<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Ma studiare tanto, al giorno d'oggi, serve a qualcosa? | Page 3 | Il Forum di Quattroruote

Ma studiare tanto, al giorno d'oggi, serve a qualcosa?

Sebbene l'Italia si collochi malino per numero di laureati nella graduatoria europea, a me sembra che ce ne siano troppi in rapporto all'offerta. Ricordo che per pochi posti in molteplici settori , si presentano in migliaia. Sempre piu famiglie pretendono che i figli abbiano la laurea. Dopo le medie, andando contro le indicazioni dei docenti, iscrivono i figli ai licei perché non devono sfigurare davanti ai figli degli amici. Poco conta che dai licei escano ogni anno migliaia di studenti che non sanno letteralmente quale facoltà intraprendere. Magari sbaglio, ma per come la vedo io , oggi sono pochissime le facoltà che danno buone opportunità. Se ci sono attitudini spiccate , ok, coltiviamole, altrimenti un buon istituto tecnico o professionale permette di non morire di fame e , alle volte , di guadagnare il triplo di un laureato. Ci sono sempre più genitori laureati che non accetterebbero mai un figlio senza laurea.
 
Il.discorso è: se vedi tuo.figlio appassionato di letteratura e filosofia, che invece va a ripetizioni di matematica, e si fa venire le paturnie quando la deve studiare, gli consiglieresti mai ingegneria solo perché è una delle poche lauree che offre uno sbocco lavorativo piu o meno sicuro?
Può laurearsi in lettere - meglio se studia anche il latino - entrare in graduatoria e prima o poi entrerà di ruolo ( italiano si insegna in tutte le scuole di ogni ordine e grado ). Avrà uno stipendio, la 13 esima, vacanze pagate. Non è poi così schifoso. La matematica deve piacere, non si può imporre.
 
Sempre riportando esperienze personali, ho visto, soprattutto nel passato, molti laureati in Lettere che effettivamente poco gli è valso questo titolo di studio, ultimamente ho avuto invece esperienza di 2 neo laureati in quel indirizzo che poi a seguito di un master sono stati cercati da molte aziende e ora occupano buone posizioni nella human resources e credo anche con altrettante buone speranza di crescita professionale, per tornare quindi al discorso che la laurea occorre farla diventare un trampolino di lancio non un punto di arrivo
 
A malincuore, si....
Beh, con tutto rispetto, credi che un ragazzo non portato per la matematica, che la odia, e arranca su di essa, possa mai laurearsi in ingegneria?
Il mondo del lavoro, è vero, ha bisogno di ingegneri, ma validi e preparati, non di ingegneri scoglionati e laureati magari con 70 a oltre 30 anni. ;-)
 
Sebbene l'Italia si collochi malino per numero di laureati nella graduatoria europea, a me sembra che ce ne siano troppi in rapporto all'offerta. Ricordo che per pochi posti in molteplici settori , si presentano in migliaia. Sempre piu famiglie pretendono che i figli abbiano la laurea. Dopo le medie, andando contro le indicazioni dei docenti, iscrivono i figli ai licei perché non devono sfigurare davanti ai figli degli amici. Poco conta che dai licei escano ogni anno migliaia di studenti che non sanno letteralmente quale facoltà intraprendere. Magari sbaglio, ma per come la vedo io , oggi sono pochissime le facoltà che danno buone opportunità. Se ci sono attitudini spiccate , ok, coltiviamole, altrimenti un buon istituto tecnico o professionale permette di non morire di fame e , alle volte , di guadagnare il triplo di un laureato. Ci sono sempre più genitori laureati che non accetterebbero mai un figlio senza laurea.

