre tra l'800 ed il '900?
Poi nessuno ovviamente nega la responsabilità delle colonizzazioni ma mi sembra un pico estremo pensare che le guerre le hanno inventate gli Europei e portate nel mondo e che siamo solo noi a fare le guerre.
condivido nessuno ha "inventato" almeno dai sapiens che han fatto fuori "in parte" i neanderthal ....diciamo che "noi" europei abbiamo dato un appeal "buonista- civile" che tutt'ora rimane in una cosa che di per se non e' ne "buona" ne "civile"
 
siccome la sento spesso, non parlo del forum ma in generale, ma questa considerazione che l'Europa sia il continente più guerrafondaio è un poco una viziata dal fatto che, se non per chi fa studi approfonditi ,il resto conosce giusto la storia continentale, perchè se si esce da questa si vedrà che tutti i continenti hanno avuto le loro guerre, a cominciare dall'Asia che ha avuto diversi conflitti tra 800 e 900, il Sudamerica che ne avuti altri e l'Africa che in realtà credo che sia la zona dove si è più combattuto, anche recentemente.
Ma infatti è un falso storico clamoroso.
 
a livello di numero di stati coinvolti si.....
forse qualche guerra di "mezzo" cinese
e mogul - indiani
sono state piu' "grosse".

60 / 70 milioni di morti come nella seconda....
??
Un intero popolo sterminato
6 milioni di Ebrei
??

I Cinesi, sembrera' strano, non hanno mai fatto guerra a nessuno
( al limite quella finita male al Giappone: l' invasione fallita causa Kamikaze )
Si sono sempre, e solo, difesi da Mongoli e Giapponesi ( 90 anni fa )
 
Ultima modifica:
Ma infatti è un falso storico clamoroso.


Siamo messi bene allora....*

Io ho messo, al post 28, le guerre Europee:
Ripeto se sei sicuro
??
------------------Mettere quelle svoltesi negli altri Continenti, promosse da nativi
( magari coi relativi milioni morti ). E non con Occidentali coinvolti
-----------------------------------------------------------------------------------------------------
Poi parliamo di falsi storici....

Mi metto in attesa. GRAZIE

P.s.
Mi hai servito un' opportunita'

Ti/Vi ricordo
( NOI SIAMO ANDATI PURE IN GIRO PER IL MONDO AD AMMAZZARE GENTE ) la decimazione di interi popoli ( decine di milioni morti ) da parte di Spagnoli e Yankee dei Nativi, sia del Nord che del Sud delle Americhe....
E di tutte le avventure coloniali e relativi sterminii dell' 800.
Africa, India, Cina, Sud Est Asiatico....Nativi Australiani.

*ONESTAMENTE....
Da te non mi sarei mai aspettato una uscita antistorica del genere,
girandola a me in compenso
Rileggiti, per cortesia ancora una volta il post 28....
Con un piccolo, ma interessante sunto, delle tantissime guerre Europee....
 
Ultima modifica:
60 / 70 milioni di morti come nella seconda....
??
Un intero popolo sterminato
6 milioni di Ebrei
??

I Cinesi, sembrera' strano, non hanno mai fatto guerra a nessuno
( al limite quella finita male al Giappone: l' invasione fallita causa Kamikaze )
Si sono sempre, e solo, difesi da Mongoli e Giapponesi ( 90 anni fa )
difatti hai ragione la perla dei "Morti" in gran parte e' fatta proprio dalle menti "occidentali" da un certo periodo in avanti , quando non "servivano" piu' gli "schiavi".
i cinesi penso non tanto a guerre con i vicini , quanto a quelle interne di "riunificazione" o di assimiliazione al ceto etnico han, cosa che per certi versi continua oggi ..... e che ci riporta alle merci fatte in determinare "maniere" nella regione dello Xinjiang su cui ci confrontiamo e su cui le nostre aziende sui giornali volgiono competere per esportare nel profondo est.
 
