<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Ma studiare tanto, al giorno d'oggi, serve a qualcosa? | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

Ma studiare tanto, al giorno d'oggi, serve a qualcosa?

Il.discorso è: se vedi tuo.figlio appassionato di letteratura e filosofia, che invece va a ripetizioni di matematica, e si fa venire le paturnie quando la deve studiare, gli consiglieresti mai ingegneria solo perché è una delle poche lauree che offre uno sbocco lavorativo piu o meno sicuro?
No, hai ragione
Però diciamo che bisognerebbe studiare una strada per coniugare le proprie passioni con le esigenze di dover lavorare per vivere
Oppure rendersi conto fin da subito che la laurea sarà qualcosa che non sarà finalizzato alla ricerca di un lavoro ma solo per una propria cultura personale
Poi...se devo essere onesto, io non sono così convinto che certi indirizzi di laurea vengano scelti per la passione per la letteratura ma forse perchè ritenuti più "facili"
 
Poi onestamente non si può sentire di concorsi per entrare in medicina dove per 2000 posti si presentano in 10000
Il tutto mentre, almeno in Italia, il mercato del lavoro richiede più tecnici
Non è che possono diventare tutti medici sti ragazzi aldilà delle proprie legittime aspirazioni
 
Beh l'informatica progredisce alla velocità della luce, studiare 5 anni con insegnanti che nel 99% dei casi è rimasta indietro di qualche decennio non fa altro che rallentare l'apprendimento.

Questo può accadere in un istituto tecnico, dove al prof non è richiesto di aggiornarsi… ormai il posto e lo stipendio fisso sono assicurati.

Diverso è il discorso per l’università: la carriera accademica è basata sulle pubblicazioni, se non stai sul fronte avanzato della ricerca nel tuo settore sei tagliato fuori da quello che conta nell’accademia. Poi, se sei un prof all’università, ti servono molti soldi per fare la ricerca che ti permette di avanzare nel tuo settore… E questi non vengono mungendo la gran mucca di Roma, che è molto parca nell’elargire i fondi. Se ne vuoi abbastanza devi rivolgerti ai privati, che sono molto generosi se tu in cambio fornisci la ricerca che a loro serve, e questa non è sicuramente roba di cinque anni fa.

Il problema all’università è un altro: il prof spesso è troppo impegnato per perdere tempo con decine (o centinaia) di studenti. Quindi, alle lezioni, viene trasmesso il minimo sindacale.

La cosa può cambiare completamente quando prepari la tesi di laurea (non quella “bonsai”, quella specialistica o a ciclo unico): in molte facoltà tecniche è prevista una tesi sperimentale con un periodo di internato dove vieni inserito nel gruppo di ricerca del prof. E nel gruppo di ricerca del prof impari quello che davvero conta nella vita reale.

Nella vita reale poi incontri diplomati tecnici con la Porsche ed ingegneri disoccupati cronici. Ma natura e fortuna non sono democratiche, e se non ci metti del tuo la scuola non serve a molto.
 
Un saluto a tutti... :)

Non vuol essere assolutamente un topic di scoraggiamento a chi studia, ma proprio una settimana fa ho compiuto la bellezza di 39 anni, ovvero sto a un passo dai famigerati "ANTA" e sono partite alcune riflessioni spontanee su cio che ho realizzato finora, cioè nu cazz ahahahah!

Appartengo a una generazione alla quale veniva ripetuto, a livello ossessivo "DOVE VAI SENZA LAUREA?" E io stesso, quando ho deciso di fermarmi alla triennale in legge, perché mi ero scocciato di studiare, sono stato guardato come un tossico da tanti amici che hanno proseguito con specialistica, e master

Ad oggi, per quella che è stata invece la mia esperienza diretta e indiretta, posso dire che si è sistemato meglio chi si è fermato al diploma o ha imparato un mestiere.