Hai centrato in pieno. Io purtroppo appartengo a una famiglia cosi. I miei non hanno mai accettato la crisi di rigetto che ho avuto dopo il diploma di liceo scientifico e sono stato subissato per 6 anni (quelli che ci ho messo a laurearmi) di frasi del tipo "ma dove vuoi andare senza laurea - vuoi fare il fallito - tutti a te stanno aspettando - proprio a noi doveva capitare un figlio cosi svogliato" ecc. Solo all'ultimo, quando ho avuto un esaurimento nervoso che mi ha visto andare in terapia e prendere psicofarmaci per un anno, mi hanno chiesto scusa. Ma da parte mia il rapporto non è mai piu stato lo stesso. Sono frasi, ancora oggi, che se ci penso, fanno male, tanto. Lo vedevano che stavo male, che ero infelice, e quando ti violenti il cervello per anni, alla fine, ti presenta sempre il conto. Fesso io che non mi son saputo ribellare e imporre la mia volonta, sottoponendomi alle loro manipolazioni psicologiche. Ma di fatto, hanno preferito un pezzo di carta alla mia salute mentale, e di questo, mi spiace, ma non potrò mai perdonarli.
 
Hai centrato in pieno. Io purtroppo appartengo a una famiglia cosi. I miei non hanno mai accettato la crisi di rigetto che ho avuto dopo il diploma di liceo scientifico e sono stato subissato per 6 anni (quelli che ci ho messo a laurearmi) di frasi del tipo "ma dove vuoi andare senza laurea - vuoi fare il fallito - tutti a te stanno aspettando - proprio a noi doveva capitare un figlio cosi svogliato" ecc. Solo all'ultimo, quando ho avuto un esaurimento nervoso che mi ha visto andare in terapia e prendere psicofarmaci per un anno, mi hanno chiesto scusa. Ma da parte mia il rapporto non è mai piu stato lo stesso. Sono frasi, ancora oggi, che se ci penso, fanno male, tanto. Lo vedevano che stavo male, che ero infelice, e quando ti violenti il cervello per anni, alla fine, ti presenta sempre il conto. Fesso io che non mi son saputo ribellare e imporre la mia volonta, sottoponendomi alle loro manipolazioni psicologiche. Ma di fatto, hanno preferito un pezzo di carta alla mia salute mentale, e di questo, mi spiace, ma non potrò mai perdonarli.
Mi spiace per quello che hai vissuto. Se posso permettermi, cerca di non essere troppo severo con loro, perché probabilmente non immaginavano di farti del male. A volte si sbaglia per troppo amore.
 
Mi spiace per quello che hai vissuto. Se posso permettermi, cerca di non essere troppo severo con loro, perché probabilmente non immaginavano di farti del male. A volte si sbaglia per troppo amore.

Non ritorno piu sull'argomento con loro, ma dentro di me, una certa rabbia resta. Me la tengo per me. Piu di questo non posso fare.
 
Capisco. Cercherò di non commettere lo stesso errore con i miei figli. Dico loro che studiare è importante, ma che il loro destino è nelle loro mani, perché spetta a loro scegliere. Con franchezza prospetterò i possibili scenari lavorativi , dopodiché lì appoggerò . Tra l'altro io non sopporterei mai un figlio in carriera all'estero, come alcuni miei colleghi che vedono i figli una volta ogni morte di Papa. Preferisco idraulico sotto casa piuttosto che cardiochirurgo a Londra.
 
Beh, con tutto rispetto, credi che un ragazzo non portato per la matematica, che la odia, e arranca su di essa, possa mai laurearsi in ingegneria?
Il mondo del lavoro, è vero, ha bisogno di ingegneri, ma validi e preparati, non di ingegneri scoglionati e laureati magari con 70 a oltre 30 anni. ;-)


Beh.....
Mi rendo conto, PER PRIMO, che diventa difficile a credersi....
Ho visto 2 miei compagni di Liceo laurearsi in Ingegneria....
Con dei trascorsi spaventosi....
Uno, dei quali, si era diplomato a 21 anni....
Le persone possono,( Di rado, ma comunque ) cambiare
 