Made in Italy

Il Made in Italy non è solo un’indicazione di origine ma è il brand per eccellenza, che raccoglie in sé i più grandi nomi dell’artigianato e dell’industria italiana.
Il Made in Italy, infatti, interessa una moltitudine di settori, dal food alla moda, dalla casa all’automotive, icona di un’eterna attitudine tutta nazionale di unire sapienza, abilità e creatività.

Esportati in tutto il mondo, i prodotti Made in Italy suscitano ammirazione, fiducia e desiderio, perfettamente soddisfatti dall’abilità dei nostri artigiani.

Nel 2024 l’export italiano ha raggiunto i 623,5 miliardi di euro (-0,4%) nonostante un contesto di mercato sfavorevole. Le vendite di beni riferibili a settori strategici come il farmaceutico e il food hanno compensato le difficoltà dell’automotive e la contrazione delle esportazioni verso la Germania.
I risultati del 2024 sono frutto della tenuta di alcuni settori strategici – come il farmaceutico (+9,5%) e il food (+7,9%) –, che hanno bilanciato le difficoltà di comparti come l’automotive.

Raccolti finalmente i dati dell’ultimo mese del 2024, si possono tracciare i primi bilanci relativi alle performance del nostro paese.
Secondo quanto diffuso dall’Istat sul commercio estero dell’Italia, nel 2024 sono stati esportati beni per
305,3 miliardi di euro verso i soli Paesi EXTRA UE, registrando – rispetto al 2023 – un incremento del +1,16%. Si tratta del valore più alto raggiunto dalle esportazioni italiane verso i Paesi extra UE negli ultimi dieci anni.
Sempre nel 2024, l’Italia ha, invece, importato beni per 240 miliardi di euro, registrando rispetto al 2023 una contrazione del -6,2% (da -20,3% nel 2023).

Nel 2024 si è registrato quindi un saldo commerciale positivo con i Paesi EXTRA UE pari a +65 miliardi di euro, in crescita rispetto al risultato di +45,6 miliardi del 2023.
A livello geografico, l’Istat ha comunicato i dati relativi ai soli principali partner commerciali EXTRA UE dell’Italia, mostrando che l’incremento in valore delle esportazioni ha coinvolto in particolare Turchia (+23,9%),
Paesi ASEAN (+11%),
Paesi OPEC (+6,6%),
Medio Oriente (+5,5%),
Regno Unito (+5,1%),
Paesi MERCOSUR (+4,6%),
Giappone (+2,5%) e India (+1%).
Istat ha evidenziato, invece, una diminuzione delle esportazioni verso Cina (-20%), Russia (-7,6%), Stati Uniti (-3,6%) e Svizzera (-0,9%)..

confindustria.com


"Se l'Italia migliorasse la propria capacità produttiva - spiega Confindustria -, questo si potrebbe tradurre in un incremento delle esportazioni del Bbf (bello e ben fatto) pari a 53,9 miliardi di euro nei prossimi cinque anni.
Questo potenziale è particolarmente rilevante nei mercati avanzati, dove i 20 principali Paesi offrono opportunità per 26,8 miliardi di euro, con Stati Uniti, Francia e Germania in testa.
Nei mercati emergenti, i 20 Paesi principali rappresentano un potenziale di 18,1 miliardi di euro, con Cina, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita ai primi posti".

Cosa esporta l’Italia nel 2024?

A livello di macro-settori l’export italiano è composto da metalmeccanico (45%), chimico (18%), sistema moda (15%), agroalimentare (14%) e sistema casa (8%).

mondo_export_grafico01-980x694.png


Osservando più da vicino i singoli macro-settori – al primo semestre 2024 – si possono ricavare informazioni relative ai comparti che più degli altri contribuiscono alle esportazioni italiane:
  • i macchinari per uso generale e per uso speciale valgono insieme 44 mld di Euro.
  • l’export di medicinali e preparati farmaceutici vale oltre 24 mld. Gli autoveicoli (cod. 291) sono esportati per un valore di 13,4 mld.
  • l’abbigliamento vale 11,4 mld.