Dei suddetti amici e conoscenti plurititolati, solo uno lavora bene, grazie a conoscenze. Gli altri passano da una supplenza a un lavoro da venditore, a periodi di disoccupazione.
Chi, in passato, ha scelto un diploma tecnico o professionale, magari non viaggia in yacht, ma lo vedo molto meglio inserito per cio che ha studiato.

Conosco periti industriali che lavorano stabilmente, sia a Taranto che a Napoli, nel tessuto dell'indotto aeronautico.
Conosco periti informatici e ragionieri che, sempre in realtà del sud (Qualcuno si è dovuto spostare), hanno il loro bel contratto a tempo indeterminato da anni.

Idem conosco gente specializzatasi nella ristorazione (camerieri o cuochi), che, dopo anni di gavetta a essere pisciati in testa x due lire, son riusciti a farsi strada, e hanno raggiunto una loro stabilità.

Dall'altra parte, vedo laureati in materie umanistiche che sono i piu disperati di tutti per la difficile collocabilità, ma ho visto anche due neolaureati da poco in economia o informatica (rispettivamente sorella e fratello minori di due miei amici) che stanno avendo grosse difficoltà a trovare la loro prima occupazione, difficoltà che nn ho visto riscontrare nei rispettivi "cugini" meno titolati, ragionieri e periti informatici. E parliamo di due lauree considerate "forti" sul mercato. Forse gli unici soddisfatti e ben inseriti sono quelli del ramo sanitario, ovvero medici e infermieri.

Allora la domanda è: i laureati sfigati li conosco tutti io, o qualcosa in questo Paese non è andato per il verso giusto?

Buona giornata a tutti!


Con lauree umanistiche fai poca strada....
Con quelle, le tante strampalate inventate tempo addietro, pure....
Con il resto, qualche speranziella c'e'.
Se interessano ( MOLTO ANCHE ) i piccioli,
le piu' " interessanti "sono gli studi Farmaceutici e Notarili
 
Con lauree umanistiche fai poca strada....
Con quelle, le tante strampalate inventate tempo addietro, pure....
Con il resto, qualche speranziella c'e'.
Se interessano ( MOLTO ANCHE ) i piccioli,
le piu' " interessanti "sono gli studi Farmaceutici e Notarili

Lo pensavo anche io. Ma quando vedo ragionieri siatemarsi piu facilmente di laureati magistrali in economia, qualche dubbio.comincia a sorgermi.
 
Il.discorso è: se vedi tuo.figlio appassionato di letteratura e filosofia, che invece va a ripetizioni di matematica, e si fa venire le paturnie quando la deve studiare, gli consiglieresti mai ingegneria solo perché è una delle poche lauree che offre uno sbocco lavorativo piu o meno sicuro?


A malincuore, si....
 
Dai discorsi che leggo ho la conferma che l'italia, terra di artisti e di cultura più di ogni altra al mondo, si sia ridotta a considerarle [arte e cultura] alla stregua di passatempi hobbistici.

Purtroppo la pensano così anche gli editori o in generale i commitenti che a chi lavora nel campo chiedono di fare "la copertina gratis" perché l'impiegato che guarda per otto ore al giorno la contabilità al computer lavora, l'artista che ci lavora 12 per creare la copertina (che contribuisce a far vendere il tuo libro) invece si sta divertendo quindi posso anche non pagarlo. Vive di Gloria

Poi ci si chiede perché stiamo diventando culturalmente dipendenti dall'estero.
 
bè..visto il numero chiuso però serve anche il parente/amico senza eredi interessati che faccia il notaio..



Lo pensavo anche io....

Ho diversi amici notai....tutti figli di persone " famose " in citta'

Due no....
Per cui quando vidi uno di di questi,
figlio di una commessa diventarlo....
E non molto tempo dopo,
il secondo,
figlio di una famiglia con un semplice negozietto di abbigliamento

....Ho cambiato parere
 
Quando poi dico che non sappiamo nemmeno usare la lingua italiana:
Questo è il titolo di un articolo sul sito del quotidiano locale e la scossa non è di terremoto ma una "scarica" dell'alta tensione.