Sebbene l'Italia si collochi malino per numero di laureati nella graduatoria europea, a me sembra che ce ne siano troppi in rapporto all'offerta. Ricordo che per pochi posti in molteplici settori , si presentano in migliaia. Sempre piu famiglie pretendono che i figli abbiano la laurea. Dopo le medie, andando contro le indicazioni dei docenti, iscrivono i figli ai licei perché non devono sfigurare davanti ai figli degli amici. Poco conta che dai licei escano ogni anno migliaia di studenti che non sanno letteralmente quale facoltà intraprendere. Magari sbaglio, ma per come la vedo io , oggi sono pochissime le facoltà che danno buone opportunità. Se ci sono attitudini spiccate , ok, coltiviamole, altrimenti un buon istituto tecnico o professionale permette di non morire di fame e , alle volte , di guadagnare il triplo di un laureato. Ci sono sempre più genitori laureati che non accetterebbero mai un figlio senza laurea.


Un po', e' la classe " produttiva " che non " produce " stimolanti prospettive di LAVORO....
Un po', sono i giovani che si laureano in....
....Che non servono a nulla.
Sono la DOMANDA e l' OFFERTA, che viaggiano, in questo paese, unico al mondo, nei pregi e nei difetti, su binari distanti anni luce.
 
Hai centrato in pieno. Io purtroppo appartengo a una famiglia cosi. I miei non hanno mai accettato la crisi di rigetto che ho avuto dopo il diploma di liceo scientifico e sono stato subissato per 6 anni (quelli che ci ho messo a laurearmi) di frasi del tipo "ma dove vuoi andare senza laurea - vuoi fare il fallito - tutti a te stanno aspettando - proprio a noi doveva capitare un figlio cosi svogliato" ecc. Solo all'ultimo, quando ho avuto un esaurimento nervoso che mi ha visto andare in terapia e prendere psicofarmaci per un anno, mi hanno chiesto scusa. Ma da parte mia il rapporto non è mai piu stato lo stesso. Sono frasi, ancora oggi, che se ci penso, fanno male, tanto. Lo vedevano che stavo male, che ero infelice, e quando ti violenti il cervello per anni, alla fine, ti presenta sempre il conto. Fesso io che non mi son saputo ribellare e imporre la mia volonta, sottoponendomi alle loro manipolazioni psicologiche. Ma di fatto, hanno preferito un pezzo di carta alla mia salute mentale, e di questo, mi spiace, ma non potrò mai perdonarli.

Per curiosità: cosa avresti voluto fare una volta preso il diploma?
Avevi qualche interesse/passione che sarebbe potuto diventare il tuo lavoro/professione?

Il problema è che spesso a 18/19 anni non si hanno affatto le idee chiare di quello che si vuole fare nella vita... io non ce le ho neanche ora a 53 anni! :emoji_confounded:

P.s. io scelsi in piena autonomia il mio corso di studi, senza alcuna interferenza dei miei genitori. Scelsi Ingegneria meccanica, perché mi piacevano le auto e le moto, ed ero sempre stato bravo in matematica. Ma così ho perso 3 anni inutilmente. Non sempre ciò che si sceglie autonomamente, anche seguendo le proprie naturali inclinazioni, porta alla via giusta.
 
Ultima modifica:
Io mi ritengo fortunato tutto sommato, laureato in Economia con la riforma 3+2, non ho dovuto neanche cercare lavoro, mi ha chiamato direttamente una grande azienda e da allora lavoro sempre lì, cambiando mansione all'interno della stessa. E' un classico lavoro d'ufficio, niente di esaltante e non posso dire a 34 anni di aver fatto carriera, ma lo stipendio è buono e il tempo libero che ho a disposizione anche, soprattutto adesso che ho un figlio. Tutti i miei amici laureati lavorano fissi, chi con più soddisfazioni e chi meno, ma nel complesso non posso dire che non ne valga la pena se fai le facoltà "giuste".
Concordo con coloro che dicono che piuttosto che una laurea umanistica senza sbocchi sia meglio imparare un mestiere, nel paese dei miei nonni tutte le ville se le sono costruite i muratori, idraulici e artigiani in generale.
 
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