Dove esportiamo?
Una volta identificati i principali settori, vediamo dove questi prodotti trovano i loro principali mercati. A livello di macro-area, la destinazione preferita dalle imprese italiane è
l’Europa, con un peso del 53%.
Seguono l’Europa non UE (15%),
il Nord America (13%),
l’Asia (9%) e l’area
MENA (6%).
Restano limitati i pesi di America Latina, Africa Sub Sahariana e Oceania.

mondo_export_grafico03-1-980x694.png


Quali sono i principali partner commerciali?

Con quali paesi europei e internazionali l’Italia mantiene le principali attività di importazione ed esportazione? La risposta arriva da questo secondo grafico con tabella dati che sintetizza i principali attori dell’export e dell’import nazionale.

Iniziamo dalle esportazioni. Il principale paese che importa dall’Italia è la Germania che incide per un 12% sulla quota totale. Poi abbiamo gli USA e paesi europei come la Francia, la Spagna, il Regno Unito, la Svizzera e il Belgio. Interessante l’importazione di Cina e Turchia che fa un balzo in avanti del 40% rispetto al passato.
esportazioni.jpg


Ma quali sono, invece, le principali fonti dell’importazione in Italia? Dove acquistiamo i beni e i prodotti che non produciamo o che conviene acquistare all’estero ma non produrli nel nostro paese?

chi-importa.jpg


Ancora un dato importante per capire il mondo delle importazioni e delle esportazioni in Italia: quali sono i beni che hanno maggior attenzione rispetto a queste dinamiche. Ad esempio, cosa importiamo con maggior frequenza da questi paesi?
Non è difficile immaginare, soprattutto in questo periodo in cui si vive una condizione di instabilità geopolitica, che il primo materiale importato è il gas naturale.

materiali-importati.jpg


 
Ultima modifica:
Made in Italy

Il Made in Italy non è solo un’indicazione di origine ma è il brand per eccellenza, che raccoglie in sé i più grandi nomi dell’artigianato e dell’industria italiana.
Il Made in Italy, infatti, interessa una moltitudine di settori, dal food alla moda, dalla casa all’automotive, icona di un’eterna attitudine tutta nazionale di unire sapienza, abilità e creatività.

Esportati in tutto il mondo, i prodotti Made in Italy suscitano ammirazion[FONT=Roboto Flex, sans-serif]e[/FONT], fiducia e desiderio, perfettamente soddisfatti dall’abilità dei nostri artigiani.

Nel 2024 l’export italiano ha raggiunto i 623,5 miliardi di euro (-0,4%) nonostante un contesto di mercato sfavorevole. Le vendite di beni riferibili a settori strategici come il farmaceutico e il food hanno compensato le difficoltà dell’automotive e la contrazione delle esportazioni verso la Germania.
I risultati del 2024 sono frutto della tenuta di alcuni settori strategici – come il farmaceutico (+9,5%) e il food (+7,9%) –, che hanno bilanciato le difficoltà di comparti come l’automotive.

Raccolti finalmente i dati dell’ultimo mese del 2024, si possono tracciare i primi bilanci relativi alle performance del nostro paese.
Secondo quanto diffuso dall’Istat sul commercio estero dell’Italia, nel 2024 sono stati esportati beni per
305,3 miliardi di euro verso i soli Paesi EXTRA UE, registrando – rispetto al 2023 – un incremento del +1,16%. Si tratta del valore più alto raggiunto dalle esportazioni italiane verso i Paesi extra UE negli ultimi dieci anni.
Sempre nel 2024, l’Italia ha, invece, importato beni per 240 miliardi di euro, registrando rispetto al 2023 una contrazione del -6,2% (da -20,3% nel 2023).