La maxi scossa alla cabina Terna provoca un forte boato

Nota: si dice "prendere la scossa" perché quando si entra in contatto con la corrente "di casa" si viene scossi, cioè scrollati.
Quindi nulla a che vedere con l'arco elettrico. :rolleyes:

 
Lo pensavo anche io....

Ho diversi amici notai....tutti figli di persone " famose " in citta'

Due no....
Per cui quando vidi uno di di questi,
figlio di una commessa diventarlo....
E non molto tempo dopo,
il secondo,
figlio di una famiglia con un semplice negozietto di abbigliamento

....Ho cambiato parere
bè, di sicuro è possibile, ma chi già è dentro cerca di renderlo difficile, mettendoti i bastoni tra le ruote con il praticantato (non facendotelo fare o facendotelo fare non imparando quello che si fa ma imparando a fare fotocopie), poi al solito per fortuna esistono esempi virtuosi, spero che siano sempre di più col passare del tempo..
 
bè, di sicuro è possibile, ma chi già è dentro cerca di renderlo difficile, mettendoti i bastoni tra le ruote con il praticantato (non facendotelo fare o facendotelo fare non imparando quello che si fa ma imparando a fare fotocopie), poi al solito per fortuna esistono esempi virtuosi, spero che siano sempre di più col passare del tempo..

-( Beh, comunque il numero si allarga, come quello delle farmacie del resto )

-Lo so " perfettamente "....
Gia' e' difficile, senza conoscenze, fare l' esame per geometra.
 
Mi sono diplomato nel 1965 e ho subito trovato lavoro come progettista elettronico ; contemporaneamente frequentavo il corso di laurea in Economia e Commercio (serale) presso l'Università Cattolica : l'idea era che con una laurea in discipline economiche e un diploma tecnico avrei avuto più possibilità .
Mi sono però reso conto che non ero tagliato per le materie economiche , anche se avevo già dato parecchi esami , per cui , dopo due anni mi sono licenziato e mi sono iscritto al Politecnico .
Per non gravare troppo sulla famiglia mi sono dato da fare con lavori vari (corsi teorici e pratici presso l'istituto tecnico dove mi ero diplomato , ripetizioni , riparazione radio e televisori , che allora si facevano ancora , installazione di impianti di antenna) , ma sono riuscito a laurearmi senza andare fuori corso , quindi a 26 anni .
La votazione non è stata molto alta , poichè ho accettato anche qualche 18 , però l'imperativo era di finire al più presto : mi è capitato di dare anche cinque esami nella sessione estiva , una volta due nello stesso giorno .
Una settimana dopo l'esame di laurea sono stato assunto nella stessa azienda dove avevo lavorato subito dopo essermi diplomato
 
Beh, c'è da dire che le lauree sono ben diverse tra di loro in base all'Università presso le quali si conseguono. Hai voglia a dire che son tutte uguali. Non è vero. Tanto per dirne una, i colleghi del mio corso di laurea sono tutti, ma proprio tutti, impiegati presso aziende che li hanno scelti e spesso hanno deciso di cambiare azienda e ruolo in vista di miglioramenti di carriera. Oggi molti di loro occupano posizioni di vertice nelle loro aziende. Quasi nessuno dei miei colleghi si è laureato in corso, perché era obiettivamente difficilissimo, ma questo non gli ha impedito di avere un immediato riscontro nel mondo del lavoro. C'erano in Italia altre Università presso le quali conseguire la stessa laurea, ma la formazione che conseguivi alla fine del percorso di studi era ben diversa. Alla fine, quello che conta non è tanto il pezzo di carta, ma quello che hai imparato. Eppoi bisogna tenere ben presente che quello che hai imparato nel corso di laurea, anche di quello migliore possibile, altro non è che qualche misero "ferro del mestiere" per il lavoro vero e proprio.
Pensare di aver conseguito una laurea, qualunque essa sia, e di "avere un qualche diritto" ad entrare nel mondo del lavoro è tipico di una certa mentalità tutta italiana.
 
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