Nel 2024 si è registrato quindi un saldo commerciale positivo con i Paesi EXTRA UE pari a +65 miliardi di euro, in crescita rispetto al risultato di +45,6 miliardi del 2023.
A livello geografico, l’Istat ha comunicato i dati relativi ai soli principali partner commerciali EXTRA UE dell’Italia, mostrando che l’incremento in valore delle esportazioni ha coinvolto in particolare Turchia (+23,9%),
Paesi ASEAN (+11%),
Paesi OPEC (+6,6%),
Medio Oriente (+5,5%),
Regno Unito (+5,1%),
Paesi MERCOSUR (+4,6%),
Giappone (+2,5%) e India (+1%).
Istat ha evidenziato, invece, una diminuzione delle esportazioni verso Cina (-20%), Russia (-7,6%), Stati Uniti (-3,6%) e Svizzera (-0,9%)..

confindustria.com


"Se l'Italia migliorasse la propria capacità produttiva - spiega Confindustria -, questo si potrebbe tradurre in un incremento delle esportazioni del Bbf (bello e ben fatto) pari a 53,9 miliardi di euro nei prossimi cinque anni.
Questo potenziale è particolarmente rilevante nei mercati avanzati, dove i 20 principali Paesi offrono opportunità per 26,8 miliardi di euro, con Stati Uniti, Francia e Germania in testa.
Nei mercati emergenti, i 20 Paesi principali rappresentano un potenziale di 18,1 miliardi di euro, con Cina, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita ai primi posti".

Cosa esporta l’Italia nel 2024?

A livello di macro-settori l’export italiano è composto da metalmeccanico (45%), chimico (18%), sistema moda (15%), agroalimentare (14%) e sistema casa (8%).

mondo_export_grafico01-980x694.png


Osservando più da vicino i singoli macro-settori – al primo semestre 2024 – si possono ricavare informazioni relative ai comparti che più degli altri contribuiscono alle esportazioni italiane:
  • i macchinari per uso generale e per uso speciale valgono insieme 44 mld di Euro.
  • l’export di medicinali e preparati farmaceutici vale oltre 24 mld. Gli autoveicoli (cod. 291) sono esportati per un valore di 13,4 mld.
  • l’abbigliamento vale 11,4 mld.

Dove esportiamo?
Una volta identificati i principali settori, vediamo dove questi prodotti trovano i loro principali mercati. A livello di macro-area, la destinazione preferita dalle imprese italiane è
l’Europa, con un peso del 53%.
Seguono l’Europa non UE (15%),
il Nord America (13%),
l’Asia (9%) e l’area
MENA (6%).
Restano limitati i pesi di America Latina, Africa Sub Sahariana e Oceania.

mondo_export_grafico03-1-980x694.png


Quali sono i principali partner commerciali?

Con quali paesi europei e internazionali l’Italia mantiene le principali attività di importazione ed esportazione? La risposta arriva da questo secondo grafico con tabella dati che sintetizza i principali attori dell’export e dell’import nazionale.

Iniziamo dalle esportazioni. Il principale paese che importa dall’Italia è la Germania che incide per un 12% sulla quota totale. Poi abbiamo gli USA e paesi europei come la Francia, la Spagna, il Regno Unito, la Svizzera e il Belgio. Interessante l’importazione di Cina e Turchia che fa un balzo in avanti del 40% rispetto al passato.
esportazioni.jpg


Ma quali sono, invece, le principali fonti dell’importazione in Italia? Dove acquistiamo i beni e i prodotti che non produciamo o che conviene acquistare all’estero ma non produrli nel nostro paese?

chi-importa.jpg


Ancora un dato importante per capire il mondo delle importazioni e delle esportazioni in Italia: quali sono i beni che hanno maggior attenzione rispetto a queste dinamiche. Ad esempio, cosa importiamo con maggior frequenza da questi paesi?
Non è difficile immaginare, soprattutto in questo periodo in cui si vive una condizione di instabilità geopolitica, che il primo materiale importato è il gas naturale.

materiali-importati.jpg




Se l' Italia
( le Imprese )
si accontentassero e guadagnassero un cincinino di meno....
Si allargherebbe pure il mercato interno strozzato dagli stipendi infami
ai lavoratori....
....E si arginerebbe, pure, in ultima analisi, la fuoriuscita di decine dimigliaia di laureati verso l' Estero
 
Ultima modifica:
Utili industriali in media sopra il 18%, un rendimento del capitale investito vicino al 15%, 71 miliardi di patrimonio complessivo, 300 mila lavoratori coinvolti.

Questi i numeri delle mille aziende Champions entrate nella classifica realizzata da Italypost e dall'Economia del Corriere della Sera. Si tratta di Imprese che, malgrado le turbolenze degli ultimi anni, hanno visto migliorare i ricavi, gli utili, la forza lavoro insieme ai principali indicatori economici tra cui la redditività.



L’Area Studi Mediobanca ha presentato la 59esima edizione della pubblicazione su Le Principali Società Italiane.

Nel dettaglio questa è la top 10 dei fatturati 2023:

  1. 1.ENI – 93,7 miliardi di euro
  2. 2.ENEL – 92,9 miliardi
  3. 3.GSE, Gestore dei Servizi Energetici – 55,1 miliardi
  4. 4.Stellantis Europe – 27,8 miliardi
  5. 5.Telecom Italia – 16,1 miliardi
  6. 6.Prysmian – 15,4 miliardi
  7. 7.Leonardo – 15,3 miliardi
  8. 8.Edison – 15 miliardi
  9. 9.Hera – 14,8 miliardi
  10. 10.A2A – 14,4 miliardi

Società italiane con fatturato più alto 2023 – Dall’11° al 20° posto: presenti Saras, Edizione dei Benetton e Webuild

Ferrovie dello Stato, undicesima con un giro d’affari pari a 14,3 miliardi di euro, guadagna due posizioni ed è seguita dall’impiantistica Saipem (€11,9mld, +5 posti). A seguire, la petrolifera Saras, recentemente venduta dalla famiglia Moratti al colosso Vitol, tredicesima (€11,4mld, -4 posizioni), Poste Italiane (servizi pubblici, €10,4mld, +4), Parmalat (alimentare, 10,2€ mld, +1) e altri due player petroliferi: Kuwait Petroleum Italia (€9,7mld, -1) e Italiana Petroli (€9,6mld, +2). Salgono nelle prime venti posizioni, la cassaforte della famiglia Benetton, Edizione (€9,6 mld, +5) e la multinazionale che ha pubblicato lo studio di fattibilità per la ristrutturazione di San Siro, Webuild, unico operatore delle costruzioni in Top20 con vendite pari a 9,3 miliardi di euro in salita di 7 gradini. In ventesima posizione si trova Superit (€9,1mld, +1), holding che controlla Esselunga e unica rappresentante del panorama della distribuzione moderna tra le prime venti aziende italiane dell’industria e dei servizi.

Questo elenco contiene le prime 21 aziende italiane per fatturato nel 2022, con la sede, il fatturato e il settore industriale di ciascuna azienda. Le cifre riportate di seguito sono espresse in miliardi di euro e si riferiscono all'anno fiscale 2022.

 
Utili industriali in media sopra il 18%, un rendimento del capitale investito vicino al 15%, 71 miliardi di patrimonio complessivo, 300 mila lavoratori coinvolti.

Questi i numeri delle mille aziende Champions entrate nella classifica realizzata da Italypost e dall'Economia del Corriere della Sera. Si tratta di Imprese che, malgrado le turbolenze degli ultimi anni, hanno visto migliorare i ricavi, gli utili, la forza lavoro insieme ai principali indicatori economici tra cui la redditività.



L’Area Studi Mediobanca ha presentato la 59esima edizione della pubblicazione su Le Principali Società Italiane.

Nel dettaglio questa è la top 10 dei fatturati 2023:

  1. 1.ENI – 93,7 miliardi di euro
  2. 2.ENEL – 92,9 miliardi
  3. 3.GSE, Gestore dei Servizi Energetici – 55,1 miliardi
  4. 4.Stellantis Europe – 27,8 miliardi
  5. 5.Telecom Italia – 16,1 miliardi
  6. 6.Prysmian – 15,4 miliardi
  7. 7.Leonardo – 15,3 miliardi
  8. 8.Edison – 15 miliardi
  9. 9.Hera – 14,8 miliardi
  10. 10.A2A – 14,4 miliardi

Società italiane con fatturato più alto 2023 – Dall’11° al 20° posto: presenti Saras, Edizione dei Benetton e Webuild

Ferrovie dello Stato, undicesima con un giro d’affari pari a 14,3 miliardi di euro, guadagna due posizioni ed è seguita dall’impiantistica Saipem (€11,9mld, +5 posti). A seguire, la petrolifera Saras, recentemente venduta dalla famiglia Moratti al colosso Vitol, tredicesima (€11,4mld, -4 posizioni), Poste Italiane (servizi pubblici, €10,4mld, +4), Parmalat (alimentare, 10,2€ mld, +1) e altri due player petroliferi: Kuwait Petroleum Italia (€9,7mld, -1) e Italiana Petroli (€9,6mld, +2). Salgono nelle prime venti posizioni, la cassaforte della famiglia Benetton, Edizione (€9,6 mld, +5) e la multinazionale che ha pubblicato lo studio di fattibilità per la ristrutturazione di San Siro, Webuild, unico operatore delle costruzioni in Top20 con vendite pari a 9,3 miliardi di euro in salita di 7 gradini. In ventesima posizione si trova Superit (€9,1mld, +1), holding che controlla Esselunga e unica rappresentante del panorama della distribuzione moderna tra le prime venti aziende italiane dell’industria e dei servizi.

Questo elenco contiene le prime 21 aziende italiane per fatturato nel 2022, con la sede, il fatturato e il settore industriale di ciascuna azienda. Le cifre riportate di seguito sono espresse in miliardi di euro e si riferiscono all'anno fiscale 2022.

Certo che son quasi tutti fatturati da prodotti NON industriali....
Un po' di mangereccio, qualche mezzo bellico,

-----------------------------------il resto, il 90% Servizi vari e Energia------------------------------------

Pensavo meglio l' Industria....Tutti evidentemente piu' Artigiani che Industriali
tradizionali
 
Se l' Italia
( le Imprese )
si accontentassero e guadagnassero un cincinino di meno....
Si allargherebbe pure il mercato interno strozzato dagli stipendi infami
ai lavoratori....
....E si arginerebbe, pure, in ultima analisi, la fuoriuscita di decine dimigliaia di laureati verso l' Estero
non ho dati precisi come come AlainDelon ma dopo mesi sono andato al mercato settimanale del capoluogo ed ho visto il proliferare rispetto a tempo fa di banchi che vendono "usato" quindi vestiti , scarpe , chincaglieria varia ( alcuni vendevano cose veramente considerate alla stregua di rifiuti)....ed erano oberati di lavoro.
segno che per una fetta di popolazione anche il comprare "cinese" e' diventato difficile.
Certo che son quasi tutti fatturati da prodotti NON industriali....
Un po' di mangereccio, qualche mezzo bellico,

-----------------------------------il resto, il 90% Servizi vari e Energia------------------------------------

Pensavo meglio l' Industria....Tutti evidentemente piu' Artigiani che Industriali
tradizionali
leggevo...

a livello provinciale sono esplose le vertenze lavorative su aziende che chiuderanno sul settore metalmeccanico e su quello delle "telecomunicazioni" ( se mettiamo dentro anche i call center) indotto per circa 11000 persone che potrebber quasi sicuramente perdere il lavoro ..... e "ricollocarsi" ...dove nin so....
 
Back
Alto